Album usciti nel 2010 acquistati:
- Paul Weller "Wake Up the Nation" (vedi recensione)
- Statuto "E' Già Domenica" (bello e di qualità, una garanzia)
Album usciti nel 2010 scaricati:
- Bluetones "A New Athens" ( il ritorno di uno dei nomi importanti del BritPop 90s molto ben riuscito in alcune tracce)
- Edwyn Collins "Losing Sleep" (un pò sonnolento, non sono riuscito ad apprezzarlo)
- Vaselines "Sex with an X" (ascoltati per curiosità, tutti gridano al miracolo a me non dicono nulla)
Libri Letti:
- John King "Fuori Casa" (vedi articolo su John King)
- Tony Face "Mod Generations" (lista di nomi e generi utile sia per neofiti e per cultori)
- Christopher Stewart "Arkan, la tigre dei Balcani" (fantastico, letto dopo Italia - Serbia di Genova, ne parlerò)
- Valerio Marchi "La Sindrome di Andy Capp" (conflitti giovanili, dal più grande sociologo italiano)
- Terry Rawlings/ Luca Frazzi "Mod, Vita Pulita in Circostanze Difficili" (lo sto leggendo in questi giorni, magnifico)
Film Visti al Cinema:
- The Buried (sopravvalutato e infatti già dimenticato, girato con una spesa di Ventimila Lire)
- La Passione (un pò pallosetto con Silvio Orlando)
- la Banda dei Babbi Natale ( AldoGiovannieGiacomo nel loro stile, a loro modo sempre bravi)
Calcio:
- Milan campione d'inverno dopo il buon terzo posto della stagione scorsa.
Tanti colpi di scena: Ibrahimovic, Cassano, Leonardo all'Inter.
- Il Padova dopo la soffertissima salvezza 2009/2010 ha concluso l'anno con il piglio giusto anche se la serie B è lunghissima, occhi aperti biancoscudati!
- Italia ignobile al Mondiale.
giovedì 30 dicembre 2010
lunedì 27 dicembre 2010
FLOWER PUNK ROCK
Nelle foto:la copertina della compilation, dei giovanissimi Manges e i Killjoint.
Tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90 il punk in Italia viveva una stagione di fiacca, con i nomi storici della scena hc anni '80 che si sciolsero o cambiarono cifra stilistica;
contemporaneamente negli Stati Uniti prendevano sempre più piede band come Screeching Weasel e Queers, caratterizzate dal recupero di sonorità Ramones oriented, tra l'altro con i quattro finti fratellini newyorkesi ancora in scena (fino al 1996).
In Italia, a partire dai SenzaBenza, nacquero una serie di band votate al punk melodico (influenzate da Ramones , Buzzcocks, Descendents, Hard Ons, Screeching Weasel e Queers), cantato in italiano o in inglese, con nuove band che andranno ad aggiungersi alla lista fino alla fine del decennio e con i nomi storici che bene o male proseguiranno fino (quasi) ai giorni nostri.
Il simbolo di quella scena fu la compilation Flower Punk Rock, 1994, voluta e compilata dai SenzaBenza di Latina e con parecchi nomi interessanti al proprio interno.
Ecco una lista delle band votate a quei suoni:
SenzaBenza: i padrini della rinascita del punk melodico in Italia, una carriera iniziata con un demotape nel 1989 in quel di Latina e passata attraverso un'importante popolarità nazionale, un album mixato a New York con Joey Ramone e il supporto ad alcune date italiane dei Ramones.
Derozer: da Vicenza, quindici anni di carriera e tanto seguito e popolarità, fino alla pausa/scioglimento del 2008.
Manges: ancora in attività gli spezzini, che dal 1993 in poi si sono costruiti un nome in giro per il mondo.
Un nome di spessore mondiale, tour un po' ovunque, collaborazioni con Screeching Weasel e Queers, seguito sempre costante e rispetto da parte dei ragazzi sotto ai palchi.
Fichissimi: legati al giro degli squat torinesi, nel 1994 pubblicano "Un Mondo Fichissimo" che ottiene un buon successo, ma si sciolgono di li a poco per motivi "politici" e "di coerenza indipendente".
Chromosomes: livornesi, ancora in attività, una carriera diluita nel tempo e sempre molto underground.
Impossibili: fecero il botto con Impossimania, conosciuto e amato da tanti ragazzi.
Melodia e testi super su robot, mostri e Ramones. Ultimamente si sono un po' persi.
Mondo Topless: da Latina, power pop punk di spessore influenzato da Ramones e Buzzcocks, con stile.
Sciolti da tempo.
Killjoint: milanesi con gli Hard Ons nel cuore, ebbero una buona popolarità nei medi anni '90, rilasciando due buoni album pieni di belle canzoni.
Lazy Bones: melodici e "floreali" i cagliaritani, Ramones e Beatles i numi tutelari.
Dopo la compilation e negli anni successivi nacquero e presero piede altre band dalle stesse (bene o male) influenze (Stinking Polecats, Retarded, Monelli), una scuola che continua ancora oggi esclusivamente a livello underground e con pochi adepti ma nel suo piccolo viva.
sabato 18 dicembre 2010
BASETTOPOLI
venerdì 17 dicembre 2010
PAUL WELLER - WAKE UP THE NATION
Uscito questa primavera, è uno dei due album targati 2010 che ho acquistato nel corrente anno solare (l'altro è quello degli Statuto, tra l'altro uscito negli stessi giorni).
Beh che dire?
Innanzitutto che questi mesi mi hanno permesso di ascoltarlo svariate volte e quindi di farlo partecipare a buon diritto a un'ipotetica "prova del tempo".
Nei mesi precedenti l'uscita ricordo di essermi eccitato quando scoprii il titolo dell'album e del pezzo omonimo; "Svegliare la Nazione".Miglior titolo, a parer mio, non poteva esserci di questi tempi.
Una strofa che parla di cancellarsi da Facebook è sicuramente un'argomento moderno e attuale ed è bello che qualcuno ne parli e parli dei tempi in cui vive.
Poi dentro ci sono canzoni che mi piacciono ed altre no, ma nel complesso l'album ha una propria linea guida e una propria direttiva concettuale.
Mi piace Weller quando dice che l'album vuole riflettere "l'urgenza e la claustrofobia della vita di città" e quando dice che c'è bisogno di "alzarsi contro il mare di mediocrità".
Discorsi che sono oro colato nell'epoca del Grande Fratello e dei reality, meglio ancora se a dire questo sia uno come Paul Weller che nella sua carriera ha sempre, bene o male, rappresentato un simbolo nel delineare un ideale ponte di congiuntura tra musica, stile e società in senso lato.
"Wake up the Nation" è nel complesso un disco moderno, anni 2000.
Ha una linea guida che si fà forte dell'immediatezza per snocciolare alcune perle come l'omonimo pezzo che da titolo all'album (quasi punk rock nello spirito), Fast car/ Slow Traffic (sempre nel filone di "Wake Up.."), pezzi di atmosfera soul come "No Tears to Cry" e "Aim High" ed altre buone intuizioni.
Come detto ci sono anche canzoni che non mi piacciono, come "Trees" (6 generi al suo interno), però nel complesso il disco regge bene e il paio di intermezzi strumentali/rumorici come "In Amsterdam" e "Whatever Next" stanno bene nel concept del disco.
Da avere e apprezzare.
NEW DIRECTION
giovedì 16 dicembre 2010
STADIO ITALIA
Un parere personale sugli stadi delle 20 di Serie A:
Bari - San Nicola - Enorme, costruito per Italia '90, 58.00 di capienza e con una pista davvero troppo grande. Dispersivo.
Bologna - Dall'Ara - Non male, anche qui la pista rompe un pò ma nel complesso un buon stadio dai.
Brescia - Rigamonti - Osceno e senza logica.
Cagliari - Sant'Elia - Tre tribune su quattro montate sopra il vecchio Sant'Elia; perlomeno così si è reso possibile il loro avvicinamento al campo, ma nel complesso bruttino.
Catania - Massimino - Bruttino e con una rete da pollaio per il settore ospiti.
Cesena - Manuzzi - Uno dei migliori in Italia, all'Inglese, spalti a ridosso del campo e struttura con un senso.
Chievo - Bentegodi - Grande e ovale, a dispetto della pista resta comunque un buon stadio.
Fiorentina - Franchi - Senza pista ma con le curve separate dal campo da un prato.Boh.
Genoa e Sampdoria - Ferraris - Eccellente, anche se toglierei le reti da dietro le porte e i vetri divisori verso il campo.
Inter e Milan - San Siro - Ottimo e maestoso.
Juventus - Olimpico - Carino, anche se io l'avrei fatto quadrato e non circolare.
Lazio e Roma - Olimpico - Bello grande, anche qui c'è la pista ma nel complesso regge bene.
Lecce - Via del Mare - Con la pista e troppo grande per una squadra come il Lecce.
Farei un 20.000 posti quadrato senza pista.
Napoli - San Paolo - Vedi Olimpico di Roma.
Palermo - Favorita - Un buon esempio di stadio che con qualche modifica potrebbe essere stupendo. Pratino ingiustificato dietro le curve.
Parma - Tardini - Very Good!
Udinese - Friuli - Grande e senza copertura apparte la tribuna centrale, forse a Udine starebbe meglio uno stadio più piccolo.
venerdì 3 dicembre 2010
martedì 30 novembre 2010
CASUALS
Nelle foto: il libro Casuals, i Farm, e i Blur con Damon Albarn con un tracktop Tacchini icona casual.
Una possibile subculture mai del tutto esplosa in termini globali, cioè comprendendo e assimilando musica, abbigliamento, pensiero, linee guida.
Qua da noi il Casual tira nelle curve, ovviamente, ma magari poi molti di loro ascoltano Ligabue o Vasco Rossi, o non sanno chi sono i Mods.
Poca coscienza e autocoscienza dunque,purtroppo.
Ovviamente non volendo generalizzare, esempi positivi ce ne sono e ce ne saranno.
Un discorso nato in Inghilterra alla fine degli anni'70, in particolari condizioni storico - sociali ed organizzative.
Tuttavia quell'ambiente mai rinchiuso in recinti (la vera forza o la vera sfortuna del casual) portò nella cultura di strada nuovi stimoli, nuove visioni.
Bands come Housemartins, Stone Roses, Farm, Blur e Oasis sanno benissimo cos'è il Casual.
Solamente una persona poco informata in materia può non pensarlo.
Ci sono dei libri in materia ,scrittori come John King che pur senza sbandierare ai quattro venti il discorso, nei suoi racconti parlano di Casuals.
Ci sono dei bei film, usciti più o meno recentemente.
Quindi evidentemente il discorso si fà più ampio se una persona vuole andare a scandagliare per bene il tutto.
Informatevi!
domenica 28 novembre 2010
THE GENTS - MODERN TIME
Singolino del 1980 per questi quattro crucchi, certamente una meteora ma con due bei pezzi direttamente dalla periferia dell'impero e targati indissolubilmente "mod 79 sound".
"Tempo Moderno" e "Ragazzi Arrabbiati" sono anche due bei titoli, e la copertina mostra quattro giovani che cercano di farsi largo con lo stile della strada.
A questo indirizzo lo potete scaricare:
http://mylifesajigsaw.blogspot.com/2010/07/gents-modern-time-1980.html
martedì 9 novembre 2010
PORTIERI
giovedì 4 novembre 2010
JOHN KING
Scrittore Inglese contemporaneo, con uno stile di scrittura bello diretto e storie ambientate nella working class più british, hooliganismo e casualismo, birra e ragazze effimere, musica di strada.
Da l'esordio cult "Fedeli alla Tribù" datato 1996 (titolo originale "The Football Factory", cui si ispira il riuscitissimo omonimo film) all'ultimo "Skinheads" purtropppo non ancora tradotto in Italiano.
Fino ad ora ho letto tre libri di John King:
- Fedeli alla Tribù: riuscitissimo e reale squarcio sulle vicende di un trentenne hooligan casual Chelsea. Storie di strada, trasferte, donne, bevute. Cult!
- Fuori Casa: titolo originale "England Away", è il terzo libro di John King e insieme al secondo "Cacciatori di Teste" va a costituire la trilogia del calcio con cui esordì.
Narra di una trasferta a Berlino a seguito della Nazionale Inglese, con fermata intermedia ad Amsterdam. Ben riuscito.
- Human Punk: capolavoro con protagonisti un gruppetto di ragazzini che a fine anni'70, in un sobborgo periferico di Londra, si lasciano trascinare dalla forza del Punk.
Poi la storia prende una certa piega.
Mi ripeto: capolavoro.
giovedì 28 ottobre 2010
PORTIERI
sabato 23 ottobre 2010
THIS IS SOUL!
venerdì 22 ottobre 2010
BASETTOPOLI
TV TRASH
Mazzocchi durante Italia - Serbia dopo che Stankovic e compagni vanno sotto la loro curva a "calmare" i propri connazionali esibendosi nel saluto cetnico:
"Gli stanno dicendo che se continuano così perdiamo tre a zero".
Il delirio prosegue: "Due famiglie hanno lasciato lo stadio".
Ammesso e non concesso che in Italia il giornalismo sensazionalistico è una prerogativa per rincoglionire sempre di più la gente, a seconda che si tratti di grande fratello, omicidi a sfondo familiare, tartarughe abbandonate o incidenti allo stadio, caro Mazzocchi faresti bene ad informarti un pò di più dato che sei giornalista stipendiato anche da un canone versato dai cittadini che poi devono sorbirsi trenta minuti di tue pagliacciate.
Vergognatevi.
Qui ci vuole un Codice Deontologico di ferro!
SUPERTIFO
Iniziai a comprarlo verso la fine degli anni '90 quando aveva una cadenza quattordicinale ed era "la rivista del tifoso organizzato".
Ai miei occhi di tredicenne ovviamente appariva come un buon giornalino, anche se con gli anni mi accorsi che si poteva fare sicuramente meglio.
Spesso molte foto erano di dubbia qualità o inutili, e nelle lettere ci si perdeva in campanillismi da poveri sul genere "la mia curva è meglio della tua".
Smisi di seguirla verso la metà dei 2000.
Ora, da maggio 2010, è tornata in edicola e il lavoro fatto dai nuovi ragazzi della redazione è sicuramente pregevole e di spessore.
Si pone come una rivista più matura, conscia di ciò che va a rappresentare, critica, una voce libera e fuori dal coro.
Bentornato Supertifo!
venerdì 1 ottobre 2010
IN THE CITY
Se faccio il calcolo, tra i gruppi che mi piacciono, di quanti provengono da Londra, il quadro che emerge è di altissima qualità, anzi insuperabile.
Who, Kinks e Small Faces innanzitutto: la triade Mod 60's per eccelenza.
Who da Shepherd's Bush, a ovest della città, Kinks da Muswell Hill, zona nord, Small Faces dall'East End.
Direi che solo questi tre gruppi possono bastare a rendere Londra una città con un ricco patrimonio musicale.
Tuttavia, ovviamente, con il passare degli anni la lista è andata rimpolpandosi di nomi di assoluta qualità.
Con il Punk, i nomi grossi della scena, Sex Pistols e Clash erano da Londra.
Sex Pistols con Cook e Jones da Shepherd's Bush, Matlock da Paddington (sempre a Ovest), Rotten da Finsbury Park, nord.
I Clash avevano Londra tatuata addosso: canzoni che parlavano della città, la celebre foto sotto la Westway a Portobello Road, la base operativa a Camden Town.
I Jam erano da Woking, periferia sud ovest della città.
Elvis Costello da Londra.
Con il revival ska Two Tone Madness e Bad Manners da Londra, Specials da Coventry, città a nord di Londra.
Mod '79: Chords, Secret Affair e Long Tall Shorty tutti da Londra.
Con l'avvento del Brit.Pop anni '90 la celebre contrapposizione artistico/mediatica Oasis vs Blur si traduceva anche in Nord contro Sud, Manchester contro Londra.
martedì 21 settembre 2010
HOUSEMARTINS
Gli Housemartins erano una band inglese proveniente da Hull, cittadina nord est inglese.
Il periodo in cui i quattro si muovono è quello dal 1983 al 1988.
Che altro c'era in Uk in quel periodo? Vediamo:
Il punk '77 era definitivamente sepolto, anche se i Clash erano ancora in circolazione con la formazione post uscita di Mick Jones, mentre gli Smiths esordirono proprio nel 1983 con i primi singoli.
Periodo abbastanza strano quello dei primi anni '80 in Inghilterra, stranamente non emerse nessuna scena che a posteriori verrà ricordata.
Quindi dopo Punk 77, Ska Two Tone e Mod 79, nel 1983 ci troviamo ancora nel periodo della cosiddetta New Wave, ma è un periodo di transizione, molto eterogeneo; transizione che durerà fino alla fine del decennio quasi, quando verranno posti i germi del futuro Brit Pop da gruppi come La's e Stone Roses.
Gli Housemartins si muovono negli anni degli scioperi dei minatori, negli anni della Tatcher.
Power Pop e Beat frizzante ma anche Soul e Gospel i territori musicali marcati dai quattro di Hull.
Un paio di album (1986 e 1987), video divertenti, il raggiungimento di una buona popolarità in terra inglese e arrivederci.
Beautiful South e Fatboy Slim i progetti futuri (Norman Cook, cioè il futuro Fatboy Slim suonava il basso negli Housemartins).
Discografia:
London 0 Hull 4
L'apertura è affidata ad Happy Hour e questo può bastare ad acquistare il disco. Uno delle migliori tracce n.1, maximum beat power pop!
Get Up Off Our Knees ne è il degno proseguimento, mentre Flag Day rappresenta il primo contatto dei quattro con il gospel.
L'album poi prosegue con riuscite commistioni beat soul power pop, Anxious, Sitting On a Fence, We're Not Deep, Freedom sembra uscita dai Blues Brothers.
Questo per quanto riguarda il 33 giri.
Nel cd sono aggiunte delle tracce che se ne poteva fare a meno, tutte gospel.
People Who Grinned Themselves to Death
E' il secondo e ultimo album, più "ragionato" rispetto alla freschezza del primo ma questo nulla toglie alla bontà delle canzoni.
Materiale per un best of ce nè parecchio, musicalmente aggiorna e "matura" la formula del primo album.
Raise The Flag
E' una raccolta di b-sides e altro materiale raro, non mancano le sorprese, come il rap di Rap Around the Clock, la bella Time Spent Thinking e alcuni pezzi live.
THIS IS SOUL!
mercoledì 15 settembre 2010
GUERIN SPORTIVO
"Settimanale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912" da Gennaio è passato a mensile.
Un cambio storico per il celebre Guerin, tuttavia molto ben assorbito grazie alla competenza e alla qualità di chi lo gestisce e di chi vi scrive.
Spazio alle inchieste,all'amarcord, all'attualità, senza dimenticare le statistiche dei vari campionati.
Spesso e volentieri presenza di inserti, guide, calendari.
Un istituzione!
giovedì 9 settembre 2010
BASETTOPOLI
Sicuramente "personaggio" e poco incline ai compromessi.
Di lui ricordo:
Una foto con gli Ultras Laziali in trasferta a Padova nella seconda metà anni '80, con addosso il chiodo.
Un gran gol al Milan quand'era al Napoli.
I capelli rasati ai lati nel Milan.
L'azione fermata nel West Ham e un paio di gol memorabili (quello in sforbiciata e quello al volo).
Il ritorno alla Lazio, con un vespaio di polemiche per i suoi "saluti".
Apprezzo in Di Canio la poca propensione a leccare il culo e comunque il suo esporsi sempre in prima persona per i suoi comportamenti.
mercoledì 1 settembre 2010
THE FRIDAY CLUB - WINDOW SHOPPING
I Friday Club non sono sicuramente tra i nomi più conosciuti nel rango della Two Tone Records, tuttavia nel Settembre 1985 questa band inglese pubblicò per la label a scacchi l'unico singolo a testimonianza della loro breve carriera. "Window Shopping" (seguito nel lato B dalla versione strumentale dello stesso brano) è un brano scritto con in testa gli Style Council più movimentati,cantato da voce femminile e sicuramente gradevole da ascoltare nelle miti serate d'autunno in qualche radio di Londra. Per promuovere il 45 giri la band fece alcune date di supporto ai Madness, e per una settimana il singolo entrò nei top 100 inglesi.
Qua potete darli un ascolto:
http://www.youtube.com/watch?v=tE1Y5FfbErg
lunedì 23 agosto 2010
venerdì 23 luglio 2010
SOLO PER LA MAGLIA
Questa rubrica parte dal parere personale che da una quindicina d'anni le maglie delle squadre mi fanno vomitare.
Non mi piacciono i tessuti, che avranno pure aumentato qualità proprie come resistenza ed elasticità rispetto al passato ma rimangono comunque inguardabili, lo stile originale della divisa del club a volte viene modificato creando effetti strampalati e non mi piacciono neanche più gli sponsor che vedo, pensa te.
Oltre al fatto fondamentale che non ci sono più le maglie dall'1 all'11.
Ecco quindi che mi propongo di pubblicare, una foto per volta, maglie da calcio che mi piacciono.
AS Roma Campione d'Italia 1982.83
BASETTOPOLI
Enrico Albertosi è nato il 2 Novembre 1929 a Pontremoli (MS).
Tra il 1959 e il 1980 ha vestito la maglia n.1 di Fiorentina, Cagliari e Milan.
Simbolo per antonomasia di un calcio che non c'è più, popolare, passionale, domenicale e vero.
Maglietta giallo canarino, baffi, basette, sempre stiloso.
Passione per le scommesse sui cavalli e le belle donne.
Grande.
"Guai se un portiere si fa divorare dal dubbio di avere sbagliato.
Un portiere non sbaglia mai, la colpa è sempre degli altri. Così non si abbatte"
(Enrico Albertosi)
domenica 20 giugno 2010
BUZZCOCKS
La Manchester degli anni '70 viene descritta cupa, grigia, post industriale.
Poco tempo fà mi è capitata a tiro una foto del Factory, club mancuniano che ospitò concerti di Buzzcocks, Joy Division ed altri, e la foto era spettrale, i palazzoni che intravedevo sullo sfondo del club lasciavano preasagire un area urbana corrispondente allla descrizione di sopra.
Buzzcocks è suono cristallino, chitarre fragorose, voce con toni alti, melodie perfette.
Punk Pop. Di quello buono, l'unico possibile, ancora lontano dai suoi recenti sviluppi tragicomici.
Parlavano di noia, amore, autonomia, promesse, bisogni: argomenti giovani e per me interessanti.
Puliti nell'approccio, aspetto curato, camicie e scarpe eleganti classiche inglesi, più di qualche punto di contatto con l'universo mod oltre l'influenza degli Who nell'aspetto e nel suono.
La batteria non è mai lineare ma piena di contrattempi anche se questo risulta dopo un attento ascolto, le canzoni sono quadretti che scorrono via veloci ma senza tempo.
I primi tre album sono immortali:
"Another music in a different kitchen" album pieno di canzoni ben riuscite, tutte hits, fragoroso.
"Love Bites" a metà strada tra il suono del primo e qualche cambiamento stilistico ma nel complesso ben riuscito.
" A different kind of tension" è l'ultimo album, diviso tra una parte più morbida e pop e una più cupa, quasi meccanica nella title track.
A suggello degli anni 1976 - 1981 la raccolta di singoli "Singles Going Steady" è monumentale.
L'album perfetto per eccelenza.
Buzzcocks è il suono dell'Inghilterra piovosa fine anni '70, imparentato con il power pop minore e il mod '79 che esplode in quegli anni.
Con loro Manchester inizierà a dar vita ad una serie di gruppi che cambieranno le traiettorie della pop music: Joy Divison, Smiths, Stone Roses, Oasis.
Dopo lo scioglimento dei primi anni '80 tornarono in pista alla fine del decennio ma, secondo me, con scarsi risultati, apparte qualcosina.
Ma a fine '70s i Buzzcocks erano la colonna sonora ideale del giovane inglese, quando ascolto le loro John Peel Sessions con "Promises" che esce dalla radio vengo catapultato nell'Inghilterra del '79.
Immensi!
mercoledì 16 giugno 2010
BASETTOPOLI
lunedì 14 giugno 2010
THE CHORDS - SO FAR AWAY
THE CHORDS – SO FAR AWAY
Mod Punk superbo per questa band Londinese che durò una manciata di anni tra il finire dei 70's e i primissimi anni '80.
I Chords sono sicuramente un nome di punta del cosiddetto Mod Revival che esplose in Inghilterra nel '79, anche se sfortunatamente non raggiunsero mai una fama al livello della loro grandezza.
Pezzi duri, antemici e compatti che rimandano all'irruenza dei primi Clash, ai Jam di "In the City" e ai Boys, con sullo sfondo i poster di Who e Small Faces.
Hits memorabili come "Maybe Tomorrow" e "So Far Away" abbinate a cover calibrate con gusto come le ottime rivisitazioni di "She Said, She Said" dei Beatles e "Hold On I'm Coming" di Sam & Dave vanno a comporre un album bello tosto e immune al tempo.
THE DEAD 60s
I Dead 60s erano una band di Liverpool formatasi nei primi anni 2000 e questo album omonimo fu il loro primo lavoro dato alle stampe nel 2005.
Ricordo che all'epoca c'era un canale musicale che si chiamava "Viva" che trasmetteva video musicali no-stop per 24 ore al giorno inframezzati da strani corti in cui si insegnava a come fare un nodo alla cravatta, ed è proprio in questo canale che vidi per la prima volta il video di "Riot Radio": quattro ragazzi con i capelli corti, le polo Fred Perry e lo sguardo da duri che buttavano fuori un suono che era quanto più simile ci si potesse aspettare se i Clash avessero suonato nei 2000.
Basso con giri vorticosi quasi funk, chitarra che si inframezza, batteria precisa e sostenuta e grande titolo.
Poco tempo dopo, un sabato, andai a comprarmi il loro primo album e una polo Fred Perry.
L'album contiene 13 tracce influenzate dai Clash più meticci a là "This is Radio Clash", dagli Specials di "Ghost Town" e dai Gang of Four di "Damaged Goods".
Punk, ska, reggae, suonato in versione attuale, moderna, lucida e "bianca".
"Riot Radio", "Ghostfaced Killer", "Loaded Gun" e via discorrendo gli altri brani sono nuovi inni suburbani, musica per periferie con palazzi casermoni e negozi di Kebab e Fish and Chips a buon mercato.Se avete visto il film L'Odio (La Haine), girato nelle banlieue parigine, questa è la colonna sonora perfetta.
Due anni dopo, mentre nelle orecchie avevo ancora quel fantastico debutto, uscì il secondo album "Take to Take Sides" che mi stupì in negativo con canzoni che si affidavano per la maggior parte ad un brit.rock covenzionale e con poca personalità e da li a poco il gruppo si sciolse.
Sono stati una meteora i Dead 60s, certo, ma ciò non toglie che la proposta musicale del loro primo album sia tuttora invidiabile per freschezza e qualità.
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