Visualizzazione post con etichetta film. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta film. Mostra tutti i post

giovedì 25 luglio 2024

AMERICANI STRACCI: NOSTALGIE SU PELLICOLA E SCONTRI GENERAZIONALI


Dal Mel's Drive in di Modesto dove si ritrova la ghenga di American Graffiti alla Malibù di Big Wednesday sono circa cinque ore di macchina. La prima sta in area San Francisco, la seconda Los Angeles. Una specie di derby cinematografico giocato nel 1962, Young Americans in tarda adolescenza che hanno appena scoperto il rock'n'roll (genere che ha solamente sette anni di vita) e che però, questo poi il minimo comune denominatore, sembrano già pronti a prendere posto nella vita matura, quella seria. Non tutti, ma una parte di loro si. Questo è l'elemento nostalgico che si riscontra, l'adolescenza raccontata prima che arrivi un Vietnam qualsiasi come in Big Wednesday o l'università (pardon, il College) come nel caso di American Graffiti. Sono dei film quindi in qualche maniera legati alla linearità del sistema, gioventù e maturità, mettere la testa a partito. Interessante questo punto nell'epoca post post odierna, dove l'adolescenza non finisce mai e a sessant'anni si è ancora giovani. Interessante pure la parabola del rock'n'roll originario, da genere deviante, non eseguito però con consapevolezza deviante (Elvis era pur sempre legato alla mamma e ad una visione certamente non progressista), a genere che segue in qualche maniera l'età dei suoi adepti che dopo qualche anno di baldoria devono prendere posto nella società reale.
C'è un altro bel film a proposito, Elvis & Nixon, dove in qualche maniera Elvis si propone al Presidente come infiltrato nel movimento contro culturale dell'epoca (siamo in piena contestazione giovanile) sfruttando la sua immagine e popolarità. Il problema è che ai ragazzi del 1968 frega gran poco di Elvis ma anche dei Beach Boys, per dire. Sono su altri lidi, Doors, Jefferson Airplane, etc.
Un altro esempio della distanza che intercorre tra le due generazioni è nella scena di Big Wednesday ambientata nel 1968 in cui il bar in cui erano soliti trovarsi i ragazzi protagonisti (il film è ambientato in quattro stagioni, 1962, 1965, 1968 e 1974) ha cambiato gestione ed è in pieno trip hippie: "Non sono tuo fratello, abbassa la musica". Anche se forse l'apogeo sul tema la possiamo trovare su "Nato il 4 luglio", con il cambiamento di prospettiva che porta la partecipazione alla guerra in Vietnam in un giovane americano tradizionalista e conservatore. Come dire, il rock'n'roll va alla guerra e torna flashato perdendo l'innocenza.

martedì 27 febbraio 2024

THE OLD OAK / KEN LOACH


"The Old Oak", il nuovo film di Ken Loach uscito nelle sale a novembre, sembrerebbe essere un aggiornamento di prospettiva che collega le lotte dei minatori inglesi periodo 1984/85, quantomeno il loro contesto ed alcuni dei suoi partecipanti, all'arrivo nel 2016 in una cittadina della Contea di Durham, poco a sud di Newcastle, di un gruppo di rifugiati siriani.

Questo fatto porterà presto all'emergere nei locals di due diverse posizioni in merito: da una parte solidarietà nel nome di principi, diciamo così, "internazionalisti", dall'altra chiusura verso il "diverso".

Ken Loach rivolge quindi la sua macchina da presa verso i nuovi problemi del quotidiano, come del resto ha sempre fatto nel suo percorso cinematografico ultra cinquantennale. Una lucida visione che prende in considerazione diversi punti di vista, diverse angolazioni. In questo caso si parte da un contesto sociale inglesissimo e già abbastanza depresso economicamente e socialmente, con un senso di vuoto lasciato dalla chiusura delle principali fonti di reddito locale, le miniere, e gli effetti visibili che questo ha lasciato sul territorio. Nel mezzo la storia di uno storico pub locale, “The Old Oak” appunto, del suo gestore e dell'amicizia con una ragazza siriana: quindi abbiamo il pub, simbolo totale di tradizionalismo, che si apre ad una inedita forma di solidarietà organizzando nella saletta nel retro dei pranzi misti tra le due popolazioni. Proprio quella saletta che fungeva da supporto logistico alla lotta dei minatori trent’anni prima. Questo ad alcuni degli avventori piacerà, ad altri no. Non spoilero oltre. Nella mia colonna sonora immaginaria (a proposito, non c'è praticamente mai musica in tutto il film) avrei visto bene pezzi dei Redskins, dei Jam, degli Specials ma anche degli Streets o dei Sleaford Mods: non ci sono ma avrebbero decisamente aggiunto ulteriore valore alle immagini.

Non è la prima volta che Ken Loach affronta l'argomento minatori: già nel 1984 e quindi in diretta, lo fece con il documentario "Which side are you on?". Lo sciopero dei minatori britannici ebbe una durata di circa un anno, da marzo 1984 a marzo 1985, una reazione alla decisione del governo Thatcher di chiudere diversi siti estrattivi e la conseguente perdita di molti posti di lavoro (parliamo di 20000 lavoratori da riqualificare). Un tema che andrebbe sviscerato approfonditamente in altra sede considerando un contesto sociale “public addicted” come quello britannico dell’epoca, la trasformazione o addirittura l’esaurimento minerario di settori non più chiave ma anche ovviamente la difficoltà di reinserimento lavorativo di intere zone produttive e delle famiglie ad esse associate.

Lo sciopero ricevette l’attenzione e il supporto di alcune bands: tutte le canzoni dei Redskins di quel periodo sembrano un’istantanea del momento.

Paul Weller si mobilitò con la creazione del "Council Collective" ai primi di dicembre del 1984 allo scopo di organizzare iniziative e concerti a favore dei minatori. Il collettivo realizzò un 12", "Soul Deep": “L’obiettivo era di raccogliere fondi per i minatori in sciopero e le loro famiglie prima di Natale, ma ovviamente alla luce del tragico e disgustoso evento nel sud del Galles con l’omicidio di un autista di Cab, alcuni dei fondi andranno anche alla vedova dell’uomo. Sosteniamo lo sciopero dei minatori, ma non la violenza. Non aiuta nessuno e crea solo ulteriori divisioni tra le persone. Se i minatori perdono lo sciopero, le conseguenze saranno avvertite da tutte le classi lavoratrici. Ecco perché è così importante sostenerli. Ma la violenza porterà solo alla sconfitta – come tutte le violenze alla fine”. In qualche modo un’iniziativa esemplificativa della stranezza (direi pure grandezza) degli Style Council: a “Top of the Pops” in ghingheri con un pezzo disco funk, le luci stroboscopiche e con un testo che dice: “Ci sono persone che lottano per loro comunità, non dire che questa lotta non ti coinvolge, se appartieni alla classe operaia questa è anche la tua lotta”. Gli Style Council amavano spiazzare, tutto il loro percorso vive di questi contrasti.

“Council Collective” che sarà in qualche modo preludio a quello che avvenne nel gennaio del 1986, a sciopero ormai concluso, con la creazione del "Red Wedge" da parte di Weller, Billy Bragg e Jimmy Sommerville post Bronski Beat: altro collettivo aperto con organizzazione di concerti (Housemartins, Big Country, Beat, Angelic Upstarts e molti altri tra i partecipanti) ed iniziative in chiave anti Thatcher in vista delle elezioni del 1987 (vinte dalla Lady di Ferro).


mercoledì 5 aprile 2023

DELTA


Rispetto alla narrazione asciutta di Mazzacurati, uno con cui ti devi in qualche modo confrontare quando vuoi fare un film ambientato sul Delta del Po, la visione di Vannucci è molto più ridondante.
Un Delta del Po oscuro, nebbioso, quasi goth, "gotico padano", in un tutti contro tutti tra gli ultimi o quasi e la pesca come bene primario di sussistenza. Il grande fiume e, appunto, il Delta. Per certi versi non così dissimile da certe sensazioni de "Il Signor Diavolo" di Pupi Avati. Sembra un'azzardo ma non lo è, immagina una crasi tra i due film, spettacolare. 
Borghi è un mix tra il personaggio burbero de "Le Otto Montagne"(quasi un suo lato B sceso dai monti e insediatosi a Porto Tolle in compagnia di rumeni) e le scorribande di Igor il Russo che seminò zizzania nella zona qualche anno fa. 
Un thriller serratissimo che non annoia e mantiene alta l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine, e questo è buono. E' stata scelta una modalità narrativa lugubre per raccontare il territorio e ci sta, funziona, poi personalmente rimango attaccato alla visione melanconica Mazzacuratiana.

giovedì 30 gennaio 2020

UN MONDO FICHISSIMO

Pillole punk da "i Fichissimi", cult movie 1981.


SATAN '81

Nella scena in cui Felice trova il fratello assieme allo spacciatore in metropolitana si può scorgere la scritta verde "Satan '81", gruppo punk milanese che proprio nel 1981 fece uscire l'ottimo 45 "Radioattività", segnalato anche nella "Guida al Punk Italiano 1977/1982" di Luca Frazzi.





"COME MI GASANO I SEX PISTOLA!"

Lo stesso Jerry / Romeo poi canticchia "Mi piaccion le sbarbine" degli Skiantos mentre va all'appuntamento con la fidanzata Giulietta.




Anni dopo, nel 1993, si formarono a Pinerolo "I Fichissimi", storico gruppo punk pop legato al giro degli squat torinesi che rilasciò il bellissimo 7" "Un Mondo Fichissimo".
Il disco si apriva proprio con il sample di Felice/Abatantuono che, entrando in casa, dice: "Mmm che profumino, che abbiamo cucinato di buono oggi, pulpette di merda?"
Ebbero un certo successo nella scena, si sciolsero nel 1996 rilasciando uno splendido comunicato "politico" qui riportato:
 "Noi Fichissimi non suoneremo oggi e non suoneremo più. Se del punk ti interessa solo la musica puoi guardarti MTV, comprarti i dischi da Rock & Folk o da Zapping e cacciare fuori trentamila lire per il gruppo punk in concerto. Di noi non hai bisogno, anzi noi non ti vogliamo. I Fichissimi non erano qui per portare il loro messaggio a più persone possibili. Non erano qui per intrattenere nessuno, non siamo profeti e nemmeno musicisti.
I Fichissimi non vogliono più preparare prodotti da far smerciare ad infami e riviste musicali alternative. Troppi tra voi hanno comprato il nostro disco come un qualunque altro prodotto, senza capire che prodotto non voleva e non doveva essere. C’è stato anche chi alla fine dei concerti ci ha chiesto autografi, ci ha chiesto se poteva avere in regalo un plettro usato da noi, o un foglio di carta con sopra una scaletta (reliquie? Io non ho parole). C’è stato chi ha venduto la prima stampa del nostro 7″ a venti carte a qualche collezionista. C’è stato chi si è stupito quando gli abbiamo detto che al Rototom, alla Dracma e nelle discoteche alternative non avremmo suonato, anche se l’ingresso sarebbe costato cinquemila come in un posto occupato.
La prossima volta andate al Leoncavallo o al Gabrio, tanto la birra costa poco pure là. Questa sera non vi siete divertiti, non avete consumato i pochi attimi di libertà che avevate come volevate, avete sprecato il vostro tempo libero. E domani torneremo tutti alla nostra vita di merda. Che tristezza, vero?''
E chi li rilascia più comunicati vecchio stile così? Molto interessante per me l'apparente ambivalenza della scena flowerpunk ufficiosamente "apolitica" e legata a temi "fun" ma allo stesso legata indissolubilmente al giro degli Squat e dei Centri Sociali degli anni '90. Un approccio politico nei fatti più che nella comunicazione.

venerdì 15 maggio 2015

LEONI



Quando ho sentito parlare per la prima volta di "Leoni" non nego di aver pensato: "Sarà il solito film che spara a zero sugli stereotipi veneti".
Poi è arrivata l'occasione di vederlo, in un cinemino di campagna con la presenza del regista in sala, e devo dire che invece mi ha colpito positivamente.
Niente stereotipi, niente denigrazione gratuita, solo uno spaccato tipico e caratteristico di una famiglia veneta.
C'è la crisi, ci sono gli intrighi della provincia, c'è una splendida Treviso; viene spontaneo, almeno per le ultime due voci, pensare a quel "Signore e Signori" di Pietro Germi che proprio a Treviso fu ambientato alla metà degli anni '60, oppure a certe opere del compianto Carlo Mazzacurati e al suo sguardo umano su questa terra.
Ecco, sarebbe bello che il regista Pietro Parolin continuasse sul solco tracciato proprio dal Mazzacurati, perché di quelle storie se ne sente ancora il bisogno.

martedì 17 febbraio 2015

JIMMY'S HALL - KEN LOACH



Ieri sera ho visto Jimmy's Hall di Ken Loach al cinema; un cinema di periferia, di quelli piccoli distanti anni luce dalle grandi catene tipo McDonald's del cinema, il che non può che essere un bene.
Mi sono venute in mente un po' di considerazioni di cui vorrei scrivere qua:

1- Che Ken Loach è un lusso che ci sia ancora e in splendida forma come sempre: un film all'anno di media è veramente oro colato (sicuramente per me).

2- Che la sala che Jimmy apre nella campagna irlandese, una volta ritornato dagli Stati Uniti, è quanto di più simile ci sia ad un moderno centro sociale o Circolo Arci, di quelli caldi, accoglienti e funzionanti, con mille idee e la voglia di realizzarle, non di quelli stantii che puzzano di fermo.

3- Che i rapporti con la Chiesa, la quale nel film è decisamente mal disposta verso la socialità e l'attivismo della Jimmy's Hall, almeno nella mia esperienza sono stati decisamente diversi: prove con i gruppi in sale parrocchiali, concertini in patronati, insomma il famoso "punk parrocchiale" decantato da un famoso romanzo di Enrico Brizzi.
Ovviamente non esiste una risposta univoca: un po' sono cambiati i tempi, un po' nella Chiesa il '68 fece qualche sconquasso, un po' ci sono diversi tipi di preti e diverse maniere di interpretare il mondo giovanile.

Comunque gloria a te Ken Loach, per sempre!

mercoledì 5 febbraio 2014

I FILM DELLA CRISI





Nell’arco di un paio di mesi ho avuto modo di assistere a tre bei film che descrivono, ognuno con le proprie peculiarità, situazioni legate al presente, ai famigerati “tempi della crisi” che stiamo vivendo.
Casa e Bottega” l’ha proposto Raiuno in prima serata, spezzettato in due puntate: il sempre affidabile Renato Pozzetto riveste i panni di un industriale tessile lombardo che si trova a fare i conti con mancati pagamenti delle commesse, usurai e conseguente fallimento del proprio stabilimento produttivo.
Il copione e la resa finale risultano senz’altro ben riuscite, da segnalare anche le belle ambientazioni site nei pressi del Lago Maggiore.
Il Capitale Umano” l’ho visto al cinema e ha ricevuto ampi consensi positivi da parte di un po’ tutti quelli che l’hanno visto.
Anche qui siamo in Lombardia (una costante, come vedremo anche più avanti) e la sceneggiatura gira attorno al rapporto tra due famiglie della zona: una medio borghese e l’altra appartenente all’alta borghesia arricchita dalla finanza.
Un incastro, appunto, di operazioni finanziarie, amore, tradimenti e crisi di valori: molto ben riuscito questo spaccato firmato da Virzì.
L’ultimo ad esser visto è stato, ieri sera, “L’Assalto”, in prima serata su Raiuno.
Diego Abatantuono riveste i panni di un impresario edile lombardo in crisi (gli stessi problemi del Pozzetto di “Casa e Bottega”), ma a differenza di quest’ultimo, incastrato da bancari e istituti di credito usurai, il Ferraris - Abatantuono viene avvicinato dalla malavita calabrese in cerca di infiltrazioni nel tessuto produttivo economico locale.
Un film drammatico, molto ben riuscito nelle sue diverse sfaccettature.
Tre film con diversi punti di contatto (sfondo Lombardo, il denaro come fulcro del tutto, intrecci amorosi vari), i quali raccontano qualcosa del nostro tempo, e non è poco.

domenica 12 gennaio 2014

IL CAPITALE UMANO



Gira attorno al concetto di imbarbarimento morale il bellissimo film diretto dal livornese Virzì.
Siamo in piena Brianza e, su varie fasi e montaggi, si intrecciano le vicende di due famiglie locali.
Ascesa sociale, ricchezza materiale e assenza di valori sono i flash che restano a visione completata, e vanno a costituire a loro volta il terreno che permette il dipanarsi delle varie situazioni, con il tradimento come valore imperante che costituisce il vero filo conduttore della pellicola.
I paesaggi in cui è ambientata la pellicola sono realistici, provincia simile a tutte le aree extraurbane dell’area veneto/lombarda.
Gli attori sono il trave portante senza il quale probabilmente il tutto avrebbe avuto una resa differente per difetto: superlativo Bentivoglio nei panni del Dino Ossola, ma tutti si attestano su un livello di eccellenza da applausi.

venerdì 7 settembre 2012

I GIORNI DELLA VENDEMMIA


“I giorni della vendemmia” rappresenta l’esordio in cabina di regia per il ventiseienne emiliano Marco Righi, che si presente al pubblico con un film dalla sceneggiatura decisamente affascinante.

Siamo nella campagna reggiana e l’anno è il 1984.

Il film ruota attorno ad una normale famiglia, composta da madre cattolica, padre socialista e figlio diciassettenne, Elia, un tranquillo ragazzo “di campagna”.

Già con queste caratteristiche Righi riesce a tratteggiare un preciso contesto sociale, nello specifico le due anime dell’Emilia di quegli anni, quella socialista e quella cattolica, entrambe molto presenti ed organizzate nel territorio.

Il ragazzo, Elia, viene rappresentato a metà tra due tendenze: da una parte la voglia di novità e di avventura, dall’altra una mentalità semplice, quasi “ingenua” nel senso positivo del termine, legata al territorio e ai ritmi lenti e pacifici della campagna.

Settembre è il mese di vendemmia, e per la raccolta dell’uva verrà a dar man forte alla famiglia una ragazza, Emilia (presumo intorno ai venticinque anni, nel film non viene mai specificata l’età se non che sta realizzando la tesi di laurea), molto libertina nei modi, che sconquasserà un po’ la vita di Elia.

Ad un contesto che personalmente trovo molto indicato per la sceneggiatura di un film ( e tuttavia non da molti utilizzato nel panorama italiano, se non solamente da Pupi Avati), va aggiunta, come punto di forza del film, la cura dei particolari.

La figura di Pier Vittorio Tondelli (la frase in apertura, “Altri Libertini” sul comodino del protagonista) e l’immersione stilistica nel bel mezzo degli anni ’80 appaiono sicuramente come ben riusciti.

A questi, però, vanno contrapposti quelli che ho trovato essere i punti deboli della pellicola.

Un’eccessiva lentezza nella parte iniziale (non sopperita, peraltro, dalla qualità dei dialoghi, decisamente basilari) e una staticità generale che poche volte viene interrotta.

Inoltre trovo che un maggior approfondimento di alcuni personaggi, come il padre oppure il ritorno estemporaneo del fratello maggiore, avrebbero sicuramente fatto bene all’insieme.

Nel complesso, comunque, non c’è motivo di essere eccessivamente critici: è il primo lavoro di un giovane regista ed è assolutamente giusto concentrarsi sul bicchiere mezzo pieno e su quanto di positivo emerge dal tutto.


martedì 14 agosto 2012

FRIENDS AGAIN


Fabrizio Bentivoglio e Diego Abatantuono immortalati durante le riprese di "Turnè", memorabile pellicola datata 1990 diretta da Gabriele Salvatores.
Amicizia e viaggio, questi i due temi cardine del film.

domenica 22 gennaio 2012

ROMANZO POPOLARE


Ottimo film decisamente legato al periodo storico in cui fu girato.
Anzi, a guardarlo oggi, si pone come un istantanea della metà degli anni '70, periodo in conflitto tra tradizione e innovazione.
La fabbrica, l'operaio, la lotta di classe, l'essere uomini, il ruolo delle donne.
Tutto frullato nei cambiamenti sociali che stanno attraversando l'epoca del tempo.
Un Tognazzi decisamente strepitoso e tifoso del Milan.
Non è un caso che il buon Giulio Basletti (appunto il personaggio interpretato da Ugo Tognazzi) sia di fede rossonera.
Storicamente il Milan è la squadra dei Casciavit, dell'operaio milanese, la squadra del popolo, della classe lavoratrice, mentre l'Inter dei Bauscia, del negoziante del centro, di quello che fu il ceto medio (oggi quasi scomparso).
Ovviamente questa è una semplificazione, però in un certo modo un segno dei tempi che furono tramandata fino ai giorni nostri.
La trama del film è convincente, la sceneggiatura ottima.
Non vi resta che vederlo e passarvi un paio d'ore di qualità.

sabato 31 dicembre 2011

IL MEGLIO DEL 2011


Musica

Tutto sommato è stato un buon anno, con parecchie uscite degne di nota o quantomeno meritevoli di un ascolto.
Qui di seguito il mio personalissimo best of musicale.
Oltre alla "top five di metà anno" che avevo redatto intorno a giugno, trovate le aggiunte e quello che mi ero dimenticato di inserire all'epoca.

- Frankie and the Heartstrings - "Hunger"
Un buon indie rock, ho letto paragoni con gli Orange Juice, gruppo tra i miei favoriti, in realtà sono un'altra cosa.
Il resto dell'album non mi entusiasma pur avendoli dato più di una possibilità di ascolto.

- Beady Eye - "For Everyone"
Certo non sono gli Oasis, però questo è un bel pezzo quasi power pop, sorretto da una melodia impeccabile già sentita altrove che però non toglie freschezza.

- Cute Lepers - "Foxy Society"
Un pezzo punk rock melodico, tra '77 e power pop cristallino, che mi piace molto dell'ultimo (ben fatto) album della band americana.

- The Strokes - "Under Cover of Darkness"
Un buon ritorno, qua siamo clamorosamente dalle parti di "Is This It", pluricelebrato esordio dei niuorchesi.Ottimo pezzo.

- Booker T Jones - "Progress"
Scelgo questo pezzo (uno dei pochi non strumentali) dall'ultimo eccellente lavoro della leggenda Booker T.
Soul da ascoltarsi dentro ad un negozio di Notting Hill alle 9 di mattina, dopo aver appena fatto colazione con brioche e caffè.
Buongiorno!

- The Vaccines - Wreckin Bar (ra ra ra)
Ramones + Jesus and Mary Chain, ovvero due gruppi che mi piacciono molto.
L'energia dei primi unita alla "profondità" dei secondi per il brano portabandiera di uno degli album Made in Uk più interessanti del 2011.

- Viva Brother - Darling Buds of May
Aspettavo con interesse l'esordio discografico di questi giovani inglesi, visto che si parlava di loro come di un gruppo influenzato dalla stagione d'oro del Britpop di metà anni '90.
In realtà l'album non è chissà cosa, qualcosa si salva però, ad esempio questo buon brano.

- Statuto - Troppo Lontana
Un nuovo album live, "Undici", il quale contiene quest'ottima canzone registrata in studio, stilisticamente molto vicina ai primi Oasis: una bomba!

- Kaiser Chiefs - If you will have me
Un album fatto uscire in maniera atipica, con la possibilità per ognuno di decidere le proprie canzoni partendo da una base di 20 pezzi.
In realtà tutte canzoni (o quasi) con un loro perchè, suonate con perizia da una band oramai sulla scena da parecchi anni e protagonista del pop rock britannico.

- Black Lips - Spidey's Curse
Loro sono oramai un gruppo affermato nell'universo garage/punk degli anni 2000.
Questa canzone ha una melodia a mio avviso riuscitissima, pigra ma non per questo non coinvolgente, quasi vicina a certe cose di Kinks.

- Hard-Fi - Stay Alive
I Clash di Sandinista! (Ivan meets G.I. Joe) uniti a quelli di Combat Rock (Overpowered by Funk), messi a suonare nel 2011 e come risultato abbiamo questo pezzo.

- Dum Dum Girls - Bedroom Eyes
Quartetto di ragazze (tra l'altro tutte piuttosto belle) legate ad un pop punk leggero, melodico e decisamente riuscito.

- Drc Music - Hallo
Damon Albarn goes to Africa! E porta a casa un album moderno, che alla lunga straccia un pò le palle, ma che se ascoltato a piccole dosi fà la sua bella figura.

- The Oh Sees - Opposition
Un garage punk per fare un pò di festa, ogni tanto non fa male.

- A Classic Education - Forever Boy
Una vera sorpresa questo album di debutto di questa band italiana, esportabilissimo e di qualità molto alta.
"Forever Boy" racchiude l'essenza malinconica del loro suono, pop chitarristico autunnale ed invernale insieme.

- Noel Gallagher - If I Had a Gun
La prima uscita post Oasis di colui che ne era il (quasi) totale autore dei brani con un album solido, da quarantenni, però fatto con classe.


Concerti


- Tv Smith - Socorock - Grisignano di Zocco (Vi) 7/07/2011
La voce degli Adverts (grande gruppo punk '77 inglese, autore di un album memorabile all'epoca) in un concerto sorprendente per resa ed intensità.

- Marky Ramone - Lago di Fimon (Vi) - 15/07/2011
Visto e rivisto oramai diverse volte, fa comunque sempre piacere risentire i classici dei Ramones suonati da uno che ne faceva parte.

- Skatalites - Asolo (Tv) - 28/07/2011
Gruppo storico (anche se oramai quasi totalmente rinnovato al proprio interno), in un bel concerto da sentire, anche se particolare, visto che la band fa solo strumentali, quindi dopo un pò cala inevitabilmente l'interesse partecipativo.

- Brian Auger - All Mod Saints - Lavarone (Tn) - 31/10/2011
Hammondista di grande prestigio, si produce in un bel set r'n'b/soul/jazz di grande impatto, piacevole da ascoltare.
Nota di colore: Brian Auger l'avevo già visto nei primi anni 2000 a Vicenza, all'epoca ascoltavo quasi easclusivamente punk rock e al concerto mi ci aveva portato il padre di un amico, senza che io provassi granchè interesse per la serata.
Le cose cambiano!

- Ordinary Boys - Londra - 14/12/2011
L'anno concertistico finisce con il botto per il sottoscritto, che, durante un soggiorno a Londra, ha l'occasione di vedere il suo primo concerto d'oltremanica.
Gran bella serata!


Film visti al cinema


- This must be the place
Sicuramente il miglior film visto quest'anno, una storia scritta e sceneggiata molto bene da Paolo Sorrentino, un "concept" che fa sicuramente centro così come l'interpretazione di uno Sean Peann che colpisce in positivo.

- Il Rito
Un gran bel film, con una trama seria e "inquietante".

- Cose dell'altro mondo
Visto con curiosità, in quanto cerca di descrivere proprio i luoghi (veneti) in cui il sottoscritto agisce quotidianamente.
In realtà sono uscito dalla sala abbastanza rammaricato perchè il Veneto viene ridotto a macchietta, senza un analisi sociologica che renderebbe interessante il film.
E' difficile fare film credibili sul Veneto se già in partenza c'è la volontà di denigrare alcuni aspetti del territorio.

- Che bella giornata
Un filmetto da farsi due risate ai primi di gennaio, quando c'è poco da fare.
Ad ogni modo un film sufficiente senza picchi, che ti fa passare un paio d'ore in tranquillità

- Qualunquemente
Vedi sopra.

- I Soliti Idioti
C'era grande attesa per questo film, visto il grande successo riscosso dalla serie tv e tutto sommato anche il film regge bene.


mercoledì 7 dicembre 2011

RIFF RAFF - MEGLIO PERDERLI CHE TROVARLI


Pellicola del 1991 diretta da Ken Loach, regista impegnato ed interessato nella rappresentazione delle condizioni del proletariato e del sottoproletariato inglese, Riff - Raff (il quale presenta un azzeccato, a mio parere, sottotitolo in Italiano) coglie nel segno.
Protagonisti un gruppo di sottoproletari inglesi, con Londra come punto di arrivo comune (l'attore protagonista arriva dalla Scozia, un'altro da Liverpool e così via), impegnati come muratori in un cantiere privo delle minime condizioni di sicurezza lavorative, oltre che ad essere privati gli stessi lavoratori dei più elementari diritti in materia.
Cantieri, paghe da poche sterline, case occupate, relazioni complicate, pub.
Un film duro, come vuole la tradizione di Ken Loach, che lascia ben poco spazio ai sogni di gloria o alla realizzazione di questi, ma che si pone come semplice descrizione di una vita abbastanza ai margini come quella dei protagonisti.

giovedì 3 novembre 2011

THIS IS CULT!


Una figura supercult, Severino Cicerchia detto "lo scoreggione", tratto dal filmissimo "Il ragazzo di campagna" in cui interpreta il cugino di Artemio (Renato Pozzetto).

mercoledì 26 ottobre 2011

MARE LARGO


L'aneddoto interessante legato a questo film è che il sottoscritto ha avuto il "privilegio" di vederlo, su una tv locale, in una maniera che dire futurista è dir poco.
Il film scorreva normalmente, poi ogni 10 minuti tornava indietro di un tot, una cosa da pazzi, quindi dopo un pò ho capito che quella sera potevo permettermi di coniugare la visione del suddetto con altre cose, magari alzandomi per sgranchirmi le gambe, farmi una tazza di Thè, andare un attimo sul computer, senza pericolo di perdermi parti del film
Infatti mi ricordo che è durato tipo due ore e mezza.
Ah, e la pubblicità non c'era.
Vabbè, apparte questo, "Mare Largo" era un film di cui ignoravo totalmente l'esistenza.
Non è che a uno quando parla di Amendola la prima cosa che gli viene in mente è "Mare Largo".
Però è un film ben fatto, cupo, e con una buona storia da raccontare.
Nella metà degli anni '90,una nave italiana attraversa l'Adriatico per raggiungere il porto di una città bosniaca per consegnare armi ai locali.
Traffici loschi insomma...e un finale che non t'aspetti.
A me è piaciuto..ma probabilmente è solo per alcuni.

mercoledì 19 ottobre 2011

16 YEARS OF ALCOHOL


E' un film strano e complesso questo diretto da Richard Jobson ed uscito nel 2003.
Avevo letto da qualche parte che parlava di skinheads, ed essendo appassionato di film con presenze sottoculturali, non potevo esimermi dal vederlo.
Però la subcultura skinheads viene contestualizzata all'interno della storia come una fase della vita, complessa e impegnativa, del giovane Frankie.
Che poi conosce una ragazza, tenta di uscirne, di migliorarsi, di fare un passo in avanti.
Molto Arancia Meccanica in questo senso:la fuoriuscita dalla violenza, con la violenza che però viene a cercare te quando tu ti stai rimettendo un attimo apposto e vedi già i primi frutti del cambiamento.
Quindi, concludendo, l'appartenenza allo stile skinhead è un pretesto per parlare del percorso tortuoso del buon Frankie.

giovedì 6 ottobre 2011

MODERN WORLD HEROES: FRANK HARPER


Anche Modern World ha i suoi eroi, gente di un certo livello e di comprovata esperienza.
Uno di questi è l'attore inglese Frank Harper, che ha recitato in film che definire fondamentali è dir poco.
Tra gli altri In the name of the father, Lock, Stock & Two Smoking Barrels, The Football Factory, This is England, tutta roba di un certo livello.
Leggendo qua è la, si scopre che il buon Frank negli anni '80 era in prima linea con la firm del Millwall, e guardando faccia e sguardo non ci vuole molto a capire che siamo di fronte ad un osso duro.

martedì 27 settembre 2011