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giovedì 28 aprile 2022

LE COVER DEI QUEERS NEGLI ANNI '90

Ancora sotto effetto dalla strabiliante serata Manges + Queers di sabato al Bloom di Mezzago, mi dedico a questo articolo che prende in esame le cover registrate dai Quers negli anni '90. Buon viaggio.

Assemblato nel 1990 ed uscito per la Shakin' Street Records, "Grow Up" contiene due differenti session di registrazione datate 1986 e 1988.

L'unica cover presente è "I'll be true to you", titolo che in realtà non esiste: si tratta di "Yes I Will" degli Hollies, gruppo beat inglese, datata 1965.



"Love Songs for the Retarded" tecnicamente non contiene cover: certo, c'è "I Can't Stand You" che è scritta da Ronnie Parasite dei Parasites ma non è mai stata incisa dal suo gruppo.

Su "Beat Off" del 1994 troviamo una cover: "Mirage" del gruppo bubblegum 60s Tommy James & the Shondells.



Sempre nel 1994 c'è ovviamente il rifacimento integrale di "Rocket to Russia" dei Ramones.




Il 7" "My Old's Man a Fatso" contiene la titletrack, cover del pezzo degli Angry Samoans


oltre alla cover di "Murder in the Brady House" degli Screeching Weasel (boh, non so perchè non ci sia su YouTube, strano).

Del 1995 è il 7" "Surf Goddess", contenente nel lato B, oltre a Mirage, "Get Over You" degli Undertones.



Su "Move Back Home" del 1995 abbiamo il rifacimento di "Hawaii" dei Beach Boys, presa dal loro disco "Surfer Girl" del 1963.


Sempre i Beach Boys danno addirittura il titolo al seguente LP di Joe King e soci, il bellissmo "Don't Back Down" del 1996. C'è anche un video ufficiale dei Queers che reinterpretano questa canzone dei Beach Boys del 1964 inclusa nel loro disco "All Summer Long".


Altra cover in "Don't Back Down" è "Sidewalk Surfin Girl" degli Hondells, surf band Usa, datata 1965.

Nel 1996 i Queers mandano fuori anche il 45 "Bubblegum Dreams", contenente le cover di "Little Honda" dei Beach Boys.


E anche quella di "End it All" delle Muffs di Kim Shattuck (con qui i Queers fecero un tour nei 90s).



L'ultimo disco della decade è "Punk Rock Confidential" del 1998, con due cover al suo interno.
La prima è "Pretty Flamingo" dei Manfred Mann, 1966, gruppo beat inglese.




La seconda è "I Enjoy Being a Boy" dei Banana Splits (!), la favolosa band di pupazzi.


Risultato finale? Da questa lista possiamo capire le varie influenze della band: un deciso amore verso i 60's (surf & beat, Beach Boys in testa ovviamente), un pezzo hardcore della grande influenza Angry Samoans, un disco integrale dei Ramones, Undertones e due pezzi contemporanei (Screeching Weasel e Muffs). 


sabato 19 febbraio 2022

CAMPO DI CONCENTRAZIONE - L' ARTE DI MANUEL COSSU

 


Manuel Cossu, “Manuel dei Manges”, nato nel 1976 a La Spezia: batterista e songwriter di una delle più fighe punk rock band al mondo ed artista figurativo.

Il 12 febbraio a Cittadella abbiamo organizzato una personale dei suo lavori, “Campo di Concentrazione”: un periodo di attività intenso per il nostro che negli ultimi mesi ha esposto una personale su Lilli Carati a Bergamo (pubblicando anche un numero unico di art magazine dedicato alla tormentata figura dell'attrice), a Roma e in una farmacia di La Spezia.

Si, in una farmacia perché da un po' Manuel dipinge sui bugiardini dei farmaci: “Soffro di deficit di attenzione, i bugiardini rappresentano l'essenza di quello a cui devi stare attento, tutte quelle istruzioni in bianco e nero che ti dicono cosa devi fare per curarti. Così si è venuta a creare una sorta di contrapposizione.”

Gli chiedo come ha iniziato a disegnare, come si è avvicinato a questa forma di espressione: “Molto semplicemente negli anni '90 capitava di registrare delle cassette TDK per gli amici, solitamente ci facevo un disegno in copertina, qualcosa sui Ramones. La prima tela di una certa dimensione la feci nel 1996 dietro il tavolo da Subbuteo e ci disegnai Dee Dee Ramone con scritto “I remember you”, è esposta alla Skaletta (storico club r'n'r di La Spezia attivo dal 1994). Dee Dee è uno dei miei miti in assoluto.” L'hai conosciuto? “Negli anni '90 andai appositamente a New York per poterlo incontrare. Non ci riuscii ma incontrai Arturo Vega (visual artist dei Ramones) ad un semaforo a cui diedi i miei disegni. Arturo Vega è stato importante per me perché mi ha spinto a continuare a disegnare, mi apprezzava, mise i miei disegni sul sito dei Ramones. Dee Dee l'ho visto live e incontrato poi diverse volte. Il concerto più bello in assoluto della mia vita è stato per me Genova 1994, il tour di “I hate freaks like you”,ancora meglio di quelli dei Ramones. A Dee Dee una volta in Germania diedi i miei disegni e lui mi regalò la sua tshirt.”

Dee Dee, Lilli Carati, raffiguri spesso vite non pacificate, figure tragiche: “Si, tragiche ma non patetiche.” Cosa ti attrae di tutto questo? “Una sorta di resistenza nei confronti delle avversità della vita, vite incasinate, gente che pativa. Io non sono legato a concetti come “la vita è un sogno”, per far andare una vita ci vuole che tante cose vadano per il verso giusto, non è facile. Mi attrae l'idea di non mollare, di fare a pugni con la vita per non soccombere.”

Il fatto di dipingere spesso anche Santi e Madonne in maniera non conforme è in qualche maniera collegato a questo? “Sono immagini che da sempre fanno parte di una certa realtà, quando sei talmente incasinato da affidarti ad un qualcosa di superiore: “Gesù Gesù aiutami tu”. Pensa alla galera, ai tatuaggi con Santi, Madonne e Croci. La voglia di iniziare a disegnare, oltre ai Ramones, me la diede proprio i tatuaggi di un mio caro amico che si era fatto la galera e che ora non c'è più. Erano imperfetti, ma non significa non avessero passione, che non fossero vivi e reali.”

Mi sembra di notare un certo richiamo nelle tue opere a certa Italia anni '80, Alfredino Rampi, Ranxerox, Pertini: “Io sono del 1976, ero bambino e ragazzino negli anni '80. Era un Italia densa, dura, certe immagini me lo porterò dietro per sempre. Le nostre città erano piene di tossici, le curve straboccavano di ragazzi, gli stili giovanili, le compagnie di irregolari. Sono legato a tutto quel mondo.” Uno che è cresciuto quegli anni o che comunque ne è affascinato, come si trova ad affrontare un presente che sembra milioni anni luce distante? “Male, io non c'entro niente con tecnologia e derivati, son rimasto tagliato fuori da tutto questo, sono un analfabeta digitale. Fortunatamente ho gente che mi segue nella promozione, io non saprei da dove iniziare.”

La tua passione per l'Atalanta? “Arriva dalla stagione 1987/88, semifinale di Coppa delle Coppe con il Malines con l'Atalanta in serie B. L'ho seguita poi per parecchio tempo, quando si poteva decidere il giorno prima se andare alla partita, adesso per andare ad una partita devi programmare come si fa con le ferie, non ha più senso. Ho fatto anni in Curva Nord, partivo da La Spezia in treno e via. Uno dei miei più cari amici è uno dei fondatori del Wild Kaos. Credo di aver seguito più l'Atalanta in serie B che non in serie A.”

martedì 26 ottobre 2021

MAXIMUM ROCKNROLL E I RAMONES


Ecco come la storica zine Maximum Rocknroll (attiva dal 1982 al 2019) recensiva i dischi dei Ramones in tempo reale.
Nell'archivio online sono presenti solo questi quattro album, mancano all'appello Brain Drain del 1989, Mondo Bizarro del 1992, Acid Eaters del 1994 e Adios Amigos del 1995.


RAMONES - SUBTERRANEAN JUNGLE (1983)

More explorations into the territory they’ve been staking out over the course of their last couple albums. Even without Phil Spector, they’re still aiming for that Spectorian Wall of Sound, and they manage to get it. The material ranges from great new guitar-heavy pop tunes to lame versions of earlier classics like “Little Bit o’ Soul” and “Time Has Come Today.” I think it sounds real good, but if you’re only interested in “Blitzkrieg Bop Part 75,” this LP isn’t for you (except maybe “Psycho Therapy”).


RAMONES - TOO TOUGH TO DIE (1984)

While not the “thrash” LP I had heard rumored (there is one thrasher), it is definitely more of a rocker than their previous outing. What’s even more interesting is the fact that the RAMONES now have a few “political” songs; actual “peace” songs. Take that, you wimps!


RAMONES - ANIMAL BOY (1986)

This album pushes the RAMONES’ style into catchy, straight-ahead HC (which they manage to do better than the vast majority of bands going), with a smattering of rockin’ pop (which has been their forte for a while now). This is another extraordinary RAMONES LP (nothing but great cuts here), and it’s about time we all recognized that they’re the great American band.


RAMONES - HALFWAY TO SANITY (1987)

I made the big mistake of listening to a lot of old Ramones recently, which put this new release into perspective—a bad one. The edge is gone, the wackiness wants, and the singing normal. Outside of “I Lost My Mind” and “I’m Not Jesus,” this is really inferior material, and one can only wish they were halfway to insanity.

giovedì 21 gennaio 2021

LO SBARCO DEI RAMONES IN INGHILTERRA, 4/5 LUGLIO 1976



Ramones alla Roundhouse







I primi due concerti che i Ramones tennero in Inghilterra, a Londra, nel luglio 1976 sono giustamente considerati un evento chiave nella storia del primo punk originale.

Fino a quel momento i Ramones non si erano mai esibiti fuori dagli Usa e la prima data del 4 luglio cadeva giusto in corrispondenza con il bicentenario dell'indipendenza Usa dal Regno Unito, 4 luglio 1776.

Un po' come a dire: ci siamo resi autonomi e adesso vi portiamo una cosa nuova.

In realtà in Inghilterra esisteva già l'embrione della scena punk autoctona, basti pensare che la sera stessa del 4 luglio i Clash tennero il loro primo concerto al Black Swan Pub di Sheffield di spalla ai Sex Pistols, che qualche concerto fino a quel giorno lo avevano fatto. Giusto un mese prima, il 4 giugno 1976, ci fu quello storico alla Lesser Free Trade Hall di Manchester, organizzato dai futuri Buzzcocks che si formarono quel giorno e debuttarono proprio di spalla ai Pistols il 31 luglio 1976 sempre alla Free Trade Hall di Manchester. 

Avrete capito che in quel 1976 succedevano cose pazzesche nel lampo di un flash, eventi in diretta, roba veloce che assurse rapidamente al rango di Storia.

Nello specifico dei Ramones ad aprile era uscito il primo Lp omonimo, un disco fondamentale nel definire suono ed estetica della nascente scena: famoso l'aneddoto secondo cui Paul Simonon dei Clash imparò a suonare il basso suonando sopra a questo disco e a qualche singolo reggae.

La Roundhouse si trova a Camden, un pò più a nord rispetto al mercato, lungo Chalk Farm Road: è un luogo storico della musica londinese, nel 1976 aveva già visto esibirsi tra le sue mura tutti i nomi più importanti. 

La sera del 4 luglio si sarebbero esibiti in ordine di apparizione gli Stranglers, attivi da un paio di anni ma senza rilasci discografici, i Ramones e i Flamin Groovies. Quest'ultimi nel 1976 erano sicuramente una realtà, diversi album all'attivo, tra cui l'appena uscito "Shake Some Action", importante disco garage / power pop: normale quindi che i Ramones si esibissero in apertura ai Flamin' Groovies.

All'evento assistettero 2000 persone circa, tra cui tutti o quasi i protagonisti del primo punk londinese. Era la prima che i Ramones facevano cifre del genere, in Usa le cose si stavano muovendo ancora ad un livello dilettantesco.

La sera successiva, il 5 luglio, le tre band si esibirono 500 metri più a sud, al Dingwalls, e tra il pubblico si presentarono anche Clash e Sex Pistols, di ritorno dalla trasferta di Sheffield.

Quella sera avvenne la famosa scazzottata esterna al locale tra Jean Jacques Burnel e Paul Simonon, si dice forse derivante dal fatto che Simonon avesse il tic di sputare per terra e lo fece mentre gli Stranglers gli passarono vicino una volta scesi dal palco. Sia quel che sia: nel frattempo pure Dave Greenfield si trovò coinvolto in una mezza rissa con John Lydon. Han sempre avuto la fama di gente dura, gli Stranglers, e c'è comunque da mettere nel piatto una sorta di rivalità latente tra le band del primo periodo, come ogni scena territoriale che si rispetti.

C'è quella foto nei camerini del Dingwalls in cui Johnny Ramone beve una Pepsi mentre parla con John Lydon con in mano una birra e, come ben sanno i fan dei Ramones, i fratellini erano usi a fare qualche goccia di piscia in tutte le bevande offerte agli ospiti.

I Ramones poi ritornarono in Inghilterra nel maggio del 1977, headliner in un tour di tredici date con i Talking Heads di spalla.

martedì 14 gennaio 2020

I RAMONES IN JUGOSLAVIA NEL 1990

Hala Tivoli - Lubiana
Dom Sportova - Zagabria
Ramones & Psihomodo Pop
 
Il 24 e 25 novembre 1990 i Ramones suonarono per la prima volta in Jugoslavia, a presentazione dell'album "Brain Drain", giusto nei giorni che precedettero (e prepararono) le ostilità che avrebbero portato alla disintegrazione della penisola balcanica.
Il 13 maggio 1990 ci fu la partita Dinamo Zagabria / Stella Rossa al Maksimir che, successivamente, venne indicata come inizio simbolico del tutto; il 23 dicembre 1990 la Slovenia votò la propria indipendenza tramite referendum, cosa che portò nel giugno del 1991 alla "guerra dei dieci giorni".
In questo clima i Ramones planarono al Dom Sportova di Zagabria (ci ho dormito nell'hotel di fronte giusto due settimane fa, location da approfondire con un articolo dedicato prossimamente) e all'Hala Tivoli di Lubiana (dove vidi Morrissey nel 2015): in apertura i Psihomodo Pop, gruppo punk pop croato influenzatissimo dai quattro fratellini newyorkesi.
Esiste un bootleg della data di Zagabria, "Escape from Yugoslavia", si trova anche su YouTube, così come si trova uno spezzone del live di apertura dei Psihomodo Pop.
Il 26 novembre i Ramones suonarono a Milano, al Rolling Stone.

giovedì 12 gennaio 2017

MARKY RAMONE - PUNK ROCK BLITZKRIEG




La lettura di "Punk Rock Blitzkrieg", autobiografia di Marky Ramone, si è rivelata un bel viaggio letterario che mi ha tenuto compagnia durante le lunghe giornate di ferie natalizie di fine 2016.
Devo confessare che, nel corso degli anni, ho cambiato svariate volte opinione su di lui: da neofita lo consideravo un grande a prescindere in quanto uno dei Ramones, tempo dopo un mezzo furbacchione perché mi sembrava volesse mangiare un po' troppo sopra il vecchio nome, pur non essendo Joey, Johnny o Dee Dee.
Una sintesi finale che mi accompagna da un paio d'anni è quella di farsi meno paranoie in merito, e se c'è l'occasione di un concerto in zona ci vado con gioia, perché alla fine sentire quelle canzoni suonate da uno dei pochi che può annoverarsi l'onore di essere stato nei Ramones non è cosa da poco.
Il libro percorre approfonditamente tutta la vita del nostro, dall'infanzia tutto sommato tranquilla in quel di Brooklyn alla scoperta della passione per il rock e la batteria.
L'esperienza hard rock con i Dust nei primi anni '70 e quella fondamentale con i Voidoids di Richard Hell, gruppo fondamentale della scena newyorkese sono il prodromo alla chiamata alle armi ramonica che arriva per mano di Johnny, che in un incontro apposito al Max's Kansas City gli elenca le varie regole per poter far parte della band.
Ovviamente interessantissimo il racconto delle varie esperienze con i Ramones, le pagine scorrono veloci, c'è sempre voglia di leggerne ancora ed ancora, praticamente è lo stesso effetto che la loro musica ha in me.
Mi ha fatto inoltre molto piacere leggere di album come "Pleasant Dreams" e "Subterranean Jungle", sono dischi che mi sono sempre piaciuti, mi affascina quel periodo duro per la band di inizio anni '80.
Mi ha colpito una certa maturità spirituale in Marky dopo la disintossicazione da alcool avvenuta a metà anni '80, lo stesso problema che aveva portato al suo allontanamento dai Ramones.
Insomma, mi è piaciuto tutto di questo libro.

martedì 1 settembre 2015

MARKY RAMONE @ AMA FESTIVAL - ASOLO - 30/08/2015



Ennesima volta che vedo Marky Ramone dal vivo e la cosa non mi dispiace: a me frega niente delle polemiche sulla sua figura. Io so solo che Marky era uno dei Ramones, uno di loro. Ha suonato in buoni album e fatto un sacco di concerti. Punto. Il resto sono polemiche del cazzo, poi quando non ci sarà più neanche lui magari mancherà anche agli stessi che ora lo denigrano. Per me non bisogna guardare oltre la realtà dei fatti, farsi troppe pippe mentali.
Vai fuori con due amici, beviti tre medie bionde e fatti prendere dalla situazione; più di venti canzoni dei Ramones, tirate, precise; sei là e pensi che per te potrebbero andare avanti fino alle cinque di mattina e tu resteresti lì beato a cantarle tutte. Perché sai che è così, e intanto arriva un altro giro di birra e però il cantante che non sta fermo posato sull'asta in stile Joey ma si muove saltellando non ti piace proprio, vorresti più fedeltà all'originale. Magari non piace neanche a Marky, però se la fa andare bene.

mercoledì 3 dicembre 2014

RICHIE RAMONE @ GRINDHOUSE - PADOVA - 01/12/2014




Alla fine il buon Richie Ramone ha deciso di prendere l'aereo e di venire a fare un bel pò di date in Europa, e ciò non può che essere un bene per qualsiasi fan dei Ramones; ovviamente parlo dei veri fan, quelli che conoscono a memoria la sequenza degli album dal 1976 al 1996, che sanno come sono andate le cose e tutto il resto, gli altri si ascoltino pure Virgin Radio.
Detto questo, il Grindhouse è in una zona di Padova che non conosco, periferia est della città, zona di grigi uffici e strade deserte; è lunedì sera e fa freddo.
In compenso dentro il locale siamo quasi un centinaio e passata la mezzanotte Riccardo si concretizza nel piccolo palco: capelli tinti di nero, chiodo, all star rosse.
Tre album a metà degli anni '80 per lui, forse il periodo più duro per i Ramones, ma tutto sommato tre buoni dischi, tosti e diretti.
Ovvio che si pensi che la scaletta vada a pescare principalmente da quel trittico, considerando che Richie scrisse anche alcuni pezzi durante la sua permanenza in terra ramonica, ed effettivamente si vedrà giusto con somma gioia per le orecchie.
"Somebody put Something in my drink", "Animal Boy", "Smash You", "I Know better now" è davvero un piacere sentirle, materiale non scontato che un seguace snob dei Ramones come il sottoscritto non può che apprezzare di brutto.
Qualche pezzo del suo album solista, "Entitled" (2013) che mi ricorda paurosamente Iggy Pop e qualche classicone dei fratellini fa si che l'esibizione scivoli liscia e senza sbavature.
A dire il vero l'unica virgola è che forse si poteva trovare un buco per "Bonzo goes to Bitburg", ma tant'è, forse Richie è repubblicano mi dico tra me e me.
Un' occhio alla band: il chitarrista sembra provenire dall'oltretomba, mentre la bassista sembra una che frequenta rave e mangia pastiglie (il che mi mette addosso un pò di inquietudine, come certi estremi avventori del locale).
In confronto Dee Dee e Johnny sembravano bravi ragazzi.
Comunque nel complesso serata positiva: forza Richie!


mercoledì 17 luglio 2013

CJ RAMONE - OLTRASUONI FESTIVAL - DRO' (TN) - 12/07/2013



Non sono tanti quelli che possono bearsi di far parte della famiglia Ramones e sappiamo tutti che Joey, Johnny e Dee Dee non ci sono più: Cj Ramone è uno della famiglia.
Certo, entrò nella band nell’ultimo periodo, giusto per piazzare un paio di buoni album autografi in studio (più Acid Eaters), però ho sempre pensato che la sua parte la fece bene, mettendoci energia, fedeltà alla linea e cantando anche qualche buon pezzo.
La data di Drò si preannuncia quindi imperdibile per qualsiasi appassionato fan ramonico.
Ad aprire la serata ci sono i Manges, band spezzina che chi segue punk rock dovrebbe conoscere quantomeno bene, vista la militanza ventennale dei nostri.
In mezzoretta sparano parecchi proiettili, concentrandosi principalmente nei brani usciti negli anni 2000, con un paio di chicche direttamente dal decennio precedente.
Da segnalare una cover di “Murder in the Brady House”, pezzo minore dei primi Screeching Weasel.
Pubblico che si scalda per bene ed è pronto all’entrata di Cj e band.
Inizia subito con “Judy is a punk”, “Blitzkrieg Bop” e “Cretin Hop”, roba che suona da sempre da Dio.
Si concede di piazzare qua e là qualche pezzo del suo album uscito nel 2012, “Reconquista”, buone canzoni di matrice (ovviamente) ramonesiana.
Da segnalare che il chitarrista Johnny “Two Bags”, direttamente dai Social Distortion, sembra non sapere diverse canzoni, forse non ha studiato bene, in alcuni pezzi partono a tempo basso e batteria e lui si attacca dopo seguendo con lo sguardo quello che fa Cj.
Va beh dai, la cosa mi suscita anche un pò di simpatia: Cj vedo che ci mette l’anima, mi sembra onesto in quello che fa e questo basta.
Magari avere avuto la possibilità di vedere i Ramones dal vivo, ad essere nati dieci anni prima.

sabato 16 luglio 2011

MARKY RAMONE + RAY GANGE @ LAGO DI FIMON


Serata particolare. Grazie ad intrallazzi vari vengo dotato di un pass che mi permetterà di accedere all'area privata dove Marky Ramone festeggierà il suo 55mo compleanno, taglierà la torta e riceverà gli auguri...inoltre poi potrò assistere al concerto da posizione privilegiata. Minchia, penso. 
I Ramones è da un bel pò che non li ascolto, però sono stati il gruppo che in assoluto ho amato di pìù nella mia adolescenza, un fanatico totale. Marky Ramone poi l'ho visto cinque volte, quindi mi incuriosisce di più il discorso di partecipare alla "festa di compleanno di Marky Ramone" ahah, se me lo dicevano otto anni fa ovviamente non ci avrei creduto. Bella la vita. Poi c'è anche Ray Gange che farà il dj finito il concerto. Grande Ray Gange, per i più stolti è l'attore del film "Rude Boy" dei Clash, una bella fotografia di un determinato periodo storico sociale, quello a cavallo tra la fine dei '70 e l'inizio degli '80. A dire il vero mi incuriosisce di più Ray Gange che non Marky "Chicken Beak Boy" Ramone. L'evento è preparato manco fosse la Mostra del Cinema di Venezia, passerella rossa all'entrata della zona riservata, buttafuori, buttafuori che scortano Marky Ramone mentre fa soundcheck. Robe da pazzi. Altro che punk rock in baretti di periferia, con 30 persone al concerto e sperare che ti vada bene perchè ti servono i soldi per registrare il demo che verrà cagato da 30 persone. Qua tutt'altro mondo, a me sinceramente piace fino a là, anzi mi fa un po' ridere. La cosa positiva è che chi ha il pass beve gratis. Dunque vai di beveraggi assortiti. Nel frattempo chiedo a Ray Gange di potermi fare una foto con lui, poi ci scambio anche due chiacchiere. Super tranquillo e alla mano. Mi accoglie con un "nice Fred Perry shirt", in quanto avevo la Fred Perry, poi tra le altre cose gli chiedo "Che squadra tifano/tifavano i Clash?" e lui "Joe Strummer Chelsea, Mick Jones Queen's Park Rangers", mentre lui è del Chelsea. Poi dentro al locale esco fuori con un:"What you drink Ray? Marky Ramone pays for everybody!". I gruppi spalla manco suonano a causa di un soundcheck eterno per problemi del fonico. Verso le 22.00 tutto è pronto dentro la discoteca per la festina di Marky, Ringo di Virgin Radio prende il microfono e presenta il tutto, poi parla anche Marky, solite frasi di rito, taglio della torta e foto con tutti. Il concerto non è male, me lo vedo da di fianco al palco (posizione vip!) con (ancora) beveraggi gratis..mi sdebito offrendone un paio ad un amico che non vi aveva accesso. Avevo visto Marky Ramone con Graves (ex Misfits) alla voce un paio di anni fa, e Graves mi aveva fatto un'impressione pietosa, cantavo meglio io se mi chiamavano porca puttana. Almeno venerdì ha fatto il suo, un po' meglio della volta precedente, canzoni in fila e poche parole. Così si fa. Finisce il concerto e subito Ray Gange in consolle da inizio al suo dj set: abbastanza classico direi, a parte "American Idiot" che non me la sarei mai aspettata e che della quale si poteva benissimo fare a meno, il buon Ray caccia classici dei Clash, Stiff Little Fingers, X Ray Spex, Undertones, Ruts, Ballroom Blitz dei Sweet e "20th century Boy" di T Rex. Un'oretta di dj set e finisce tutto, si torna a casa.