An 80s soldier in Nike Cortez red & blue.
3 DISCHI PUNK ROCK ANNI '90 NON COSI' CONOSCIUTI
EXPLODING WHITE MICE - WE WALK ALONE (1994)
Australiani di Adelaide, in giro per un decennio da metà 80s a metà 90s: capelli lunghi, chiodo, tshirt bianca, volume alto. Questo disco, l'ultimo per loro, sembra una specie di Gigius dei Senzabenza uscito dall'altra parte del mondo; dentro ci sono almeno sei/sette pezzi killer, insomma è un gran disco.
Ramonesiani tedeschi di Duisburg, dal 1990 al 1996 buttano fuori album con una certa frequenza (cinque in sette anni). Nel 1994 accompagnano in tour in terra tedesca Dee Dee Ramone, mentre nel 1996 proprio gli Exploding White Mice! "Why Lie? Need a Beer" conta ben 18 pezzi, tutti riusciti e con una certa varietà stilistica tra punk rock e power pop.
Leggendaria band nata a San Diego nel 1976, detti anche "i Ramones messicani" per via dell'origine dei suoi membri. Nel 1992 tornano insieme dopo una lunga pausa e buttano fuori questo solido disco chitarroso e melodico. Spicca la rilettura muscolosa della loro hit "Beat your heart out".
HO VOMITATO NELLE ALL STAR (IERI SERA)
Mitizzate nell'ambito del punk rock italiano anni '90 di scuola Ramonesiana / Lookout! Records, seppur non indossate da tutti i Ramones (Johnny Ramone non ha mai messo le All Star, Dee Dee e Marky si).
Sicuramente chi indossava le Chuck, nome derivante dal cestista americano che le rese famose negli anni '30, erano Queers e Screeching Weasel.
Attualmente un po' sparite dal giro a favore delle Vans.
TRE PEZZI ITALIANI ALL STAR:
GAMBE DI BURRO / MI METTO ANCORA LE ALL STAR
RAZZI TOTALI / HO VOMITATO NELLE ALL STAR
RETARDED / TEENAGE BACKWARD ("Ripped Jeans, Chuck, Leather Jacket")
JEREMY GLUCK DEI BARRACUDAS SU LEAVE HOME DEI RAMONES
Quando ero ancora a Ottawa, dopo che l'album dei Ramones mi aveva cambiato la vita, bazzicavo da Arthur's Place, un negozio di dischi e libri usati gestito da due hippy, dove mi rifornivo di bootleg, fumetti e cazzate varie. Ricordo quel giorno perché stavo curiosando e dando un'occhiata ad un bootleg dei Ramones e uno dei proprietari mi disse: “La curiosità ha ucciso il gatto”. Lo comprai, un vero e proprio bootleg con una semplice custodia bianca. Il suono faceva schifo: avevo un concerto migliore a casa, su una cassetta che avevo registrato al debutto dei Ramones a Toronto, due set in meno di un'ora. Ho avuto quella cassetta per molto tempo e vorrei averla ancora. Non avevo ancora “Leave Home” quando ascoltai “Glad To See You Go”, che credo sia la mia canzone preferita dei Ramones. In un certo senso, e non sono certo l'unico, tutta la mia storia musicale è legata ai Ramones. La mia vita è nata e si è sviluppata grazie a loro. È banale ma vero. Alcune persone trovano Dio - io ho trovato i Ramones. (Beh, anch'io ho trovato Dio, ma si è dimostrato inaffidabile. Mentre “Sheena Is A Punk Rocker” non mi ha ancora deluso).
Prima di ascoltare i Ramones, li vidi in foto sulla rivista Rock Scene di Richard e Lisa Robinson, sgranata e grandiosa, dove, mese dopo mese, divenne evidente che a New York stava accadendo qualcosa di grande come negli anni Sessanta. Avevo sedici, diciassette anni e ritagliavo e attaccavo le foto dei Ramones al muro e alla porta... e non li avevo mai sentiti. Ma lo sapevo che sarebbero diventati uno dei miei gruppi preferiti.
La prima volta che ascoltai i Ramones fu un'epifania. Tornai da scuola e sentii, dalla stanza di mio fratello maggiore, uno strano ronzio e un rumore pulsante. Mio fratello David mi aveva educato nel modo giusto in fatto di gusti musicali e da qualche settimana eravamo in modalità veglia in attesa del debutto dei Ramones. Entrai e glielo chiesi e lui mi lanciò uno sguardo beatificante di approvazione congiunta. Passai settimane a riascoltare l'album, e poi anche “Leave Home”, che ancora oggi trovo perfetto e di gran lunga il migliore del gruppo.
“Glad To See You Go” mi ricorda sempre, nel suo impatto, ciò che Dave Marsh disse di ‘The Real Me’ in apertura di ‘Quadrophenia’ degli Who: “...il suono di uno stivale chiodato che calcia una vetrata”. E da lì in poi le cose migliorano, mentre la confraternita di freak di Forest Hills ammucchia canzoni che solo i Beatles del loro tempo potevano fare. Il suono, reso possibile dal batterista Tommy, è magnifico, tutto pulito, lucido e brutale. Joey canta in modo straordinario, con i suoi belati da Mersey di maniera che spaccano il cuore, mentre le demenziali decostruzioni Mosrite di Johnny trasformano tutto in una poltiglia degna di un esercito invasore. In sostanza, un classico americano che, francamente, ancora oggi è superiore a tutti i suoi imitatori. I Ramones capitano una volta sola in una generazione. Se non spesso. Segnatevelo bene, aspiranti...
Tratto da louderthanwar.com
LE COVER DEI QUEERS NEGLI ANNI '90
Ancora sotto effetto dalla strabiliante serata Manges + Queers di sabato al Bloom di Mezzago, mi dedico a questo articolo che prende in esame le cover registrate dai Quers negli anni '90. Buon viaggio.
Assemblato nel 1990 ed uscito per la Shakin' Street Records, "Grow Up" contiene due differenti session di registrazione datate 1986 e 1988.
L'unica cover presente è "I'll be true to you", titolo che in realtà non esiste: si tratta di "Yes I Will" degli Hollies, gruppo beat inglese, datata 1965.
"Love Songs for the Retarded" tecnicamente non contiene cover: certo, c'è "I Can't Stand You" che è scritta da Ronnie Parasite dei Parasites ma non è mai stata incisa dal suo gruppo.
Su "Beat Off" del 1994 troviamo una cover: "Mirage" del gruppo bubblegum 60s Tommy James & the Shondells.
CAMPO DI CONCENTRAZIONE - L' ARTE DI MANUEL COSSU
Manuel Cossu, “Manuel dei Manges”, nato nel 1976 a La Spezia: batterista e songwriter di una delle più fighe punk rock band al mondo ed artista figurativo.
Il 12 febbraio a Cittadella abbiamo organizzato una personale dei suo lavori, “Campo di Concentrazione”: un periodo di attività intenso per il nostro che negli ultimi mesi ha esposto una personale su Lilli Carati a Bergamo (pubblicando anche un numero unico di art magazine dedicato alla tormentata figura dell'attrice), a Roma e in una farmacia di La Spezia.
Si, in una farmacia perché da un po' Manuel dipinge sui bugiardini dei farmaci: “Soffro di deficit di attenzione, i bugiardini rappresentano l'essenza di quello a cui devi stare attento, tutte quelle istruzioni in bianco e nero che ti dicono cosa devi fare per curarti. Così si è venuta a creare una sorta di contrapposizione.”
Gli chiedo come ha iniziato a disegnare, come si è avvicinato a questa forma di espressione: “Molto semplicemente negli anni '90 capitava di registrare delle cassette TDK per gli amici, solitamente ci facevo un disegno in copertina, qualcosa sui Ramones. La prima tela di una certa dimensione la feci nel 1996 dietro il tavolo da Subbuteo e ci disegnai Dee Dee Ramone con scritto “I remember you”, è esposta alla Skaletta (storico club r'n'r di La Spezia attivo dal 1994). Dee Dee è uno dei miei miti in assoluto.” L'hai conosciuto? “Negli anni '90 andai appositamente a New York per poterlo incontrare. Non ci riuscii ma incontrai Arturo Vega (visual artist dei Ramones) ad un semaforo a cui diedi i miei disegni. Arturo Vega è stato importante per me perché mi ha spinto a continuare a disegnare, mi apprezzava, mise i miei disegni sul sito dei Ramones. Dee Dee l'ho visto live e incontrato poi diverse volte. Il concerto più bello in assoluto della mia vita è stato per me Genova 1994, il tour di “I hate freaks like you”,ancora meglio di quelli dei Ramones. A Dee Dee una volta in Germania diedi i miei disegni e lui mi regalò la sua tshirt.”
Dee Dee, Lilli Carati, raffiguri spesso vite non pacificate, figure tragiche: “Si, tragiche ma non patetiche.” Cosa ti attrae di tutto questo? “Una sorta di resistenza nei confronti delle avversità della vita, vite incasinate, gente che pativa. Io non sono legato a concetti come “la vita è un sogno”, per far andare una vita ci vuole che tante cose vadano per il verso giusto, non è facile. Mi attrae l'idea di non mollare, di fare a pugni con la vita per non soccombere.”
Il fatto di dipingere spesso anche Santi e Madonne in maniera non conforme è in qualche maniera collegato a questo? “Sono immagini che da sempre fanno parte di una certa realtà, quando sei talmente incasinato da affidarti ad un qualcosa di superiore: “Gesù Gesù aiutami tu”. Pensa alla galera, ai tatuaggi con Santi, Madonne e Croci. La voglia di iniziare a disegnare, oltre ai Ramones, me la diede proprio i tatuaggi di un mio caro amico che si era fatto la galera e che ora non c'è più. Erano imperfetti, ma non significa non avessero passione, che non fossero vivi e reali.”
Mi sembra di notare un certo richiamo nelle tue opere a certa Italia anni '80, Alfredino Rampi, Ranxerox, Pertini: “Io sono del 1976, ero bambino e ragazzino negli anni '80. Era un Italia densa, dura, certe immagini me lo porterò dietro per sempre. Le nostre città erano piene di tossici, le curve straboccavano di ragazzi, gli stili giovanili, le compagnie di irregolari. Sono legato a tutto quel mondo.” Uno che è cresciuto quegli anni o che comunque ne è affascinato, come si trova ad affrontare un presente che sembra milioni anni luce distante? “Male, io non c'entro niente con tecnologia e derivati, son rimasto tagliato fuori da tutto questo, sono un analfabeta digitale. Fortunatamente ho gente che mi segue nella promozione, io non saprei da dove iniziare.”
La tua passione per l'Atalanta? “Arriva dalla stagione 1987/88, semifinale di Coppa delle Coppe con il Malines con l'Atalanta in serie B. L'ho seguita poi per parecchio tempo, quando si poteva decidere il giorno prima se andare alla partita, adesso per andare ad una partita devi programmare come si fa con le ferie, non ha più senso. Ho fatto anni in Curva Nord, partivo da La Spezia in treno e via. Uno dei miei più cari amici è uno dei fondatori del Wild Kaos. Credo di aver seguito più l'Atalanta in serie B che non in serie A.”
MAXIMUM ROCKNROLL E I RAMONES
RAMONES - SUBTERRANEAN JUNGLE (1983)
RAMONES - TOO TOUGH TO DIE (1984)
RAMONES - ANIMAL BOY (1986)
RAMONES - HALFWAY TO SANITY (1987)
LO SBARCO DEI RAMONES IN INGHILTERRA, 4/5 LUGLIO 1976
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Ramones alla Roundhouse |
I primi due concerti che i Ramones tennero in Inghilterra, a Londra, nel luglio 1976 sono giustamente considerati un evento chiave nella storia del primo punk originale.
Fino a quel momento i Ramones non si erano mai esibiti fuori dagli Usa e la prima data del 4 luglio cadeva giusto in corrispondenza con il bicentenario dell'indipendenza Usa dal Regno Unito, 4 luglio 1776.
Un po' come a dire: ci siamo resi autonomi e adesso vi portiamo una cosa nuova.
In realtà in Inghilterra esisteva già l'embrione della scena punk autoctona, basti pensare che la sera stessa del 4 luglio i Clash tennero il loro primo concerto al Black Swan Pub di Sheffield di spalla ai Sex Pistols, che qualche concerto fino a quel giorno lo avevano fatto. Giusto un mese prima, il 4 giugno 1976, ci fu quello storico alla Lesser Free Trade Hall di Manchester, organizzato dai futuri Buzzcocks che si formarono quel giorno e debuttarono proprio di spalla ai Pistols il 31 luglio 1976 sempre alla Free Trade Hall di Manchester.
Avrete capito che in quel 1976 succedevano cose pazzesche nel lampo di un flash, eventi in diretta, roba veloce che assurse rapidamente al rango di Storia.
Nello specifico dei Ramones ad aprile era uscito il primo Lp omonimo, un disco fondamentale nel definire suono ed estetica della nascente scena: famoso l'aneddoto secondo cui Paul Simonon dei Clash imparò a suonare il basso suonando sopra a questo disco e a qualche singolo reggae.
La Roundhouse si trova a Camden, un pò più a nord rispetto al mercato, lungo Chalk Farm Road: è un luogo storico della musica londinese, nel 1976 aveva già visto esibirsi tra le sue mura tutti i nomi più importanti.
La sera del 4 luglio si sarebbero esibiti in ordine di apparizione gli Stranglers, attivi da un paio di anni ma senza rilasci discografici, i Ramones e i Flamin Groovies. Quest'ultimi nel 1976 erano sicuramente una realtà, diversi album all'attivo, tra cui l'appena uscito "Shake Some Action", importante disco garage / power pop: normale quindi che i Ramones si esibissero in apertura ai Flamin' Groovies.
All'evento assistettero 2000 persone circa, tra cui tutti o quasi i protagonisti del primo punk londinese. Era la prima che i Ramones facevano cifre del genere, in Usa le cose si stavano muovendo ancora ad un livello dilettantesco.
La sera successiva, il 5 luglio, le tre band si esibirono 500 metri più a sud, al Dingwalls, e tra il pubblico si presentarono anche Clash e Sex Pistols, di ritorno dalla trasferta di Sheffield.
Quella sera avvenne la famosa scazzottata esterna al locale tra Jean Jacques Burnel e Paul Simonon, si dice forse derivante dal fatto che Simonon avesse il tic di sputare per terra e lo fece mentre gli Stranglers gli passarono vicino una volta scesi dal palco. Sia quel che sia: nel frattempo pure Dave Greenfield si trovò coinvolto in una mezza rissa con John Lydon. Han sempre avuto la fama di gente dura, gli Stranglers, e c'è comunque da mettere nel piatto una sorta di rivalità latente tra le band del primo periodo, come ogni scena territoriale che si rispetti.
C'è quella foto nei camerini del Dingwalls in cui Johnny Ramone beve una Pepsi mentre parla con John Lydon con in mano una birra e, come ben sanno i fan dei Ramones, i fratellini erano usi a fare qualche goccia di piscia in tutte le bevande offerte agli ospiti.
I Ramones poi ritornarono in Inghilterra nel maggio del 1977, headliner in un tour di tredici date con i Talking Heads di spalla.
I RAMONES IN JUGOSLAVIA NEL 1990
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Hala Tivoli - Lubiana |
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Dom Sportova - Zagabria |
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Ramones & Psihomodo Pop |
Il 13 maggio 1990 ci fu la partita Dinamo Zagabria / Stella Rossa al Maksimir che, successivamente, venne indicata come inizio simbolico del tutto; il 23 dicembre 1990 la Slovenia votò la propria indipendenza tramite referendum, cosa che portò nel giugno del 1991 alla "guerra dei dieci giorni".
In questo clima i Ramones planarono al Dom Sportova di Zagabria (ci ho dormito nell'hotel di fronte giusto due settimane fa, location da approfondire con un articolo dedicato prossimamente) e all'Hala Tivoli di Lubiana (dove vidi Morrissey nel 2015): in apertura i Psihomodo Pop, gruppo punk pop croato influenzatissimo dai quattro fratellini newyorkesi.
Esiste un bootleg della data di Zagabria, "Escape from Yugoslavia", si trova anche su YouTube, così come si trova uno spezzone del live di apertura dei Psihomodo Pop.
Il 26 novembre i Ramones suonarono a Milano, al Rolling Stone.
MARKY RAMONE - PUNK ROCK BLITZKRIEG
La lettura di "Punk Rock Blitzkrieg", autobiografia di Marky Ramone, si è rivelata un bel viaggio letterario che mi ha tenuto compagnia durante le lunghe giornate di ferie natalizie di fine 2016.
Devo confessare che, nel corso degli anni, ho cambiato svariate volte opinione su di lui: da neofita lo consideravo un grande a prescindere in quanto uno dei Ramones, tempo dopo un mezzo furbacchione perché mi sembrava volesse mangiare un po' troppo sopra il vecchio nome, pur non essendo Joey, Johnny o Dee Dee.
Una sintesi finale che mi accompagna da un paio d'anni è quella di farsi meno paranoie in merito, e se c'è l'occasione di un concerto in zona ci vado con gioia, perché alla fine sentire quelle canzoni suonate da uno dei pochi che può annoverarsi l'onore di essere stato nei Ramones non è cosa da poco.
Il libro percorre approfonditamente tutta la vita del nostro, dall'infanzia tutto sommato tranquilla in quel di Brooklyn alla scoperta della passione per il rock e la batteria.
L'esperienza hard rock con i Dust nei primi anni '70 e quella fondamentale con i Voidoids di Richard Hell, gruppo fondamentale della scena newyorkese sono il prodromo alla chiamata alle armi ramonica che arriva per mano di Johnny, che in un incontro apposito al Max's Kansas City gli elenca le varie regole per poter far parte della band.
Ovviamente interessantissimo il racconto delle varie esperienze con i Ramones, le pagine scorrono veloci, c'è sempre voglia di leggerne ancora ed ancora, praticamente è lo stesso effetto che la loro musica ha in me.
Mi ha fatto inoltre molto piacere leggere di album come "Pleasant Dreams" e "Subterranean Jungle", sono dischi che mi sono sempre piaciuti, mi affascina quel periodo duro per la band di inizio anni '80.
Mi ha colpito una certa maturità spirituale in Marky dopo la disintossicazione da alcool avvenuta a metà anni '80, lo stesso problema che aveva portato al suo allontanamento dai Ramones.
Insomma, mi è piaciuto tutto di questo libro.
MARKY RAMONE @ AMA FESTIVAL - ASOLO - 30/08/2015
Ennesima volta che vedo Marky Ramone dal vivo e la cosa non mi dispiace: a me frega niente delle polemiche sulla sua figura. Io so solo che Marky era uno dei Ramones, uno di loro. Ha suonato in buoni album e fatto un sacco di concerti. Punto. Il resto sono polemiche del cazzo, poi quando non ci sarà più neanche lui magari mancherà anche agli stessi che ora lo denigrano. Per me non bisogna guardare oltre la realtà dei fatti, farsi troppe pippe mentali.
Vai fuori con due amici, beviti tre medie bionde e fatti prendere dalla situazione; più di venti canzoni dei Ramones, tirate, precise; sei là e pensi che per te potrebbero andare avanti fino alle cinque di mattina e tu resteresti lì beato a cantarle tutte. Perché sai che è così, e intanto arriva un altro giro di birra e però il cantante che non sta fermo posato sull'asta in stile Joey ma si muove saltellando non ti piace proprio, vorresti più fedeltà all'originale. Magari non piace neanche a Marky, però se la fa andare bene.
RICHIE RAMONE @ GRINDHOUSE - PADOVA - 01/12/2014
Alla fine il buon Richie Ramone ha deciso di prendere l'aereo e di venire a fare un bel pò di date in Europa, e ciò non può che essere un bene per qualsiasi fan dei Ramones; ovviamente parlo dei veri fan, quelli che conoscono a memoria la sequenza degli album dal 1976 al 1996, che sanno come sono andate le cose e tutto il resto, gli altri si ascoltino pure Virgin Radio.
Detto questo, il Grindhouse è in una zona di Padova che non conosco, periferia est della città, zona di grigi uffici e strade deserte; è lunedì sera e fa freddo.
In compenso dentro il locale siamo quasi un centinaio e passata la mezzanotte Riccardo si concretizza nel piccolo palco: capelli tinti di nero, chiodo, all star rosse.
Tre album a metà degli anni '80 per lui, forse il periodo più duro per i Ramones, ma tutto sommato tre buoni dischi, tosti e diretti.
Ovvio che si pensi che la scaletta vada a pescare principalmente da quel trittico, considerando che Richie scrisse anche alcuni pezzi durante la sua permanenza in terra ramonica, ed effettivamente si vedrà giusto con somma gioia per le orecchie.
"Somebody put Something in my drink", "Animal Boy", "Smash You", "I Know better now" è davvero un piacere sentirle, materiale non scontato che un seguace snob dei Ramones come il sottoscritto non può che apprezzare di brutto.
Qualche pezzo del suo album solista, "Entitled" (2013) che mi ricorda paurosamente Iggy Pop e qualche classicone dei fratellini fa si che l'esibizione scivoli liscia e senza sbavature.
A dire il vero l'unica virgola è che forse si poteva trovare un buco per "Bonzo goes to Bitburg", ma tant'è, forse Richie è repubblicano mi dico tra me e me.
Un' occhio alla band: il chitarrista sembra provenire dall'oltretomba, mentre la bassista sembra una che frequenta rave e mangia pastiglie (il che mi mette addosso un pò di inquietudine, come certi estremi avventori del locale).
In confronto Dee Dee e Johnny sembravano bravi ragazzi.
Comunque nel complesso serata positiva: forza Richie!
CJ RAMONE - OLTRASUONI FESTIVAL - DRO' (TN) - 12/07/2013
MARKY RAMONE + RAY GANGE @ LAGO DI FIMON
