Visualizzazione post con etichetta senzabenza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta senzabenza. Mostra tutti i post

mercoledì 22 febbraio 2023

SENZABENZA - HOLIDAY WITH THE BAND!

Avevo appuntato da un bel po' la data dei Senzabenza al Blah Blah di Torino e con l'occasione trascorrere un weekend nella motor city italiana. In giro tra i suoi caffè, negozi (Fresh), piazze, un pranzo tipico la domenica a mezzogiorno. Piccole cose, piccoli viaggi che ti aiutano a vivere. Come i Senzabenza, un istituzione in giro da trentacinque anni (con qualche sosta nel mezzo). Una band che, per come la vedo io, prendendo in esame gli anni '90 è da considerare come rilevante nel più ampio circolo alternative tricolore che non solamente nel proprio giro punk rock. Insomma, un album come "Gigius" del 1993 se la gioca benissimo ai piani alti con roba istituzionalizzata tipo Marlene Kuntz, Afterhours, Casino Royale e compagnia. Entriamo al Blah Blah giusto pochi secondi prima che attacchino i Senzabenza: partono con "Riot Grrrl" e in un'ora tirato di show sciorinano i grandi classici piazzando nel mezzo un cinque / sei pezzi dall'album nuovo, "Punk Pop Dilemma", dai ritmi sostenuti, con un pezzo che sembra uscito dai Blur di "Modern Life". Nei Senzabenza il classico tiro punk rock in zona Ramones / Buzzcocks / Dickies è sempre stato contaminato da colori 60's, power pop, talvolta qualcosa di psichedelico. Già nel loro ottimo penultimo album "Pop from Hell" c'era un pezzo, "Chinese Takeway", che mi ricordava i Blur. Non so quanto volutamente ma tant'è. 

A metà concerto c'è una sorpresa, salgono sul palco Luca Re dei Sick Rose (storico gruppo garage torinese), Andy Lewis (bassista del giro Acid Jazz Records e in alcuni album di Paul Weller) e, udite, Fay Hallam dei Makin' Time! Che roba. Makin' Time, band mod inglese anni'80. Quel video di "Here is my number", proprio quello. La band si chiama "Il Senato" e fanno tre pezzi accompagnati dai Senzabenza. Quando scende dal palco mi prendo l'onore di dire a Fay Hallam "Makin'Time, Here is my number" e di toccargli la spalla. Curioso il fatto che a qualche km di distanza si tenesse un all nighter mod, e però Fay Hallam e Andy Lewis fossero al Blah Blah sul palco con i Senzabenza. All nighter mod che prevedeva un aperitivo pomeridiano al Lab dove una birra in disparte ce la siamo pure fatta osservando da lontano.

Torino mi ha dato l'impressione di una città ancora molto viva dal punto di vista musicale (culturale ad ampio raggio); si parla spesso dell'epoca d'oro andata dei Murazzi e della relativa scena, ma si difende bene pure nel 2023. Una volta terminato il weekend e tornato a casa mi sono dedicato all'ascolto di "Punk Pop Dilemma": che dire, non così immediato, bisognoso di più ascolti, bello, una logica che mi piace e va senz'altro in contrasto con la vacua immediatezza distratta da piattaforma digitale. Registrazione molto "lo-fi", calda, poco moderna, il che è un bene vista l'assoluta standardizzazione attuale delle produzioni punk rock; il risultato c'è, non è così immediato, bisogna dedicare tempo, orecchio ed attenzione, ma alla lunga emerge l'assoluta qualità e bontà del lavoro.

Mi sono poi scritto dieci domande, ho chiesto a Nando (voce /chitarra) se aveva voglia di rispondere e si è dimostrato subito disponibilissimo.

1) Siete da poco usciti con un nuovo disco, "Punk Pop Dilemma”. Ascoltandolo, la cosa che ho notato, oltre all'assoluto valore dei pezzi in se, è il suono caldo che emerge, poco digitale in un periodo storico in cui molte produzioni punk rock sembrano essersi standardizzate su un certo tipo di suono. Immagino sia stata una cosa voluta..

Si. Diciamo che abbiamo avuto un produttore artistico (Andrea Pettinelli), che è anche uno dei titolari dell’etichetta per la quale è uscito l’album (Consorzio ZDB) che ha fatto questa scelta.

E’ effettivamente un po' particolare rispetto alle produzioni che si ascoltano ultimamente.

2) Segui ancora il giro punk rock? Lo trovi cambiato o immutato rispetto al passato?

Continuo ad andare con grande voglia e passione a vedere concerti punk rock. Ci sono tante buone bands in giro, ma continuo ad amare di più le bands storiche ancora in attività, tipo Rappresaglia, Crummy Stuff, Manges etc…

3) Il suono dei Senzabenza, oltre la matrice punk rock di base, è da sempre stato contaminato da varie influenze: power pop, beat, qualcosa di psichedelico..

Perché Sebi, che come saprai bene è l’autore di quasi tutte le songs, è un divoratore di musica e un appassionato dei generi che hai citato. Sebi poi ha il grande pregio di riversare le sue influenze nella nostra musica. Il tocco finale poi lo diamo tutti noi altri che partecipiamo all’arrangiamento dei brani dando quasi sempre un importante contributo

4) Ogni volta che vi vedo o esce un vostro nuovo disco mi viene il pensiero che i Senzabenza debbano essere considerati a tutti gli effetti come una delle grandi band alternative italiane uscite dagli anni '90, ovviamente con il vostro genere, ma in un'ottica aperta da associare ai migliori nomi usciti dai 90s. Che ne so, roba oramai istituzionalizzata tipo Marlene Kuntz, Casino Royale, Massimo Volume. Come sono stati i vostri 90s?

Diciamo che per un breve periodo, direi tra il '95 e il '98/'99, siamo stati certamente uno dei nomi di punta della musica alternativa italiana, più o meno come quelli che hai indicato. Poi, non essendo riusciti a fare il definitivo salto, non come qualità artistica, ma come notorietà, piano piano siamo tornati a dedicare più tempo ai nostri rispettivi lavori. Ora suoniamo ancora e registriamo album solo perché ci piace tanto farlo, ma le soddisfazioni economiche sono ovviamente molto modeste….

5) Trovo siate ancora giustamente legati a quel modo di approcciare le cose tipico dei 90s, poca o nulla attenzione alla vacuità social, solo sostanza e qualità artistica. Come vi trovate nel mondo attuale?

Malissimo. Odiamo il fatto che “la canzone” conti sempre molto di meno e che invece diventi sempre più importante l’aspetto social. Meno male che abbiamo Jacopo (bassista della band), che è ancora abbastanza “pischello” da stare un minimo dietro a facebook, instagram etc….

6) Inizialmente era forte l'influenza degli Hard Ons: come li scopriste, qual è il tuo album preferito e so che una volta organizzaste un loro concerto a Latina..

In aggiunta: la scena Lookout! Records dell'epoca vi ha in qualche maniera influenzato, era nei vostri ascolti, o essendo nati praticamente in contemporanea con quelle bands non necessariamente?

Nel dicembre 1989 io Sebi e Fabio andammo a vedere gli Hard Ons al Uonna club di Roma: una settimana dopo nascevano i Senzabenza. Questo penso risponda pienamente alla tua domanda su quanto ci abbiano influenzato… Poi nel '93 siamo riusciti a farli suonare a Latina, ed è stata l’apoteosi!

La scena Lookout non ci ha molto influenzato. Ci piacevano molto i primi Screeching Weasel e li ascoltavamo spesso all'epoca in furgone, ma non parlerei di influenza musicale.

7) All'estero come sono visti i Senzabenza? So della vostra partecipazione al New York Music Seminar del 1993 a New York, oltre ovviamente alla produzione di “Deluxe” con Joey Ramone qualche anno dopo. Esperienze di tour e ricezione fuori dall'Italia?

Credo che all’estero non ci conosca praticamente nessuno. A parte la partecipazione al Seminar, che è stata un’esperienza fantastica, abbiamo suonato molto poco fuori dall’Italia. Debbo dire che quando noi eravamo in auge era decisamente più difficile di oggi organizzare un tour all’estero…

8) Una curiosità avendovi visto sabato a Torino e facendo dei collegamenti mentali: Senzabenza e Fichissimi hanno mai condiviso il palco in qualche occasione?

Se la memoria non mi fa difetto direi di no.

9) Sono del 1986 e il vostro primo album che comprai in diretta fu "Uppers" del 2003, un grande album secondo me, il vostro ritorno dopo l'esperimento in italiano di "Vol. IV" del 1999. Dal 1999 al 2003 eravate attivi? Come fu recepito "Uppers"?

Diciamo che eravamo abbastanza delusi da Volume IV, sia dal punto di vista artistico che come accoglienza. In realtà è un bel disco, ma rovinato da testi orrendi e anche una produzione troppo patinata. "Uppers" ha rappresentato un riavvicinamento al nostro sound. Non è un disco che amo, ma ci sono comunque diverse ottime songs.

10) Per concludere ti chiedo i tuoi tre concerti memorabili dei Senzabenza..

Il primo coi Ramones al “Tenda a strisce” a Roma, nel 1992.

Il primo coi NoFX a Bologna, con Raw Power e Mumble rumble, nel 1995

Al Bloom di Mezzago (completamente sold out), anche questo nel 1995


martedì 13 marzo 2018

SENZABENZA - GROOVE - LUGO (VI) - 09/03/2018

Tutta la settimana che ho in macchina "Gigius" ed è un gran bel ascoltare, disco della Madonna.
Il mio, poi, ha una particolarità: è masterizzato in traccia unica (l'originale gira intorno alle cento bombe..) e non puoi fare skip tra una traccia e l'altra ma te lo becchi tutto dall'inizio alla fine. Nessun problema, le canzoni sono tutte di valore, punk rock melodico direttamente influenzato da Ramones e Hard Ons con l'aggiunta di qualcosina di power pop. Tutto questo nel 1993.
Parlare dei Senzabenza vuol dire parlare di uno dei nomi di punta dell'alternative italiano degli anni '90 in senso lato. Gente che ha suonato in giro per l'Europa, che in Italia trainava la stagione del "Flower Punk Rock", che apriva le date italiane dei Ramones, che nel 1996 volava a New York e si faceva produrre un disco da Joey Ramone in persona.
Pensavo in questi giorni al fatto che non ci sia neanche un libro che racconti quella stagione, ed è un gran peccato perché è una scena nazionale da cui sono emersi bei nomi (Senzabenza, Manges, più tardi Peawees) che un certo riconoscimento internazionale di culto l'hanno ottenuto.
L'anno scorso i Senzabenza han fatto uscire un disco, "Pop from Hell", che è uno dei dischi più belli del genere ascoltati negli ultimi tempi, pieno power pop.
Insomma, è un gruppo ancora vivo, presente, ed è una gran fortuna averli ancora in giro, almeno per me.
A maggio 2017 l'occasione di vederli a Carmignano di Brenta, due passi da casa, quest'anno si organizza una macchinata e si sale fino al Groove di Lugo, alto vicentino.
In apertura gli ottimi Pyjamarama, nuova band messa in piedi da Teo dopo la fine dei gloriosi Melt; punk pop cantato in italiano con testi di valore, roba di qualità.
Poi prendiamo posto in prima fila birre in mano e ci becchiamo un ora abbondante di Senzabenza con tutte le hit al loro posto e i pezzi del nuovo album che riscuotono consensi favorevoli anche da chi non l'ha ancora ascoltato.
Canti, cori, dita al cielo, sorrisi, sguardi, tutto il corollario di sensazioni che le serate come queste sono in grado di darti, tant'è che penso che sarebbe bello seguirli in tutte le date che fanno in giro per lo Stivale ("Molliamo tutto e seguiamo i Senzabenza in giro per l'Italia"cit.).
Li richiamiamo noi sul palco per qualche bis e loro accettano di buon grado.
A fine concerto facciamo due chiacchiere con loro, persone disponibili e alla mano, e in breve tempo ci ritroviamo a fare la serata insieme tra giri offerti, risate, cazzate, aneddoti su Johnny Ramone e annebbiamento alcoolico che coi minuti si fa sempre più invadente. Che serata!


lunedì 22 maggio 2017

SENZABENZA - POP FROM HELL



I Senzabenza ritornano con un nuovo album dopo ben quattordici anni e lo fanno in grande stile.
"Pop from Hell" è cool a partire dalla splendida copertina con Topolino (con tanto di apparecchio dentale) disegnata da Manuel Manges; poi dentro ci sono quindici canzoni una più bella dell'altra.
La band di Latina, storicamente, non si è mai limitata a svolgere il compitino, e pur avendo solide basi nel suono "punk rock" ha sempre percorso delle varianti concettualmente e musicalmente affini.
Fondamentalmente "Pop from Hell" è un disco power pop: ci sono le chitarre e ci sono delle melodie perfette. C'è punk rock, beat, garage, brit pop ("Chinese Takeaway") e un pezzo che sembra uscito dai migliori Stranglers ("Do you wanna bring me down").
Insomma, un gran bel disco che, se ce n'era il bisogno, testimonia come i Senzabenza siano una delle cose migliori di sempre collocabili nell'ambito della musica indipendente italiana in senso lato.
Quindi che non si pensi solo ai Marlene Kuntz, ai Csi o agli Afterhours quando si guarda agli anni '90 italiani: si guardi anche un po' più in là, ai Senzabenza, a quella compilation che si chiamava "Flower Punk Rock" e al riscontro internazionale di alcune tra queste band (Senzabenza stessi, Manges).

lunedì 27 dicembre 2010

FLOWER PUNK ROCK

Nelle foto:la copertina della compilation, dei giovanissimi Manges e i Killjoint. 

Tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90 il punk in Italia viveva una stagione di fiacca, con i nomi storici della scena hc anni '80 che si sciolsero o cambiarono cifra stilistica; contemporaneamente negli Stati Uniti prendevano sempre più piede band come Screeching Weasel e Queers, caratterizzate dal recupero di sonorità Ramones oriented, tra l'altro con i quattro finti fratellini newyorkesi ancora in scena (fino al 1996). 
In Italia, a partire dai SenzaBenza, nacquero una serie di band votate al punk melodico (influenzate da Ramones , Buzzcocks, Descendents, Hard Ons, Screeching Weasel e Queers), cantato in italiano o in inglese, con nuove band che andranno ad aggiungersi alla lista fino alla fine del decennio e con i nomi storici che bene o male proseguiranno fino (quasi) ai giorni nostri. 
Il simbolo di quella scena fu la compilation Flower Punk Rock, 1994, voluta e compilata dai SenzaBenza di Latina e con parecchi nomi interessanti al proprio interno. 
Ecco una lista delle band votate a quei suoni: 
SenzaBenza: i padrini della rinascita del punk melodico in Italia, una carriera iniziata con un demotape nel 1989 in quel di Latina e passata attraverso un'importante popolarità nazionale, un album mixato a New York con Joey Ramone e il supporto ad alcune date italiane dei Ramones.
Derozer: da Vicenza, quindici anni di carriera e tanto seguito e popolarità, fino alla pausa/scioglimento del 2008. 
Manges: ancora in attività gli spezzini, che dal 1993 in poi si sono costruiti un nome in giro per il mondo. Un nome di spessore mondiale, tour un po' ovunque, collaborazioni con Screeching Weasel e Queers, seguito sempre costante e rispetto da parte dei ragazzi sotto ai palchi. 
Fichissimi: legati al giro degli squat torinesi, nel 1994 pubblicano "Un Mondo Fichissimo" che ottiene un buon successo, ma si sciolgono di li a poco per motivi "politici" e "di coerenza indipendente". Chromosomes: livornesi, ancora in attività, una carriera diluita nel tempo e sempre molto underground. Impossibili: fecero il botto con Impossimania, conosciuto e amato da tanti ragazzi. Melodia e testi super su robot, mostri e Ramones. Ultimamente si sono un po' persi. 
Mondo Topless: da Latina, power pop punk di spessore influenzato da Ramones e Buzzcocks, con stile. Sciolti da tempo. 
Killjoint: milanesi con gli Hard Ons nel cuore, ebbero una buona popolarità nei medi anni '90, rilasciando due buoni album pieni di belle canzoni. 
Lazy Bones: melodici e "floreali" i cagliaritani, Ramones e Beatles i numi tutelari.

Dopo la compilation e negli anni successivi nacquero e presero piede altre band dalle stesse (bene o male) influenze (Stinking Polecats, Retarded, Monelli), una scuola che continua ancora oggi esclusivamente a livello underground e con pochi adepti ma nel suo piccolo viva.