venerdì 17 febbraio 2012

SOLO PER LA MAGLIA


Il Bologna Campione d'Italia, stagione sportiva 1963-64.

STYLE COUNCIL - NO! - YES!


Nel 1984 gli Style Council, all'apice della loro popolarità, fecero uscire questo splendido singolo, sicuramente una delle vette della loro produzione, oltre che dell'intera carriera dello stesso Weller.
Interessante il retrocopertina, dove la band lancia una serie di slogan molto indicativi su quali fossero le idee del duo.

venerdì 10 febbraio 2012

THE JAM - WHEN WE WERE YOUNG

Questo bootleg l'ho acquistato durante il mio giro a Londra (che da tre anni a questa parte si ripete annualmente) presso Sister Ray, storico negozio musicale situato nella parte nord di Soho.
Il negozio compare anche nella foto di copertina di "What's the story.." degli Oasis.
Nel retrocopertina di questo 33 giri, una scritta dice: "A killer collection of demotapes recorded between 1975 and 1980", mentre un altra parla di "Authentic R&B Sound".
I demo, a parte un paio di canzoni poste nel finale della facciata B, arrivano tutti dal periodo '75-'76.
Ovviamente la traccia discografica ufficiale più vicina a quel periodo è quella dell'album di debutto dei Jam, "In the City", un album sicuramente vicino a certi stilemi r&b, però ipervitaminizzati e sconvolti dal contatto con l'energia del punk, che proprio in quei mesi stava esplodendo con i propri nomi e con il proprio significativo stile.
Qua invece operiamo in senso matematico: sottraiamo l'influenza del punk e ci restano in mano una decina di ottime canzoni classicamente r&b, ma pure vicine a certo soul.
Qua dentro ci sono comunque picchi assoluti: chiariamoci, non è un bootleg di quelli che poi ti domandi che cazzo hai fatto a spenderci 10 carte (se ti va bene) per ascoltare versioni grezze di brani che poi furono registrati meglio.
No, qua alcune canzoni non furono più registrate e questo è l'unico modo per ascoltarle.
La registrazione non sarà in alta fedeltà, però il disco è godibile anche in questo senso dall'inizio alla fine.
Unica cosa che stona un po', una cover "Wonderful World" degli Herman's Hermits, datata aprile 1980, che ha tutta l'idea di essere suonata per provare i volumi, per fare soundcheck, con Weller che non si ricorda neanche il testo.
Apparte questo, un ottimo lavoro.
Gloria ai Jam!.

giovedì 2 febbraio 2012

ANDRE AGASSI - OPEN


La prima cosa che salta all'occhio è che si tratta di un libro decisamente consistente, quasi 500 pagine.
Conoscevo Agassi in una maniera che dire superficiale è dir poco; ovviamente so chi è, se non altro perchè inannellava i suoi successi nell'epoca che ha coinciso con la mia infanzia e prima adolescenza, e quindi, a meno che tu non viva sulla luna, un pò di cultura generale ce l'hai.
Però il tutto si fermava li: poi da quest'estate hanno cominciato ad uscire diverse recensioni di questa sua prima autobiografia, dove si metteva in luce come ciò che fosse raccontato all'interno fosse poco scontato e abbastanza sorprendente.
Cose del tipo "ho sempre odiato il tennis" oppure "portavo il parrucchino".
Ho trovato quasi per caso il libro alla biblioteca del mio paese e quindi ho pensato "perchè no?".
Direi che ho fatto bene: si tratta di un libro decisamente crudo e schietto, in cui Agassi racconta la propria versione della sua vita.
La volontà del padre di fare di lui un tennista professionista sfocia, in qualche modo, in una "privazione dell'infanzia" sulla quale lo stesso Agassi pone molto l'attenzione nelle prime fasi del libro.
La ribellione a cui va incontro intorno ai 15-16 anni come modo per trovare una propria identità personale.
I primi successi, gli alti e bassi, il matrimonio con Brooke Shields.
Molto interesante la parte in cui racconta proprio le cause dello sfasciamento del rapporto con la Shields.
Se avete tempo e se lo trovate nella biblioteca del vostro paese chiedetevi anche voi "perchè non leggerlo?" e non ne rimmarete delusi.

mercoledì 1 febbraio 2012

ITALIAN TRASH: STADIO EUGANEO DI PADOVA




"Era un impianto grande quanto spartano, scomodo e dalla pessima visuale".
Queste parole, tratte dal libro "London Calling" e riferite allo stadio "Crystal Palace" di Londra (stadio protagonista di diverse finali di FA Cup tra la fine dell'800 e i primi anni del '900), purtroppo calzano a pennello per questo mostro della modernità che per mia sventura sono "costretto" a frequentare mensilmente (visto il mio seguito al Calcio Padova).
E non mi si venga a dire che ad un vero tifoso del Calcio Padova l'Euganeo deve piacere.
Del resto siamo in Italia e la gente è talmente abituata ad abbassare la testa che probabilmente si fa andare bene anche un "cesso" come l'impianto di Padova Nord.
Quando mi reco all'Euganeo a vedere il Padova faccio un salto a piè pari dentro il Medioevo: lo stadio è situato in una zona in cui non c'è nulla, solo parcheggi e campi.
Un bar, dei servizi igienici, un parco dove sostare prima della partita, una bus che ferma a non meno di un km, un deposito caschi, un punto vendita ufficiale del Calcio Padova fatto come Dio comanda (non quella casetta di legno postata davanti al laghetto con la temperatura di -2 in inverno e 40 gradi a maggio).
Tutti servizi che mancano.
In questo scenario dove mancano i servizi elementari, è utopia pura immaginare la creazione di una stazioncina ferroviaria davanti all'Euganeo (visto che la ferrovia passa a cinquecento metri dall'impianto).
Sono sicuro che a molti neanche pesa l'assenza di tutto questo: semplicemente gli va bene così, gli va bene accettare e farsi bastare la merda che gli viene proposta.