Visualizzazione post con etichetta tondelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tondelli. Mostra tutti i post

martedì 15 novembre 2022

WIR FAHR'N AUF DER AUTOBAHN / TONDELLI E L'AUTOSTRADA DEL BRENNERO


Ho visto gli Stereolab a Trento sabato, lungo la Brennero, l'autobahn. Mentre viaggiavo mi veniva in mente Tondelli e l'epica della Brennero come via di fuga verso un mondo altro.

Gli Stereolab con la loro equazione kraut + easy listening, il giorno dopo avrebbero suonato a Monaco, Germania, la casa madre di una delle loro influenze principali (kraut): la Brennero come ponte verso l'Europa.

Sarebbe da sfruttare maggiormente Trento come sosta tattica per eventuali tour musicali che prendano in considerazione Italia / Germania ed oltre. Invece di concerti mi sembra ce ne siano gran pochi. Questo degli Stereolab però è stato riuscitissimo. In un nuovo auditorium / teatro di concezione nordica, legno e montagne attorno. Bellissimo, davvero.

"Correggio sta a cinque km dall'inizio dell'AutoBrennero di Carpi, che è l'autostrada più meravigliosa che c'è perché se ti metti lassù e hai soldi e tempo in una giornata intera e anche meno esci sul Mare del Nord, diciamo Amsterdam, tutto senza fare una curva: entri a Carpi ed esci lassù. Io ci sono affezionato a questo rullo di asfalto" 

Ma ci sono notti o pomeriggi o albe e anche tramonti, anche questo dovete imparare, che succede il Gran Miracolo, cioè arriva su quel rullo l’odore del Mare del Nord che spazza le strade e le campagne e quando arriva senti proprio dentro la salsedine delle burrasche dell’oceano e persino il rauco gridolino dei gabbiani e lo sferragliare dei docks e dei cantieri e anche il puzzo sottile delle alghe che la marea ha gettato sugli scogli, insomma t’arriva difilato lungo questo corridoio l’odore del gran mare, dei viaggi, l’odore che sento adesso come un prodigio e che sto inseguendo sulla mia ronzinante cinquecento con su gli scoramenti e dentro tanto vino e in bocca tanta voglia di gridare. Sono sulla strada amico, son partito, ho il mio odore a litri nei polmoni, ho fra i denti la salsedine aaghhh e in testa la libertà.

Questo è Tondelli, su Altri Libertini, capitolo Autobahn.

I CCCP - Fedeli alla Linea riprendono lo stesso concetto: "A Carpi comincia l'Autostrada del Brennero, perciò noi consideravamo Carpi come la periferia estrema di Berlino".

Zamboni, quando andò a Berlino per la prima volta, fece autostop presso un'area di servizio della Brennero, credo poco dopo Verona. Salì su un camion e via a Berlino, iniziò una nuova avventura.

martedì 23 novembre 2021

TONDELLI, IL NEW COOL E IL RITORNO ALL'ORDINE


"Altri Libertini" (1980) rappresenta l'anno zero per Tondelli, sia perchè si tratta del suo debutto sia per il crash che diffonde, un po' come il punk del '77, un reset oltre il quale si può eventualmente provare a ricostruire in un ottica evolutiva. Le analogie? Linguaggio slang, storie crude, immediatezza espressiva.
Un paio d'anni dopo la "new wave" tondelliana assume la forma di "Pao Pao", libro di passaggio che si muove su quanto creato precedentemente ma non ha lo stesso fragore e in qualche modo cerca una nuova strada per definirsi. 
E' con "Rimini" del 1985 che si ha compiutamente un ritorno all'ordine: un romanzo dal linguaggio regolare dallo stile pulito. La particolarità la troviamo eventualmente in una sorta di disperazione di fondo che collega tutti i lavori di Tondelli, quantomeno i suoi personaggi. L'involucro comunque è perfettamente commercializzabile anche ad un pubblico esteso non necessariamente specifico di una qualche tribù.
Nell'ambito musicale del periodo questo ritorno all'ordine formale lo troviamo nella corrente "New Cool".
Prendiamo Paul Weller che dopo i fuochi con i Jam si ricalibra in un immaginario cool europeo tralasciando musicalmente le asperità precedenti, ma (la particolarità di prima) con liriche comunque battagliere. Oppure Joe Jackson, meno infioiato nella prima scena punk rispetto a Weller e compagni, ma comunque legato ad una formula diretta ed essenziale (vedi "Look Sharp" del 1979).
Joe Jackson nel 1982 se ne esce con "Night & Day", maturo pop jazz 80s dall'immaginario adulto, o meglio "giovane adulto", processo abbastanza comune nella società dell'epoca dove intorno ai trent'anni molti erano già pienamente inseriti nelle dinamiche regolarizzanti della società.
Non c'è più spazio per l'esuberanza giovanile a suon di chitarre, il percorso di crescita personale è un tutt'uno con quello artistico. Con Tondelli assistiamo allo stesso tipo di processo: la "retorica" attorno alla crisi dei trent'anni, al sentirsi adulti, al sentirsi mentalmente distanti da quanto accadeva o si raccontava solo cinque anni prima. 
In "Rimini" la colonna sonora è un trionfo "New Cool", ci sono gli Style Council, Joe Jackson, Alison Moyet, Matt Bianco, gli Everything but the Girl. Pop 80s' jazzato, molto classico, immagine ordinaria, camicia, cappotto, capelli in ordine: esattamente come Tondelli nel 1985 (fino al 1991, anno della sua morte).
Proprio una frase di Joe Jackson apre "Rimini": "Che lo voglia o no, sono intrappolato in questo rock'n'roll, ma sono un autore e sono un musicista, per certi versi un entertainer."
A proposito della consapevolezza esistenziale di cui stavamo parlando prima.
Riferimenti all'artista inglese li troviamo anche in "Camere Separate" del 1989, una citazione del pezzo "We can't live together". 
     
   

sabato 4 aprile 2020

IL CONCERTO DEI POLICE A REGGIO EMILIA, 1980



Il 3 aprile 1980 i Police si esibirono, con di spalla i Cramps, al Palasport di Reggio Emilia.
Un concerto simbolo di quel periodo, per l'importanza musicale e il contesto ambientale tumultuoso.
Ci furono infatti, fin dal pomeriggio, scontri, cariche, devastazioni: il motivo? Troppi convenuti rispetto alla capienza consentita, nessuno voleva perderseli.
Durante l'esibizione dei Cramps qualche mugugno da parte del pubblico, immagino non fosse facile trovarsi davanti alla miscela suono/immagine Lux Interior/Poison Ivy.
La scaletta dei Police pescò dai primi due album con qualche anteprima del nuovo "Zenyatta Mondatta" che venne pubblicato ad ottobre 1980.
Tra il pubblico il giovane scrittore reggiano Pier Vittorio Tondelli, fresco di pubblicazione dello scandaloso "Altri Libertini": scrisse una recensione della serata per il Resto del Carlino, possiamo trovarla nella raccolta "L'Abbandono".
Decenni dopo, nel 2012, il gruppo reggiano degli Offlaga Disco Pax dedicò un pezzo a questo evento: "Respinti all'uscio", album "Gioco di Società".

domenica 6 marzo 2016

JOE JACKSON @ TEATRO CORSO - MESTRE - 04/03/2016



Nel mio immaginario la figura di Joe Jackson è legata a doppio filo con quella di Pier Vittorio Tondelli: lo scrittore emiliano, infatti, ne scrisse sia su "Rimini" che su "Camere Separate", sul primo addirittura citando una sua frase in apertura di libro.
Erano gli anni '80, e l'artista inglese era sicuramente una figura di spicco nel panorama musicale di allora, forte di diversi ottimi album disclocati nel periodo 1979/1986.
Fa ora tappa a Mestre, in un Teatro Corso gremito, per presentare la sua ultima fatica, "Fast Forward", eccellente disco che sembra restituire almeno un pò della magia dei tempi d'oro.
La primissima parte di concerto lo vede impegnato a rileggere, in solitaria alla tastiera, pagine importanti come "It's different for girls", "Hometown", "Be my number two", oltre alla titletrack "Fast Forward"; a partire dalla classica "Is she really going out with him?" viene raggiunto sul palco dai compagni di band (chitarra/basso/batteria) e insieme iniziano a macinare una scaletta che non fa prigionieri.
Ci sono i sapori funky 80's di "You can't get what you want", il reggae punk '79 di "Sunday papers", la pulizia pop rock di "Junkie diva" e "A little smile", la New York connection di "Another World", il tutto eseguito con una perfezione stilistica da campioni, con il piano/tastiera che conferisce una certa raffinatezza globale all'insieme.
Anche a livello estetico il quartetto è un bel vedere: vestìti bene, sobri, zero pacchianate, giusto una sciarpa biancoblu del Portsmouth annodata alla tastiera che fà molto passione working class inglese.
Graham Maby, il bassista storico di Jackson con lui dai primissimi tempi, regge la scena in maniera impeccabile sia a livello ritmico che visivo.
Molto divertenti inoltre i siparietti che Joe Jackson concede tra i brani, qualche numero di caro vecchio british humour che me lo rendono affettivamente simpatico.
C'è spazio anche per un omaggio a David Bowie con "Scary Monsters (and super creeps)": noto anche la scritta "Bowie" fatta sul nastro adesivo su un cassone nelle retrovie del palco.
L'unico piccolo neo, se vogliamo, è una rilettura lenta e un pò spenta di "Steppin' Out", praticamente il suo brano più famoso direttamente dal capolavoro "Night & Day" del 1982: l'esecuzione original penso avrebbe incontrato maggiormente i consensi del pubblico, ma tutto sommato è solo un piccolo cavillo in una riuscitissima serata mestrina di inizio marzo 2016.