mercoledì 30 maggio 2012

CALCIO PADOVA 2011/2012


Arriva l'estate e un'altra stagione calcistica è da archiviare.
Quest'anno ho mancato solamente tre partite casalinghe per motivi non dipesi da me.
A settembre sembrava di avere uno squadrone, che potesse addirittura ammazzare il campionato (cosa, storicamente, non da Padova), poi il lieve calo tardo invernale e la mazzata primaverile hanno fatto si che i playoff non si concretizzassero, quando l'obiettivo sembrava sicuramente alla portata della rosa biancoscudata.
E' stato un anno tranquillo in curva: anche troppo forse.
La stragrande maggioranza delle partite me le sono vissute nella zona acquario in solitaria.
E' stato l'anno della musica a tutto volume sparata prima delle partite: Ligabue, Oasis e altra roba.
Io preferirei roba tranquilla, roba strumentale: forse del jazz per creare un minimo d'atmosfera che vada al di la dei bei faccioni che cantano a memoria Ligabue.
Jazz e annunci pubblicitari.
Certo che abbiamo uno stadio che fa schifo bene: non mi stancherò mai di dire che la prima cosa da fare per il bene del Calcio Padova è sistemare la questione stadio.
Una casa accogliente, a misura d'uomo, a cui si vuole bene.
All'Euganeo, dispiace dirlo, non vuole bene nessuno: c'è un pò d'affetto per tutti i sabati passati in gradinata, ma è un'affetto di serie b.
Un ultima cosa ci tengo a dirla sulla tifoseria in generale: basta tifosotti, basta gente che si avvicina quando le cose vanno bene e poi spariscono, basta critici di prima categoria.
Certo che si può protestare se le cose non vanno bene (come quest'anno) però chi ci tiene al Calcio Padova sa quando è il momento di farlo e sa perchè.
Non abbiamo bisogno di voi.

lunedì 28 maggio 2012

ENRICO BRIZZI - LA VITA QUOTIDIANA A BOLOGNA AI TEMPI DI VASCO


Non avevo mai avuto il piacere di leggere un libro di Enrico Brizzi; detto così, da un ragazzo di 25 anni quale sono, uno può pensare che non abbia neanche mai letto un libro, dato che l'autore in questione è decisamente uno dei più conosciuti in circolazione.
Vero, verissimo: solo che l'epica adolescenziale di cui si faceva portabandiera il suo primo romanzo "Jack Frusciante..", e che a dire il vero avevo avuto modo di giudicare solamente dalla trasposizione cinematografica dello stesso, non mi piaceva molto.
Non mi garbava che un periodo come l'adolescenza venisse rappresentato e conformizzato in libri o film che fossero.
Certi adolescenti cercano di sfuggire dagli schemi, non importa quali essi siano: poi però arriva un libro/film come il primo di Brizzi che parlando di amore, musica ed amicizia cerca di chiudere il cerchio intorno a quel periodo.
Insomma, nella mia tarda adolescenza non mi andava di pensare di vivere dentro ad un film o ad un romanzo.
Ora penso sia diverso: sicuramente è tardi per leggere un romanzo come, appunto, il "Jack Frusciante.." di cui sopra e sentirsene parte, però credo proprio che una lettura da spettatore interessato non mi faccia così male.
Detto questo, il libro che mi appresto a recensire l'ho scovato in biblioteca e su due piedi ho iniziato a leggerlo, trovandolo molto scorrevole ed interessante, tant'è che in cinque giorni l'avevo già ben che completato.
Si tratta di una sorta di autobiografia dello scrittore bolognese, che copre praticamente tutti gli anni '80, i '90 e pure buona parte dei 2000.
Vasco è il pretesto per raccontare qualcos'altro: gli esordi del rocker emiliano coincidono con l'infanzia di Brizzi stesso, inoltre nei primi anni ottanta Vasco Rossi risiedeva a Bologna nello stesso quartiere dello scrittore.
Si stabilisce così una vicinanza affettiva che poi verrà comunque mantenuta nel corso degli anni, nonostante altri interessi (musicali e non) sopraggiunti nella vita dell'autore.
Da notare comunque che tutti i personaggi famosi legati a Bologna ricevono una menzione in questo libro; una città che, tirando le somme, ha prodotto davvero tanta cultura, sotto forma di musica, libri, fumetti e film.
Guccini, Dalla, Morandi, il punk '77 in salsa bolognese e la new wave con l'Italian Records, i fumetti di Andrea Pazienza, Luca Carboni, certo rock alternativo degli anni '90 come i Massimo Volume o i Santo Niente, Cesare Cremonini, il grande regista Pupi Avati, gli scrittori Stefano Benni e Pier Vittorio Tondelli, oltre allo stesso Enrico Brizzi.
Insomma, rispetto per Bologna.

giovedì 24 maggio 2012

I BARRACUDAS MI HANNO FATTO UNA CASSETTA


Sabato 7 luglio saranno di scena non molto distante da casa mia, un evento abbastanza imperdibile per il sottoscritto.
Nel frattempo ho scovato questa interessante "top ten" formulata dagli stessi Barracudas per un magazine inglese dei primi anni '80 (Smash Hits), che mette in fila un pò tutte le loro influenze.

mercoledì 16 maggio 2012

A CLASSIC EDUCATION @ MACELLO - PADOVA - 11/05/2012


Nutrivo parecchia attesa per questa data padovana degli A Classic Education, gruppo emiliano che con la pubblicazione del recente "Call it blazing" sta ottendendo meritati riscontri un pò ovunque.
Il concerto si svolge all'interno del festival che si tiene all'ex Macello di Padova; davvero un'iniziativa pregevole, che in un mese di serate sciorina tutto il meglio del nuovo indie rock italiano e non solo.
Un festival moderno ed attento alla contemporaneità, non come quello che si svolge a qualche km di distanza organizzato da Radio Sherwood con i soliti dieci nomi di dinosauri dell'alternative rock da dare in pasto ai giovani.
Addirittura il concerto di stasera è a offerta libera, veramente una bella mossa per i ragazzi del Macello, che così facendo si ritrovano un luogo pieno zeppo di gente (probabilmente pagandosi pure il cachet del gruppo con tutte le offerte libere raccolte).
Unico aspetto da migliorare per rendere ancora più speciale il tutto, secondo me, sarebbe l'aggiunta di un ulteriore stand per le birre, visto che si creano delle colonne pazzesche per poter ordinare.
Ah, e anche migliorare di un minimo la qualità della birra non sarebbe una cattiva idea.
Detto questo alle 23.00 gli A Classic Education salgono sul palco e per mezzora (set decisamente breve, stile il mio gruppetto punk rock quando suonavamo nei bar)confermano le aspettative che girano sul loro conto.
Musicalmente siamo di fronte a canzoni costruite come si deve: tre minuti di durata, melodie ottime, voce perfetta e costruzione dei pezzi molto particolare nonchè decisamente ben riuscita.
Se uno mi chiedesse "che genere suonano?" andrei un attimo in difficoltà.
Sicuramente c'è del pop e sicuramente del rock'n'roll.
Pop nelle melodie, r'n'r nell'immediatezza e nella classicità che vanno ad assumere le canzoni.
Poi c'è anche una certa atmosfera post punk; ad esempio, un pezzo come "Baby it's fine" a me ricorda molto i Cure di "Fire in Cairo", però sono consapevole che potrei essere l'unico a vedere questa somiglianza.
Proprio durante l'esecuzione di quest'ultima guardo se c'è la luna in cielo per rendere il momento topico, però non la vedo.
Mezzoretta di set (durante il quale ho anche modo di dire alla mia ragazza "il chitarrista è uguale a Marchisio, il centrocampista della Juve"), che personalmente mi lascia un pò l'amaro in bocca perchè un altro quarto d'ora si poteva fare, e poi tutti a casa non prima di aver acquistato lo splendido "Call it Blazing".

mercoledì 9 maggio 2012

DEROZER @ NEW AGE - RONCADE (TV) - 05/05/2012


Quando i Derozer si presero un'improvvisa pausa nel 2008 non è che ci rimasi particolarmente male.
Li seguivo da quando iniziai ad appassionarmi al genere nei primissimi anni 2000 ed ebbi l'occasione di vederli dal vivo 7/8 volte.
Mi piacevano, certo, e se c'era l'occasione di un concerto in zona non me lo lasciavo sfuggire.
Solo che negli ultimi tempi pre-pausa sembravano un pò stanchini e fuori fase; Spasio, il batterista storico, era stato allontanato senza spiegazioni al pubblico, ed era stato sostituito da un tipo francamente impresentabile che con i Derozer non c'entrava una mazza.
Inoltre l'ultimo album, "Di nuovo in marcia", non era esattamente quello che si può definire un album memorabile.
Insomma, la pausa probabilmente ci stava tutta.
Con gli anni, perchè dal 2008 al 2012 sono comunque quattro anni, penso che pochi scommettessero ancora su di loro e su un possibile ritorno sulle scene (addormentate, visto che il punk rock di casa nostra è fermo ai nomi che circolavano 15 anni fa).
Però qualche giorno capitava che pensavo con nostalgia a loro, alla loro attitudine, ai bei concerti visti, alle memorabili canzoni che accompagnavano i miei giorni durante le scuole superiori frequentate proprio a Vicenza.
Il fatto che le frequetassi a Vicenza, poi, stabiliva un certo legame con i Derozer, visto che ai miei occhi appaiono legati indissolubilmente alla città che li ha fatti nascere.
Quando sono emerse le prime indiscrezioni circa un loro ritorno non è che abbia accolto la notizia come se mi avessero detto che avevo vinto 1 milione.
Non ho più sedici anni, però ero comunque contento per loro e curioso a seguirne le vicende, magari anche andando a qualche concerto in zona.
Ecco quindi che arriva il 5 maggio: un tour strano questo.
Da marzo che sono tornati live, questa di Roncade è la prima data in Veneto per la band vicentina.
Anni fa il tour sarebbe partito magari dal Capannone Sociale di Vicenza, una bella data in casa per affilare le lame prima di imbarcarsi per altre città.
Oggi Vicenza non offre poi molto per situazioni live, al contrario di sei/sette anni fà quando poteva dire la sua alla grande.
Ci appostiamo tatticamente su di un palchetto vicino al bar, abbastanza distante dal palco dove suona la band.
Il locale è pienissimo, ed entrando noto già una bella puzza di sudore ed adolescenza.
Mi perdo i Duracel in apertura ma non me ne può fregare di meno: mai piaciuti.
I Derozer partono con "Cuore brucia" e poi proseguono con il meglio del loro repertorio; mi sembra di ricordare che una delle prime canzoni fosse "Mondo Perfetto".
Un album tipo "Mondo Perfetto", a me che l'ho letto, sembra paurosamente ispirato dai libri di John King.
Dentro ci sono riflessioni interessanti sulla società e sul personale viste con gli occhi di un "outsider".
Dei primi lavori fanno 144, Suzy, Psicopatico (grande pezzo!), Amore Sincero, No surf e Bar.
Poi bene o male canzoni da tutti gli album.
Un'oretta di concerto che passa velocissima, e conclusione con la doppietta "Alla nostra età" e "Branca Day" che non fa prigioneri.
Bentornati!