martedì 15 novembre 2022

WIR FAHR'N AUF DER AUTOBAHN / TONDELLI E L'AUTOSTRADA DEL BRENNERO


Ho visto gli Stereolab a Trento sabato, lungo la Brennero, l'autobahn. Mentre viaggiavo mi veniva in mente Tondelli e l'epica della Brennero come via di fuga verso un mondo altro.

Gli Stereolab con la loro equazione kraut + easy listening, il giorno dopo avrebbero suonato a Monaco, Germania, la casa madre di una delle loro influenze principali (kraut): la Brennero come ponte verso l'Europa.

Sarebbe da sfruttare maggiormente Trento come sosta tattica per eventuali tour musicali che prendano in considerazione Italia / Germania ed oltre. Invece di concerti mi sembra ce ne siano gran pochi. Questo degli Stereolab però è stato riuscitissimo. In un nuovo auditorium / teatro di concezione nordica, legno e montagne attorno. Bellissimo, davvero.

"Correggio sta a cinque km dall'inizio dell'AutoBrennero di Carpi, che è l'autostrada più meravigliosa che c'è perché se ti metti lassù e hai soldi e tempo in una giornata intera e anche meno esci sul Mare del Nord, diciamo Amsterdam, tutto senza fare una curva: entri a Carpi ed esci lassù. Io ci sono affezionato a questo rullo di asfalto" 

Ma ci sono notti o pomeriggi o albe e anche tramonti, anche questo dovete imparare, che succede il Gran Miracolo, cioè arriva su quel rullo l’odore del Mare del Nord che spazza le strade e le campagne e quando arriva senti proprio dentro la salsedine delle burrasche dell’oceano e persino il rauco gridolino dei gabbiani e lo sferragliare dei docks e dei cantieri e anche il puzzo sottile delle alghe che la marea ha gettato sugli scogli, insomma t’arriva difilato lungo questo corridoio l’odore del gran mare, dei viaggi, l’odore che sento adesso come un prodigio e che sto inseguendo sulla mia ronzinante cinquecento con su gli scoramenti e dentro tanto vino e in bocca tanta voglia di gridare. Sono sulla strada amico, son partito, ho il mio odore a litri nei polmoni, ho fra i denti la salsedine aaghhh e in testa la libertà.

Questo è Tondelli, su Altri Libertini, capitolo Autobahn.

I CCCP - Fedeli alla Linea riprendono lo stesso concetto: "A Carpi comincia l'Autostrada del Brennero, perciò noi consideravamo Carpi come la periferia estrema di Berlino".

Zamboni, quando andò a Berlino per la prima volta, fece autostop presso un'area di servizio della Brennero, credo poco dopo Verona. Salì su un camion e via a Berlino, iniziò una nuova avventura.

venerdì 30 settembre 2022

BUZZCOCKS - SONICS IN THE SOUL


Non so cosa abbia spinto Steve Diggle a continuare con il nome Buzzcocks dopo la morte di Pete Shelley: lo stesso Steve ha dichiarato che questa fosse una richiesta di Pete poco prima di morire, boh, chi lo sa. Chiariamoci: a me Steve Diggle sta molto simpatico, i Buzzcocks sono uno dei miei gruppi della vita, l'immagine e il suono art modernista, tutto è stato grandioso nei Buzzcocks, non meno che essenziale. E Steve Diggle c'è dall'inizio della storia, non dimentichiamolo. Uno può dire che non aveva il peso specifico di un Shelley o addirittura di un Devoto (fondamentale all'inizio ma durato un anno), ma sono d'accordo fino ad un certo punto: oltre ad un buon contribuito nella prima parte di vita dei Buzzcocks, Diggle è stato oltremodo fondamentale nella seconda parte di carriera della band mancuniana dal 1989 in poi. E' stato lui a spingere per riformarsi e i dischi anni '90 e duemila erano equamente divisi Shelley / Diggle. Oltre a questo ha fatto anche qualche disco solista, ben riuscito direi. Negli anni '80 invece Diggle aveva i Flag of Convenience, particolari, molto Manchester sound, non così conosciuti e con degli ottimi pezzi. Ecco, io forse al netto di tutto questo disco l'avrei fatto uscire a nome Flag of Convenience. E' un piacere avere tra le mani un nuovo dei Buzzcocks, ovvio, però ti trovi a fare i conti con una legacy davvero enorme e in qualche modo ingombrante in cui devi mantenere degli standard particolari e molto alti. Ho letto qualche recensione impietosa in giro ma questo disco è ottimo nei canoni del Diggle pensiero, molto chitarroso, dai toni abbastanza oscuri nella sua parte centrale e con qualche influsso psichedelico. "Senses out of control" è classic Buzzcocks, "Bad dreams" si richiama alla scuola riff "Fiction Romance", "Just gotta let it go" è ottimo britpop stile fratelli Gallagher. La spazialità del suono Buzzcocks è rivisitata all'occorrenza, vedi la riuscita "Experimental farm". Registrato a Tottenham nel novembre 2021, c'era una foto che circolava di Steve Diggle fuori dallo studio di registrazione in un parcheggio di carico/scarico, sigaretta in bocca, fumo che esce dalla bocca, freddo, lui vestito di nero: mi sono fatto delle fantasie su quella foto. Poi ragazzi, ovviamente al disco manca la componente fondamentale di Pete Shelley, le melodie cristalline, quella voce particolare. Senza tirare in ballo i Buzzcocks del 1978, ma la componente Shelley era garantita anche nei dischi post reunion.
Il discorso è che i due si compensavano e completavano, c'era una potente alchimia, per questo dico che forse questo doveva uscire sotto un'altro moniker. Bisognava forse aspettare un po' dopo la morte di Pete Shelley, far passare del tempo, capire se continuare come Buzzcocks sarebbe stata la scelta corretta. Ok, mi viene da pensare che è tutto relativo, che "Finchè c'è Steve Diggle godiamocelo ancora un disco dei Buzzcocks",che un giorno non ci saranno più. Ma può essere considerato anche un discorso fatalista e troppo semplicistico, bisogna valutare la complessità del caso. Ad ogni modo è un gran bel disco.

lunedì 12 settembre 2022

ITALIAN WAVE CONNOISSEURS

FHETOLDS - STIMOLATION

Wave precisa e danzabile nelle case del Popolo di Pordenone adibite ad uso e consumo della gioventù naoniana. I Devo alla Zanussi. Presente nella compilation manifesto "The Great Complotto", 1980.



BAND AID - A TOUR IN ITALY

Un weekend postmoderno con Tondelli a Lecce e poi via sull'Adriatica fino a Bologna, indirizzo Italian Records.



FRIGIDAIRE TANGO - RECALL

Asse Cittadella / Bassano del Grappa, registrata nella cittadina murata, ideata poco più a nord. Gelo e serate con i Sound a Nove (Vi).



VIOLET EVES - IT SEEMS LIKE BLUE

Rimini come Nashville, il suono della Riviera (balearico? Adriatico!).



TOMMY DE CHIRICO - TUXEDO DANCE

Nei laboratori di Torino, maneggiando la nuova calda tecnologia.



RENDEZVOUS RAVAGE - UNA STAGIONE PER NOI

Mods Pordenone, "Il mondo finirà di notte" con sopra un disco dei Jam. Dodici mesi di inverno a Pordenone.



 DIRTY ACTIONS - BANDANA BOYS

Le Silure d'Europe dalla costa ovest in gita in barca a New York a vedere i Clash a Times Square, 1981: "Wild boys loves the rhythm!



STATE OF ART - REASONS

Milano ritmicittà, un Orange Juice alla Factory. 

Non c'è il video, comprate il disco!


mercoledì 3 agosto 2022

PATTI SMITH - PIAZZA GARIBALDI - CERVIA - 31/07/2022



Sono contento di aver visto Patti Smith a Cervia, uno di quei concerti che poi uno si ricorda: la caratura del personaggio, il suo valore musicale e storico, il fatto che comunque io il Patti Smith Group l'abbia sempre ascoltato piuttosto frequentemente negli anni.
Fino all'anno scorso non avevo mai preso in considerazione il fatto di andarla a vedere, boh, altri concerti, altri nomi da vedere. Non saprei spiegare qui il motivo. L'anno scorso, invece, cominciò a balenarmi in testa questa idea e la data di Cervia è caduta a proposito.
Esibizione molto intensa, catartica, anche ostica in certi punti. Mix rock e poesia ("L'infinito" di Leopardi), molto anni '70 e anche molto newyorchese Certo che il Patti Smith Group fece quattro dischi bellissimi, pieni di intuizioni, densi.
Mi è sempre piaciuta poi la storia dei due concerti che il Group tenne in Italia nel 1979, Bologna e Firenze, quello che accadde e il fatto che furono gli ultimi due prima dello scioglimento del gruppo e la pausa quasi decennale che si prese Patti Smith. Personaggio clamoroso lei, elogio della femminilità, una vita dedicata all'Arte, una visione della vita totalmente artistica. Direi ancora pienamente in forma e non è poco a 76 anni. Tra un pezzo e l'altro visioni tipo "Sarebbe bello domani mattina svegliarsi all'alba, verso le cinque e andare a vedere l'alba al mare."
Piccolo omaggio metapop involontario, la pisciata che faccio durante l'esecuzione di "Pissing in a River": davvero senza prezzo pisciare e sentire la canzone dalle grate del wc chimico.

martedì 26 luglio 2022

UMBERTO SEBASTIANO - IL MONDO FINIRA' DI NOTTE



Capita di perdersi dietro ai propri sogni, alle proprie idealizzazioni. Tipo l'anno scorso che uscì un nuovo disco dei Band Aid, band leccese fine anni '70 / primi '80, legami con Italian Records, citati da Tondelli in "Un Weekend Postmoderno". A giugno dell'anno scorso avevo preso il 12" "A Tour in Italy" al Disco d'Oro (e dove sennò?), poi a novembre mi era arrivata voce che si, proprio loro, erano in uscita con un nuovo disco dopo trentacinque anni di silenzio. Cose che ti riempiono il cuore. Credo uno dei motivi per cui non mi è mai evaporata la magia della musica, delle scene, dei collegamenti. 

La stessa cosa mi è capitata quest'anno quando ho scoperto su Rumore che Umberto Sebastiano aveva scritto un romanzo ambientato nella scena del Great Complotto Pordenone. Era domenica, il giorno dopo alle 9.00 ero già al telefono per ordinarlo dalla mia libreria di fiducia. Comprateli in libreria i libri, cazzo, non alimentate tutta 'sta palla di individualismo consumista con consegne a domicilio, corrieri nuovi schiavi, cartoni, rifiuti. I libri si prendono in libreria, i dischi al negozio di dischi, i vestiti al negozio apposito. Facile, pulito.

Ritornando a noi, chi è Umberto Sebastiano? Il cantante dei Rendezvous Ravage, cult band autore dell'inno "Una Stagione per Noi" (Un'inverno a Pordenone), uno dei pezzi più belli del Great Complotto ma direi pure della wave italiana. Pezzo citato e omaggiato dai Tre Allegri  nel 2001 in "Prova a star con me un'altro inverno a Pordenone". 

Cerchi che si chiudono, anni a controllare periodicamente se c'erano news su Band Aid o Rendezvous Ravage e poi succede questo.

Il romanzo, "Il mondo finirà di notte", è bellissimo, inutile dirlo. Ci sono i gruppi, il fermento, il Molo, il contesto sociale, gli ascolti, la violenza. Tipo che i Rendezvous Ravage (che in questo romanzo si chiamano Ribelli Cromati come il gruppo successivo di Sebastiano, mid 80's, milanesi credo) hanno come nume tutelare i Jam, il mod revival, gli Who e i pezzi Tamla Motown. Signori, i Mods di Pordenone.

Che bellezza il Great Complotto, ogni tanto mi trovo a pensare che sono orgoglioso del fatto che sia successo vicino a casa mia: che scena! E qualche propaggine c'è ancora oggi, i Tre Allegri, i Sick Tamburo, il libro di Sebastiano, i concerti fighi in città. Gloria a voi. 

sabato 2 luglio 2022

ENRICO BRIZZI - GUIDA ALL' ASCOLTO E CONSIGLI DI LETTURA


Grazie a quel prodigio spazio temporale di Wayback Machine, sono in grado di andare a vedere com'era il "maestoso sito ufficiale" di Enrico Brizzi nei primi anni zero: molto curato, con delle schede per ogni libro corredate da "guida all'ascolto" e "consigli di lettura". Me lo ricordavo, fu una bella ispirazione ai tempi.

Riporto qua nel mio blog quelle relative ai primi due libri.

JACK FRUSCIANTE E' USCITO DAL GRUPPO (1994)

GUIDA ALL'ASCOLTO

RED HOT CHILI PEPPERS - BLOOD SUGAR SEX MAGIK

CLASH - BLACK MARKET CLASH

URBAN DANCE SQUAD - MENTAL FLOSS FOR THE GLOBE

THE CURE - CONCERT / THE CURE LIVE

RAW POWER - LIVE IN PARMA

SEX PISTOLS - NEVERMIND THE BOLLOCKS

SMITHS - THE QUEEN IS DEAD

NEGU GORRIAK - GURE JARRERA

SPLATTERPINK - ONE / DEMO 1992

DIAFRAMMA - TRE VOLTE LACRIME

POGUES - HELL'S DITCH

POLICE - REGATTA DE BLANC

CONSIGLI DI LETTURA

ANDREA DE CARLO - DUE DI DUE

J.D. SALINGER - IL GIOVANE HOLDEN

ANTOINE DE SAINT-EXUPERY - IL PICCOLO PRINCIPE

ENRICO PALANDRI - BOCCALONE

PIERVITTORIO TONDELLI - ALTRI LIBERTINI

SILVIA BALLESTRA - IL COMPLEANNO DELL'IGUANA

THOMAS MANN - CONFESSIONI DEL CAVALIERE D'INDUSTRIA FELIX KRULL

GIORGIO BASSANI - IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI

JAMES JOYCE - DEDALUS

JACK KEROUAC - SULLA STRADA


BASTOGNE (1996)

GUIDA ALL'ASCOLTO

PUBLIC IMAGE LIMITED - FLOWERS OF ROMANCE

BILLY IDOL - REBEL YELL

KILLING JOKE - S/T

LOUNGE LIZARDS - S/T

RETTORE - KAMIKAZE R'N'R SUICIDE

GAZNEVADA - SICK SOUNDTRACK

VIRGIN PRUNES - IF I DIE I DIE

SKIANTOS - INASCOLTABLE

NABAT - SCENDEREMO NELLE STRADE

VASCO ROSSI - SIAMO SOLO NOI

ALBERTO CAMERINI - RITA & RUDY

RIGHEIRA - VAMOS A LA PLAYA

ENNIO MORRICONE - THE GOOD, THE BAD & THE UGLY OST

CONSIGLI DI LETTURA 

SENOFONTE - L'ANABASI

ROBERT LOUIS STEVENSON - IL DOTTOR JEKYLL

RABELAIS - GARGANTUA E PANTAGRUELE

ANTHONY BURGESS - UN'ARANCIA A OROLOGERIA

BRET EASTON ELLIS - LE REGOLE DELL'ATTRAZIONE

LOUIS PERGAUD - LA GUERRA DEI BOTTONI

FERENC MOLNAR - I RAGAZZI DELLA VIA PAL

LOUSI FERDINAND CELINE - NORD

MICHEL FOCAULT - SORVEGLIARE E PUNIRE

GEORGE ORWELL - 1984 


martedì 7 giugno 2022

DINOSAUR JR - MIV PORDENONE - 04/06/2022



Pordenone si rivela sempre un gioiellino, una delle poche città italiane in cui gli eventi culturali assumono importanza sociale. In un assolato sabato di inizio giugno puoi vedere una mostra sul rapporto tra Pasolini e il calcio e i Dinosaur Jr in Parco IV Novembre. Entrambe gratuitamente. Significa, immagino, che ci sono delle istituzioni che danno la giusta importanza ad eventi del genere, o degli sponsor pronti a sostenere. O bravura organizzativa, delle conoscenze. O anche tutte queste cose messe assieme. Eventi non banali: perchè sono capaci tutti a far suonare la cover band dei Beatles in piazza alla Notte Bianca e lavarsi la coscienza con "quest'anno il Comune ha fatto eventi culturali". 
D'altra parte ricerca e differenziazione fanno parte del dna culturale della cittadina sin dai tempi del Great Complotto, lo Stato di Naon.
Una delle capitali del nuovo rock italiano, Pordenone, insieme a Bologna e Firenze (Firenze qualche anno dopo, per la precisione). Passo sopra al fiume Noncello e mi viene in mente quel video dei Mess andato in onda su Mister Fantasy negli anni '80.
E' rimasto qualcosa nell'aria se è vero che la mia trasferta estiva annuale a Pordenone per un concerto di livello me la faccio sempre.
Buzzcocks, Fall, Inspiral Carpets, Peter Hook (due volte), Dinosaur Jr. Che nomi!
I Dinosaur Jr sono la rappresentazione vivente dell'indie originale americano, scazzati, chitarre distorte, melodie pigre. Mi piace questo modo di fare le cose a modo proprio, non in serie, non con lo stampino. Hanno la loro personalità e la portano in giro. Stop. Esprimersi con la musica. Questa è l'essenza dei Dinosaur Jr per me e delle band simili. 
Ho fatto il conto che negli ultimi tre anni ho visto Lemonheads, Pixies, Dinosaur Jr. Ci sono dentro, mi piace. Generazione X. 

venerdì 6 maggio 2022

LUCIANO BIANCIARDI E il 1968


La celebre idiosincrasia di Luciano Bianciardi verso il sistema milanese, la città in cui si trasferì da Grosseto nel giugno del 1954, prese forma anche nei confronti dell'apparato culturale, nello specifico verso gli intellettuali di sistema: quelli visti da vicino, facenti parte della "grande iniziativa", la nuova casa editrice Feltrinelli, dove Bianciardi fu chiamato a prestare servizio.

Nello specifico la critica che viene mossa dal nostro riguarda l'essere apparato chiuso, corpo estraneo nella realtà sociale specifica. Milano nel 1954 è ancora piena di operai, è una città industriale. Bianciardi si chiede: non ho mai visto un operaio in un anno che sono a Milano, sono immerso nella mia bolla. Quantomeno si pone il problema; va considerato che in Maremma, Bianciardi seguì da vicino la vita e le lotte dei minatori: il suo trasferimento a Milano fu conseguente allo scoppio della miniera di Ribolla, una crisi che lo portò ad avventurarsi verso altre strade lontane dal luogo natio.

Con Milano però il feeling non scatterà mai.

In questo senso, nella critica all'apparato, Bianciardi è un precursore di certe istanze sessantottine, vedi l'importanza data al realismo sociale e alla sua narrazione. Bianciardi realista sociale? Si e no, nel senso che l'opera dello scrittore è varia, così come il pensiero. Nel 1968 comunque non era più a Milano, ma a Sant'Anna di Rapallo. Lontano, con altre storie e con corrispondenze secondarie, "Executive", "L'Automobile". In anticipo e tagliato fuori quando sarebbe stato il momento. Bianciardi non fu un simbolo del '68 pur avendo fatto critica al sistema sociale e lanciato specifiche invettive in tempi non sospetti. L'alienazione della città, il rapporto capitale / lavoro, i rapporti sociali conseguenti.

"Sono un anarchico individualista, ma la mia è una predisposizione d'animo, non ideologica" diceva. 

"I Minatori della Maremma" è comunque puro realismo, una specie di George Orwell meets Ken Loach. 

La trilogia "La Vita Agra", "L'integrazione", "Il Lavoro Culturale" mantiene degli elementi a proposito, una certa visione di fondo popolare, ma non si tratta di testi ascrivibili al realismo tout court.

In Bianciardi contano anche e soprattutto il carattere, l'essere figlio del suo tempo, il non essere mai integrato da nessuna parte e sotto nessuna bandiera: tutto quello che lo porterà ad un finale solitario e tragico.


giovedì 28 aprile 2022

LE COVER DEI QUEERS NEGLI ANNI '90

Ancora sotto effetto dalla strabiliante serata Manges + Queers di sabato al Bloom di Mezzago, mi dedico a questo articolo che prende in esame le cover registrate dai Quers negli anni '90. Buon viaggio.

Assemblato nel 1990 ed uscito per la Shakin' Street Records, "Grow Up" contiene due differenti session di registrazione datate 1986 e 1988.

L'unica cover presente è "I'll be true to you", titolo che in realtà non esiste: si tratta di "Yes I Will" degli Hollies, gruppo beat inglese, datata 1965.



"Love Songs for the Retarded" tecnicamente non contiene cover: certo, c'è "I Can't Stand You" che è scritta da Ronnie Parasite dei Parasites ma non è mai stata incisa dal suo gruppo.

Su "Beat Off" del 1994 troviamo una cover: "Mirage" del gruppo bubblegum 60s Tommy James & the Shondells.



Sempre nel 1994 c'è ovviamente il rifacimento integrale di "Rocket to Russia" dei Ramones.




Il 7" "My Old's Man a Fatso" contiene la titletrack, cover del pezzo degli Angry Samoans


oltre alla cover di "Murder in the Brady House" degli Screeching Weasel (boh, non so perchè non ci sia su YouTube, strano).

Del 1995 è il 7" "Surf Goddess", contenente nel lato B, oltre a Mirage, "Get Over You" degli Undertones.



Su "Move Back Home" del 1995 abbiamo il rifacimento di "Hawaii" dei Beach Boys, presa dal loro disco "Surfer Girl" del 1963.


Sempre i Beach Boys danno addirittura il titolo al seguente LP di Joe King e soci, il bellissmo "Don't Back Down" del 1996. C'è anche un video ufficiale dei Queers che reinterpretano questa canzone dei Beach Boys del 1964 inclusa nel loro disco "All Summer Long".


Altra cover in "Don't Back Down" è "Sidewalk Surfin Girl" degli Hondells, surf band Usa, datata 1965.

Nel 1996 i Queers mandano fuori anche il 45 "Bubblegum Dreams", contenente le cover di "Little Honda" dei Beach Boys.


E anche quella di "End it All" delle Muffs di Kim Shattuck (con qui i Queers fecero un tour nei 90s).



L'ultimo disco della decade è "Punk Rock Confidential" del 1998, con due cover al suo interno.
La prima è "Pretty Flamingo" dei Manfred Mann, 1966, gruppo beat inglese.




La seconda è "I Enjoy Being a Boy" dei Banana Splits (!), la favolosa band di pupazzi.


Risultato finale? Da questa lista possiamo capire le varie influenze della band: un deciso amore verso i 60's (surf & beat, Beach Boys in testa ovviamente), un pezzo hardcore della grande influenza Angry Samoans, un disco integrale dei Ramones, Undertones e due pezzi contemporanei (Screeching Weasel e Muffs). 


sabato 26 marzo 2022

PAUL WELLER: OUR FAVOURITE BOOKS


Il libro: 1984, George Orwell



Smash Hits, 1982

Il libro: The Collected Essays, Journalism and Letters of George Orwell

"Mi piace la sua idea di socialismo, penso che abbia un bel po' di senso comune, di senso pratico."



1987

I libri

Xavier Holland - Magic Mushrooms

Robert Tressell - Ragged Trousered Philanthropists

D.H. Lawrence - Lady Chatterley's Lover - L'amante di Lady Chatterley 

Alberto Moravia - Two Women - La Ciociara

Brendan Behan - Borstal Boy - Ragazzo del Borstal

Kurt Vonnegut - Slaughterhouse 5 - Mattatoio n. 5

Wienkel - Diary Of My Bottom (?)

Diostchekov - Plums From Heaven - (?)

George Orwell - Lion and the Unicorn - Il leone e l'Unicorno

Xavier - If You Do It Anymore I'll be Sick - (?)



Il libro: Absolute Beginners - Colin MacInnes

"Un libro che ha ispirato un'intera generazione"

sabato 19 febbraio 2022

CAMPO DI CONCENTRAZIONE - L' ARTE DI MANUEL COSSU

 


Manuel Cossu, “Manuel dei Manges”, nato nel 1976 a La Spezia: batterista e songwriter di una delle più fighe punk rock band al mondo ed artista figurativo.

Il 12 febbraio a Cittadella abbiamo organizzato una personale dei suo lavori, “Campo di Concentrazione”: un periodo di attività intenso per il nostro che negli ultimi mesi ha esposto una personale su Lilli Carati a Bergamo (pubblicando anche un numero unico di art magazine dedicato alla tormentata figura dell'attrice), a Roma e in una farmacia di La Spezia.

Si, in una farmacia perché da un po' Manuel dipinge sui bugiardini dei farmaci: “Soffro di deficit di attenzione, i bugiardini rappresentano l'essenza di quello a cui devi stare attento, tutte quelle istruzioni in bianco e nero che ti dicono cosa devi fare per curarti. Così si è venuta a creare una sorta di contrapposizione.”

Gli chiedo come ha iniziato a disegnare, come si è avvicinato a questa forma di espressione: “Molto semplicemente negli anni '90 capitava di registrare delle cassette TDK per gli amici, solitamente ci facevo un disegno in copertina, qualcosa sui Ramones. La prima tela di una certa dimensione la feci nel 1996 dietro il tavolo da Subbuteo e ci disegnai Dee Dee Ramone con scritto “I remember you”, è esposta alla Skaletta (storico club r'n'r di La Spezia attivo dal 1994). Dee Dee è uno dei miei miti in assoluto.” L'hai conosciuto? “Negli anni '90 andai appositamente a New York per poterlo incontrare. Non ci riuscii ma incontrai Arturo Vega (visual artist dei Ramones) ad un semaforo a cui diedi i miei disegni. Arturo Vega è stato importante per me perché mi ha spinto a continuare a disegnare, mi apprezzava, mise i miei disegni sul sito dei Ramones. Dee Dee l'ho visto live e incontrato poi diverse volte. Il concerto più bello in assoluto della mia vita è stato per me Genova 1994, il tour di “I hate freaks like you”,ancora meglio di quelli dei Ramones. A Dee Dee una volta in Germania diedi i miei disegni e lui mi regalò la sua tshirt.”

Dee Dee, Lilli Carati, raffiguri spesso vite non pacificate, figure tragiche: “Si, tragiche ma non patetiche.” Cosa ti attrae di tutto questo? “Una sorta di resistenza nei confronti delle avversità della vita, vite incasinate, gente che pativa. Io non sono legato a concetti come “la vita è un sogno”, per far andare una vita ci vuole che tante cose vadano per il verso giusto, non è facile. Mi attrae l'idea di non mollare, di fare a pugni con la vita per non soccombere.”

Il fatto di dipingere spesso anche Santi e Madonne in maniera non conforme è in qualche maniera collegato a questo? “Sono immagini che da sempre fanno parte di una certa realtà, quando sei talmente incasinato da affidarti ad un qualcosa di superiore: “Gesù Gesù aiutami tu”. Pensa alla galera, ai tatuaggi con Santi, Madonne e Croci. La voglia di iniziare a disegnare, oltre ai Ramones, me la diede proprio i tatuaggi di un mio caro amico che si era fatto la galera e che ora non c'è più. Erano imperfetti, ma non significa non avessero passione, che non fossero vivi e reali.”

Mi sembra di notare un certo richiamo nelle tue opere a certa Italia anni '80, Alfredino Rampi, Ranxerox, Pertini: “Io sono del 1976, ero bambino e ragazzino negli anni '80. Era un Italia densa, dura, certe immagini me lo porterò dietro per sempre. Le nostre città erano piene di tossici, le curve straboccavano di ragazzi, gli stili giovanili, le compagnie di irregolari. Sono legato a tutto quel mondo.” Uno che è cresciuto quegli anni o che comunque ne è affascinato, come si trova ad affrontare un presente che sembra milioni anni luce distante? “Male, io non c'entro niente con tecnologia e derivati, son rimasto tagliato fuori da tutto questo, sono un analfabeta digitale. Fortunatamente ho gente che mi segue nella promozione, io non saprei da dove iniziare.”

La tua passione per l'Atalanta? “Arriva dalla stagione 1987/88, semifinale di Coppa delle Coppe con il Malines con l'Atalanta in serie B. L'ho seguita poi per parecchio tempo, quando si poteva decidere il giorno prima se andare alla partita, adesso per andare ad una partita devi programmare come si fa con le ferie, non ha più senso. Ho fatto anni in Curva Nord, partivo da La Spezia in treno e via. Uno dei miei più cari amici è uno dei fondatori del Wild Kaos. Credo di aver seguito più l'Atalanta in serie B che non in serie A.”

venerdì 21 gennaio 2022

GLI ESORDI DELLA NEW WAVE FIORENTINA

Articolo tratto dalla fanzine "Nuova Fahreneit", aprile 1982, una delle più importanti del periodo in ambito punk.
Si racconta, sulla stessa pagina, di un concerto dei Diaframma a Bassano del Grappa (a questo concerto è ispirato il successivo pezzo "Le Alpi", del 1992), il primo che la band di Federico Fiumani tenne lontano da Firenze. 
E sulla stessa pagina è presente la recensione della demotape dei Litfiba. 
Cosa volere di più?