lunedì 16 giugno 2014

THE MANGES - CASTEL D'ARIO (MN) - 13/06/2014



Quando vado a vedere i Manges c’è sempre un buon profumo: non so se siano loro che usano qualcosa di speciale, o il pubblico che si tira a lucido, però è una cosa che noto dal primo loro concerto che vidi ai Cantieri di Montecchio Maggiore nel lontano 2005.
E il profumo c’è anche in questa data mantovana del tour a supporto del nuovo album “All is well”, impeccabile come al solito, a discapito delle polemiche puriste circa l’abbassamento della manopola della distorsione della chitarra: questo per capire a che livello ci si trastulla mentalmente in certe sette.
Aprono i Leeches e mi sembrano in buona forma: una mezzoretta di rude punk rock in cui svettano i loro classici testi in inglese che parlano di cibo sotto svariate forme.
I Manges fanno il check praticamente prima di suonare, scendono un attimo dal palco per poi risalire con la classica tenuta composta da jeans e maglietta a righe orizzontali bianca e blu.
Aprono con “Plan Hololulu” e, una dopo l’altra, scaricano addosso al centinaio di persone presenti il loro monolite punk rock ramonesiano.
Tra me e me penso che sarebbe bello alternare ogni tanto i pezzi più veloci con qualche pezzo un attimo più lento (e i Manges ne avrebbero in repertorio); Manuel Manges alla batteria picchia il suo 4/4 iperveloce in stile ”Loco Live” più  che “It’s Alive”.
Del nuovo album fanno la già citata “Plan Hololulu”, “My Bad”, “Panic at the Ice Rink”, “I tried to die young” e “Lone Commando”; il resto della scaletta è preso da “Bad Juju”, “Go down” e “Good Enough”, con gli anni ’90 che vengono saltati in tronco.
Tre cover dei Ramones (tra cui l’ottima “Somebody put something in my drink”).
Fanno in tempo a finire con “Say goodbye to your generation” (cover dei Methadones) e a raccogliere i meritati applausi che inizia a piovere; prendo la macchina e guido a zonzo per due ore per la bassa padana, mentre fuori piove. Fantastico.