mercoledì 13 settembre 2023
DUE EPICI ROCK BOLOGNESI
giovedì 13 aprile 2023
DIAFRAMMA A PASQUA
I Diaframma a Pasqua come il titolo di un loro gran pezzo che dice "Nel cielo colorato pastello l'odore di primavera". In realtà fa un po' freddo nello spazio esterno dell'Altroquando di Zero Branco, è una Pasqua poco primaverile. Ci stringiamo al cospetto dei Diaframma per scaldarci. Quindici anni che li seguo dal vivo, l'anno scorso ho iniziato una lista per mettere ordine, il primo concerto fu a Torreselle, casualmente vicino all'Altroquando, ottobre 2008. Gruppo spalla le Incontrollabili Reazioni, alla batteria Ale, il proprietario del bar dove quasi ogni giorno faccio pausa pranzo che allora non conoscevo. In quel periodo stavo leggendo i libri di Fiumani e scoprendoli piano piano. Tre volte (lacrime) li ho visti nel periodo di Pasqua, due volte al sabato e una alla domenica, e mai che abbiano fatto "Pasqua"! Abbandonarsi ai ricordi, come scriveva Tondelli, il quale citò i Diaframma in qualche articolo dedicato alla new wave fiorentina, sua città elettiva nella prima parte degli anni '80, la capitale creativa degli anni '80 in successione a Bologna che lo fu a fine anni '70. I Diaframma unirono idealmente i due punti con il primo singolo, "Pioggia", che uscì nel 1982 per Italian Records. Stiamo parlando di quarant'anni fa, per far capire la portata storica della band. Un gruppo che ha avuto due grandi fasi, anzi tre se vogliamo: gli esordi, 1982/83, legati ai classici stilemi post punk del periodo, con Vannini alla voce. Poi l'esplosione, il periodo con Miro Sassolini alla voce, tre album fondamentali, 1984/1988. Poi Federico Fiumani si mette in proprio, mantenendo il nome Diaframma, è comunque sempre stato lui l'autore dei testi e delle musiche, il suono della chitarra di Fiumani, quel suono, tipo il break di "Io amo lei", i Diaframma post Sassolini, "Gennaio", "In Perfetta Solitudine", "Anni Luce" e avanti fino ai giorni nostri tra alti e bassi. Un elogio al quotidiano, al non fermarsi, alla poesia del quotidiano. Ogni anno un giro di date, con dei periodi di tour belli densi tipo il tour per il rifacimento integrale di Siberia nel 2014 durato due anni e conclusosi con il rifacimento integrale dell'album (che acquistai a Firenze, il 31 dicembre 2016). Anche "L'Abisso" l'ho preso a Firenze, da Contempo, il negozio / etichetta simbolo della wave fiorentina. Sono quindi anche quindici anni di stretto legame personale: dalla lista vien fuori che li ho visti sempre in Veneto. Delle tre date Pasquali ho già detto. Il posto più bello direi Alonte 2016, nella piazza di un paesino in collina, a luglio, si stava bene. Tante volte li ho visti da solo, qualche volta con degli amici e con delle fidanzate. Li ho visti anche in una specie di sala consiliare, l'anno scorso a Cerea, con il pubblico seduto. Bello il Confidenziale 2021 a Padova, molto sogno di una notte di mezza estate. Che dire? Spero di vederli ogni anno per altri cento ancora, sono una parte di me.
CONCERTI DIAFRAMMA
- 10 ottobre 2008 - Animal Festival - Torreselle (Pd) (con Incontrollabili Reazioni)
- 7 aprile 2012 - Maximum Festival - Altroquando - Zero Branco (Tv) - Sabato di Pasqua
- 11 maggio 2013 - Macello - Padova
- 17 maggio 2014 - Vinile - Rosà - Scaletta prevalentemente anni '80
- 30 gennaio 2016 - Vinile - Rosà (con Miss Xox)
- 26 marzo 2016 - Benicio - Giavera del Montello (Tv) - Sabato di Pasqua
- 7 luglio 2016 - Alonte (Vi) - In piazza (con Soviet Soviet)
- 4 febbraio 2017 - Benicio - Giavera del Montello (Tv)
- 20 gennaio 2018 - Vinile - Rosà
- 8 febbraio 2019 - Vinile - Rosà
- 24 luglio 2021 - Arcella Bella - Padova - Confidenziale
- 19 marzo 2022 - Area Expo - Cerea (Vr) - In una Sala Consiliare
- 8 luglio 2022 - Arcella Bella - Padova
- 9 aprile 2023 - Maximum Festival - Altroquando - Zero Branco (Tv) - Pasqua
mercoledì 22 febbraio 2023
SENZABENZA - HOLIDAY WITH THE BAND!
Avevo appuntato da un bel po' la data dei Senzabenza al Blah Blah di Torino e con l'occasione trascorrere un weekend nella motor city italiana. In giro tra i suoi caffè, negozi (Fresh), piazze, un pranzo tipico la domenica a mezzogiorno. Piccole cose, piccoli viaggi che ti aiutano a vivere. Come i Senzabenza, un istituzione in giro da trentacinque anni (con qualche sosta nel mezzo). Una band che, per come la vedo io, prendendo in esame gli anni '90 è da considerare come rilevante nel più ampio circolo alternative tricolore che non solamente nel proprio giro punk rock. Insomma, un album come "Gigius" del 1993 se la gioca benissimo ai piani alti con roba istituzionalizzata tipo Marlene Kuntz, Afterhours, Casino Royale e compagnia. Entriamo al Blah Blah giusto pochi secondi prima che attacchino i Senzabenza: partono con "Riot Grrrl" e in un'ora tirato di show sciorinano i grandi classici piazzando nel mezzo un cinque / sei pezzi dall'album nuovo, "Punk Pop Dilemma", dai ritmi sostenuti, con un pezzo che sembra uscito dai Blur di "Modern Life". Nei Senzabenza il classico tiro punk rock in zona Ramones / Buzzcocks / Dickies è sempre stato contaminato da colori 60's, power pop, talvolta qualcosa di psichedelico. Già nel loro ottimo penultimo album "Pop from Hell" c'era un pezzo, "Chinese Takeway", che mi ricordava i Blur. Non so quanto volutamente ma tant'è.
A metà concerto c'è una sorpresa, salgono sul palco Luca Re dei Sick Rose (storico gruppo garage torinese), Andy Lewis (bassista del giro Acid Jazz Records e in alcuni album di Paul Weller) e, udite, Fay Hallam dei Makin' Time! Che roba. Makin' Time, band mod inglese anni'80. Quel video di "Here is my number", proprio quello. La band si chiama "Il Senato" e fanno tre pezzi accompagnati dai Senzabenza. Quando scende dal palco mi prendo l'onore di dire a Fay Hallam "Makin'Time, Here is my number" e di toccargli la spalla. Curioso il fatto che a qualche km di distanza si tenesse un all nighter mod, e però Fay Hallam e Andy Lewis fossero al Blah Blah sul palco con i Senzabenza. All nighter mod che prevedeva un aperitivo pomeridiano al Lab dove una birra in disparte ce la siamo pure fatta osservando da lontano.
Torino mi ha dato l'impressione di una città ancora molto viva dal punto di vista musicale (culturale ad ampio raggio); si parla spesso dell'epoca d'oro andata dei Murazzi e della relativa scena, ma si difende bene pure nel 2023. Una volta terminato il weekend e tornato a casa mi sono dedicato all'ascolto di "Punk Pop Dilemma": che dire, non così immediato, bisognoso di più ascolti, bello, una logica che mi piace e va senz'altro in contrasto con la vacua immediatezza distratta da piattaforma digitale. Registrazione molto "lo-fi", calda, poco moderna, il che è un bene vista l'assoluta standardizzazione attuale delle produzioni punk rock; il risultato c'è, non è così immediato, bisogna dedicare tempo, orecchio ed attenzione, ma alla lunga emerge l'assoluta qualità e bontà del lavoro.
Mi sono poi scritto dieci domande, ho chiesto a Nando (voce /chitarra) se aveva voglia di rispondere e si è dimostrato subito disponibilissimo.
1) Siete da poco usciti con un nuovo disco, "Punk Pop Dilemma”. Ascoltandolo, la cosa che ho notato, oltre all'assoluto valore dei pezzi in se, è il suono caldo che emerge, poco digitale in un periodo storico in cui molte produzioni punk rock sembrano essersi standardizzate su un certo tipo di suono. Immagino sia stata una cosa voluta..
Si. Diciamo che abbiamo avuto un produttore artistico (Andrea Pettinelli), che è anche uno dei titolari dell’etichetta per la quale è uscito l’album (Consorzio ZDB) che ha fatto questa scelta.
E’ effettivamente un po' particolare rispetto alle produzioni che si ascoltano ultimamente.
2) Segui ancora il giro punk rock? Lo trovi cambiato o immutato rispetto al passato?
Continuo ad andare con grande voglia e passione a vedere concerti punk rock. Ci sono tante buone bands in giro, ma continuo ad amare di più le bands storiche ancora in attività, tipo Rappresaglia, Crummy Stuff, Manges etc…
3) Il suono dei Senzabenza, oltre la matrice punk rock di base, è da sempre stato contaminato da varie influenze: power pop, beat, qualcosa di psichedelico..
Perché Sebi, che come saprai bene è l’autore di quasi tutte le songs, è un divoratore di musica e un appassionato dei generi che hai citato. Sebi poi ha il grande pregio di riversare le sue influenze nella nostra musica. Il tocco finale poi lo diamo tutti noi altri che partecipiamo all’arrangiamento dei brani dando quasi sempre un importante contributo
4) Ogni volta che vi vedo o esce un vostro nuovo disco mi viene il pensiero che i Senzabenza debbano essere considerati a tutti gli effetti come una delle grandi band alternative italiane uscite dagli anni '90, ovviamente con il vostro genere, ma in un'ottica aperta da associare ai migliori nomi usciti dai 90s. Che ne so, roba oramai istituzionalizzata tipo Marlene Kuntz, Casino Royale, Massimo Volume. Come sono stati i vostri 90s?
Diciamo che per un breve periodo, direi tra il '95 e il '98/'99, siamo stati certamente uno dei nomi di punta della musica alternativa italiana, più o meno come quelli che hai indicato. Poi, non essendo riusciti a fare il definitivo salto, non come qualità artistica, ma come notorietà, piano piano siamo tornati a dedicare più tempo ai nostri rispettivi lavori. Ora suoniamo ancora e registriamo album solo perché ci piace tanto farlo, ma le soddisfazioni economiche sono ovviamente molto modeste….
5) Trovo siate ancora giustamente legati a quel modo di approcciare le cose tipico dei 90s, poca o nulla attenzione alla vacuità social, solo sostanza e qualità artistica. Come vi trovate nel mondo attuale?
Malissimo. Odiamo il fatto che “la canzone” conti sempre molto di meno e che invece diventi sempre più importante l’aspetto social. Meno male che abbiamo Jacopo (bassista della band), che è ancora abbastanza “pischello” da stare un minimo dietro a facebook, instagram etc….
6) Inizialmente era forte l'influenza degli Hard Ons: come li scopriste, qual è il tuo album preferito e so che una volta organizzaste un loro concerto a Latina..
In aggiunta: la scena Lookout! Records dell'epoca vi ha in qualche maniera influenzato, era nei vostri ascolti, o essendo nati praticamente in contemporanea con quelle bands non necessariamente?
Nel dicembre 1989 io Sebi e Fabio andammo a vedere gli Hard Ons al Uonna club di Roma: una settimana dopo nascevano i Senzabenza. Questo penso risponda pienamente alla tua domanda su quanto ci abbiano influenzato… Poi nel '93 siamo riusciti a farli suonare a Latina, ed è stata l’apoteosi!
La scena Lookout non ci ha molto influenzato. Ci piacevano molto i primi Screeching Weasel e li ascoltavamo spesso all'epoca in furgone, ma non parlerei di influenza musicale.
7) All'estero come sono visti i Senzabenza? So della vostra partecipazione al New York Music Seminar del 1993 a New York, oltre ovviamente alla produzione di “Deluxe” con Joey Ramone qualche anno dopo. Esperienze di tour e ricezione fuori dall'Italia?
Credo che all’estero non ci conosca praticamente nessuno. A parte la partecipazione al Seminar, che è stata un’esperienza fantastica, abbiamo suonato molto poco fuori dall’Italia. Debbo dire che quando noi eravamo in auge era decisamente più difficile di oggi organizzare un tour all’estero…
8) Una curiosità avendovi visto sabato a Torino e facendo dei collegamenti mentali: Senzabenza e Fichissimi hanno mai condiviso il palco in qualche occasione?
Se la memoria non mi fa difetto direi di no.
9) Sono del 1986 e il vostro primo album che comprai in diretta fu "Uppers" del 2003, un grande album secondo me, il vostro ritorno dopo l'esperimento in italiano di "Vol. IV" del 1999. Dal 1999 al 2003 eravate attivi? Come fu recepito "Uppers"?
Diciamo che eravamo abbastanza delusi da Volume IV, sia dal punto di vista artistico che come accoglienza. In realtà è un bel disco, ma rovinato da testi orrendi e anche una produzione troppo patinata. "Uppers" ha rappresentato un riavvicinamento al nostro sound. Non è un disco che amo, ma ci sono comunque diverse ottime songs.
10) Per concludere ti chiedo i tuoi tre concerti memorabili dei Senzabenza..
Il primo coi Ramones al “Tenda a strisce” a Roma, nel 1992.
Il primo coi NoFX a Bologna, con Raw Power e Mumble rumble, nel 1995
Al Bloom di Mezzago (completamente sold out), anche questo nel 1995
venerdì 30 settembre 2022
BUZZCOCKS - SONICS IN THE SOUL
lunedì 12 settembre 2022
ITALIAN WAVE CONNOISSEURS
FHETOLDS - STIMOLATION
Wave precisa e danzabile nelle case del Popolo di Pordenone adibite ad uso e consumo della gioventù naoniana. I Devo alla Zanussi. Presente nella compilation manifesto "The Great Complotto", 1980.
BAND AID - A TOUR IN ITALY
Un weekend postmoderno con Tondelli a Lecce e poi via sull'Adriatica fino a Bologna, indirizzo Italian Records.
FRIGIDAIRE TANGO - RECALL
Asse Cittadella / Bassano del Grappa, registrata nella cittadina murata, ideata poco più a nord. Gelo e serate con i Sound a Nove (Vi).
VIOLET EVES - IT SEEMS LIKE BLUE
Rimini come Nashville, il suono della Riviera (balearico? Adriatico!).
TOMMY DE CHIRICO - TUXEDO DANCE
Nei laboratori di Torino, maneggiando la nuova calda tecnologia.
RENDEZVOUS RAVAGE - UNA STAGIONE PER NOI
Mods Pordenone, "Il mondo finirà di notte" con sopra un disco dei Jam. Dodici mesi di inverno a Pordenone.
DIRTY ACTIONS - BANDANA BOYS
Le Silure d'Europe dalla costa ovest in gita in barca a New York a vedere i Clash a Times Square, 1981: "Wild boys loves the rhythm!
STATE OF ART - REASONS
Milano ritmicittà, un Orange Juice alla Factory.
Non c'è il video, comprate il disco!
mercoledì 3 agosto 2022
PATTI SMITH - PIAZZA GARIBALDI - CERVIA - 31/07/2022
sabato 2 luglio 2022
ENRICO BRIZZI - GUIDA ALL' ASCOLTO E CONSIGLI DI LETTURA
Riporto qua nel mio blog quelle relative ai primi due libri.
JACK FRUSCIANTE E' USCITO DAL GRUPPO (1994)
GUIDA ALL'ASCOLTO
RED HOT CHILI PEPPERS - BLOOD SUGAR SEX MAGIK
CLASH - BLACK MARKET CLASH
URBAN DANCE SQUAD - MENTAL FLOSS FOR THE GLOBE
THE CURE - CONCERT / THE CURE LIVE
RAW POWER - LIVE IN PARMA
SEX PISTOLS - NEVERMIND THE BOLLOCKS
SMITHS - THE QUEEN IS DEAD
NEGU GORRIAK - GURE JARRERA
SPLATTERPINK - ONE / DEMO 1992
DIAFRAMMA - TRE VOLTE LACRIME
POGUES - HELL'S DITCH
POLICE - REGATTA DE BLANC
CONSIGLI DI LETTURA
ANDREA DE CARLO - DUE DI DUE
J.D. SALINGER - IL GIOVANE HOLDEN
ANTOINE DE SAINT-EXUPERY - IL PICCOLO PRINCIPE
ENRICO PALANDRI - BOCCALONE
PIERVITTORIO TONDELLI - ALTRI LIBERTINI
SILVIA BALLESTRA - IL COMPLEANNO DELL'IGUANA
THOMAS MANN - CONFESSIONI DEL CAVALIERE D'INDUSTRIA FELIX KRULL
GIORGIO BASSANI - IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI
JAMES JOYCE - DEDALUS
JACK KEROUAC - SULLA STRADA
BASTOGNE (1996)
GUIDA ALL'ASCOLTO
PUBLIC IMAGE LIMITED - FLOWERS OF ROMANCE
BILLY IDOL - REBEL YELL
KILLING JOKE - S/T
LOUNGE LIZARDS - S/T
RETTORE - KAMIKAZE R'N'R SUICIDE
GAZNEVADA - SICK SOUNDTRACK
VIRGIN PRUNES - IF I DIE I DIE
SKIANTOS - INASCOLTABLE
NABAT - SCENDEREMO NELLE STRADE
VASCO ROSSI - SIAMO SOLO NOI
ALBERTO CAMERINI - RITA & RUDY
RIGHEIRA - VAMOS A LA PLAYA
ENNIO MORRICONE - THE GOOD, THE BAD & THE UGLY OST
CONSIGLI DI LETTURA
SENOFONTE - L'ANABASI
ROBERT LOUIS STEVENSON - IL DOTTOR JEKYLL
RABELAIS - GARGANTUA E PANTAGRUELE
ANTHONY BURGESS - UN'ARANCIA A OROLOGERIA
BRET EASTON ELLIS - LE REGOLE DELL'ATTRAZIONE
LOUIS PERGAUD - LA GUERRA DEI BOTTONI
FERENC MOLNAR - I RAGAZZI DELLA VIA PAL
LOUSI FERDINAND CELINE - NORD
MICHEL FOCAULT - SORVEGLIARE E PUNIRE
GEORGE ORWELL - 1984
martedì 7 giugno 2022
DINOSAUR JR - MIV PORDENONE - 04/06/2022
giovedì 28 aprile 2022
LE COVER DEI QUEERS NEGLI ANNI '90
Ancora sotto effetto dalla strabiliante serata Manges + Queers di sabato al Bloom di Mezzago, mi dedico a questo articolo che prende in esame le cover registrate dai Quers negli anni '90. Buon viaggio.
Assemblato nel 1990 ed uscito per la Shakin' Street Records, "Grow Up" contiene due differenti session di registrazione datate 1986 e 1988.
L'unica cover presente è "I'll be true to you", titolo che in realtà non esiste: si tratta di "Yes I Will" degli Hollies, gruppo beat inglese, datata 1965.
"Love Songs for the Retarded" tecnicamente non contiene cover: certo, c'è "I Can't Stand You" che è scritta da Ronnie Parasite dei Parasites ma non è mai stata incisa dal suo gruppo.
Su "Beat Off" del 1994 troviamo una cover: "Mirage" del gruppo bubblegum 60s Tommy James & the Shondells.
venerdì 21 gennaio 2022
GLI ESORDI DELLA NEW WAVE FIORENTINA
venerdì 31 dicembre 2021
BAND AID 2020
giovedì 7 ottobre 2021
LE INFLUENZE DI RAY DAVIES
In un'intervista a "la Repubblica" del 1993 Ray Davies dei Kinks citò le sue influenze culturali, così descritte nell'articolo:
"Tra le sue influenze culturali cita alla rinfusa, con molta nonchalance: Rembrandt, Big Bill Broonzy, Piero della Francesca, Kandinsky, il Modern Jazz Quartet, Muddy Waters, Noel Coward, Stanley Matthews, Alfredo Di Stefano e Bob Beaumont. Come dire musica, pittura, arte e sport mixati insieme con sommo snobismo."
Rembrandt - Pittore olandese
Big Bill Broonzy - Chitarrista Chicago blues
Piero della Francesca - Pittore rinascimentale italiano
Kandisky - Pittore astratto, nato russo e naturalizzato francese
Modern Jazz Quartet - Fondati nel 1952, attivi fino ai primi anni settanta, un nome storico.
Muddy Waters - Bluesman e grande ispirazione del giro British Invasion.
Noel Coward - Commediografo, attore e regista britannico. Presente con un ruolo di rilievo in "The Italian Job" del 1969.
Stanley Matthews - Calciatore inglese, Stoke City e Blackpool, primo vincitore del Pallone d'Oro nel 1956.
Alfredo Di Stefano - Millonarios e soprattutto Real Madrid, dove vince consecutivamente le prime cinque edizioni della Coppa dei Campioni.
Bob Beaumont - Il fondatore della Sebring - Vanguard, l'azienda che produsse la Citicar, l'auto elettrica.
lunedì 30 agosto 2021
MASSIMO ZAMBONI A CHIUPPANO (VI) - 27/08/2021
L'idea di andare a vedere Massimo Zamboni ci è venuta venerdì mentre stavamo facendo aperitivo: "Hey, c'è Zamboni stasera a Chiuppano", "Dai? Si, potremmo andare!".
C'è anche da dire che giusto un anno fa partimmo con le stesse modalità improvvisate alla volta di Rovigo per i Tre Allegri Ragazzi Morti: potrebbe diventare una buona consuetudine quella dell'ultimo venerdì di agosto, trovarsi all'aperitivo e partire per un concerto.
Raggiunta la zona dell'Alto Vicentino ed entrati a Chiuppano abbiamo seguito l'indirizzo segnalato sulla pagina facebook del festival: ci siamo ritrovati a piedi nel buio in una stradina bianca di collina che costeggia un cimitero. C'era anche un bosco tutt'attorno e, in lontananza, si sentiva qualche ululato.
Preso atto dell'evidente errore (dopo circa un km su questa stradina: "No, direi che è abbastanza improbabile che ci sia un concerto in questa zona" cit. Paglione) abbiamo iniziato a girovagare per la deserta Chiuppano e delle macchine posteggiate in piazza ci hanno trasmesso l'esistenza di una qualche forma di vita. L'ingresso del Festival era praticamente impossibile da vedere anche a distanza di 50 m, nascosto com'era in un angolo buio. Vabbè, in qualche maniera siamo arrivati.
Strano questo festival: 50 persone, di cui una buona metà residui scoppiatoni alternativi del luogo. C'è anche da dire che la sera stessa si esibiva Ferretti a Pordenone, quindi magari una decina buona di persone è stata persa per strada. Zamboni sul palco con un intervistatore che parlava del suo libro e inframezzava con qualche canzone del repertorio.
Il libro sembrerebbe interessante, parla di Cavriago, paese nelle vicinanze di Reggio Emilia. La prima volta che lo sentii nominare fu nella famosa canzone degli Offlaga Disco Pax, poi mi capitò di dormirci per lavoro una sera di qualche anno fa e colsi l'occasione per visitare il busto di Lenin.
Ha detto delle belle cose Zamboni, tra cui: "Bisogna aver cura del proprio paese". Perché è di quello che in sostanza scrive il libro, dell'amore verso la propria terra, di circoli, cooperative, valori.
Quindi che differenza sostanziale c'era tra un sistema relazionale basato sul voto al PCI come in Emilia e un altro basato sul voto alla DC come in Veneto? Secondo me, al netto delle differenze ideologiche, poche.
Prima di un pezzo Zamboni ha ricordato quando si esibirono a Bassano del Grappa con i CCCP nel 1986; finito il concerto volevo saperne di più da lui, in realtà qualcosa già sapevo perché un mio conoscente a quel concerto c'era. Gli ho anche mostrato la foto che ho scattato sabato scorso a Santarcangelo di Romagna, la foto del terrazzo dove i CCCP si esibirono nel 1983 in occasione del Festival del Teatro di Piazza. Ho visto che gli si è illuminato qualcosa, mi ha fatto davvero gran piacere.
venerdì 30 luglio 2021
ECHI DAGLI ANNI OTTANTA: I MODERN MODEL E LA NEW WAVE VENEZIANA
Sto leggendo in questi giorni il bel libro di Stefano Gilardino, “Shock Antistatico”, dedicato alle varie scene regionali italiane in ambito post punk 1979/1985. Nella sezione veneta viene tributato il giusto riconoscimento ai Frigidaire Tango di Bassano del Grappa, si parla in maniera esaustiva dei Wax Heroes di Treviso e un buon capitolo è dedicato al giro veneziano. Una piccola scena, magari non così pubblicizzata o idealizzata, ma in grado di lasciare valide testimonianze, vedi la compilation “Samples Only”, la vitalità della fanzine “Rockgarage”, i Death in Venice: “Siamo anche stati contattati dall’etichetta di Samples Only ma eravamo su due orizzonti diversi, loro erano orientati all’elettronica e non se ne fece niente. I Death in Venice erano dell’area veneziana, che noi dalla periferia non frequentavamo, già arrivare a Mestre era una cosa sporadica, ne sentivamo parlare ma non siamo mai stati in contatto. Il collettivo di Rockgarage credo sia stato un gran esempio di autoproduzione, autogestione della creatività. Era uno dei loro obiettivi, gestire totalmente la produzione e la comunicazione artistica, tramite il giornale, i dischi, la gestione di un locale. Andrebbe analizzato e studiato ancora oggi.”
E’ stato tutto molto veloce: in un anno abbiamo formato la band, trovato una rivista che ci ha fatto fare concerti e stampato un disco.”
La nuova onda che fa breccia in provincia attraverso i canali mediatici del periodo: “Io ascoltavo le radio private/libere della fine degli anni ’70, in gran parte passavano “mainstream”, quindi rock e discomusic.
Ho un ricordo nitido però: dopo che la parola “punk” iniziava a girare ma era indefinita, in una trasmissione di una radio di Mestre, un dj mise Satday night in the city of Dead degli Ultravox presentandola appunto come un brano punk.
Mi risuonò in testa per giorni e giorni ma solo dopo arrivarono i Sex Pistols, Patti Smith etc etc. Sono ancora grato per quella canzone.”
Si innesca così quel meccanismo comune a migliaia di adolescenti: l'entusiasmo e l'eccitazione verso il nuovo, l'interiorizzazione, che ti spingono a metterti in gioco in prima persona, a cercare di replicare quell'energia con una tua band: “Siamo stati tutti autodidatti, c’erano altri gruppi che si stavano formando tra le nostre conoscenze e prendendo inizialmente degli strumenti a noleggio abbiamo provato anche noi. Loro cercavano di fare la cover di More than a feeling dei Boston, noi I don’t care dei Ramones… I gruppi che ci piacevano/ispiravano erano i Cure, i Ramones, i Jam, ma soprattutto i Clash.”
Un punto che mi interessa approfondire è quello legato alla possibilità di esibirsi che queste band della nuova onda avevano: le nuove sonorità attecchirono si nel mondo giovanile, ma immagino che la realtà esterna non fosse sempre compiacente, soprattutto in contesti periferici non caratterizzati da uno sviluppo organizzativo diffuso. La Pordenone del Great Complotto fu un caso anche e soprattutto per questo motivo: una piccola realtà di provincia con peso cittadino e riconoscimento sociale. Si riusciva a suonare in maniera continuativa o solo esibizioni sporadiche? “Alla fine in tutto, con la formazione del disco, abbiamo fatto 4 concerti; devo dire che siamo stati sempre contattati tramite Rockgarage, non eravamo noi gli organizzatori. Non era così facile fare concerti, soprattutto se suonavi new wave. Ho in mente due episodi: al 1° concerto al cinema Dante di Mestre (maggio 1982) dopo 3 o 4 canzoni uno dello staff, tra un brano e l’altro, si avvicina al palco a mi chiede per quanto ancora dobbiamo suonare…(si erano già stufati?).
Ricordo anche che ad Oriago (Ve) prestammo gli strumenti ad un gruppo hardcore di Chioggia, gli Antisbarco, che si erano presentati, non invitati e chiesero di suonare.”
Rapporti con altre band venete? “I Wops erano nostri amici e ci abbiamo suonato assieme in due occasioni. C'era anche un legame con i Plasticost di Marostica; avevamo inviato una cassetta a Fox, il cantante/deus ex machina che teneva un programma new wave in una radio di Bassano, mi pare, e anche con loro abbiamo suonato assieme.” A proposito, i tuoi 5 pezzi wave italiani preferiti? “Eptadone / Skiantos, Vita di strada / Take Four Doses, Better days / The Wops, Plateau Rosa / Matisse, Il mondo di Suzie W./ Underground Life.”
La meteora dei Modern Model, dalla provincia veneziana, brillati lo spazio di qualche stagione. Imbracciano gli strumenti mossi da un bisogno, da una canzone, dal contesto sociale musicale che ti forma e spinge in quella direzione. Due canzoni in una compilation, qualche concerto, tutto veloce. E poi come finiscono queste situazioni? “Nel nostro caso con il servizio militare, prima il batterista e dopo il disco partii io. Al ritorno avevamo perso le motivazioni, capita. Tieni presente che eravamo tutti compagni di banco dalle elementari e quindi soprattutto amici. Siamo sempre stati in contatto e nel 2009 abbiamo riformato i TMM (vedi pagina FB), riarrangiando pezzi vecchi e componendone di nuovi con altri componenti; con questa formazione ho suonato fino al 2015 poi basta. Oggi loro continuano ancora e ci frequentiamo.”
Grazie a Giuseppe Chinellato per la disponibilità
mercoledì 28 luglio 2021
IL MANCATO CONCERTO DI JOHNNY THUNDERS & THE HEARTBREAKERS A SANTHIA'
Il 23 dicembre 1977 Johnny Thunders & The Heartbreakers avrebbero dovuto esibirsi allo Sporting Club di Santhià (Vc). Gruppo di spalla i Decibel di Enrico Ruggeri.
Poteva essere il primo concerto punk di un gruppo straniero in Italia ma la serata non si concretizzò, suonarono solo i Decibel.
Sul web circolano due versioni dell'accaduto: nell'autobiografia "Sono stato cattivo", Enrico Ruggeri dice che gli Heartbreakers lasciarono Santhià nel pomeriggio.
Nel libro "La storia del Punk", Stefano Gilardino scrive che il gruppo non riuscì ad ottenere il lasciapassare dai doganieri svizzeri.
Qual è la verità?
Il primo concerto punk straniero fu poi l'accoppiata Stranglers / 999 al Picchio Rosso di Formigine (Mo) nel luglio 1978 (se ne parla diffusamente in un articolo di questo blog), seguito da Adam Ant a Milano, ottobre 1978.
Lo Sporting Club di Santhià è un locale ancora celebrato e ricordato da quelle parti: vi suonò Ray Charles nel 1978, oltre a tutti i big tra i cantautori italiani. Ancora attivo fino all'arrivo della pandemia con il nome di Beverly Hills (cambio di denominazione avvenuto negli anni '90).
sabato 12 giugno 2021
PAUL WELLER - FAT POP
A me ovviamente fa piacere se Paul Weller manda fuori un disco all'anno, l'altro giorno dicevo ad un mio amico che prendere il disco di Weller è come prendere le pastine alla domenica, un buon piacere della vita.
Però è giusto scendere dalla sedia del fanatico e valutare un attimo oggettivamente il tutto: vero che c'è stata la pandemia e ovviamente non c'è stata possibilità di andare in tour, però boh, forse non era così necessario buttare fuori un album un anno dopo "On Sunset", ecco.
Da apprezzare se vista in ottica "espressione urgente" come potevano essere i due dischi che i Jam fecero nel 1977, ma non voglio tirare in ballo scomodi paragoni temporali.
Weller ha fatto un capolavoro nel 2018 con "True Meanings", uno dei dischi top five della sua carriera solista. Non dico che debba fare solo capolavori, ci sta fare anche dei dischi interlocutori, il problema è che quel disco era già "On Sunset" uscito un anno fa. E con questo siamo a due dischi interlocutori.
Mi faccio una fantasia su un disco unico tra "On Sunset" e "Fat Pop" e verrebbero fuori 10/12 pezzi di gran livello.
Beninteso che stiamo parlando di uno che si è sempre mantenuto su buoni livelli e che un ampia sufficenza la strappa anche con "Fat Pop". Però, ecco, giusto chiedersi cosa sarebbe se Weller facesse tre dischi in dieci anni e tutti e tre capolavori. Meno quantità. Con la carriera che ha avuto il nostro è una cosa che potrebbe permettersi. Anche perchè ci si riallaccia alla validità contemporanea del formato album: ha ancora un senso un disco ogni due anni?
martedì 13 aprile 2021
I RAGAZZI NON PIANGONO
lunedì 29 marzo 2021
POLICE & THIEVES?
Mi son sempre piaciuti i Police, cinque album in sei anni (e che album), il concerto a Reggio Emilia il 3 aprile del 1980 con di spalla i Cramps, la recensione di Pier Vittorio Tondelli di quella serata, la canzone degli Offlaga Disco Pax relativa.
Pur essendo pienamente new wave non vengono quasi mai citati, considerati troppo commerciali forse? Bah, non sono problemi che mi riguardano. Come se il fatto di porsi a destra dei Clash fosse un problema. Resta il fatto che il loro percorso ricorda molto quello di Clash e Jam. Stessa durata di carriera, sei/sette anni, album con una progressione stilistica, scioglimento all'apice. Ok, con i Clash questo non è accaduto, facciamo finta si siano sciolti in gloria dopo Combat Rock del 1982. Però con i Police ed i Jam si, senz'altro.
I rapporti dei Police con il giro punk iniziale non erano proprio benevoli, erano visti come degli intruders, degli approfittatori. In un certo senso è vero, giravano già intorno alla trentina, Andy Summers, il chitarrista, nei 60's gia suonava nei club di Soho con Zoot Money's Big Roll Band, roba seguita dai mods.
Diciamo che approfittano del reset imposto dal punk per creare un loro suono che comunque non lesina in immediatezza e verve, anche nei pezzi più costruiti. Regatta de Blanc: reggae dei bianchi. Leggevo tempo fa che uno dei punti di confronto rispetto ai Clash era nell'utilizzo della ritmica reggae: ok nei Clash perchè si immergevano culturalmente in quel suono, non andava bene dei Police perchè estraevano il suono dal suo contesto mantenendone solo i caratteri tecnici. Appropriazione culturale indebita. Non so, fa riflettere comunque che anni fa si discuteva della musica in questi termini. Adesso a chi interesserebbe una discorso teorico del genere? Si diceva che era una sorta di "turismo musicale". Non sono troppo d'accordo, dei Talking Heads cosa dovremmo dire? La new wave è anche questo, mica per forza devi partecipare al carnevale di Notting Hill per suonare un pezzo reggae. Che poi i Police non suonavano certo reggae tout court. Anche Bob Marley, per certi versi, rese più bianco il suono del reggae.
mercoledì 17 marzo 2021
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, UN MIRACOLO DEL NORDEST
giovedì 25 febbraio 2021
STYLE COUNCIL AL FESTIVALBAR , 1987
5 settembre 1987, una sera di tarda estate, Italia, Arena di Verona, Style Council, Festivalbar.
Weller in giacca blu, camicia blu bottoni bianchi, pantaloni bianchi, mocassini.
Dee C Lee in t shirt a righe biancoblù.
Esiste qualcosa di maggiormente idealizzabile di tutto questo?
L'unico commento presente su YouTube sotto il video è di una bellezza struggente. Dice:"Macchina del tempo fammi morire in questo preciso momento".
C'erano già stati nel settembre del 1985 gli Style Council al Festivalbar con "Walls come tumbling down": neanche due mesi prima l'avevano suonata a Wembley, al Live Aid.
Il 30 agosto 1987 invece, sei giorni prima dell'Arena, suonarono a Mira (Ve), al Superdancing Marmellata lungo la Strada Romea. Altro grande flash dagli anni ottanta di provincia.
Erano in giro a presentare "The Cost of Loving". "Wanted" uscì come singolo: un modern soul agrodolce a tema sentimentale.