THE (BEAUTIFUL) SLEEPING CITY
ITALIAN WAVE CONNOISSEURS
FHETOLDS - STIMOLATION
Wave precisa e danzabile nelle case del Popolo di Pordenone adibite ad uso e consumo della gioventù naoniana. I Devo alla Zanussi. Presente nella compilation manifesto "The Great Complotto", 1980.
BAND AID - A TOUR IN ITALY
Un weekend postmoderno con Tondelli a Lecce e poi via sull'Adriatica fino a Bologna, indirizzo Italian Records.
FRIGIDAIRE TANGO - RECALL
Asse Cittadella / Bassano del Grappa, registrata nella cittadina murata, ideata poco più a nord. Gelo e serate con i Sound a Nove (Vi).
VIOLET EVES - IT SEEMS LIKE BLUE
Rimini come Nashville, il suono della Riviera (balearico? Adriatico!).
TOMMY DE CHIRICO - TUXEDO DANCE
Nei laboratori di Torino, maneggiando la nuova calda tecnologia.
RENDEZVOUS RAVAGE - UNA STAGIONE PER NOI
Mods Pordenone, "Il mondo finirà di notte" con sopra un disco dei Jam. Dodici mesi di inverno a Pordenone.
DIRTY ACTIONS - BANDANA BOYS
Le Silure d'Europe dalla costa ovest in gita in barca a New York a vedere i Clash a Times Square, 1981: "Wild boys loves the rhythm!
STATE OF ART - REASONS
Milano ritmicittà, un Orange Juice alla Factory.
Non c'è il video, comprate il disco!
UMBERTO SEBASTIANO - IL MONDO FINIRA' DI NOTTE
Capita di perdersi dietro ai propri sogni, alle proprie idealizzazioni. Tipo l'anno scorso che uscì un nuovo disco dei Band Aid, band leccese fine anni '70 / primi '80, legami con Italian Records, citati da Tondelli in "Un Weekend Postmoderno". A giugno dell'anno scorso avevo preso il 12" "A Tour in Italy" al Disco d'Oro (e dove sennò?), poi a novembre mi era arrivata voce che si, proprio loro, erano in uscita con un nuovo disco dopo trentacinque anni di silenzio. Cose che ti riempiono il cuore. Credo uno dei motivi per cui non mi è mai evaporata la magia della musica, delle scene, dei collegamenti.
La stessa cosa mi è capitata quest'anno quando ho scoperto su Rumore che Umberto Sebastiano aveva scritto un romanzo ambientato nella scena del Great Complotto Pordenone. Era domenica, il giorno dopo alle 9.00 ero già al telefono per ordinarlo dalla mia libreria di fiducia. Comprateli in libreria i libri, cazzo, non alimentate tutta 'sta palla di individualismo consumista con consegne a domicilio, corrieri nuovi schiavi, cartoni, rifiuti. I libri si prendono in libreria, i dischi al negozio di dischi, i vestiti al negozio apposito. Facile, pulito.
Ritornando a noi, chi è Umberto Sebastiano? Il cantante dei Rendezvous Ravage, cult band autore dell'inno "Una Stagione per Noi" (Un'inverno a Pordenone), uno dei pezzi più belli del Great Complotto ma direi pure della wave italiana. Pezzo citato e omaggiato dai Tre Allegri nel 2001 in "Prova a star con me un'altro inverno a Pordenone".
Cerchi che si chiudono, anni a controllare periodicamente se c'erano news su Band Aid o Rendezvous Ravage e poi succede questo.
Il romanzo, "Il mondo finirà di notte", è bellissimo, inutile dirlo. Ci sono i gruppi, il fermento, il Molo, il contesto sociale, gli ascolti, la violenza. Tipo che i Rendezvous Ravage (che in questo romanzo si chiamano Ribelli Cromati come il gruppo successivo di Sebastiano, mid 80's, milanesi credo) hanno come nume tutelare i Jam, il mod revival, gli Who e i pezzi Tamla Motown. Signori, i Mods di Pordenone.
Che bellezza il Great Complotto, ogni tanto mi trovo a pensare che sono orgoglioso del fatto che sia successo vicino a casa mia: che scena! E qualche propaggine c'è ancora oggi, i Tre Allegri, i Sick Tamburo, il libro di Sebastiano, i concerti fighi in città. Gloria a voi.
PAUL WELLER: OUR FAVOURITE BOOKS
Smash Hits, 1982
Il libro: The Collected Essays, Journalism and Letters of George Orwell
"Mi piace la sua idea di socialismo, penso che abbia un bel po' di senso comune, di senso pratico."
1987
I libri
Xavier Holland - Magic Mushrooms
Robert Tressell - Ragged Trousered Philanthropists
D.H. Lawrence - Lady Chatterley's Lover - L'amante di Lady Chatterley
Alberto Moravia - Two Women - La Ciociara
Brendan Behan - Borstal Boy - Ragazzo del Borstal
Kurt Vonnegut - Slaughterhouse 5 - Mattatoio n. 5
Wienkel - Diary Of My Bottom (?)
Diostchekov - Plums From Heaven - (?)
George Orwell - Lion and the Unicorn - Il leone e l'Unicorno
Xavier - If You Do It Anymore I'll be Sick - (?)
Il libro: Absolute Beginners - Colin MacInnes
"Un libro che ha ispirato un'intera generazione"
GLI ESORDI DELLA NEW WAVE FIORENTINA
BAND AID 2020
JESUS AND MARY CHAIN PUNK ROCK MIXTAPE
TONDELLI, IL NEW COOL E IL RITORNO ALL'ORDINE
LA CARRARESE E LA FERRIERA DI CITTADELLA
ECHI DAGLI ANNI OTTANTA: I MODERN MODEL E LA NEW WAVE VENEZIANA
Sto leggendo in questi giorni il bel libro di Stefano Gilardino, “Shock Antistatico”, dedicato alle varie scene regionali italiane in ambito post punk 1979/1985. Nella sezione veneta viene tributato il giusto riconoscimento ai Frigidaire Tango di Bassano del Grappa, si parla in maniera esaustiva dei Wax Heroes di Treviso e un buon capitolo è dedicato al giro veneziano. Una piccola scena, magari non così pubblicizzata o idealizzata, ma in grado di lasciare valide testimonianze, vedi la compilation “Samples Only”, la vitalità della fanzine “Rockgarage”, i Death in Venice: “Siamo anche stati contattati dall’etichetta di Samples Only ma eravamo su due orizzonti diversi, loro erano orientati all’elettronica e non se ne fece niente. I Death in Venice erano dell’area veneziana, che noi dalla periferia non frequentavamo, già arrivare a Mestre era una cosa sporadica, ne sentivamo parlare ma non siamo mai stati in contatto. Il collettivo di Rockgarage credo sia stato un gran esempio di autoproduzione, autogestione della creatività. Era uno dei loro obiettivi, gestire totalmente la produzione e la comunicazione artistica, tramite il giornale, i dischi, la gestione di un locale. Andrebbe analizzato e studiato ancora oggi.”
E’ stato tutto molto veloce: in un anno abbiamo formato la band, trovato una rivista che ci ha fatto fare concerti e stampato un disco.”
La nuova onda che fa breccia in provincia attraverso i canali mediatici del periodo: “Io ascoltavo le radio private/libere della fine degli anni ’70, in gran parte passavano “mainstream”, quindi rock e discomusic.
Ho un ricordo nitido però: dopo che la parola “punk” iniziava a girare ma era indefinita, in una trasmissione di una radio di Mestre, un dj mise Satday night in the city of Dead degli Ultravox presentandola appunto come un brano punk.
Mi risuonò in testa per giorni e giorni ma solo dopo arrivarono i Sex Pistols, Patti Smith etc etc. Sono ancora grato per quella canzone.”
Si innesca così quel meccanismo comune a migliaia di adolescenti: l'entusiasmo e l'eccitazione verso il nuovo, l'interiorizzazione, che ti spingono a metterti in gioco in prima persona, a cercare di replicare quell'energia con una tua band: “Siamo stati tutti autodidatti, c’erano altri gruppi che si stavano formando tra le nostre conoscenze e prendendo inizialmente degli strumenti a noleggio abbiamo provato anche noi. Loro cercavano di fare la cover di More than a feeling dei Boston, noi I don’t care dei Ramones… I gruppi che ci piacevano/ispiravano erano i Cure, i Ramones, i Jam, ma soprattutto i Clash.”
Un punto che mi interessa approfondire è quello legato alla possibilità di esibirsi che queste band della nuova onda avevano: le nuove sonorità attecchirono si nel mondo giovanile, ma immagino che la realtà esterna non fosse sempre compiacente, soprattutto in contesti periferici non caratterizzati da uno sviluppo organizzativo diffuso. La Pordenone del Great Complotto fu un caso anche e soprattutto per questo motivo: una piccola realtà di provincia con peso cittadino e riconoscimento sociale. Si riusciva a suonare in maniera continuativa o solo esibizioni sporadiche? “Alla fine in tutto, con la formazione del disco, abbiamo fatto 4 concerti; devo dire che siamo stati sempre contattati tramite Rockgarage, non eravamo noi gli organizzatori. Non era così facile fare concerti, soprattutto se suonavi new wave. Ho in mente due episodi: al 1° concerto al cinema Dante di Mestre (maggio 1982) dopo 3 o 4 canzoni uno dello staff, tra un brano e l’altro, si avvicina al palco a mi chiede per quanto ancora dobbiamo suonare…(si erano già stufati?).
Ricordo anche che ad Oriago (Ve) prestammo gli strumenti ad un gruppo hardcore di Chioggia, gli Antisbarco, che si erano presentati, non invitati e chiesero di suonare.”
Rapporti con altre band venete? “I Wops erano nostri amici e ci abbiamo suonato assieme in due occasioni. C'era anche un legame con i Plasticost di Marostica; avevamo inviato una cassetta a Fox, il cantante/deus ex machina che teneva un programma new wave in una radio di Bassano, mi pare, e anche con loro abbiamo suonato assieme.” A proposito, i tuoi 5 pezzi wave italiani preferiti? “Eptadone / Skiantos, Vita di strada / Take Four Doses, Better days / The Wops, Plateau Rosa / Matisse, Il mondo di Suzie W./ Underground Life.”
La meteora dei Modern Model, dalla provincia veneziana, brillati lo spazio di qualche stagione. Imbracciano gli strumenti mossi da un bisogno, da una canzone, dal contesto sociale musicale che ti forma e spinge in quella direzione. Due canzoni in una compilation, qualche concerto, tutto veloce. E poi come finiscono queste situazioni? “Nel nostro caso con il servizio militare, prima il batterista e dopo il disco partii io. Al ritorno avevamo perso le motivazioni, capita. Tieni presente che eravamo tutti compagni di banco dalle elementari e quindi soprattutto amici. Siamo sempre stati in contatto e nel 2009 abbiamo riformato i TMM (vedi pagina FB), riarrangiando pezzi vecchi e componendone di nuovi con altri componenti; con questa formazione ho suonato fino al 2015 poi basta. Oggi loro continuano ancora e ci frequentiamo.”
Grazie a Giuseppe Chinellato per la disponibilità
BASTOGNE 25
LA NOVI VAL, LA NUOVA ONDA JUGOSLAVA
Per scrivere della Novi Val (la nuova onda, la new wave jugoslava) scelgo un approccio su base territoriale, credo l'unico possibile, a meno che non si proceda in ordine cronologico a zig zag tra le varie scene locali. Considerando che questo vuole essere un reportage di presentazione della scena, una sorta di infarinatura generale basata anche sui miei gusti personali, scelgo l'indagine territoriale, e metto dei paletti cronologici: direi 1976/1984, solitamente lo spazio temporale entro il quale viene racchiuso il movimento new wave originale. Si parte dal punk, certo, anche perchè senza punk non si avrebbe poi il post punk. Sembra una banalità ma è meglio ricordarlo.
Bosnia e Macedonia non sono presenti: ci sarebbe qualcosa da approfondire, nulla di epocale tranne i Bijelo Dugme (la band di Goran Bregovic), ma c'entrano poco con wave e derivati.
Lubiana
I Pankrti si formano già nel 1977, in contemporanea con i fermenti Uk e Usa.
Inizialmente fautori di un classico punk '77 in stile Sex Pistols / Clash, un singolo iniziale nel 1978 e album rilasciati dal 1980 al 1987.
Nel 1978, al Palazzetto Hala Tivoli, si esibirono in una data del loro tour Stranglers e 999; nel 1981, invece, toccò a Siouxsie & the Banshees.
Lubiana è presente in grande stile sulla storica compilation “Novi Punk Val” del 1981, fotografia della prima scena punk sloveno/croata, con Pankrti, Grupa 92, Berlinski Zid e Buldogi: espressionismo punk e primi vagiti post condensati in pezzi veloci e rabbiosi, a testimonianza di una piccola scena vitale ed attiva.
Successivi a questa prima onda, i Borghesia iniziarono nel 1983 ed hanno una carriera che arriva fino ai giorni nostri, con una new wave in zona EBM. Citati spesso dai CCCP come influenza per la propria visione: chiamarsi Borghesia in un paese socialista..
Altro gruppo fondamentale, e conosciuto in tutto il mondo, sono i Laibach, con il loro suono ostico industrial avantgarde.
Zagabria
Azra sono tra i nomi grossi della scena balkan, un suono personale chitarristico con marcate influenze localistiche.
Tra i prime movers della scena troviamo i Prljavo Kazaliste: a me ricordano un po' i Decibel di Enrico Ruggeri con un primo album punk e il secondo già in pieno territorio new wave, quella melodica tra power pop e ska, camicie bianche e cravatte strette.
Gli Haustor sono fautori di una new wave mediterranea, ritmica e dagli influssi balcanici, per certi versi non distante da certe cose dei nostri Litfiba degli inizi. Quattro album molto ben riusciti nel corso degli anni '80. A Rovigno c'è un baretto in spiaggia che mette vinili, li conoscevo già e mi è capitato di ascoltarli in quel contesto: una bella situazione.
I Psihomodo Pop si formarono nel 1983 e raggiunsero un certo successo qualche anno dopo come una sorta di Ramones jugoslavi. Melodie Ramones ma non solo, bei dischi e una carriera ancora attiva.
Aprirono il concerto dei Ramones a Zagabria e Lubiana nel 1990, con i venti di guerra che soffiavano sempre più forte.
Da tener presente il primo disco dei Film, 1980, power pop frizzantino.
Zagabria era inoltre sede della Jugoton Records, la più importante casa discografica jugoslava. Dopo la dissoluzione del Paese, cambiò il suo nome in Croatia Records ed è ancora attiva come etichetta, oltre che record shop in centro città. Molto bella la compilation "Electronic Jugoton, Synthetic Music from Jugoslavia 1964-1989", con dentro nomi noti ed altri meno.
Nel 1981, alla Biennale musicale, si esibirono Gang of Four e Classix Noveaux accompagnati da Haustor, Elektricni Orgazam, Sarlo Akrobata (entrambi da Belgrado) e Laboratorija Zvuka (Novi Sad).
Fiume
Fiume è terra dei Paraf, assieme ai Pankrti tra i precursori della scena punk jugoslava. Si formano nel 1976 e il primo storico concerto lo tennero presso Palazzo Modello in città (edificio monumentale sede della biblioteca e del circolo Italiano di cultura). Inizialmente puro punk '77, il suono si evolve in una fredda new wave elettronica a partire dal secondo album, “Izleti”, del 1981.
A Fiume, nel Rione Belvedere, alla vigilia del primo concerto a Palazzo Modello, gli stessi membri del gruppo tracciarono con vernice su una scalinata la scritta “Paraf Punk”: ebbene nel 2018 il graffito è stato restaurato e dichiarato bene culturale tutelato.
A Fiume troviamo anche i Termiti, tre pezzi di grezzo punk 77 sulla compilation Novi Val del 1981 (presenti anche i Paraf).
Belgrado
A Belgrado parte tutto con la compilation Paket Aranzman del 1981, considerata uno dei dischi caposaldo della Novi Val. Dentro ci sono i Sarlo Akrobata, influenzati da Police, Elvis Costello, Xtc, Jam, Idoli e Elektricni Orgazam, con dei pezzi in piena zona post punk.
I Sarlo Akrobata (traduzione slava di Charlie Chaplin) fanno un album nel 1981 e poi si dividono in due tronconi: Ekaterina Velika e Disciplina Kickme. Entrambi fondamentali, i primi con un gusto wave psichedelico, anche qua vengono in mente certe cose dei Litfiba. I secondi con delle buone ibridazioni crossover.
Gli Elektricni Orgazam sono fautori di una carriera molto versatile, partiti con un primo album di wave elettronica, il secondo un po' Iggy Pop/Clash, poi approdati a degli album quasi psichedelici. Un gran gruppo, tra i fondamentali, da ascoltare.
“Odbrana i Poslednji Dani” (“L'apologia e l'ultimo giorno”) il secondo Lp degli Idoli, è stato insignito da Rolling Stone come “miglior album del rock jugoslavo”,
Su Impatto Sonoro il disco viene così spiegato: “Lavoro dichiaratamente non commerciale, è un concept album basato sull’omonimo libro di Borislav Pekić nel quale i risvolti psicologici dell’alienazione e le turbe dell’anima del personaggio ai tempi della Seconda Guerra Mondiale vengono trasfigurate dagli Idoli sullo sfondo dell’ortodossia urbana belgradese contemporanea, in quello che è – a parere di chi scrive – tra gli album più originali e ambiziosi di sempre: cupo, imperioso eppure a suo modo catchy, è realmente la realizzazione di un linguaggio unico e, se l’accoglienza fu inizialmente abbastanza fredda anche per gli effetti collaterali dei motivi sopracitati, è ormai da decenni considerato da critica e pubblico il più grande album del rock Made in YU.”
Novi Sad
Pekinska Patka: puro punk 77 sguaiato al debutto, cold wave nel secondo disco. Il primo gruppo della Novi Val che abbia mai ascoltato!
Laboratorija Zvuka: un collettivo, formato da sette elementi e dal suono pop wave.
I RAGAZZI NON PIANGONO
POLICE & THIEVES?
Mi son sempre piaciuti i Police, cinque album in sei anni (e che album), il concerto a Reggio Emilia il 3 aprile del 1980 con di spalla i Cramps, la recensione di Pier Vittorio Tondelli di quella serata, la canzone degli Offlaga Disco Pax relativa.
Pur essendo pienamente new wave non vengono quasi mai citati, considerati troppo commerciali forse? Bah, non sono problemi che mi riguardano. Come se il fatto di porsi a destra dei Clash fosse un problema. Resta il fatto che il loro percorso ricorda molto quello di Clash e Jam. Stessa durata di carriera, sei/sette anni, album con una progressione stilistica, scioglimento all'apice. Ok, con i Clash questo non è accaduto, facciamo finta si siano sciolti in gloria dopo Combat Rock del 1982. Però con i Police ed i Jam si, senz'altro.
I rapporti dei Police con il giro punk iniziale non erano proprio benevoli, erano visti come degli intruders, degli approfittatori. In un certo senso è vero, giravano già intorno alla trentina, Andy Summers, il chitarrista, nei 60's gia suonava nei club di Soho con Zoot Money's Big Roll Band, roba seguita dai mods.
Diciamo che approfittano del reset imposto dal punk per creare un loro suono che comunque non lesina in immediatezza e verve, anche nei pezzi più costruiti. Regatta de Blanc: reggae dei bianchi. Leggevo tempo fa che uno dei punti di confronto rispetto ai Clash era nell'utilizzo della ritmica reggae: ok nei Clash perchè si immergevano culturalmente in quel suono, non andava bene dei Police perchè estraevano il suono dal suo contesto mantenendone solo i caratteri tecnici. Appropriazione culturale indebita. Non so, fa riflettere comunque che anni fa si discuteva della musica in questi termini. Adesso a chi interesserebbe una discorso teorico del genere? Si diceva che era una sorta di "turismo musicale". Non sono troppo d'accordo, dei Talking Heads cosa dovremmo dire? La new wave è anche questo, mica per forza devi partecipare al carnevale di Notting Hill per suonare un pezzo reggae. Che poi i Police non suonavano certo reggae tout court. Anche Bob Marley, per certi versi, rese più bianco il suono del reggae.
STYLE COUNCIL AL FESTIVALBAR , 1987
5 settembre 1987, una sera di tarda estate, Italia, Arena di Verona, Style Council, Festivalbar.
Weller in giacca blu, camicia blu bottoni bianchi, pantaloni bianchi, mocassini.
Dee C Lee in t shirt a righe biancoblù.
Esiste qualcosa di maggiormente idealizzabile di tutto questo?
L'unico commento presente su YouTube sotto il video è di una bellezza struggente. Dice:"Macchina del tempo fammi morire in questo preciso momento".
C'erano già stati nel settembre del 1985 gli Style Council al Festivalbar con "Walls come tumbling down": neanche due mesi prima l'avevano suonata a Wembley, al Live Aid.
Il 30 agosto 1987 invece, sei giorni prima dell'Arena, suonarono a Mira (Ve), al Superdancing Marmellata lungo la Strada Romea. Altro grande flash dagli anni ottanta di provincia.
Erano in giro a presentare "The Cost of Loving". "Wanted" uscì come singolo: un modern soul agrodolce a tema sentimentale.
CHELSEA AGGRO! IL TIFO PER I BLUES NEL GIRO PUNK
Si racconta che un giorno, poco dopo l'uscita di London Calling, lasciando lo Stamford Bridge un sabato pomeriggio andò in un vicino negozio di dischi, dove trovò qualcosa di ancora più preoccupante del coltello dei fans del West Ham: si accorse che una copia dei London Calling era in vendita a 7,99 mentre i Clash avevano detto che non si sarebbe dovuto vendere per più di 5 sterline, il costo di un singolo album. Furioso, Strummer assalì il proprietario del negozio fino a quando il prezzo non fu portato a quanto precedentemente concordato. Poi si riunì ai ranghi dei fans che tornavano a casa dopo aver sostenuto il Chelsea.
Un altro musicista dentro alle dinamiche della Shed del tempo è Suggs dei Madness:
"Ti svegliavi nervoso e andavi a letto nervoso. Sai, prendi la metro e improvvisamente è piena di Hammers, potresti essere preso a calci dappertutto. Una volta uno dei nostri sparse biglie sull'asfalto facendo volare i cavalli della polizia, ne seguì una battaglia degna di quella di Agincourt. Col Millwall al Den dissi al mio amico di nascondere la sciarpa e andammo a vederci la partita nella curva di casa!"
"I remember standing in the shed corrugated iron roof over my head / Shivering on the concrete step in the rain, the place has changed but the songs are the same: ALLO ALLO ALLO CHELSEA AGGRO!”
NEW ORDER PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, 1982
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Articolo del Corriere del Giorno |
Dal 16 al 22 giugno 1982 i New Order effettuarono il loro primo tour italiano. Come ben sappiamo erano attivi dal 1980 in seguito alla morte di Ian Curtis: con i Joy Division le uniche sortite fuori dal Regno Unito erano state due date singole a Bruxelles e Parigi nel 1979 e un mini tour tra Olanda, Germania e Belgio nel gennaio del 1980. Si dice fosse in programma un supposto tour europeo nell'autunno del 1980 ma con Ian Curtis fuori dai giochi non se ne fece, ovviamente, nulla.
Giugno 1982: debutto al Tenax di Firenze il 16 (locale storico della new wave fiorentina), il 17 al Piper di Roma, il 18 al Palazzetto Tursport di Taranto, due giorni di dayoff (trascorsi al mare, la loro successiva "The Beach" si dice sia stata ispirata dalla spiaggia di Taranto, per Sumner "il ricordo più bello della tournee") e per concludere Palazzo dello Sport di Bologna il 21 e Rolling Stone di Milano il 22.
Gruppo di apertura per tutto il mini tour furono i bolognesi Surprize!, unica band italiana ad avere un disco stampato da Factory Benelux, l'ottimo 12" "In Movimento" del 1984, registrato a Manchester e prodotto da Bernard Sumner dei New Order e Donald Johnson degli A Certain Ratio: il contatto propiziatorio con Sumner avvenne proprio durante il tour. E' una storia interessante quella dei Surprize!, pressochè quasi dimenticata: una new wave molto ritmica, atmosferica, tribale in alcuni momenti. Consiglio la bella raccolta uscita proprio su Factory Benelux con dentro tutte le loro incisioni.
Tornando ai New Order, la scaletta del tour prevedeva un mix tra i brani di "Movement" (1981) e i singoli rilasciati fino a quel momento. Vediamo ad esempio quella del Tenax: "Dreams Never End, 586, Procession, Chosen Time, Truth, Senses, Ultraviolence, Everything's Gone Green, Temptation".
A Taranto all'epoca c'era una bella scena wave, concerti importanti, band locali: da ricordare a proposito il disco split realizzato con le band del Great Complotto Pordenone nel 1984.
C'è anche un libro che parla del giro tarantino: "'80, New Sound, New Wave" di Giuseppe Basile.
Da considerare che il mese precedente nelle stesse città (oltre che a Livorno, Messina e Palermo) si esibirono i Bauhaus, giusto per far presente il grado di proposta concertistica del periodo.
Esistono svariati bootleg delle date del tour, si trovano in giro nel web.
AUTORIDUZIONE! I MADNESS A PADOVA NELL'OTTOBRE 1980
I MET HER AT THE RAT - BOSTON ROCK'N'ROLL CLUB
THE MANGES - PUNK ROCK ADDIO
"Punk Rock Addio" è una specie di saga nera su eroi finiti, tossici, solitari, gente problematica, sottoculture. Qualcuno diceva "essential punk for dark times": ecco, direi che la definizione calza.
E' un disco che di questi tempi suona particolarmente bene, soprattutto a causa del periodo storico oggettivo in corso: dirò di più, sembrerebbe scritto appositamente a colonna sonora del periodo stesso, nonostante fosse già stato registrato a marzo.
Il suono che lo sostiene è punk rock Ramones / Riverdales al 100%, tranne "Tootsie Rolls" che è in stile Giuda, credo un divertissement, non so se magari indotto dal fatto che l'album sia stato registrato dal loro chitarrista, Moretti.
"Paninaro" è un bignami pop subculturale, "Ice Capades" era come come volevo chiamare la mia band, "Chinese Dragons" è Dee Dee Ramone 1991 New York, fuori dal gruppo e a spasso per New York.
E' un disco breve, finisce in fretta e ne vorresti ancora, che poi è un po' quell'effetto che danno i Ramones.
Molto bella la confezione digipack, il booklet, i disegni: un lavoro che esprime cura e passione do it yourself.