lunedì 31 maggio 2021

BASTOGNE 25


L'ultimo concerto pre pandemia del 2020 l'avevo visto a Bologna, proprio al Locomotiv nel gennaio dello scorso anno.
Nell'estate 2020 c'è stato qualcosa d'interessante, Sergio Caputo e Tullio De Piscopo a Cittadella, ma oggi 29 maggio si rimette il naso fuori di casa in maniera compiuta e si torna a Bologna per la serata evento in occasione del venticinquennale di Bastogne. 
Libro stracult, borderline, pieno di riferimenti musicali alternative: l'idea è quella di trasportare dalle pagine cartacee alla realtà alcuni dei protagonisti musicali citati.
Concept straordinario, quando vado in bagno a pisciare a metà serata uno che non conosco me lo conferma: "Il concept è pazzesco", dice.
L'Arena Puccini è un cinema all'aperto nel complesso del Dopolavoro Ferroviario, la stessa che ospita il Locomotiv, il Kinotto Bar, campi di calcetto e tennis. Bologna su questo è sempre all'avanguardia, da noi in Veneto ancora non ci siamo arrivati, probabilmente con uno spazio così a disposizione ci avrebbero fatto case, appartamenti. Con la cultura non ci mangi, ti insegnano mentendo. A Bologna invece sin dalla scena dell'Italian Records di fine anni '70 se la passavano piuttosto bene.
Il primo ad esibirsi è il grande vecchio Dandy Bestia, mi fa piacere vederlo in piedi, fa quattro canzoni, "Karabignere blues", "Gli Italiani son felici", "Sbarbine", "Sono un ribelle mamma". Fa il suo, chitarra elettrica e basta, suono Rolling Stones. 
Alberto Camerini è in formissima, bisognerebbe dargli un programma radio per la dialettica imprevedibile ed avventurosa, svaria mentalmente tra una canzone e l'altra, e che canzoni poi, "R'n'r Robot", "Tanz Bambolina", "Maccheroni Elettronici", "Computer Capriccio". Fantastico. Estate italiana, siamo nel 1983, nell'aria si libra profumo di pizza, t shirt a righe, positivismo, fiducia nel futuro. In classifica ci sono  Camerini e i Righeira. E noi siamo ad una sorta di Festivalbar dei sogni. Quindi adesso tocca a Johnson Righeira. Hit italo/spagnole "No tengo dinero" e "Vamos a la playa", concessione sanremese con "Innamoratissimo" e gran finale con "L'estate sta finendo", una delle più belle canzoni italiane scritte? Secondo me si. Come secondo me Enrico Brizzi è uno dei più grandi scrittori italiani viventi. Lo vediamo prendersi la scena con tanto di band, sotto una base a volte rock'n'roll ("SuperTognazzi"), a volte post rock  ("Cousin Jerry"), declama parti del libro per cui è in atto questa celebrazione. E in quel libro non c'è una parola fuori posto, non c'è niente meno che essenziale.
Mezz'ora buona di Enrico Brizzi e YuGuerra, YuGuerra in stile mod, The Face, con la riga da parte, completo blu tre bottoni, Fred Perry azzurra, scarpe in cuoio inglese. Enrico Brizzi più sull'alternative stradaiolo 90s, tracktop Adidas Jamaica, Fred Perry, tre striscie ai piedi. Lo stile delle sottoculture, la musica, i riti, quel tipo di socialità. Sono cresciuto in quell'ambiente, lo portiamo avanti a modo nostro, non lo facciamo morire, diamo ancora importanza a tutto questo. Ovvio che una serata così è una celebrazione di tutto questo mondo, il nostro.
Bat Matic mi dispiace perderlo, vado a prendere una birra, sento "Mamma dammi la benza" dal baldacchino del bar. Ora è un Festivalbar che prevede un solo pezzo per cantante, si corre un po' per esigenze di copione e coprifuoco. "Ed ora Steno dei Nabat con Laida Bologna".
Gran finale, con Brizzi che sale nella parte finale per cantarla assieme.
Serata strepitosa, è forse stata un sogno?
 

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