mercoledì 22 aprile 2020

STROKES, 2002

Nel 2002 avevo 16 anni ed era un buon momento per il r'n'r, era uscito il primo degli Strokes che ci si passava a scuola tramite passaparola, poi gli International Noise Conspiracy, gli Hives. Davvero un buon momento, roba di qualità da vivere in diretta. Contemporaneamente c'era anche tutta la riscoperta dei grandi classici, tutto un mondo, che ne so, il primo dei Devo, "Doolittle" dei Pixies, "Transformer" di Lou Reed.
Di cd ne compravo, un paio ogni mese, però i soldi erano quello che erano, la curiosità tanta e alcuni cd si masterizzavano. Niente di male, una volta si facevano le cassette, no? Stessa cosa, contava l'intensità dell'ascolto, come e quanto ti entrava. E comunque era sempre un oggetto fisico, non liquido.
In questi giorni gli Strokes han rilasciato un gran bel disco, "The New Abnormal". I negozi di dischi son chiusi, non ho voglia di comprarlo on line, magari lo compro quando riapriranno.
Intanto però me lo sono scaricato, l'ho masterizzato su un cd vergine e mi tiene compagnia a casa e in macchina. Un po' come se fosse il 2002.

domenica 12 aprile 2020

UNO SGUARDO SU PAOLO HEWITT




Uno sguardo d'insieme sulla produzione di Paolo Hewitt ne rileva la particolarità e la bontà della sua opera: cronache in diretta di fenomeni musical/sociali made in Uk, retrospettive sottoculturali, biografie.
L'associazione mentale che ne viene pensando a lui (madre italiana di Sorrento) è in qualche modo legata a Paul Weller: entrambi di Woking, satellite town a sud ovest di Londra, si conoscono solo nel 1976 quando i Jam sono già realtà e, da lì a qualche anno, nasce una forte amicizia che terminerà poi in maniera burrascosa nel 2007, quando Hewitt pubblicherà "The Changingman", biografia dedicata all'amico. Leggenda vuole che Weller non sarà per nulla soddisfatto del ritratto e i due si allontaneranno (definitivamente?).
Io il libro l'ho letto, in inglese, non è mai stato tradotto in italiano, sebbene qualche titolo di Hewitt lo sia stato nel corso del tempo.
Quel che posso dire è che si tratta senz'altro di una biografia dettagliata, sincera ed evidentemente scritta dall'interno: oltre all'impatto artistico, Hewitt racconta della personalità, dei vizi e delle virtù del protagonista: d'altra parte posso anche capire la reazione di Weller, capisco possa essersi sentito defraudato di alcuni segreti che appartenevano alla sua stretta cerchia amicale.
Qualche anno prima, nel 2000, i due avevano collaborato nella curatela di "Soul Stylists", da noi tradotto con il titolo di "Mods l'anima e lo stile". Bellissimo libro di ricerca sottoculturale particolareggiata, prende in esame l'evoluzione dello stile modernista attraverso le parole dei protagonisti. Si legge di Mods, Skinheads, Soulboys, London Casuals. Una pepita che vi consiglio caldamente di leggere, nel caso non l'aveste mai fatto.
Per chiudere il cerchio del rapporto con Weller, Hewitt aveva esordito nel 1982 proprio con la biografia dei Jam, "A Beat Concerto".
Nel corso degli anni '80 segue i fermenti musicali Uk scrivendo per Melody Maker e Nme.
L'esplosione acid house a fine decade non lo lascia indifferente: "Acida è la notte"è una novella sul periodo '88/'89 e segue le vicende di un gruppo di londoners con la nuova musica urbana e le sue atmosfere a fare da sottofondo e scenario. 150 pagine ascrivibili di diritto alla gloriosa tradizione dei London Books, novelle sociali ambientate nella capitale inglese. Resta, ad ora, l'unico suo exploit di fiction narrativa.
Gli anni '90 lo vedono protagonista con due libri dedicati all'epopea Britpop. Uno è "Getting High", "Oasis fuori di testa", scritto nel 1997 all'apice del fenomeno Gallagher prima della discesa. Meriterebbe senz'altro una ristampa per il valore storico / documentaristico, gli Oasis sono visti da vicino, vengono raccolte dichiarazioni, esternazioni, confidenze in prima persona.
Il secondo libro è "Come ho resuscitato il Brit Rock", dedicato ad Alan McGee e alla Creation Records. Una sorta di lunga intervista ai quadri interni di un etichetta che, da metà anni '80, inizia a rilasciare autentiche pietre miliari Brit Rock. Dovessi mettere i miei tre album Creation mi viene difficile tra Felt, Primal Scream, House of Love, Teenage Fanclub, Boo Radleys, Oasis, SFA, Glen Matlock. Bella scelta.
Ci sono dei libri di Paolo Hewitt mai stampati in Italia che non ho avuto il piacere di leggere, provvederò quando possibile, magari nel prossimo viaggio in Uk se li troverò: uno tra questi è una biografia sul maverick Robin Friday, calciatore inglese degli anni '70.

sabato 4 aprile 2020

IL CONCERTO DEI POLICE A REGGIO EMILIA, 1980



Il 3 aprile 1980 i Police si esibirono, con di spalla i Cramps, al Palasport di Reggio Emilia.
Un concerto simbolo di quel periodo, per l'importanza musicale e il contesto ambientale tumultuoso.
Ci furono infatti, fin dal pomeriggio, scontri, cariche, devastazioni: il motivo? Troppi convenuti rispetto alla capienza consentita, nessuno voleva perderseli.
Durante l'esibizione dei Cramps qualche mugugno da parte del pubblico, immagino non fosse facile trovarsi davanti alla miscela suono/immagine Lux Interior/Poison Ivy.
La scaletta dei Police pescò dai primi due album con qualche anteprima del nuovo "Zenyatta Mondatta" che venne pubblicato ad ottobre 1980.
Tra il pubblico il giovane scrittore reggiano Pier Vittorio Tondelli, fresco di pubblicazione dello scandaloso "Altri Libertini": scrisse una recensione della serata per il Resto del Carlino, possiamo trovarla nella raccolta "L'Abbandono".
Decenni dopo, nel 2012, il gruppo reggiano degli Offlaga Disco Pax dedicò un pezzo a questo evento: "Respinti all'uscio", album "Gioco di Società".