Nell’arco di un paio di mesi ho avuto modo di assistere a
tre bei film che descrivono, ognuno con le proprie peculiarità, situazioni
legate al presente, ai famigerati “tempi della crisi” che stiamo vivendo.
“Casa e Bottega”
l’ha proposto Raiuno in prima serata, spezzettato in due puntate: il sempre
affidabile Renato Pozzetto riveste i panni di un industriale tessile lombardo
che si trova a fare i conti con mancati pagamenti delle commesse, usurai e conseguente
fallimento del proprio stabilimento produttivo.
Il copione e la resa finale risultano senz’altro ben riuscite,
da segnalare anche le belle ambientazioni site nei pressi del Lago Maggiore.
“Il Capitale Umano”
l’ho visto al cinema e ha ricevuto ampi consensi positivi da parte di un po’ tutti
quelli che l’hanno visto.
Anche qui siamo in Lombardia (una costante, come vedremo anche
più avanti) e la sceneggiatura gira attorno al rapporto tra due famiglie della
zona: una medio borghese e l’altra appartenente all’alta borghesia arricchita
dalla finanza.
Un incastro, appunto, di operazioni finanziarie, amore,
tradimenti e crisi di valori: molto ben riuscito questo spaccato firmato da
Virzì.
L’ultimo ad esser visto è stato, ieri sera, “L’Assalto”, in prima serata su Raiuno.
Diego Abatantuono riveste i panni di un impresario edile
lombardo in crisi (gli stessi problemi del Pozzetto di “Casa e Bottega”), ma a
differenza di quest’ultimo, incastrato da bancari e istituti di credito usurai,
il Ferraris - Abatantuono viene avvicinato dalla malavita calabrese in cerca di
infiltrazioni nel tessuto produttivo economico locale.
Un film drammatico, molto ben riuscito nelle sue diverse
sfaccettature.
Tre film con diversi punti di contatto (sfondo Lombardo, il
denaro come fulcro del tutto, intrecci amorosi vari), i quali raccontano qualcosa
del nostro tempo, e non è poco.