venerdì 5 febbraio 2021
I DIECI ALBUM PREFERITI DA VIC GODARD
giovedì 21 gennaio 2021
LO SBARCO DEI RAMONES IN INGHILTERRA, 4/5 LUGLIO 1976
Ramones alla Roundhouse |
I primi due concerti che i Ramones tennero in Inghilterra, a Londra, nel luglio 1976 sono giustamente considerati un evento chiave nella storia del primo punk originale.
Fino a quel momento i Ramones non si erano mai esibiti fuori dagli Usa e la prima data del 4 luglio cadeva giusto in corrispondenza con il bicentenario dell'indipendenza Usa dal Regno Unito, 4 luglio 1776.
Un po' come a dire: ci siamo resi autonomi e adesso vi portiamo una cosa nuova.
In realtà in Inghilterra esisteva già l'embrione della scena punk autoctona, basti pensare che la sera stessa del 4 luglio i Clash tennero il loro primo concerto al Black Swan Pub di Sheffield di spalla ai Sex Pistols, che qualche concerto fino a quel giorno lo avevano fatto. Giusto un mese prima, il 4 giugno 1976, ci fu quello storico alla Lesser Free Trade Hall di Manchester, organizzato dai futuri Buzzcocks che si formarono quel giorno e debuttarono proprio di spalla ai Pistols il 31 luglio 1976 sempre alla Free Trade Hall di Manchester.
Avrete capito che in quel 1976 succedevano cose pazzesche nel lampo di un flash, eventi in diretta, roba veloce che assurse rapidamente al rango di Storia.
Nello specifico dei Ramones ad aprile era uscito il primo Lp omonimo, un disco fondamentale nel definire suono ed estetica della nascente scena: famoso l'aneddoto secondo cui Paul Simonon dei Clash imparò a suonare il basso suonando sopra a questo disco e a qualche singolo reggae.
La Roundhouse si trova a Camden, un pò più a nord rispetto al mercato, lungo Chalk Farm Road: è un luogo storico della musica londinese, nel 1976 aveva già visto esibirsi tra le sue mura tutti i nomi più importanti.
La sera del 4 luglio si sarebbero esibiti in ordine di apparizione gli Stranglers, attivi da un paio di anni ma senza rilasci discografici, i Ramones e i Flamin Groovies. Quest'ultimi nel 1976 erano sicuramente una realtà, diversi album all'attivo, tra cui l'appena uscito "Shake Some Action", importante disco garage / power pop: normale quindi che i Ramones si esibissero in apertura ai Flamin' Groovies.
All'evento assistettero 2000 persone circa, tra cui tutti o quasi i protagonisti del primo punk londinese. Era la prima che i Ramones facevano cifre del genere, in Usa le cose si stavano muovendo ancora ad un livello dilettantesco.
La sera successiva, il 5 luglio, le tre band si esibirono 500 metri più a sud, al Dingwalls, e tra il pubblico si presentarono anche Clash e Sex Pistols, di ritorno dalla trasferta di Sheffield.
Quella sera avvenne la famosa scazzottata esterna al locale tra Jean Jacques Burnel e Paul Simonon, si dice forse derivante dal fatto che Simonon avesse il tic di sputare per terra e lo fece mentre gli Stranglers gli passarono vicino una volta scesi dal palco. Sia quel che sia: nel frattempo pure Dave Greenfield si trovò coinvolto in una mezza rissa con John Lydon. Han sempre avuto la fama di gente dura, gli Stranglers, e c'è comunque da mettere nel piatto una sorta di rivalità latente tra le band del primo periodo, come ogni scena territoriale che si rispetti.
C'è quella foto nei camerini del Dingwalls in cui Johnny Ramone beve una Pepsi mentre parla con John Lydon con in mano una birra e, come ben sanno i fan dei Ramones, i fratellini erano usi a fare qualche goccia di piscia in tutte le bevande offerte agli ospiti.
I Ramones poi ritornarono in Inghilterra nel maggio del 1977, headliner in un tour di tredici date con i Talking Heads di spalla.
mercoledì 6 gennaio 2021
MOLCHAT DOMA - MONUMENT
Cold Wave / Synth Pop da oltre la Cortina di Ferro, suonata come se fossimo nel 1983, questo è "Monument" dei bielorussi Molchat Doma. Un gran bel disco triste e plumbeo, perfetto per l'ennesimo lockdown, quando esci a passeggiare la sera della vigilia di Natale e per strada ci sei solo tu. Ah già, ma ormai ci abbiamo fatto l'abitudine a queste tristi scene. Si potrebbe coniare un nuovo modo di dire: "Sei triste come un pezzo dei Molchat Doma", oppure "Sei brutto come uno dei Molchat Doma", dato che i tre son brutti, non so perchè siano sponsorizzati Fred Perry visto che non è che elevino stilisticamente il marchio. Ad ogni modo questo è un gran bel disco. Curioso ovviamente il fatto che arrivi da un posto che qualche anno fa nessuno avrebbe calcolato in termini musicali: più che altro sono proposte che difficilmente varcano i confini nazionali; la popolarità europea di questo gruppo rimanda anch'essa ai primi anni '80 quando esisteva una proposta europea globale, vedi il successo di Righeira, Falco, Nina Hagen, Telex.
martedì 29 dicembre 2020
THE QUEERS - SAVE THE WORLD
mercoledì 23 dicembre 2020
NEW ORDER PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, 1982
Articolo del Corriere del Giorno |
Dal 16 al 22 giugno 1982 i New Order effettuarono il loro primo tour italiano. Come ben sappiamo erano attivi dal 1980 in seguito alla morte di Ian Curtis: con i Joy Division le uniche sortite fuori dal Regno Unito erano state due date singole a Bruxelles e Parigi nel 1979 e un mini tour tra Olanda, Germania e Belgio nel gennaio del 1980. Si dice fosse in programma un supposto tour europeo nell'autunno del 1980 ma con Ian Curtis fuori dai giochi non se ne fece, ovviamente, nulla.
Giugno 1982: debutto al Tenax di Firenze il 16 (locale storico della new wave fiorentina), il 17 al Piper di Roma, il 18 al Palazzetto Tursport di Taranto, due giorni di dayoff (trascorsi al mare, la loro successiva "The Beach" si dice sia stata ispirata dalla spiaggia di Taranto, per Sumner "il ricordo più bello della tournee") e per concludere Palazzo dello Sport di Bologna il 21 e Rolling Stone di Milano il 22.
Gruppo di apertura per tutto il mini tour furono i bolognesi Surprize!, unica band italiana ad avere un disco stampato da Factory Benelux, l'ottimo 12" "In Movimento" del 1984, registrato a Manchester e prodotto da Bernard Sumner dei New Order e Donald Johnson degli A Certain Ratio: il contatto propiziatorio con Sumner avvenne proprio durante il tour. E' una storia interessante quella dei Surprize!, pressochè quasi dimenticata: una new wave molto ritmica, atmosferica, tribale in alcuni momenti. Consiglio la bella raccolta uscita proprio su Factory Benelux con dentro tutte le loro incisioni.
Tornando ai New Order, la scaletta del tour prevedeva un mix tra i brani di "Movement" (1981) e i singoli rilasciati fino a quel momento. Vediamo ad esempio quella del Tenax: "Dreams Never End, 586, Procession, Chosen Time, Truth, Senses, Ultraviolence, Everything's Gone Green, Temptation".
A Taranto all'epoca c'era una bella scena wave, concerti importanti, band locali: da ricordare a proposito il disco split realizzato con le band del Great Complotto Pordenone nel 1984.
C'è anche un libro che parla del giro tarantino: "'80, New Sound, New Wave" di Giuseppe Basile.
Da considerare che il mese precedente nelle stesse città (oltre che a Livorno, Messina e Palermo) si esibirono i Bauhaus, giusto per far presente il grado di proposta concertistica del periodo.
Esistono svariati bootleg delle date del tour, si trovano in giro nel web.
venerdì 4 dicembre 2020
WORKING MEN'S CLUB - S/T
Todmorden sta sopra ai Monte Pennini a cinquanta minuti da Manchester, verso nord: da lì vengono i giovani Working Men's Club e direi che l'influenza della vecchia scena Manchester si sente tutta.
Per dare due coordinate di massima calcolate i Fall sopra ad una base spinta New Order / Section 25, con qualche svisata in direzione Happy Mondays. Davvero un buon disco: cupo, teso, in qualche frangente opprimente.
Roba che si fa apprezzare lungo la Strada Statale Postumia come colonna sonora tra una zona industriale desolata e un capannone vuoto, ma pure (ovviamente) richiama alla memoria qualche flash del Northern Quarter di Manchester.
Io ho preso il cd, praticamente è senza booklet e con un adesivo appiccicato sulla plastica della confezione. Tipo qualcosa che gira sottobanco, una specie di bootleg con un mezzo richiamo alla prima House / Techno dove conta il contenuto e non il contorno. Effettivamente è ben presente un atmosfera synth techno in tutto il disco.
"Valleys", il pezzo d'apertura, è dancefloor underground, mi ricorda certe sere al Vinile di Rosà, discorsi che adesso si possono solo immaginare perchè chissà quando si potrà davvero rivivere quelle situazioni.
"Angel", l'ultima traccia, forse dura leggermente troppo, però ha un riff ipnotico che sembra uscire dal primo dei New Order, "Movement".
mercoledì 25 novembre 2020
AUTORIDUZIONE! I MADNESS A PADOVA NELL'OTTOBRE 1980
venerdì 20 novembre 2020
I MET HER AT THE RAT - BOSTON ROCK'N'ROLL CLUB
venerdì 9 ottobre 2020
THE MANGES - PUNK ROCK ADDIO
"Punk Rock Addio" è una specie di saga nera su eroi finiti, tossici, solitari, gente problematica, sottoculture. Qualcuno diceva "essential punk for dark times": ecco, direi che la definizione calza.
E' un disco che di questi tempi suona particolarmente bene, soprattutto a causa del periodo storico oggettivo in corso: dirò di più, sembrerebbe scritto appositamente a colonna sonora del periodo stesso, nonostante fosse già stato registrato a marzo.
Il suono che lo sostiene è punk rock Ramones / Riverdales al 100%, tranne "Tootsie Rolls" che è in stile Giuda, credo un divertissement, non so se magari indotto dal fatto che l'album sia stato registrato dal loro chitarrista, Moretti.
"Paninaro" è un bignami pop subculturale, "Ice Capades" era come come volevo chiamare la mia band, "Chinese Dragons" è Dee Dee Ramone 1991 New York, fuori dal gruppo e a spasso per New York.
E' un disco breve, finisce in fretta e ne vorresti ancora, che poi è un po' quell'effetto che danno i Ramones.
Molto bella la confezione digipack, il booklet, i disegni: un lavoro che esprime cura e passione do it yourself.
martedì 30 giugno 2020
TREVISO 1980 - PRIMO FESTIVAL NAZIONALE DI PUNK E NEW WAVE
Rappresentanza milanese con X Rated (presenti poi nella storica compilation Gathered nel 1982) e Jumpers, oltre alle non accreditate (nel volantino) Clito, abbastanza famosa female band che comparì pure nel film di Fellini "La città delle donne".
Total Crash da Savona, citati dai Klasse Kriminale in un pezzo del recente album intitolato "Prole Rock": "Scritte sui muri Si Total Crash - No PCI".
Gran bel contingente dalla vicina Pordenone Great Complotto (Sexy Angels, Fhetolds, 0001 Cancer, Mess, Waaalt Disney, Andy Warhol Banana).
Treviso partecipava con i locali Borstal e Metallic Overdrive.
Band sconosciute, per quanto mi riguarda, XYX da Padova e Scontro Frontale da Verona.
La foto scattata quel giorno dei quattro ragazzi punk veronesi, una delle istantanee definitive del periodo, fu poi usata nella copertina del libricino dedicato alla prima ondata punk tricolore allegato alla rivista Rumore una quindicina di anni fa. Erano forse loro gli Scontro Frontale?
Sull'ottimo sito "La prugna elettrica", dedicato al punk veronese, si legge: "Alcuni gruppi arrivarono vestiti in borghese, si infilarono nel cesso e uscirono tutti bardati...non faccio i nomi tranquilli!"
sabato 6 giugno 2020
MODENA 2004 / PAOLINO PAPERINO BAND REUNION
giovedì 14 maggio 2020
KLASSE KRIMINALE - VICO DEI RAGAZZI
Dei Klasse Kriminale mi piace una certa modernità linguistica, testi flash per immagini mentali, una formula ben presente nel rap, raccontare per metafore, parlare di situazioni ultrapersonali (con tanto di nomi di amici, situazioni locali) che però diventano in qualche modo universali.
Questo è un punto che mi piace: è poesia di strada. Sotto c'è una base tra punk'n'roll e glam boot boys velocizzato, un genere che ha ripreso vigore in certi ambienti sottoculturali dopo l'exploit dei Giuda, maggiormente legati alla versione original di quel suono.
Un mix che, secondo me, li colloca su una buona posizione nella pretesa retorica di essere la voce dei ragazzi. Ovvio che solo una piccolissima parte dei ragazzi di adesso si avvicineranno forse a questo disco, ma la formula ci sarebbe, eccome. Mi piace battere il tasto sul discorso dei testi, in alcuni casi strepitosi: associazioni mentali tipo "Fratelli Gilli sul palco coi Ramones", "Franchino andò a Reading coi ragazzi" in "Prole Rock", oppure "Fabio dei Dalton ieri mi ha detto non ci pensare scrivi un pezzo su questo": roba del genere credo possa uscire solo dai Klasse Kriminale.
mercoledì 22 aprile 2020
STROKES, 2002
Di cd ne compravo, un paio ogni mese, però i soldi erano quello che erano, la curiosità tanta e alcuni cd si masterizzavano. Niente di male, una volta si facevano le cassette, no? Stessa cosa, contava l'intensità dell'ascolto, come e quanto ti entrava. E comunque era sempre un oggetto fisico, non liquido.
In questi giorni gli Strokes han rilasciato un gran bel disco, "The New Abnormal". I negozi di dischi son chiusi, non ho voglia di comprarlo on line, magari lo compro quando riapriranno.
Intanto però me lo sono scaricato, l'ho masterizzato su un cd vergine e mi tiene compagnia a casa e in macchina. Un po' come se fosse il 2002.
mercoledì 26 febbraio 2020
IL GRAFFITO "PARAF PUNK" A FIUME
Palazzo Modello |
Si parla spesso del concerto che tennero a Palazzo Modello, in città, il 22 marzo 1978, un po' per la location atipica (un edificio monumentale sede della biblioteca e del circolo italiano di cultura) e un po' perché fu uno dei primi concerti pubblicizzati e pubblici (durante il 1977 suonarono solamente in feste private).
Nel rione Belvedere di Fiume c'era una scritta storica sull'asfalto, "Paraf Punk", realizzata dal gruppo stesso alla vigilia del concerto a Palazzo Modello; ebbene nel 2018 il graffito è stato restaurato (cerimonia con la presenza del Sindaco della città) e dichiarato bene culturale tutelato.
mercoledì 22 gennaio 2020
ROUGH TRADE: LE PRIME USCITE 1977/78
La prima uscita con un gruppo punk francese, reggae, art punk, gli Stiff Little Fingers, sperimentalismo: un mix eclettico nelle prime dieci uscite dell'etichetta di Londra Ovest periodo 1977/78.
1. METAL URBAIN - PARIS MARQUIS 7" - band francese, parigina
2. PAT KELLY & DILLINGER - TALK ABOUT LOVE 7" - reggae
3. TAPPER ZUKIE - VIEGO 7" - reggae
4. TELEVISION PERSONALITIES - WHERE'S BILL GRUNDY NOW? EP - Bill Grundy Sex Pistols affair 1976
5. ROCKERS ALL STARS - PABLO MEETS MR.BASSIE 7" - Augustus Pablo Harmonica Reggae
6. CABARET VOLTAIRE - EXTENDED PLAY - Sheffield experimental
7. STIFF LITTLE FINGERS - ALTERNATIVE ULSTER 7" - Belfast documentazione
8. STIFF LITTLE FINGERS - SUSPECT DEVICE 7"
9. SUBWAY SECT - AMBITION 7" - Vic Godard
10. DIE ELECTRIC EELS - AGITATED 7" - Cleveland proto punk
11. KLEENEX - AIN'T YOU - 7"- switzerland female amateur punk band
12. SWELL MAPS - READ ABOUT SEYMOUR- 7" - amateur punk
13. SWELL MAPS - DRESDEN STYLE - 7"
14. PROTEX - DON'T RING ME UP - 7" - Ireland Power Pop
15. SPIZZOIL - 6000 CRAZY - EP - extravaganza
16. ANGELIC UPSTARTS - THE MURDER OF LIDDLE TOWERS - 7" - real punk
17. SCRITTI POLITTI - SKANC BLOC BOLOGNA - 7" - '77 "bolognaise" inspired
18. ESSENTIAL LOGIC - AEREOSOL BURNS - 7" - Lora Logic's saxophone
19. PRAG VEC - BITS - 7" - London art post punk
martedì 14 gennaio 2020
I RAMONES IN JUGOSLAVIA NEL 1990
Hala Tivoli - Lubiana |
Dom Sportova - Zagabria |
Ramones & Psihomodo Pop |
Il 13 maggio 1990 ci fu la partita Dinamo Zagabria / Stella Rossa al Maksimir che, successivamente, venne indicata come inizio simbolico del tutto; il 23 dicembre 1990 la Slovenia votò la propria indipendenza tramite referendum, cosa che portò nel giugno del 1991 alla "guerra dei dieci giorni".
In questo clima i Ramones planarono al Dom Sportova di Zagabria (ci ho dormito nell'hotel di fronte giusto due settimane fa, location da approfondire con un articolo dedicato prossimamente) e all'Hala Tivoli di Lubiana (dove vidi Morrissey nel 2015): in apertura i Psihomodo Pop, gruppo punk pop croato influenzatissimo dai quattro fratellini newyorkesi.
Esiste un bootleg della data di Zagabria, "Escape from Yugoslavia", si trova anche su YouTube, così come si trova uno spezzone del live di apertura dei Psihomodo Pop.
Il 26 novembre i Ramones suonarono a Milano, al Rolling Stone.
sabato 28 dicembre 2019
CONCERTI NEW WAVE IN JUGOSLAVIA 1977/1982
La Novi Val fu un bel fenomeno, complesso e diffuso: ovvio che una spinta alla scena può darla anche vedere in loco le formazioni originali del periodo.
E questo è il risultato della ricerca:
lunedì 18 novembre 2019
HAPPY MONDAYS - CAMBRIDGE CORN EXCHANGE - 02/11/ 2019
Nel 2011 si vociferava di un loro concerto a Bologna, all'Estragon, che fu cancellato a poche settimane dallo svolgimento, e quella fu l'unica occasione in cui mi avvicinai remotamente all'ipotesi di vederli, anche perché poi la band andò ai pit stop fino allo scorso anno.
Partiamo in due venerdì 1/11 da Venezia, su di una scatoletta Ryanair: io devo smetterla di viaggiare così, viaggiare dev'essere un piacere, non un ansia.
Vabbè, solita trafila di lusso Stansted, treno, Tottenham, Liverpool Street e là prendiamo la Central fino a Queensway dove abbiamo alloggio.
A Queensway/Bayswater avevo dormito la prima volta che andai a Londra, 2009, cinque giorni.
Il quartiere mi è sempre piaciuto, in prossimità di Notting Hill: a me piace Londra Ovest, Londra Est non l'ho mai calcolata, se togliamo qualche passeggiata da brivido a Whitechapel, con il fantasma di Jack lo Squartatore alle calcagna.
Ho sempre alloggiato a Londra Ovest e così continuerò a fare. Who, Pistols, Notting Hill reggae, Chelsea, Qpr, Rough Trade, Uxbridge, Clash, Quadrophenia, Stuart's: tutta roba di questa zona.
Dopo il check-in ci spariamo un giro di gran classe in centro tra Oxford, Soho e Covent Garden e già iniziamo a fare incetta di dischi e libri (ah, il caro vecchio consumo culturale).
Visitiamo negozi di vestiti a go go, Nigel Cabourn a Covent con la giacca disegnata da Liam a mille sterline tipo.
Londra è sempre un florilegio di emozioni, cammini sollevato un paio di metri da terra, testa tra le nuvole, canzoni che fluttuano nella memoria, flashback.
Alle 18.00 un bel crodino al Bar Italia non ce lo toglie nessuno, troviamo Bradley Wiggins, facciamo una foto e qualche scambio di battute, una persona molto alla mano e disponibile.
Tornando a casa a piedi verso Bayswater troviamo un pub, The Swan, decidiamo di cenare là (ottima scelta, fish & chips di gran qualità) e là faremo serata raggiunti poi dall'amico Alessandro, con cui condivideremo molte pinte di London Pride e Session Ipa finchè ad una certa non ci sbatteranno fuori dal locale.
Bene, prima giornata volata in un battibaleno. Bellissima, ma non c'erano dubbi.
Il sabato mattina la sveglia suona verso le 9.00, un leggero mal di testa che viene smaltito con una camminata verso Notting Hill sotto il diluvio e una full english di peso.
I pub sono già pieni zeppi, c'è la finale di rugby tra Inghilterra e Sud Africa.
Tradizionale passeggiata in Portobello e altra incetta di dischi da Rough Trade West.
A pochi metri c'è la Westway, i Clash che dicevano "Siamo il suono della Westway" e "From Westway to the World", oppure i Blur di "Under the Westway" e di "I bought them on the Portobello Road on a saturday..". Honest Jon's appena dopo sulla destra, dove Elvis Costello spese 100 sterle di roba reggae appena firmato il contratto nel 1977.
Vabbè, sto delirando. Londra mi fa questo effetto positivo.
"In the city there's a thousand things I want to say to you."
Decidiamo di andare a Bricklane, in zona est, giusto perché abbiamo appuntamento con altri tre soci a Liverpool Street e ci va di farci trovare in zona per tempo.
Giro da Rough Trade East (ottimo) e da Number Six (bel negozio sul pezzo), mettiamo sotto i denti qualcosa in una specie di nuovo fast food italo/spagnolo e verso le 17.00 siamo in treno con direzione Cambridge.
La cittadina è piccola, sembra quasi impossibile che riesca a fare oltre 100.000 abitanti, le strutture e le vie deserte in zona stazione rimandano l'idea di una piccola tranquilla realtà, ovviamente legata al giro universitario ma ben che finita là.
Syd Barrett era di Cambridge, abitava dietro la stazione, lo si vedeva spesso in centro a farsi qualche passeggiata.
Check in all'ostello e giù con una pinta al The Eagle Pub, un bel pub con una sua personalità ed un ottima scelta brassicola, dove scopriamo fu annunciata la scoperta del DNA nel 1953 da parte di alcuni studenti dell'Università.
Decideremo di ritornarci una volta terminato il concerto.
Ora è tempo di recarci al vicino Corn Exchange per assistere ai Mondays: un bel flash trovarsi a pochi metri da Shaun Ryder, Bez e Rowetta.
Canzoni che hai ascoltato mille volte allo stereo e adesso te le trovi fatte dal vivo.
Ancora un bel gruppo loro: quadrati, personali, innovativi.
Funk, dance, new wave, soul, rap: dentro al loro suono riesci a scorgere nitidamente le varie componenti che si fondono a creare una qualcosa di unico, poi imitato da più parti.
Dove sono i giovani inglesi? Ci sono solo cinquantenni, gente che aveva vent'anni nel 1989. I giovani dovrebbero essere orgogliosi di andare a vedere un gruppo come loro che insegna la strada a venire, e invece saranno in qualche cazzo di Mc Donalds a guardare l'Iphone. Peccato.
Criminali da Salford che suonano come se fossero al pub, immobili, totalmente estranei a qualsiasi stereotipo rock: e poi l'idea geniale di piazzare Bez a ballare, a movimentare un po' la scena visto che gli altri stanno fermi come pali e concentrati.
C'è anche qualche tardona che prova a ballarci "culo contro culo", accettiamo di buon grado, ci lasciamo un po' andare, i Mondays fanno "Step On", balli a braccia larghe, fingiamo di essere nel '90, i Mondiali in Italia, "World in Motion" dei New Order come colonna sonora.
Non suonano tantissimo, un ora e mezza forse: poco, ne vorremmo ancora, non ci basta.
Beh, ce li siamo propri goduti questi due giorni in Uk, contento di averli fatti, valgono come un mese da noi, con la routine che ti ammazza e ti fa programmare la prossima trasferta (il prima possibile!).
martedì 18 giugno 2019
NOEL GALLAGHER - HEATON PARK - MANCHESTER 07/06/2019
Il mio amico mi fa: "Io ci vado, ho già preso i biglietti". "Allora vengo anch'io" gli ho detto, e così mi sono organizzato di conseguenza.
Arriviamo a Manchester verso le 18.00 di un giovedì sera abbastanza fresco, saranno 15 gradi. La prima sera la passiamo mangiando pie and mash, andando a visitare esternamente l'ex Hacienda e gli uffici della Factory Records e bevendo svariate pinte in giro. Da segnalare l'ottimo Lass O'Gowrie Pub, giusto davanti alla Factory, che scoprirò essere stato insignito nel 2012 del titolo di miglior pub inglese.
Venerdì mattina dedicato all'acquisto di dischi nel Northern Quarter e all'Arndale, visita al Salford Lads Club (in un quartierino mica da ridere) nel primo pomeriggio e poi tram direzione luogo del concerto, qualche km a nord rispetto al centro città.
Il parco è immenso, ruota panoramica, tremila stand gastronomici, vento e pioggia.
Bicchierone di caffè caldo e barretta di Mars ("I need a Mars Bars" cit. Undertones) e ci garantiamo un ottima postazione a poche decine di metri dal palco, anche se dobbiamo beccarci tutta l'esibizione dei White Denim che stracciano le palle dopo due pezzi, con un mix malriuscito di Talking Heads dei poveri e altre cianfrusaglie indie partorite molto male.
I Doves invece fanno il loro, giocano in casa: pezzi molto malinconici che ben si intonano al contesto e quaranta minuti di esibizione riuscita che scaldano la platea in vista di Noel G.
Cosa posso dire su di lui? Che la sua ora e mezza mi ha lasciato una sensazione di gran qualità, un po' come quando avevo visto Paul Weller.
Ha fatto principalmente i pezzi dell'ultimo, qualcosa degli altri due e qualcosa degli Oasis. Ripescaggi come "Talk Tonight" o "Half the World Away". L'ultimo disco è ottimo, c'è ricerca, c'è una visione artistica d'insieme, in confronto a quello di Liam fatto con il pilota automatico non c'è paragone.
Ripensavo proprio a quando avevo visto Liam a Colonia l'agosto scorso, per carità, una bella ora di divertimento. Ma lui degli Oasis le aveva fatte praticamente tutte, Noel qualcosa di selezionato.
Beh, alla fine la differenza sta tutta la, uno è un performer e l'altro un artista. Beninteso che comunque Liam a me sta molto simpatico.
A me della serata è rimasta in testa soprattutto "Everybody's on The Run" con Noel che indica con la mano come a voler mostrare la direzione, e "Keep On Reaching" caratterizzata da un duetto con una corista di colore, molto Style Council o Joe Jackson di "Down to London".
Non avevo mai assistito ad un concerto in un festival inglese e il pubblico locale mi è sembrato parecchio su di giri con il lancio continuo di bottiglie di plastica e sigarette sulla testa della folla a farla da padrone. Mettici il fango per terra e la pioggia in cielo, insomma quella di Manchester è stata ribattezzata dal sottoscritto come "la battaglia di Heaton Park". Nota di colore: i marchi che ho notato di più sono stati Lyle & Scott, Patagonia e Berghaus.
martedì 26 febbraio 2019
LEMONHEADS / LOCOMOTIV BOLOGNA / 24/02/2018
E' domenica sera ed è tutto sommato abbastanza pieno e i Lemonheads alle 22.00 salgono sul palco.
Le prime dieci canzoni son puro powerpop americano /indie, un suono molto chitarroso e con melodie superbe, suonate con attitudine scazzata slacker.
"It's a Shame About Ray", l'album del 1992, racchiude tutto questo in maniera eccellente, è un disco che incontrai ancora da adolescente e che non ho mai abbandonato dai miei ascolti.
Di Evan Dando, cioè il solo intestatario della ragione sociale Lemonheads, se ne sentono dire di tutti i colori: è in terapia, è esaurito, ha preso troppe droghe e via dicendo.
Il primo impatto che ho nei suoi confronti è di una sorta di componente dei Beach Boys esaurito mentalmente, un bravo ragazzo che nella sua vita ne ha viste di tutte i colori e non si è mai del tutto ripreso.
Fisicamente appare in forma, indossa una t shirt dei Jerry's Kids, storico gruppo hardcore di Boston (città dello stesso Dando). E' lo sguardo stanco e di ghiaccio che lascia presagire scenari ignoti.
Questi si paleseranno soprattutto nel finale dell'esibizione quando il nostro prima si incazza con uno del pubblico (a due metri da me) per motivi ignari a comprensione umana, poi butta per terra l'asta, quasi sfascia la chitarra, lava il pubblico con una bottiglia di Jameson, fa un pezzo in cui canta e basta senza l'ausilio di alcun accompagnamento musicale e, dulcis in fundo, si siede alla batteria e per cinque minuti inizia a suonarla da solo. Delirio totale. Però bello, punk: eccola qua la vera Generazione X! Che palle quando le cose diventano stantie e spente.
Evan Dando ha fatto una grande performance. Personalmente avrei tolto qualche canzone acustica dal set però stiamo parlando di cavilli perché quel che conta è il complesso e devo dire che è stata una grande serata.