mercoledì 17 marzo 2021

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, UN MIRACOLO DEL NORDEST



La prima volta che vidi i Tre Allegri Ragazzi Morti fu, boh, nel 2001? No, nel 2002, tarda estate 2002; dalla seconda andavo in terza superiore, quindi era il 2002. A inizio estate c'era stato il Rock Valley a San Floriano, vicino Marostica, una cosa pazzesca con Derozer e Pornoriviste, ci saranno state 1000 persone, mille kids in fissa col punk italiano. Cazzo se andava quella scena. Durò altri due, tre anni: verso il 2005 iniziò a spegnersi. Le cose andavano piuttosto veloci.
I Tarm suonavano ad Altavilla Vicentina e mi organizzai con due amiche di andare in treno fino a Vicenza, ma poi di come raggiungere Altavilla non ne avevo idea. Sul volantino c'era il numero dell'organizzatore, lo chiamai e gli dissi se poteva venire a prenderci in stazione. Lui venne, ci caricò e ci portò al concerto. Ah si bella questa, all'andata, alla stazione di Cittadella, siccome le mie due amiche erano in ritardo pregai il capostazione napoletano di far ritardare il treno di qualche minuto. Poi, al ritorno, venne a prenderci mio padre. A settembre di quell'anno, invece, li vidi a Padova, un venerdì al Macello. Davide Toffolo mi fece un disegno, "Per Alberto allegro ragazzo morto". Socievole e alla mano, gli chiesi se gli piacevano i Pixies, "certo!" disse lui, poi mi scroccò una sigaretta. Sempre nel 2002, a  dicembre, alla Gabbia a Bassano, il giorno di Santo Stefano se non sbaglio. Ci eravamo fumati una canna prima di entrare e ricordo una gran risata col batterista per futili motivi vicino al loro banchetto. Fino a quel momento avevano fatto tre dischi, bellissimi. Anche l'ep "Il principe in biciletta" era una figata. Avevo un paio di tshirt dei Tre Allegri, entrambe le regalai a vecchie fidanzate, o forse una blu dovrei avercela ancora, la prossima volta che vado dai miei butto un occhio. Poi negli anni li ho visti un sacco di altre volte, ho perso il conto. Ma che gruppo sono? L'immaginario, concetti che erano avanti di vent'anni (la protezione dell'immagine pubblica tramite maschere), le canzoni. Un miracolo italiano, anzi un miracolo del nordest.
L'ultima volta li ho visti quest'estate a Rovigo, ho preso la loro tazza da tè, ogni tanto al mattino faccio colazione con quella. Dal vivo, tranne le prime volte che li vedevo che mi sembravano più curati, son sempre live un po' particolari, non suonano mai come da disco. Lo show è praticamente lo stesso da vent'anni con el Tofo che esce, "il concerto è finito", "bacini e r'n'r", etc.
Son legato anche a quella volta al Vinile nel 2014, secret show, 150 persone, presentavano "Nel giardino dei fantasmi". 

martedì 9 marzo 2021

RIO SERRAGLIO, VILLA PISANI ED ALTRE STORIE



Ho un legame con il Tergola perchè nasce a cinquecento metri da casa mia, campagna cittadellese sud. E' un fiume che forse a livello di "nome" soffre la presenza del vicino Brenta, sicuramente più grande e importante. Però è interessante il percorso del Tergola: attraversa a sud est la campagna padovana / veneziana e a Stra, nei pressi di Villa Pisani, affluisce in una diramazione del Brenta stesso.

Tergola e diramazione del Brenta vanno a formare il "Naviglio del Brenta", che attraversa Stra, Dolo e Mira, prima di entrare in Adriatico nei pressi di Fusina. Interessante il percorso del Tergola: si parla in questi giorni di una ciclabile che partirebbe proprio da Onara, a pochi passi dalla sorgente del fiume. Un itinerario che attraverserebbe Villa del Conte, Santa Giustina in Colle, San Giorgio delle Pertiche, Sant'Andrea di Campodarsego, un bel tratto di reticolato romano ai confini tra le provincia padovana e veneziana prima della confluenza di Stra.

L'idea di domenica poteva essere quella di camminare lungo il Naviglio del Brenta da Stra a Dolo, ma in realtà non esiste una vero e proprio percorso pedonale. Camminare lungo la strada ci è sembrato da subito fuori da ogni logica, pericolosa e trafficata. Si è quindi optato per un percorso alternativo, posizionato circa un km a nord rispetto a Stra. E' un percorso ciclopedonale che corre sull'argine del Rio Serraglio, di piccole dimensioni. Poco a nord corre l'autostrada A4, ad ogni modo il paesaggio risulta sostanzialmente agreste, campagnolo. Il colore della terra è quello tipico di queste zone, marrone chiaro. Una scampagnata di circa 10 km nel tratto Stra / Dolo, molto rinfrancante e rigenerante. Dolo è stata una sorpresa, c'è una zona piena di bar e ristoranti che sembrava di stare a Camden Town. Peccato esserci fermati poco ma il tramonto del sole era imminente, infatti abbiamo fatto buona parte del ritorno con il sole già tramontato. C'erano decine di nutrie sull'argine pronte a dare battaglia, a guardia del loro territorio, ma con un po' di accortezza ne siamo usciti illesi. Avevamo parcheggiato vicino Villa Pisani, quando ci siamo arrivati era tutto buio. Ci è tornato in mente l'incontro Mussolini / Hitler nel 1934 nei pressi della Villa, un brivido lungo la schiena, guardavamo all'interno verso il labirinto di siepi.

Colonna Sonora: Beatles "A day in the life" 

giovedì 25 febbraio 2021

STYLE COUNCIL AL FESTIVALBAR , 1987



5 settembre 1987, una sera di tarda estate, Italia, Arena di Verona, Style Council, Festivalbar. 

Weller in giacca blu, camicia blu bottoni bianchi, pantaloni bianchi, mocassini. 

Dee C Lee in t shirt a righe biancoblù.

Esiste qualcosa di maggiormente idealizzabile di tutto questo?

L'unico commento presente su YouTube sotto il video è di una bellezza struggente. Dice:"Macchina del tempo fammi morire in questo preciso momento".

C'erano già stati nel settembre del 1985 gli Style Council al Festivalbar con "Walls come tumbling down": neanche due mesi prima l'avevano suonata a Wembley, al Live Aid.

Il 30 agosto 1987 invece, sei giorni prima dell'Arena, suonarono a Mira (Ve), al Superdancing Marmellata lungo la Strada Romea. Altro grande flash dagli anni ottanta di provincia.

Erano in giro a presentare "The Cost of Loving". "Wanted" uscì come singolo: un modern soul agrodolce a tema sentimentale.


"C'è una ragazza nel mio ufficio, continua a fermarsi proprio davanti ai miei occhi
Anche se provo e riprovo non posso più nascondermi
Lascio che i miei sentimenti parlino per me
Ma quando provo a parlare la mia lingua si indebolisce
Resto l'uomo solo che sono
Il mio cuore è sotto chiave e non riesco a trovare la chiave
Dimmi perchè non sto facendo nessun tentativo
Perchè, oh beh, voglio solo essere desiderato."

venerdì 5 febbraio 2021

I DIECI ALBUM PREFERITI DA VIC GODARD



Fondatore dei Subway Sect (prime mover del primo punk londinese) e autore di una brillante carriera solista di culto, lontano da ogni banalità, ecco i dieci album preferiti da Vic Godard:

1. FRANKIE VALLI & THE FOUR SEASONS - 20 GREATEST HITS 

2. ASTRUD GILBERTO + ANTONIO CARLOS JOBIM - MUSIC FOR THE MILLIONS

3. CHARLIE PARKER - BIRD SYMBOLS

4. DAVID BOWIE - IMAGES

5. NEW YORK DOLLS - TOO MUCH TOO SOON

6. TELEVISION - MARQUEE MOON

7. DEBUSSY PIANO WORKS - PETER FRANKL

8. VELVET UNDERGROUND - WHITE LIGHT WHITE HEAT

9. VELVET UNDERGROUND - THIRD LP

10. DEBUSSY STRING QUARTET NUMBER 1

giovedì 21 gennaio 2021

LO SBARCO DEI RAMONES IN INGHILTERRA, 4/5 LUGLIO 1976



Ramones alla Roundhouse







I primi due concerti che i Ramones tennero in Inghilterra, a Londra, nel luglio 1976 sono giustamente considerati un evento chiave nella storia del primo punk originale.

Fino a quel momento i Ramones non si erano mai esibiti fuori dagli Usa e la prima data del 4 luglio cadeva giusto in corrispondenza con il bicentenario dell'indipendenza Usa dal Regno Unito, 4 luglio 1776.

Un po' come a dire: ci siamo resi autonomi e adesso vi portiamo una cosa nuova.

In realtà in Inghilterra esisteva già l'embrione della scena punk autoctona, basti pensare che la sera stessa del 4 luglio i Clash tennero il loro primo concerto al Black Swan Pub di Sheffield di spalla ai Sex Pistols, che qualche concerto fino a quel giorno lo avevano fatto. Giusto un mese prima, il 4 giugno 1976, ci fu quello storico alla Lesser Free Trade Hall di Manchester, organizzato dai futuri Buzzcocks che si formarono quel giorno e debuttarono proprio di spalla ai Pistols il 31 luglio 1976 sempre alla Free Trade Hall di Manchester. 

Avrete capito che in quel 1976 succedevano cose pazzesche nel lampo di un flash, eventi in diretta, roba veloce che assurse rapidamente al rango di Storia.

Nello specifico dei Ramones ad aprile era uscito il primo Lp omonimo, un disco fondamentale nel definire suono ed estetica della nascente scena: famoso l'aneddoto secondo cui Paul Simonon dei Clash imparò a suonare il basso suonando sopra a questo disco e a qualche singolo reggae.

La Roundhouse si trova a Camden, un pò più a nord rispetto al mercato, lungo Chalk Farm Road: è un luogo storico della musica londinese, nel 1976 aveva già visto esibirsi tra le sue mura tutti i nomi più importanti. 

La sera del 4 luglio si sarebbero esibiti in ordine di apparizione gli Stranglers, attivi da un paio di anni ma senza rilasci discografici, i Ramones e i Flamin Groovies. Quest'ultimi nel 1976 erano sicuramente una realtà, diversi album all'attivo, tra cui l'appena uscito "Shake Some Action", importante disco garage / power pop: normale quindi che i Ramones si esibissero in apertura ai Flamin' Groovies.

All'evento assistettero 2000 persone circa, tra cui tutti o quasi i protagonisti del primo punk londinese. Era la prima che i Ramones facevano cifre del genere, in Usa le cose si stavano muovendo ancora ad un livello dilettantesco.

La sera successiva, il 5 luglio, le tre band si esibirono 500 metri più a sud, al Dingwalls, e tra il pubblico si presentarono anche Clash e Sex Pistols, di ritorno dalla trasferta di Sheffield.

Quella sera avvenne la famosa scazzottata esterna al locale tra Jean Jacques Burnel e Paul Simonon, si dice forse derivante dal fatto che Simonon avesse il tic di sputare per terra e lo fece mentre gli Stranglers gli passarono vicino una volta scesi dal palco. Sia quel che sia: nel frattempo pure Dave Greenfield si trovò coinvolto in una mezza rissa con John Lydon. Han sempre avuto la fama di gente dura, gli Stranglers, e c'è comunque da mettere nel piatto una sorta di rivalità latente tra le band del primo periodo, come ogni scena territoriale che si rispetti.

C'è quella foto nei camerini del Dingwalls in cui Johnny Ramone beve una Pepsi mentre parla con John Lydon con in mano una birra e, come ben sanno i fan dei Ramones, i fratellini erano usi a fare qualche goccia di piscia in tutte le bevande offerte agli ospiti.

I Ramones poi ritornarono in Inghilterra nel maggio del 1977, headliner in un tour di tredici date con i Talking Heads di spalla.

sabato 9 gennaio 2021

CHELSEA AGGRO! IL TIFO PER I BLUES NEL GIRO PUNK


Anni fa ebbi modo di fare una serata con Ray Gange, protagonista assieme ai Clash del docufilm Rude Boy (1980). Ad un certo punto, dopo un tot di pinte, scivolammo sull'argomento calcio e gli chiesi per che squadra tifassero i Clash. Di Mick Jones conoscevo già la sua passione per i QPR, non sapevo invece di quella di Joe Strummer per il Chelsea. I Clash facevano base a Londra Ovest, sono un gruppo di Londra Ovest. La squadra di riferimento dell'intera zona è il Chelsea, aldilà delle sacche QPR, Fulham, Brentford. Negli anni '70 succedeva anche questo, ce lo racconta Steve Jones, chitarrista dei Sex Pistols, altra band per 3/4 Londra Ovest: "I used to go to Stamford Bridge when I was 12 years old, back when i had a skinhead. But I also used to go to QPR games sometimes because they played down the road from my school and some of my friends followed them."

Pure il suo compagno di band nei Pistols e nei Professionals Paul Cook è una grande fan del Chelsea, spesso presente in gradinata.

Per quanto riguarda Joe Strummer (tratto da 8by8 Magazine):
"Ai tempi di London Calling, quando i Blues giocavano in casa il sabato pomeriggio, andavo alle partite. Vivevo in zona, poco distante."
Erano giorni bui per la squadra, bloccata negli ultimi posti nella seconda divisione. Nonostante questo in gradinata trovava altri musicisti famosi come il batterista dei  Sex Pistols, Paul Cook, che era un presenza regolare allo Stamford Bridge, così come lo erano anche Suggs McPherson e Chas Smash dei leggendari Madness.
Dopo una partita contro il West Ham Utd, nel settembre 1980, Strummer e il suo abituale gruppo di amici furono inseguiti dagli Hammers, che brandivano coltelli Stanley a serramanico: "Abbiamo dovuto correre dentro un negozio di fronte a dove vivevo".
Si racconta che un giorno, poco dopo l'uscita di London Calling, lasciando lo Stamford Bridge un sabato pomeriggio andò in un vicino negozio di dischi, dove trovò qualcosa di ancora più preoccupante del coltello dei fans del West Ham: si accorse che una copia dei London Calling era in vendita a  7,99 mentre i Clash avevano detto che non si sarebbe dovuto vendere per più di 5 sterline, il costo di un singolo album. Furioso, Strummer assalì il proprietario del negozio fino a quando il prezzo non fu portato a quanto precedentemente concordato.  Poi si riunì ai ranghi dei fans che tornavano a casa dopo aver sostenuto il Chelsea.

Un altro musicista dentro alle dinamiche della Shed del tempo è Suggs dei Madness:
"Ti svegliavi nervoso e andavi a letto nervoso. Sai, prendi la metro e improvvisamente è piena di Hammers, potresti essere preso a calci dappertutto. Una volta uno dei nostri sparse biglie sull'asfalto facendo volare i cavalli della polizia, ne seguì una battaglia degna di quella di Agincourt. Col Millwall al Den dissi al mio amico di nascondere la sciarpa e andammo a vederci la partita nella curva di casa!"

Nel recente (2016) album "One Law" dei Members è presente l'esplicita Chelsea Aggrro. I Members, sul finire dei 70, erano "The sound of the suburbs", precisamente dalla zona Camberley, estrema propaggine ad ovest di Londra,  zona aereoporto di Heatrow: "Every lousy monday morning, Heatrow jets goes crashing over my home". Il loro primo album si chiamava "At the Chelsea Nightclub", riferito al quartiere, King's Road e dintorni.
"I remember standing in the shed corrugated iron roof over my head / Shivering on the concrete step in the rain, the place has changed but the songs are the same: ALLO ALLO ALLO CHELSEA AGGRO!”


mercoledì 6 gennaio 2021

MOLCHAT DOMA - MONUMENT


Cold Wave / Synth Pop da oltre la Cortina di Ferro, suonata come se fossimo nel 1983, questo è "Monument" dei bielorussi Molchat Doma. Un gran bel disco triste e plumbeo, perfetto per l'ennesimo lockdown, quando esci a passeggiare la sera della vigilia di Natale e per strada ci sei solo tu. Ah già, ma ormai ci abbiamo fatto l'abitudine a queste tristi scene. Si potrebbe coniare un nuovo modo di dire: "Sei triste come un pezzo dei Molchat Doma", oppure "Sei brutto come uno dei Molchat Doma", dato che i tre son brutti, non so perchè siano sponsorizzati Fred Perry visto che non è che elevino stilisticamente il marchio. Ad ogni modo questo è un gran bel disco. Curioso ovviamente il fatto che arrivi da un posto che qualche anno fa nessuno avrebbe calcolato in termini musicali: più che altro sono proposte che difficilmente varcano i confini nazionali; la popolarità europea di questo gruppo rimanda anch'essa ai primi anni '80 quando esisteva una proposta europea globale, vedi il successo di Righeira, Falco, Nina Hagen, Telex.