lunedì 28 maggio 2012

ENRICO BRIZZI - LA VITA QUOTIDIANA A BOLOGNA AI TEMPI DI VASCO


Non avevo mai avuto il piacere di leggere un libro di Enrico Brizzi; detto così, da un ragazzo di 25 anni quale sono, uno può pensare che non abbia neanche mai letto un libro, dato che l'autore in questione è decisamente uno dei più conosciuti in circolazione.
Vero, verissimo: solo che l'epica adolescenziale di cui si faceva portabandiera il suo primo romanzo "Jack Frusciante..", e che a dire il vero avevo avuto modo di giudicare solamente dalla trasposizione cinematografica dello stesso, non mi piaceva molto.
Non mi garbava che un periodo come l'adolescenza venisse rappresentato e conformizzato in libri o film che fossero.
Certi adolescenti cercano di sfuggire dagli schemi, non importa quali essi siano: poi però arriva un libro/film come il primo di Brizzi che parlando di amore, musica ed amicizia cerca di chiudere il cerchio intorno a quel periodo.
Insomma, nella mia tarda adolescenza non mi andava di pensare di vivere dentro ad un film o ad un romanzo.
Ora penso sia diverso: sicuramente è tardi per leggere un romanzo come, appunto, il "Jack Frusciante.." di cui sopra e sentirsene parte, però credo proprio che una lettura da spettatore interessato non mi faccia così male.
Detto questo, il libro che mi appresto a recensire l'ho scovato in biblioteca e su due piedi ho iniziato a leggerlo, trovandolo molto scorrevole ed interessante, tant'è che in cinque giorni l'avevo già ben che completato.
Si tratta di una sorta di autobiografia dello scrittore bolognese, che copre praticamente tutti gli anni '80, i '90 e pure buona parte dei 2000.
Vasco è il pretesto per raccontare qualcos'altro: gli esordi del rocker emiliano coincidono con l'infanzia di Brizzi stesso, inoltre nei primi anni ottanta Vasco Rossi risiedeva a Bologna nello stesso quartiere dello scrittore.
Si stabilisce così una vicinanza affettiva che poi verrà comunque mantenuta nel corso degli anni, nonostante altri interessi (musicali e non) sopraggiunti nella vita dell'autore.
Da notare comunque che tutti i personaggi famosi legati a Bologna ricevono una menzione in questo libro; una città che, tirando le somme, ha prodotto davvero tanta cultura, sotto forma di musica, libri, fumetti e film.
Guccini, Dalla, Morandi, il punk '77 in salsa bolognese e la new wave con l'Italian Records, i fumetti di Andrea Pazienza, Luca Carboni, certo rock alternativo degli anni '90 come i Massimo Volume o i Santo Niente, Cesare Cremonini, il grande regista Pupi Avati, gli scrittori Stefano Benni e Pier Vittorio Tondelli, oltre allo stesso Enrico Brizzi.
Insomma, rispetto per Bologna.

giovedì 24 maggio 2012

I BARRACUDAS MI HANNO FATTO UNA CASSETTA


Sabato 7 luglio saranno di scena non molto distante da casa mia, un evento abbastanza imperdibile per il sottoscritto.
Nel frattempo ho scovato questa interessante "top ten" formulata dagli stessi Barracudas per un magazine inglese dei primi anni '80 (Smash Hits), che mette in fila un pò tutte le loro influenze.

mercoledì 16 maggio 2012

A CLASSIC EDUCATION @ MACELLO - PADOVA - 11/05/2012


Nutrivo parecchia attesa per questa data padovana degli A Classic Education, gruppo emiliano che con la pubblicazione del recente "Call it blazing" sta ottendendo meritati riscontri un pò ovunque.
Il concerto si svolge all'interno del festival che si tiene all'ex Macello di Padova; davvero un'iniziativa pregevole, che in un mese di serate sciorina tutto il meglio del nuovo indie rock italiano e non solo.
Un festival moderno ed attento alla contemporaneità, non come quello che si svolge a qualche km di distanza organizzato da Radio Sherwood con i soliti dieci nomi di dinosauri dell'alternative rock da dare in pasto ai giovani.
Addirittura il concerto di stasera è a offerta libera, veramente una bella mossa per i ragazzi del Macello, che così facendo si ritrovano un luogo pieno zeppo di gente (probabilmente pagandosi pure il cachet del gruppo con tutte le offerte libere raccolte).
Unico aspetto da migliorare per rendere ancora più speciale il tutto, secondo me, sarebbe l'aggiunta di un ulteriore stand per le birre, visto che si creano delle colonne pazzesche per poter ordinare.
Ah, e anche migliorare di un minimo la qualità della birra non sarebbe una cattiva idea.
Detto questo alle 23.00 gli A Classic Education salgono sul palco e per mezzora (set decisamente breve, stile il mio gruppetto punk rock quando suonavamo nei bar)confermano le aspettative che girano sul loro conto.
Musicalmente siamo di fronte a canzoni costruite come si deve: tre minuti di durata, melodie ottime, voce perfetta e costruzione dei pezzi molto particolare nonchè decisamente ben riuscita.
Se uno mi chiedesse "che genere suonano?" andrei un attimo in difficoltà.
Sicuramente c'è del pop e sicuramente del rock'n'roll.
Pop nelle melodie, r'n'r nell'immediatezza e nella classicità che vanno ad assumere le canzoni.
Poi c'è anche una certa atmosfera post punk; ad esempio, un pezzo come "Baby it's fine" a me ricorda molto i Cure di "Fire in Cairo", però sono consapevole che potrei essere l'unico a vedere questa somiglianza.
Proprio durante l'esecuzione di quest'ultima guardo se c'è la luna in cielo per rendere il momento topico, però non la vedo.
Mezzoretta di set (durante il quale ho anche modo di dire alla mia ragazza "il chitarrista è uguale a Marchisio, il centrocampista della Juve"), che personalmente mi lascia un pò l'amaro in bocca perchè un altro quarto d'ora si poteva fare, e poi tutti a casa non prima di aver acquistato lo splendido "Call it Blazing".

mercoledì 9 maggio 2012

DEROZER @ NEW AGE - RONCADE (TV) - 05/05/2012


Quando i Derozer si presero un'improvvisa pausa nel 2008 non è che ci rimasi particolarmente male.
Li seguivo da quando iniziai ad appassionarmi al genere nei primissimi anni 2000 ed ebbi l'occasione di vederli dal vivo 7/8 volte.
Mi piacevano, certo, e se c'era l'occasione di un concerto in zona non me lo lasciavo sfuggire.
Solo che negli ultimi tempi pre-pausa sembravano un pò stanchini e fuori fase; Spasio, il batterista storico, era stato allontanato senza spiegazioni al pubblico, ed era stato sostituito da un tipo francamente impresentabile che con i Derozer non c'entrava una mazza.
Inoltre l'ultimo album, "Di nuovo in marcia", non era esattamente quello che si può definire un album memorabile.
Insomma, la pausa probabilmente ci stava tutta.
Con gli anni, perchè dal 2008 al 2012 sono comunque quattro anni, penso che pochi scommettessero ancora su di loro e su un possibile ritorno sulle scene (addormentate, visto che il punk rock di casa nostra è fermo ai nomi che circolavano 15 anni fa).
Però qualche giorno capitava che pensavo con nostalgia a loro, alla loro attitudine, ai bei concerti visti, alle memorabili canzoni che accompagnavano i miei giorni durante le scuole superiori frequentate proprio a Vicenza.
Il fatto che le frequetassi a Vicenza, poi, stabiliva un certo legame con i Derozer, visto che ai miei occhi appaiono legati indissolubilmente alla città che li ha fatti nascere.
Quando sono emerse le prime indiscrezioni circa un loro ritorno non è che abbia accolto la notizia come se mi avessero detto che avevo vinto 1 milione.
Non ho più sedici anni, però ero comunque contento per loro e curioso a seguirne le vicende, magari anche andando a qualche concerto in zona.
Ecco quindi che arriva il 5 maggio: un tour strano questo.
Da marzo che sono tornati live, questa di Roncade è la prima data in Veneto per la band vicentina.
Anni fa il tour sarebbe partito magari dal Capannone Sociale di Vicenza, una bella data in casa per affilare le lame prima di imbarcarsi per altre città.
Oggi Vicenza non offre poi molto per situazioni live, al contrario di sei/sette anni fà quando poteva dire la sua alla grande.
Ci appostiamo tatticamente su di un palchetto vicino al bar, abbastanza distante dal palco dove suona la band.
Il locale è pienissimo, ed entrando noto già una bella puzza di sudore ed adolescenza.
Mi perdo i Duracel in apertura ma non me ne può fregare di meno: mai piaciuti.
I Derozer partono con "Cuore brucia" e poi proseguono con il meglio del loro repertorio; mi sembra di ricordare che una delle prime canzoni fosse "Mondo Perfetto".
Un album tipo "Mondo Perfetto", a me che l'ho letto, sembra paurosamente ispirato dai libri di John King.
Dentro ci sono riflessioni interessanti sulla società e sul personale viste con gli occhi di un "outsider".
Dei primi lavori fanno 144, Suzy, Psicopatico (grande pezzo!), Amore Sincero, No surf e Bar.
Poi bene o male canzoni da tutti gli album.
Un'oretta di concerto che passa velocissima, e conclusione con la doppietta "Alla nostra età" e "Branca Day" che non fa prigioneri.
Bentornati!

venerdì 27 aprile 2012

SANTO NIENTE @ TRATTORIA ALTROQUANDO - ZERO BRANCO (TV) - 24/04/2012


Non mi capita poi così molto spesso di assistere a concerti di band che conosco poco.
Però, martedi, avevo comunque voglia di farmi 30 km all'andata ed altrettanti al ritorno per assistere sotto ad un tendone insieme ad altre 50 persone al concerto dei Santo Niente.
C'ero già stato alla Trattoria Altroquando ad inizio aprile per i Diaframma e proprio quel giorno notai da qualche parte che il 24 aprile sarebbe stata la volta dei Santo Niente.
Non mi sono preparato a questo concerto: di loro conoscevo solo "Elvira", probabilmente il loro pezzo più famoso, tralaltro scoperto in un modo particolarmente curioso.
Diversi anni fa, presso le bancarelle che popolano il festival estivo di radio Sherwood, c'era (ma dovrebbe esserci ancora) una bancarella che vendeva praticamente solo cassette e cd bootleg.
Comprai un bootleg dei Sex Pistols, una mezza ciofeca (solo "Schools are prisons" meritava davvero li dentro), però alla fine della cassetta era presente questo brano.
Mi piacque subito.
Non la pensava così l'amico che guidava la macchina con cui andai (insieme ad altri amici) in Svizzera proprio quell'estate; senza mezze parole disse "Adesso basta ascoltare questa merda!".
Mi dispiacque che non apprezzasse quella canzone di un gruppo a me sconosciuto.
Mi informai e venni a sapere che erano i Santo Niente.
Bene, dissi, li ascolterò.
Il caso vuole che nei successivi anni non mi sono mai adoperato per ascoltarli.
Ma non chiedetemi perchè: probabilmente, dovendo selezionare i miei ascolti, non li ho mai presi in considerazione.
Comunque i fatti parlano chiaro: martedi 24 aprile vado a vederli alla Trattoria Altroquando di Zero Branco.
Sono in quattro e suonano un set che dura un'oretta.
I suoni sono quelli dell'alternative rock degli anni '90 (Nirvana, Sonic Youth, Jane's Addiction), ma io sono abbastanza ignorante in materia.
Però mi sono piaciuti comunque: non tutte le canzoni, però cinque/sei si.
Soprattutto, come verrò a sapere più tradi cercando i titoli, una segnalazione speciale se la beccano "E'Aria" e "Storia Breve", oltre alla clamorosa "Elvira" posta tatticamente come ultima canzone.

martedì 17 aprile 2012

OFFLAGA DISCO PAX @ NEW AGE CLUB - RONCADE (TV) - 13/04/2012


La prima considerazione che mi viene da fare è che cinque/sei anni fa, per chi come me abita nell'Alta Padovana terra di mezzo tra Bassano, Vicenza,Castelfranco Veneto e Padova, quando si guardavano le date dei gruppi in tour si sperava che passassero alla Gabbia di Bassano del Grappa (l'ultimo periodo spostata a San Giorgio in Bosco a 1 km da casa mia), oppure anche a Vicenza, dove c'era una bella scena di locali con il Capannone Sociale e il Sabotage.
A Bassano inoltre capitava di farsi qualche bella serata allo Shindy.
Ora invece si spera che passino almeno al New Age, a 60 km di distanza!
Ovvio che questo è sintomatico del periodo che stiamo attraversando, con i locali che ho citato prima che hanno chiuso quasi tutti o sono passati ad altro (vedi Shindy).
Ad ogni modo il New Age è un bel club, curato e con le carte in regola per passare una serata apposto.
Prima degli Offlaga Disco Pax sale sul palco, alle 22.30 spaccate, Bologna Violenta.
Ho letto di lui mesi fa e tutto sommato non mi dispiace vederlo, così, per farmi un idea.
Siamo davanti ad una "cosa" decisamente strana e particolare: lui è da solo sul palco e suona la chitarra, sotto ci sono delle basi sia strumentali che potenziano la parte sonora, sia parlate, con frasi in italiano blasfeme.
Suona trequarti d'ora, e pur non essendo propriamente la mia tazza di tè, resisto stoicamente tutto lo show.
Boh, sarà che mi metto in testa di essere all'Hacienda di Manchester e così tutto mi sembra bello.
Alle 23.30 salgono sul palco i tre reggiani.
Del loro nuovo album ho già scritto da qualche parte: mi piace.
Loro li seguo praticamente da quando sono usciti la prima volta, mi ricordo che il mio compagno di classe Luca Saggin me li fece ascoltare appena uscì il loro album di debutto.
Era una cosa nuova per le mie orecchie saturate di punk rock.
Mi presero subito ed andai a vederli in concerto un paio di volte.
Mi piaceva degli Offlaga, e mi piace tuttora, il fatto che la loro provenienza entri in maniera decisiva nel loro microcosmo musicale.
Reggio Emilia riveste un'importanza fondamentale nel contesto degli Offlaga Disco Pax.
Ci sono gruppi con la bandana in testa e i capelli lunghi, che fanno gli emuli dei Guns'n'Roses e poi scopri che sono da Pozzetto.
Ma per piacere!
Partono con Palazzo Masdoni, canzone d'apertura del loro nuovo album, e poi via via elargiscono un'ora e mezza di spettacolo abbastanza "ipnotizzante".
Come mi capitava anche le altre volte che ho avuto il piacere di vederli, per la durata del concerto tendi molto a concentrarti sui singoli aspetti che compongono il loro set.
Suoni, parole, scenografia, particolari.
Due piccole televisioni sono poste ai lati del palco, oltre al maxischermo alle spalle del gruppo.
Per tutta la durata del concerto trasmettono delle onde di trasmissione colorate, il che va sicuramente ad aggiungere un tassello al già alto livello di concentrazione verso il palco.
Creare atmosfera, creare una sorta di rituale.
Quest'ultimo concetto mi è abbastanza chiaro quando Collini alza un libro della storia della Reggiana come fosse un libro sacro.
In certi momenti sembra davvero di assistere ad una funzione religiosa.
Poche parole e molta attenzione.
Anzi, di solito in Chiesa c'è anche meno attenzione che non venerdi sera.