domenica 8 luglio 2012

SOCO ROCK - DEROZER - BARRACUDAS - 6&7 /07/2012


Già l'anno scorso al Socorock di Grisignano di Zocco, cittadina di provincia a metà strada tra Padova e Vicenza, ebbi modo di vedermi un bel concerto con Tv Smith degli Adverts (supportato da Dave Rave dei Teenage Head)e quest'anno le cose non sono state da meno, anzi, se possibile, sono migliorate.
Venerdi 6 luglio c'è la prima data post reunion dei Derozer in terra vicentina dopo un bel pò di anni, mentre al sabato tocca ai grandissimi Barracudas, gruppo tra i miei preferiti, una di quelle band che ti chiedi se avrai mai l'occasione di vedere dal vivo in questa vita.
Insomma, si trattava di due date che già da un bel pò di tempo facevano bella mostra di sè sulla mia agenda.
Alcune considerazioni e sensazioni (positive, ci mancherebbe) sul ritorno in pista dei Derozer le avevo già espresse a maggio dopo averli visti al New Age di Roncade (Tv), prima data veneta del nuovo tour.
Continuo a ripetere che la pausa non può che essere stata positiva per la band vicentina: nel 2008 sembravano stanchi e forse neanche l'appoggio dei ragazzi sotto il palco era più lo stesso, con i ventenni di allora che magari stavano passando a qualcos'altro, oppure li avevano già visti dal vivo 4/5 volte.
Il tempo invece ha dimostrato come la mancanza di un gruppo come i Derozer si facesse sentire, e anche parecchio.
Innanzitutto sono sempre un punto di riferimento (l'unico?) all'interno di una scena che dalla loro pausa non è cresciuta di nulla, facendo anzi molto passi indietro.
Basti pensare ai Duracel, posti in apertura.
Se questo è il futuro, ragazzi, meglio mettersi le mani nei capelli.
Gente che vorebbe assomigliare ai Derozer, ma che però vuole anche far sentire sui testi che ha studiato e fatto l'Università; non si spiegherebbero altrimenti certi concetti contorti che vogliono far trasparire con certe canzoni.
Qualche melodia buona c'è, ma la distanza con i Derozer, anche solo del 1994 è un'oceano.
I Derozer si sono sempre contraddistinti per fare le cose semplici e fatte bene.
Cose per tutti, con testi da strada (se mi si passa il termine).
Il motivo del loro enorme successo nel nord Italia è sicuramente da attribuire anche a questo, oltre che a tutti gli sbattimenti organizzativi con cui negli anni si sono fatti conoscere da praticamente ogni ragazzo italiano che ascolta punk rock.
E la gente vuole bene ai Derozer, perchè vede assonanza tra quello che fanno e quello che sono o che almeno sembra arrivare al pubblico.
A Grisignano, venerdi c'erano 1.000 persone per vederli, e i numeri non sono un'opinione.
Che dire sulla perfomance? Al New Age il locale era contenuto, cosicchè tutti cantavano e l'atmosfera era decisamente calda.
Il festival si tiene all'aperto, su un'enorme palco e come spesso capita nei festival è un'altra cosa rispetto ad un concerto in un locale, anche se per questo non diminuisce il fascino di trovarsi su un campo, con il gruppo che vuoi sentire e un'ottima birra Pedavena in mano che ti disseta.
La scaletta ricalca quella già sentita al New Age, con la doppietta "Cuore Brucia" e "Mondo Perfetto" posta in apertura, e poi via via tocca tutte le fasi della band berica.
Sarei curioso di ascoltare un nuovo lavoro loro, sono sicuro che tirerebbero fuori cose buone dal cilindro.
Il sabato è il giorno dei Barracudas.
E' con grande rammarico che devo obiettivamente parlare di un concerto deludente.
Poteva essere il concerto dell'estate per alcuni (noi 50 sfigati che li ascoltiamo) e gli ingredienti c'erano tutti: band di culto, che chi conosce solitamente ama, ampia presenza in scaletta di canzoni dal mood decisamente "estivo" e leggero con il loro mix di power pop/r'n'r riscontrabile negli esordi della band.
Poteva esserlo, ma non lo è stato.
Troppe cose non hanno funzionato: la presenza scenica della band, il suono ed una scaletta francamente mal combinata.
Dispiace dirlo per quello che rappresentano per il sottoscritto (lo ripeto, stiamo parlando di un gruppo decisamente tra i miei top 5 di tutti i tempi) ma i Barracudas di Grisignano hanno dato l'impressione di non essere neanche una band.
Erano cinque uomini in ferie in Italia che per l'occasione hanno suonato qualcosa.
Può capitare una serata storta, ma francamente credo poco a questa teoria: credo, purtroppo, che bisogna prepararsi per suonare, a qualunque livello tu sia.
Preparare una scaletta che tenga in considerazione ciò per cui la gente ti conosce, suonare compatti, avere un minimo di presenza scenica, insomma cercare di fare le cose fatte bene.
Partono con "Grammar of Misery" e fin qui niente di male, anzi si tratta di un gran bel pezzo, è che piano piano affondano, anzi sprofondano nei pezzi minori e con poca verve della loro discografia.
Di "Drop Out" suonano "I can't pretend", "Violent Times", "Codeine", "Somebody" e "1965 again".
Troppo poco.
Praticamente tralasciano tutti i pezzi "leggeri" di cui prima come "Campus Tramp", "His Last Summer", ma anche "Surfers are back" per non parlare di "Summer Fun", la loro Blitzkrieg Bop.
Questa si dice che avrebbero dovuta suonarla nei bis, ma peccato che i bis non ci siano stati.

martedì 3 luglio 2012

EUROVISIONI


La calma piatta del salone del ristorante fu squarciata dalle grida di alcuni bambini, provenienti dalla piccola saletta tv distante una trentina di metri.
Il messaggio da decifrare era chiaro: l’Italia aveva fatto goal.
Chi, non era dato a sapersi.
Italia – Irlanda , lunedì 18 giugno, ultima partita del girone C e decisiva per le sorti degli Azzurri.
Un girone stregato per il sottoscritto: si parte con Italia – Spagna e lavoro, si prosegue con la Croazia e sono in treno e si conclude con l’Irlanda e sono una cena.
In compenso non mi faccio sfuggire qualsiasi altra partita che capiti a tiro; ho così modo di considerare come l’Olanda sia inguardabile, la Grecia passi il girone immeritatamente e l’Irlanda risulti quasi romantica nel suo gioco fisico e anti-tecnico, quasi un omaggio a certo calcio pioneristico primo ‘900.
Delle partite italiane del girone, non potendole seguire, mi restano impresse le istantanee in cui scopro che qualcuno ha fatto goal: con la Spagna il boato arriva da una bar di un paesino dove sto facendo delle consegne (una cosa simile mi capitò con la prima rete di Milito al Bayern in finale Coppa Campioni, con le grida provenire da un palazzo popolare); con la Croazia dei ragazzi esultarono vicino al binario da cui sarebbe partito il treno. Sembrava ascoltassero la radiolina, una scena bellissima, peccato ascoltassero uno di quegli aggeggi tecnologici infernali di ultima generazione dai quali terrò per sempre la distanza.
Con la Croazia vennero in mio aiuto i bambini del ristorante.
Il cameriere, mentre serviva abbondanti piatti di pesce, non nascose il suo entusiasmo per le grida e cercò di capire quantomeno chi avesse segnato.
Quando uno dei clienti seduti in tavolo gli chiese se avesse notizia sul risultato della Spagna il coperchio cadde e si scoprii che il cameriere era uno dei classici italiani che durante l’anno se ne sbattono del calcio e poi per Europei e Mondiali sono in prima fila con la faccia pitturata, dato che non sapeva che la Spagna non doveva pareggiare 2-2.
Gli stessi stronzi che quando Monti dice che “bisognerebbe sospendere i campionati per due-tre anni” sono d’accordo.
Io in inverno le domeniche a guardarmi il posticipo domenicale Parma – Atalanta, mentre questi vengono fuori solo quando sentono puzza di maxischermi nei bar e partecipazione popolare.
Poi arrivò l’ora dell’Inghilterra: una specie di derby del cuore per il sottoscritto.
A Londra ci sono stato diverse volte, sempre molto soddisfatto del viaggio che andavo a fare e sempre apprezzandone i contenuti.
L’Italia mi ha dato una patria, una famiglia, una lingua, una cucina, una terra.
L’Inghilterra mi dato molta musica, qualche buon libro da leggere, diversi stili sub culturali, insomma una serie di elementi che hanno il loro peso nell’economia della mia vita, anche se rimango orgoglioso di venire da dove vengo.
E’una partita che mi piacerebbe vedere al Bar Italia, a Soho, Londra: un bar in stile italiano come ce ne sono in ogni paese qui da noi (i classici “Bar Nazionale” dei nostri paesi), dallo stile decisamente sixties, però la vanno tutti matti per questo posto.
Io alla domenica sera lavoro, però dovrei staccare alle 20 e 30.
Bene, penso: riuscirò a guardarmi tutta la partita senza problemi, e sarà la prima volta di questo Europeo.
Alle 20 e 30 ho una consegna di minimo 15 minuti.
Impreco, dentro di me.
Alle 20 e 45 ritorno e salta fuori che ne ho un’altra di altri 15 minuti.
Trattengo la mia incazzatura, esco per accingermi a farla e questa volta impreco a voce alta, fortunatamente non troppo, altrimenti mi troverei senza lavoro.
Alle 21.00 finalmente torno a casa, gustandomi un bel match dominato in maniera imbarazzante dalla nostra Nazionale, che però, nonostante questo, non riesce a buttarla dentro e rischia di tornare a casa, dato che i rigori travalicano l’andamento della partita e fanno sempre storia a sé.
Dopo il rigore decisivo di Diamanti vedo Pirlo che corre esultante come a Berlino ’06.
Ci pensa Buffon, nell’intervista dopopartita a farci tornare tutti un po’ con i piedi per terra, affermando, che siamo solo in semifinale, mica abbiamo vinto niente. Giusto.
I giorni che precedono e posticipano la semifinale con la Germania sono un autentico merdaio: tutta Italia si riscopre appassionata di calcio, tipica malformazione da grandi eventi sportivi; io però se la nazionale di basket va in finale non è che mi metto a rompere i coglioni con il fatto che sia un grande fan di basket.
Semplicemente non me ne importerebbe nulla come ho sempre fatto, lasciando vivere gioie e delusioni a coloro che le vivono tutto l’anno.
Evidentemente il mio ragionamento resta sempre un ragionamento “d’elitè”, ma capisco che ad essere ”d’elite” nell’epoca dei social network si corra il rischio che il lettore non sappia neanche cosa significhi questa parola.
Il Tg5, nei giorni pre e post la semifinale diventa l’emblema intero dell’idiozia che pervade il Paese.
La prima notizia è dedicata allo spread e alla crisi (immancabile), poi venti minuti di calcio con la Nazionale e verso la fine “un collegamento da Mirandola per sapere come stanno i terremotati”.
Il calcio come strumento per tenere buona la gente, per non farla pensare a quelli che sono i veri problemi, per non farla pensare ai banchieri che decretano la nascita e la fine di una crisi finanziaria come se la gente normale potesse farci qualcosa per cambiare la situazione.
Per me è troppo e noto con piacere che ogni anno che passa divento sempre più rompicoglioni e intransigente con le mie idee.
La finale va come va, e dieci minuti dopo il fischio finale già ci sono polemiche televisive sul poco spazio dato ai giovani italiani nel nostro campionato rispetto al Barcellona.
Noi non cambieremo mai.

sabato 30 giugno 2012

THE CLASH - THIS IS DUB CLASH


Questo è un bootleg che andava fatto.
Mi è capitato di farmi la classica compiilation masterizzata da mettere in macchina ed eccedere con in pezzi dei Clash più "melting pot" se mi si passa il termine.
I Clash che andrebbero bene sulla stazione radio del Kebab all'angolo, in un quartiere londinese ad alta maggioranza non - inglese.
Dentro ci sono parecchi pezzi che si potevano già trovare sull'ottima raccola "Super Black Market Clash", e che comprende lati b e rarità della band.
Ai quali vanno aggiunti delle vere e proprie chicche, tipo "The escapedes of Futura dub", la versione dub del pezzo rap nato dalla collaborazione con il graffitaro niuorchese durante il periodo "Radio Clash".
Insomma, qua dentro trovate un'oretta di dub torrido, ideale in estate, in autunno così come in inverno.
Il dub ti ferma, ti costringe a pensare, a mettere in ordine le idee e le cose.
A questo indirizzo ve lo scaricate in cinque minuti:
http://mondo-de-muebles.blogspot.it/2011/01/clash-this-is-dub-clash.html

venerdì 29 giugno 2012

PADRE FIGLIO




Una versione di "Padre Figlio" particolare, visto che i due partecipanti hanno la stessa età.
Loew, tecnico della Germania e Federico Fiumani dei grandi Diaframma.

mercoledì 13 giugno 2012

STEFANO BENNI - IL BAR SOTTO IL MARE


Per il sottoscritto, questo famosissimo libro di Stefano Benni si è rivelata una piacevole lettura.
Non tutti i racconti narrati dai personaggi che l'ospite incontra nel bar sono della stessa caratura: i miei preferiti, se dovessi stilare un fantomatico podio, sono "Oleron" al primo posto (racconto che ti inchioda al libro), seguìto da "Autogrill Horror" al secondo (Vacanze Italiane!) e terzo classificato "Matu Maloa" (brutti ceffi, disciplina e balene innamorate).
Pure "Californian Crawl" è degno di nota; per il resto ci sono buone storie, alcune più riuscite di altre, però nel complesso è una lettura che consiglio e che nel giro di un paio di settimane si riesce tranquillamente a completare.

sabato 9 giugno 2012

PADRE FIGLIO


Il grande Gianmaria Volontè e Luca Baraldi, direttore di qualcosa del Calcio Padova.

domenica 3 giugno 2012

I BEAT MI HANNO FATTO UNA CASSETTA

Ecco la top ten di Ranking Roger, storico frontman dei Beat.
Mix tratto dalla rivista "Smash Hits" del 1980 e che contiene pezzi davvero speciali, in qualche modo un riassunto del suono dei Beat di quegli anni.
I Beat furono sicuramente una delle esperienze più riuscite degli anni immediatamente successivi al punk, con un suono originale di ispirazione ska ma sviluppato in maniera decisamente personale.