Manuel Cossu, “Manuel dei Manges”,
nato nel 1976 a La Spezia: batterista e songwriter di una delle più
fighe punk rock band al mondo ed artista figurativo.
Il 12 febbraio a Cittadella abbiamo
organizzato una personale dei suo lavori, “Campo di
Concentrazione”: un periodo di attività intenso per il nostro che
negli ultimi mesi ha esposto una personale su Lilli Carati a Bergamo
(pubblicando anche un numero unico di art magazine dedicato alla
tormentata figura dell'attrice), a Roma e in una farmacia di La
Spezia.
Si, in una farmacia perché da un po'
Manuel dipinge sui bugiardini dei farmaci: “Soffro di deficit di
attenzione, i bugiardini rappresentano l'essenza di quello a cui devi
stare attento, tutte quelle istruzioni in bianco e nero che ti dicono
cosa devi fare per curarti. Così si è venuta a creare una sorta di
contrapposizione.”
Gli chiedo come ha iniziato a
disegnare, come si è avvicinato a questa forma di espressione:
“Molto semplicemente negli anni '90 capitava di registrare delle
cassette TDK per gli amici, solitamente ci facevo un disegno in
copertina, qualcosa sui Ramones. La prima tela di una certa
dimensione la feci nel 1996 dietro il tavolo da Subbuteo e ci
disegnai Dee Dee Ramone con scritto “I remember you”, è esposta
alla Skaletta (storico club r'n'r di La Spezia attivo dal 1994). Dee
Dee è uno dei miei miti in assoluto.” L'hai conosciuto? “Negli
anni '90 andai appositamente a New York per poterlo incontrare. Non
ci riuscii ma incontrai Arturo Vega (visual artist dei Ramones) ad un
semaforo a cui diedi i miei disegni. Arturo Vega è stato importante
per me perché mi ha spinto a continuare a disegnare, mi apprezzava,
mise i miei disegni sul sito dei Ramones. Dee Dee l'ho visto live e
incontrato poi diverse volte. Il concerto più bello in assoluto
della mia vita è stato per me Genova 1994, il tour di “I hate
freaks like you”,ancora meglio di quelli dei Ramones. A Dee Dee una
volta in Germania diedi i miei disegni e lui mi regalò la sua
tshirt.”
Dee Dee, Lilli Carati, raffiguri spesso
vite non pacificate, figure tragiche: “Si, tragiche ma non
patetiche.” Cosa ti attrae di tutto questo? “Una sorta di
resistenza nei confronti delle avversità della vita, vite
incasinate, gente che pativa. Io non sono legato a concetti come “la
vita è un sogno”, per far andare una vita ci vuole che tante cose
vadano per il verso giusto, non è facile. Mi attrae l'idea di non
mollare, di fare a pugni con la vita per non soccombere.”
Il fatto di dipingere spesso anche
Santi e Madonne in maniera non conforme è in qualche maniera
collegato a questo? “Sono immagini che da sempre fanno parte di una
certa realtà, quando sei talmente incasinato da affidarti ad un
qualcosa di superiore: “Gesù Gesù aiutami tu”. Pensa alla
galera, ai tatuaggi con Santi, Madonne e Croci. La voglia di iniziare
a disegnare, oltre ai Ramones, me la diede proprio i tatuaggi di un
mio caro amico che si era fatto la galera e che ora non c'è più.
Erano imperfetti, ma non significa non avessero passione, che non
fossero vivi e reali.”
Mi sembra di notare un certo richiamo
nelle tue opere a certa Italia anni '80, Alfredino Rampi, Ranxerox,
Pertini: “Io sono del 1976, ero bambino e ragazzino negli anni '80.
Era un Italia densa, dura, certe immagini me lo porterò dietro per
sempre. Le nostre città erano piene di tossici, le curve
straboccavano di ragazzi, gli stili giovanili, le compagnie di
irregolari. Sono legato a tutto quel mondo.” Uno che è cresciuto
quegli anni o che comunque ne è affascinato, come si trova ad
affrontare un presente che sembra milioni anni luce distante? “Male,
io non c'entro niente con tecnologia e derivati, son rimasto tagliato
fuori da tutto questo, sono un analfabeta digitale. Fortunatamente ho
gente che mi segue nella promozione, io non saprei da dove iniziare.”
La tua passione per l'Atalanta? “Arriva
dalla stagione 1987/88, semifinale di Coppa delle Coppe con il
Malines con l'Atalanta in serie B. L'ho seguita poi per parecchio
tempo, quando si poteva decidere il giorno prima se andare alla
partita, adesso per andare ad una partita devi programmare come si fa
con le ferie, non ha più senso. Ho fatto anni in Curva Nord, partivo
da La Spezia in treno e via. Uno dei miei più cari amici è uno dei
fondatori del Wild Kaos. Credo di aver seguito più l'Atalanta in
serie B che non in serie A.”