Sempre bello aver la possibilità di assistere ad un concerto
dei Diaframma, come è bello sapere che in giro c'è uno come Federico Fiumani,
un artista che in trent’anni di carriera ha composto memorabili pagine di rock
tricolore.
Rock Italiano: ecco cosa fanno i Diaframma. Rock Italiano
della miglior specie, di quello che dovrebbe avere ampi riconoscimenti in tutto
il Paese, se solo ci fosse un po' di giustizia musicale.
E comunque i Diaframma il loro seguito ce l’hanno sempre:
una nicchia, certo, ma fedele e appassionata al verbo, perché quando lo scopri
e lo apprezzi poi è difficile staccarsene.
Al Macello di Padova, in un sabato sera di maggio, eravamo
poco più di un centinaio: comunque pronti a tirare fuori dieci carte per il
concerto, e attenti a quello che veniva fuori dagli amplificatori e dalle
casse.
In un set di circa cinquanta minuti passano in rassegna
tutti i momenti migliori della band fiorentina: Siberia, Gennaio, Tre Volte
Lacrime, Labbra Blu.
Testi nella maggior parte dei casi evocativi, personali,
accompagnati da una base rock punk in cui la scena se la prende tutta il suono
della chitarra di Federico Fiumani: un suono bellissimo, di marmo, d’impatto.
Frasi a volte urlate, con la voce che quasi neanche ci
arriva, qualche errore tecnico: chissenefrega, non m’importa nulla a me.
Spirito punk che in questo caso vuol dire far le cose
artigianalmente e umanamente, non meccanicamente, sennò chiamiamo i robot a
farle.
Alla fine del concerto un tizio chiama a sé Fiumani, che si
sporge dal palco per ascoltarlo, poi riferisce:
“Mi hanno detto che è il compleanno di una ragazza, che vorrebbe
riascoltare Siberia e Gennaio”, già eseguite precedentemente; senza problema
alcuno attacca con l’arpeggio di Siberia e poi con il riff di Gennaio.
Tutto è personale nei Diaframma: le canzoni, l’attitudine,
il suono.
E nell’appiattito mondo musicale c'è sempre bisogno di un
gruppo così.
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