Concerto infrasettimanale di peso allo storico Vinile di Rosà; i Calibro 35, infatti, sono sicuramente uno dei nomi più caldi nel panorama alternative italiano, forti di una produzione discografica di immutata qualità dagli esordi ad oggi, confermata dall'ottimo "S.p.a.c.e." di fresca uscita.
Alle 23 circa la band sale sul palchetto con il club stipato in ogni ordine di posto, occorre farsi largo per ricavarsi uno spazio da cui poterli intravedere all'opera.
Parte un estratto vocale tratto da un film fantascientifico spaziale anni '60 e sotto i Calibro 35 iniziano a macinare il loro groove che per un ora abbondante alletterà i presenti.
Il quartetto alterna dilatazioni cosmico psichedeliche a travolgenti cavalcate rock jazz funk; uno stile sonoro ovviamente debitore di certa tradizione italiana (leggi Umiliani, Piccioni, Micalizzi) e in cui precisione di esecuzione e tecnica esecutiva la fanno da padrone.
Stiamo parlando di pezzi strumentali decisamente evocativi, che forse risalterebbero più compiutamente se accompagnati a qualche video proiettato sullo sfondo (un crossover tra film polizieschi e fantascientifici, visto che l'ultimo album va a parare proprio da quelle parti) un po' come vidi fare ai Julie's Haircut lo scorso autunno.
Parlano poco sul palco i nostri, anzi proprio non parlano proprio mai, lasciando spazio esclusivamente al ritmo, che coinvolge tutti.
Da segnalare la manciata di pezzi eseguiti assieme alla sezione fiati degli Ottone Pesante (band sperimentale tromba/trombone/batteria che ha aperto il concerto), in cui le melodie, in certi punti, sembravano avvicinarsi stranamente a certe cose degli Skatalites.
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