HOUSEMARTINS



Gli Housemartins erano una band inglese proveniente da Hull, cittadina nord est inglese.
Il periodo in cui i quattro si muovono è quello dal 1983 al 1988.
Che altro c'era in Uk in quel periodo? Vediamo:
Il punk '77 era definitivamente sepolto, anche se i Clash erano ancora in circolazione con la formazione post uscita di Mick Jones, mentre gli Smiths esordirono proprio nel 1983 con i primi singoli.
Periodo abbastanza strano quello dei primi anni '80 in Inghilterra, stranamente non emerse nessuna scena che a posteriori verrà ricordata.
Quindi dopo Punk 77, Ska Two Tone e Mod 79, nel 1983 ci troviamo ancora nel periodo della cosiddetta New Wave, ma è un periodo di transizione, molto eterogeneo; transizione che durerà fino alla fine del decennio quasi, quando verranno posti i germi del futuro Brit Pop da gruppi come La's e Stone Roses.
Gli Housemartins si muovono negli anni degli scioperi dei minatori, negli anni della Tatcher.
Power Pop e Beat frizzante ma anche Soul e Gospel i territori musicali marcati dai quattro di Hull.
Un paio di album (1986 e 1987), video divertenti, il raggiungimento di una buona popolarità in terra inglese e arrivederci.
Beautiful South e Fatboy Slim i progetti futuri (Norman Cook, cioè il futuro Fatboy Slim suonava il basso negli Housemartins).

Discografia:

London 0 Hull 4
L'apertura è affidata ad Happy Hour e questo può bastare ad acquistare il disco. Uno delle migliori tracce n.1, maximum beat power pop!
Get Up Off Our Knees ne è il degno proseguimento, mentre Flag Day rappresenta il primo contatto dei quattro con il gospel.
L'album poi prosegue con riuscite commistioni beat soul power pop, Anxious, Sitting On a Fence, We're Not Deep, Freedom sembra uscita dai Blues Brothers.
Questo per quanto riguarda il 33 giri.
Nel cd sono aggiunte delle tracce che se ne poteva fare a meno, tutte gospel.

People Who Grinned Themselves to Death
E' il secondo e ultimo album, più "ragionato" rispetto alla freschezza del primo ma questo nulla toglie alla bontà delle canzoni.
Materiale per un best of ce nè parecchio, musicalmente aggiorna e "matura" la formula del primo album.

Raise The Flag
E' una raccolta di b-sides e altro materiale raro, non mancano le sorprese, come il rap di Rap Around the Clock, la bella Time Spent Thinking e alcuni pezzi live.

THIS IS SOUL!



Martha and The Vandellas, gruppo femminile legato alla Motown dal '63 al '67, grandi brani soul pop consegnati alla storia.
Heatwave, Quicksand, Dancing in the Street e Nowhere To Run sono dei classiconi, imprescindibili se parliamo di GirlGroups 60's o Motown.

GUERIN SPORTIVO




"Settimanale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912" da Gennaio è passato a mensile.
Un cambio storico per il celebre Guerin, tuttavia molto ben assorbito grazie alla competenza e alla qualità di chi lo gestisce e di chi vi scrive.
Spazio alle inchieste,all'amarcord, all'attualità, senza dimenticare le statistiche dei vari campionati.
Spesso e volentieri presenza di inserti, guide, calendari.
Un istituzione!

BASETTOPOLI


Sicuramente "personaggio" e poco incline ai compromessi.
Di lui ricordo:
Una foto con gli Ultras Laziali in trasferta a Padova nella seconda metà anni '80, con addosso il chiodo.
Un gran gol al Milan quand'era al Napoli.
I capelli rasati ai lati nel Milan.
L'azione fermata nel West Ham e un paio di gol memorabili (quello in sforbiciata e quello al volo).
Il ritorno alla Lazio, con un vespaio di polemiche per i suoi "saluti".
Apprezzo in Di Canio la poca propensione a leccare il culo e comunque il suo esporsi sempre in prima persona per i suoi comportamenti.

THE FRIDAY CLUB - WINDOW SHOPPING



I Friday Club non sono sicuramente tra i nomi più conosciuti nel rango della Two Tone Records, tuttavia nel Settembre 1985 questa band inglese pubblicò per la label a scacchi l'unico singolo a testimonianza della loro breve carriera. "Window Shopping" (seguito nel lato B dalla versione strumentale dello stesso brano) è un brano scritto con in testa gli Style Council più movimentati,cantato da voce femminile e sicuramente gradevole da ascoltare nelle miti serate d'autunno in qualche radio di Londra. Per promuovere il 45 giri la band fece alcune date di supporto ai Madness, e per una settimana il singolo entrò nei top 100 inglesi.
Qua potete darli un ascolto:
http://www.youtube.com/watch?v=tE1Y5FfbErg

SOLO PER LA MAGLIA



Questa rubrica parte dal parere personale che da una quindicina d'anni le maglie delle squadre mi fanno vomitare.
Non mi piacciono i tessuti, che avranno pure aumentato qualità proprie come resistenza ed elasticità rispetto al passato ma rimangono comunque inguardabili, lo stile originale della divisa del club a volte viene modificato creando effetti strampalati e non mi piacciono neanche più gli sponsor che vedo, pensa te.
Oltre al fatto fondamentale che non ci sono più le maglie dall'1 all'11.
Ecco quindi che mi propongo di pubblicare, una foto per volta, maglie da calcio che mi piacciono.

AS Roma Campione d'Italia 1982.83

BASETTOPOLI




Enrico Albertosi è nato il 2 Novembre 1929 a Pontremoli (MS).
Tra il 1959 e il 1980 ha vestito la maglia n.1 di Fiorentina, Cagliari e Milan.
Simbolo per antonomasia di un calcio che non c'è più, popolare, passionale, domenicale e vero.
Maglietta giallo canarino, baffi, basette, sempre stiloso.
Passione per le scommesse sui cavalli e le belle donne.
Grande.

"Guai se un portiere si fa divorare dal dubbio di avere sbagliato.
Un portiere non sbaglia mai, la colpa è sempre degli altri. Così non si abbatte"
(Enrico Albertosi)

BUZZCOCKS

La Manchester degli anni '70 viene descritta cupa, grigia, post industriale. Poco tempo fà mi è capitata a tiro una foto del Factory, club mancuniano che ospitò concerti di Buzzcocks, Joy Division ed altri, e la foto era spettrale, i palazzoni che intravedevo sullo sfondo del club lasciavano preasagire un area urbana corrispondente allla descrizione di sopra. Buzzcocks è suono cristallino, chitarre fragorose, voce con toni alti, melodie perfette. Punk Pop. Di quello buono, l'unico possibile, ancora lontano dai suoi recenti sviluppi tragicomici. Parlavano di noia, amore, autonomia, promesse, bisogni: argomenti giovani e per me interessanti. Puliti nell'approccio, aspetto curato, camicie e scarpe eleganti classiche inglesi, più di qualche punto di contatto con l'universo mod oltre l'influenza degli Who nell'aspetto e nel suono. La batteria non è mai lineare ma piena di contrattempi anche se questo risulta dopo un attento ascolto, le canzoni sono quadretti che scorrono via veloci ma senza tempo. I primi tre album sono immortali: "Another music in a different kitchen" album pieno di canzoni ben riuscite, tutte hits, fragoroso. "Love Bites" a metà strada tra il suono del primo e qualche cambiamento stilistico ma nel complesso ben riuscito. " A different kind of tension" è l'ultimo album, diviso tra una parte più morbida e pop e una più cupa, quasi meccanica nella title track. A suggello degli anni 1976 - 1981 la raccolta di singoli "Singles Going Steady" è monumentale. L'album perfetto per eccelenza. Buzzcocks è il suono dell'Inghilterra piovosa fine anni '70, imparentato con il power pop minore e il mod '79 che esplode in quegli anni. Con loro Manchester inizierà a dar vita ad una serie di gruppi che cambieranno le traiettorie della pop music: Joy Divison, Smiths, Stone Roses, Oasis. Dopo lo scioglimento dei primi anni '80 tornarono in pista alla fine del decennio ma, secondo me, con scarsi risultati, apparte qualcosina. Ma a fine '70s i Buzzcocks erano la colonna sonora ideale del giovane inglese, quando ascolto le loro John Peel Sessions con "Promises" che esce dalla radio vengo catapultato nell'Inghilterra del '79. Immensi!

BASETTOPOLI



Inizia da oggi una semplice raccolta di foto con personaggi con basette.
Una foto alla volta.
La prima la dedico a George Best.
Buone basette a tutti.

THE CHORDS - SO FAR AWAY


THE CHORDS – SO FAR AWAY

Mod Punk superbo per questa band Londinese che durò una manciata di anni tra il finire dei 70's e i primissimi anni '80.
I Chords sono sicuramente un nome di punta del cosiddetto Mod Revival che esplose in Inghilterra nel '79, anche se sfortunatamente non raggiunsero mai una fama al livello della loro grandezza.
Pezzi duri, antemici e compatti che rimandano all'irruenza dei primi Clash, ai Jam di "In the City" e ai Boys, con sullo sfondo i poster di Who e Small Faces.
Hits memorabili come "Maybe Tomorrow" e "So Far Away" abbinate a cover calibrate con gusto come le ottime rivisitazioni di "She Said, She Said" dei Beatles e "Hold On I'm Coming" di Sam & Dave vanno a comporre un album bello tosto e immune al tempo.

THE DEAD 60s

I Dead 60s erano una band di Liverpool formatasi nei primi anni 2000 e questo album omonimo fu il loro primo lavoro dato alle stampe nel 2005. Ricordo che all'epoca c'era un canale musicale che si chiamava "Viva" che trasmetteva video musicali no-stop per 24 ore al giorno inframezzati da strani corti in cui si insegnava a come fare un nodo alla cravatta, ed è proprio in questo canale che vidi per la prima volta il video di "Riot Radio": quattro ragazzi con i capelli corti, le polo Fred Perry e lo sguardo da duri che buttavano fuori un suono che era quanto più simile ci si potesse aspettare se i Clash avessero suonato nei 2000. Basso con giri vorticosi quasi funk, chitarra che si inframezza, batteria precisa e sostenuta e grande titolo. Poco tempo dopo, un sabato, andai a comprarmi il loro primo album e una polo Fred Perry. L'album contiene 13 tracce influenzate dai Clash più meticci a là "This is Radio Clash", dagli Specials di "Ghost Town" e dai Gang of Four di "Damaged Goods". Punk, ska, reggae, suonato in versione attuale, moderna, lucida e "bianca". "Riot Radio", "Ghostfaced Killer", "Loaded Gun" e via discorrendo gli altri brani sono nuovi inni suburbani, musica per periferie con palazzi casermoni e negozi di Kebab e Fish and Chips a buon mercato.Se avete visto il film L'Odio (La Haine), girato nelle banlieue parigine, questa è la colonna sonora perfetta. Due anni dopo, mentre nelle orecchie avevo ancora quel fantastico debutto, uscì il secondo album "Take to Take Sides" che mi stupì in negativo con canzoni che si affidavano per la maggior parte ad un brit.rock covenzionale e con poca personalità e da li a poco il gruppo si sciolse. Sono stati una meteora i Dead 60s, certo, ma ciò non toglie che la proposta musicale del loro primo album sia tuttora invidiabile per freschezza e qualità.