KLASSE KRIMINALE - VICO DEI RAGAZZI
Dei Klasse Kriminale mi piace una certa modernità linguistica, testi flash per immagini mentali, una formula ben presente nel rap, raccontare per metafore, parlare di situazioni ultrapersonali (con tanto di nomi di amici, situazioni locali) che però diventano in qualche modo universali.
Questo è un punto che mi piace: è poesia di strada. Sotto c'è una base tra punk'n'roll e glam boot boys velocizzato, un genere che ha ripreso vigore in certi ambienti sottoculturali dopo l'exploit dei Giuda, maggiormente legati alla versione original di quel suono.
Un mix che, secondo me, li colloca su una buona posizione nella pretesa retorica di essere la voce dei ragazzi. Ovvio che solo una piccolissima parte dei ragazzi di adesso si avvicineranno forse a questo disco, ma la formula ci sarebbe, eccome. Mi piace battere il tasto sul discorso dei testi, in alcuni casi strepitosi: associazioni mentali tipo "Fratelli Gilli sul palco coi Ramones", "Franchino andò a Reading coi ragazzi" in "Prole Rock", oppure "Fabio dei Dalton ieri mi ha detto non ci pensare scrivi un pezzo su questo": roba del genere credo possa uscire solo dai Klasse Kriminale.
WORKING CLASS
È venerdì! Dai facciamo due macchinate, prendiamo e andiamo a vedere gli Statuto, ci si aggrappa alle certezze nei momenti duri, al tradizionale, le canzoni le sappiamo tutte, balleremo (oddio..) e faremo gesti scemi e nel frattempo avremo già bevuto settordici birre sgasate, tanto poi non guida nessuno per tornare, chiudiamo noi il locale come al solito e anche stavolta vedremo sorgere il sole dal parcheggio..
LIAM GALLAGHER MI HA FATTO UNA CASSETTA
Lato A - Soundtracking Isolation
Isolation – John Lennon
Power To The People – John Lennon
Loaded – Primal Scream
Exodus – Bob Marley
People Help The People – Cherry Ghost
Man Of The World – Peter Green
C’mon People – Richard Ashcroft
Isn’t It A Pity – George Harrison
Let Me Roll It – Wings
Lato B: Twitter Fucks
I am the Key - The La's
Mirror Man - Captain Beefheart
Running Away - Bob Marley
I'm Still Waiting - Delroy Wilson
I'd Love You to Want Me - John Holt
You keep me hanging on - Vanilla Fudge
Loose Fit - Happy Mondays
We're all Crazy Now - Slade
STROKES, 2002
Nel 2002 avevo 16 anni ed era un buon momento per il r'n'r, era uscito il primo degli Strokes che ci si passava a scuola tramite passaparola, poi gli International Noise Conspiracy, gli Hives. Davvero un buon momento, roba di qualità da vivere in diretta. Contemporaneamente c'era anche tutta la riscoperta dei grandi classici, tutto un mondo, che ne so, il primo dei Devo, "Doolittle" dei Pixies, "Transformer" di Lou Reed.
Di cd ne compravo, un paio ogni mese, però i soldi erano quello che erano, la curiosità tanta e alcuni cd si masterizzavano. Niente di male, una volta si facevano le cassette, no? Stessa cosa, contava l'intensità dell'ascolto, come e quanto ti entrava. E comunque era sempre un oggetto fisico, non liquido.
In questi giorni gli Strokes han rilasciato un gran bel disco, "The New Abnormal". I negozi di dischi son chiusi, non ho voglia di comprarlo on line, magari lo compro quando riapriranno.
Intanto però me lo sono scaricato, l'ho masterizzato su un cd vergine e mi tiene compagnia a casa e in macchina. Un po' come se fosse il 2002.
Di cd ne compravo, un paio ogni mese, però i soldi erano quello che erano, la curiosità tanta e alcuni cd si masterizzavano. Niente di male, una volta si facevano le cassette, no? Stessa cosa, contava l'intensità dell'ascolto, come e quanto ti entrava. E comunque era sempre un oggetto fisico, non liquido.
In questi giorni gli Strokes han rilasciato un gran bel disco, "The New Abnormal". I negozi di dischi son chiusi, non ho voglia di comprarlo on line, magari lo compro quando riapriranno.
Intanto però me lo sono scaricato, l'ho masterizzato su un cd vergine e mi tiene compagnia a casa e in macchina. Un po' come se fosse il 2002.
UNO SGUARDO SU PAOLO HEWITT
Uno sguardo d'insieme sulla produzione di Paolo Hewitt ne rileva la particolarità e la bontà della sua opera: cronache in diretta di fenomeni musical/sociali made in Uk, retrospettive sottoculturali, biografie.
L'associazione mentale che ne viene pensando a lui (madre italiana di Sorrento) è in qualche modo legata a Paul Weller: entrambi di Woking, satellite town a sud ovest di Londra, si conoscono solo nel 1976 quando i Jam sono già realtà e, da lì a qualche anno, nasce una forte amicizia che terminerà poi in maniera burrascosa nel 2007, quando Hewitt pubblicherà "The Changingman", biografia dedicata all'amico. Leggenda vuole che Weller non sarà per nulla soddisfatto del ritratto e i due si allontaneranno (definitivamente?).
Io il libro l'ho letto, in inglese, non è mai stato tradotto in italiano, sebbene qualche titolo di Hewitt lo sia stato nel corso del tempo.
Quel che posso dire è che si tratta senz'altro di una biografia dettagliata, sincera ed evidentemente scritta dall'interno: oltre all'impatto artistico, Hewitt racconta della personalità, dei vizi e delle virtù del protagonista: d'altra parte posso anche capire la reazione di Weller, capisco possa essersi sentito defraudato di alcuni segreti che appartenevano alla sua stretta cerchia amicale.
Qualche anno prima, nel 2000, i due avevano collaborato nella curatela di "Soul Stylists", da noi tradotto con il titolo di "Mods l'anima e lo stile". Bellissimo libro di ricerca sottoculturale particolareggiata, prende in esame l'evoluzione dello stile modernista attraverso le parole dei protagonisti. Si legge di Mods, Skinheads, Soulboys, London Casuals. Una pepita che vi consiglio caldamente di leggere, nel caso non l'aveste mai fatto.
Per chiudere il cerchio del rapporto con Weller, Hewitt aveva esordito nel 1982 proprio con la biografia dei Jam, "A Beat Concerto".
Nel corso degli anni '80 segue i fermenti musicali Uk scrivendo per Melody Maker e Nme.
L'esplosione acid house a fine decade non lo lascia indifferente: "Acida è la notte"è una novella sul periodo '88/'89 e segue le vicende di un gruppo di londoners con la nuova musica urbana e le sue atmosfere a fare da sottofondo e scenario. 150 pagine ascrivibili di diritto alla gloriosa tradizione dei London Books, novelle sociali ambientate nella capitale inglese. Resta, ad ora, l'unico suo exploit di fiction narrativa.
Gli anni '90 lo vedono protagonista con due libri dedicati all'epopea Britpop. Uno è "Getting High", "Oasis fuori di testa", scritto nel 1997 all'apice del fenomeno Gallagher prima della discesa. Meriterebbe senz'altro una ristampa per il valore storico / documentaristico, gli Oasis sono visti da vicino, vengono raccolte dichiarazioni, esternazioni, confidenze in prima persona.
Il secondo libro è "Come ho resuscitato il Brit Rock", dedicato ad Alan McGee e alla Creation Records. Una sorta di lunga intervista ai quadri interni di un etichetta che, da metà anni '80, inizia a rilasciare autentiche pietre miliari Brit Rock. Dovessi mettere i miei tre album Creation mi viene difficile tra Felt, Primal Scream, House of Love, Teenage Fanclub, Boo Radleys, Oasis, SFA, Glen Matlock. Bella scelta.
Ci sono dei libri di Paolo Hewitt mai stampati in Italia che non ho avuto il piacere di leggere, provvederò quando possibile, magari nel prossimo viaggio in Uk se li troverò: uno tra questi è una biografia sul maverick Robin Friday, calciatore inglese degli anni '70.
IL CONCERTO DEI POLICE A REGGIO EMILIA, 1980
Il 3 aprile 1980 i Police si esibirono, con di spalla i Cramps, al Palasport di Reggio Emilia.
Un concerto simbolo di quel periodo, per l'importanza musicale e il contesto ambientale tumultuoso.
Ci furono infatti, fin dal pomeriggio, scontri, cariche, devastazioni: il motivo? Troppi convenuti rispetto alla capienza consentita, nessuno voleva perderseli.
Durante l'esibizione dei Cramps qualche mugugno da parte del pubblico, immagino non fosse facile trovarsi davanti alla miscela suono/immagine Lux Interior/Poison Ivy.
La scaletta dei Police pescò dai primi due album con qualche anteprima del nuovo "Zenyatta Mondatta" che venne pubblicato ad ottobre 1980.
Tra il pubblico il giovane scrittore reggiano Pier Vittorio Tondelli, fresco di pubblicazione dello scandaloso "Altri Libertini": scrisse una recensione della serata per il Resto del Carlino, possiamo trovarla nella raccolta "L'Abbandono".
Decenni dopo, nel 2012, il gruppo reggiano degli Offlaga Disco Pax dedicò un pezzo a questo evento: "Respinti all'uscio", album "Gioco di Società".
DIARIO DI GUERRA
PRE (FEBBRAIO) - REGIONALE 11
Lungo la regionale 11 in piena notte, una palazzina liberty residuato bellico degli anni '60, due puttane col culo di fuori, una pista di go kart, un ristorante cinese vuoto per la paura del corona virus, un Burger King con dentro ventenni filo americani lobotomizzati che al sabato sera non c'hanno niente di meglio da fare, c'è la base americana vicino qua, gli yankee se ne vanno in giro in pantaloncini corti in pieno inverno, ma come cazzo sono presi, e il bello è che sti dementi comandano il mondo.
Il campanile di una chiesa incastonato in uno scenario da Blade Runner, anime in pena della notte, stiamo andando ad un concerto punk rock in un Arci, vecchie glorie dimenticate perché non fanno un adeguata campagna social come sua maestà modernità impone.
E infatti arriviamo e siamo in venti, i pezzi però sono fighi, i testi sono poesie, il circolo non è niente male, urban scenario, ma avranno tutti di meglio da fare, saranno in centro a Vicenza, ah no in centro non ci va più nessuno, ci sono solo tre bar e chiudono a mezzanotte per non disturbare lor signori, intanto però sulle piazze deserte c'è gente che si buca: questa è Sodoma e Gomorra, questa è Babilonia.
E allora Babilonia Brucia! I Ruts da Southall, Londra Ovest, li ho visti a Bologna, camicia a righe e cappello con falde, un bel look da gangsters, "Butta giù Babilonia, distruggila", profezie rasta punk, quando i due sette si incroceranno succederà l'inferno (a questo punto quando i due venti si incrociano), vorrei proprio avere le canzoni giuste in macchina stasera che facciano da colonna sonora appropriata, "When the two sevens clash" dei Culture, ma fa niente, me le canto in testa. Dovrò farci sopra un post su facebook, sennò è come se non l'avessi neanche pensato, che senso ha avere un pensiero e non comunicarlo su facebook? Ora ti fanno credere sia così, è normale così in questa selva oscura, quanti pieni di merda, quante prime donne, rockstar mancate dei miei coglioni, siamo tutti Liam Gallagher, rock'n'roll stars.
Gente che vaga a piedi sui marciapiedi in piena notte, è l'apocalisse amico, ci siamo dentro, tiriamo in remi in barca, vediamo di passare indenni la zona: domani è un altro giorno, con la luce del giorno sarà tutto più chiaro, fermiamoci a prendere un kebab, puzziamoci l'Henri Lloyd telato, il giubbo dei paninari che mica mangiavano kebab, le fighetta milanesi, figurati, sottocultura di sto cazzo, con l'Enduro e le lampade dall'estetista, altro che sangue e lacrime, altro che Babilonia Brucia.
GIORNO 0 - 8/03/2020 - 1984
Sto leggendo 1984 di Orwell ma è qua, ci siamo dentro. No Surrender.
GIORNO 5 - 13/03/2020 - HEAVY ROUTINE
- 11.30: Buongiorno!
- 12.30: Pranzo leggero con pasta in bianco.
- 13.30 / 19.30: Tempo libero dedicato all’ascolto di dischi (ogni giorno una scena diversa) e letture assortite.
- 20.00: Cena, se il frigo lo permette.
- 21.10: Film su Cine 34.
- 00.30: Riposo.
GIORNO 11 - 19/03/2020 - ON LINE
GIORNO 19 - 27/03/2020 - PUNK SOCIALISTA
Ieri sera ho seguito un intervista in diretta streaming a Ben Weasel, ad un certo punto dice: "In realtà non è poi cambiato molto per me con il Corona Virus e le norme di distanziamento sociale, era la vita che praticavo anche prima."
Più tardi, prima di dormire, mi sono tornati in mente Paul Weller e Joe Strummer, personaggi che ho sempre visto dall'altro lato della barricata, a favore del contatto sociale, a favore di quella cosa chiamata società. Artisti che se ne abbeveravano.
La Thatcher diceva "non esiste una cosa chiamata società", beh, in qualche modo è quello che mi sta dicendo adesso Ben Weasel.
Mi è tornato in mente pure Dee Dee Ramone, un cane randagio che viveva in strada, evidentemente a contatto con gli altri esseri umani, oppure Johnny Thunders: nella loro disperazione non avevano certo scelto il distanziamento sociale come forma mentis.
Non credo sia una gran cosa da dire, per quanto tu possa avere i tuoi problemi mentali o altro.
GIORNO 21 - 29/03/2020
T'immagini, la faccia che farebbero, se da domani davvero, davvero tutti quanti smettessimo?
T'immagini, quante famiglie sul lastrico, altro che crisi del dollaro, questa si che sarebbe la crisi del secolo.
T'immagini se fosse sempre domenica..
Vasco Rossi - T'immagini
Lungo la regionale 11 in piena notte, una palazzina liberty residuato bellico degli anni '60, due puttane col culo di fuori, una pista di go kart, un ristorante cinese vuoto per la paura del corona virus, un Burger King con dentro ventenni filo americani lobotomizzati che al sabato sera non c'hanno niente di meglio da fare, c'è la base americana vicino qua, gli yankee se ne vanno in giro in pantaloncini corti in pieno inverno, ma come cazzo sono presi, e il bello è che sti dementi comandano il mondo.
Il campanile di una chiesa incastonato in uno scenario da Blade Runner, anime in pena della notte, stiamo andando ad un concerto punk rock in un Arci, vecchie glorie dimenticate perché non fanno un adeguata campagna social come sua maestà modernità impone.
E infatti arriviamo e siamo in venti, i pezzi però sono fighi, i testi sono poesie, il circolo non è niente male, urban scenario, ma avranno tutti di meglio da fare, saranno in centro a Vicenza, ah no in centro non ci va più nessuno, ci sono solo tre bar e chiudono a mezzanotte per non disturbare lor signori, intanto però sulle piazze deserte c'è gente che si buca: questa è Sodoma e Gomorra, questa è Babilonia.
E allora Babilonia Brucia! I Ruts da Southall, Londra Ovest, li ho visti a Bologna, camicia a righe e cappello con falde, un bel look da gangsters, "Butta giù Babilonia, distruggila", profezie rasta punk, quando i due sette si incroceranno succederà l'inferno (a questo punto quando i due venti si incrociano), vorrei proprio avere le canzoni giuste in macchina stasera che facciano da colonna sonora appropriata, "When the two sevens clash" dei Culture, ma fa niente, me le canto in testa. Dovrò farci sopra un post su facebook, sennò è come se non l'avessi neanche pensato, che senso ha avere un pensiero e non comunicarlo su facebook? Ora ti fanno credere sia così, è normale così in questa selva oscura, quanti pieni di merda, quante prime donne, rockstar mancate dei miei coglioni, siamo tutti Liam Gallagher, rock'n'roll stars.
Gente che vaga a piedi sui marciapiedi in piena notte, è l'apocalisse amico, ci siamo dentro, tiriamo in remi in barca, vediamo di passare indenni la zona: domani è un altro giorno, con la luce del giorno sarà tutto più chiaro, fermiamoci a prendere un kebab, puzziamoci l'Henri Lloyd telato, il giubbo dei paninari che mica mangiavano kebab, le fighetta milanesi, figurati, sottocultura di sto cazzo, con l'Enduro e le lampade dall'estetista, altro che sangue e lacrime, altro che Babilonia Brucia.
GIORNO 0 - 8/03/2020 - 1984
Sto leggendo 1984 di Orwell ma è qua, ci siamo dentro. No Surrender.
GIORNO 5 - 13/03/2020 - HEAVY ROUTINE
- 11.30: Buongiorno!
- 12.30: Pranzo leggero con pasta in bianco.
- 13.30 / 19.30: Tempo libero dedicato all’ascolto di dischi (ogni giorno una scena diversa) e letture assortite.
- 20.00: Cena, se il frigo lo permette.
- 21.10: Film su Cine 34.
- 00.30: Riposo.
GIORNO 11 - 19/03/2020 - ON LINE
Sono chiuse le librerie? Beh vabbè tanto compriamo on line, è già abbastanza e facciamo girare l’economia. Il futuro è quello, questa situazione è un acceleratore. Io sto continuando a lavorare, Smart Working, cazzi tuoi se non ti sei adeguato.
Mica siamo in guerra, i supermercati sono aperti e il cane fuori puoi portarlo.
I concerti sarebbe meglio evitarli ancora per qualche mese, almeno fino a fine anno: ma ti immagini duecento persone sudate tutte appiccicate? Ma come si poteva prima? Facciamo in streaming, più pulito e alla fine è come essere là.
Oh sveglia, siamo nel 2020, sei rimasto indietro. Sei vecchio.
Aperitivo? Molto volentieri, ore 18.00 su Skype!
Mica siamo in guerra, i supermercati sono aperti e il cane fuori puoi portarlo.
I concerti sarebbe meglio evitarli ancora per qualche mese, almeno fino a fine anno: ma ti immagini duecento persone sudate tutte appiccicate? Ma come si poteva prima? Facciamo in streaming, più pulito e alla fine è come essere là.
Oh sveglia, siamo nel 2020, sei rimasto indietro. Sei vecchio.
Aperitivo? Molto volentieri, ore 18.00 su Skype!
GIORNO 13 - 21/03/2020 - YOU'RE THE ENEMY
C’è sempre bisogno di un nemico interno, del folk devil più o meno imposto su cui scatenare il moral panic: una volta le streghe, poi i punk, gli skinheads, gli ultrà. Ora tocca a chi va a fare le passeggiate.
GIORNO 16 - 24/03/2020 - ON THE STREETS
I dj set ed i concerti si fanno in strada, al pub, nei locali, non in diretta streaming.
Sono una forma di espressione legata alla socialità reale e da essa dipendono.
Non capisco se sia ferma ostinazione nel voler credere in una vita normale (quando è evidente che al momento non c’è nulla di normale), oppure più semplicemente una mancanza di realismo.
È forse un bonus marketing per il futuro?
Forse è solo noia, ma traspare un pessimo messaggio, questo: “Ci siamo organizzati per fare le cose comunque”. Beh, anche no! Non è futuro sostenibile, è distopia applicata.
Sono una forma di espressione legata alla socialità reale e da essa dipendono.
Non capisco se sia ferma ostinazione nel voler credere in una vita normale (quando è evidente che al momento non c’è nulla di normale), oppure più semplicemente una mancanza di realismo.
È forse un bonus marketing per il futuro?
Forse è solo noia, ma traspare un pessimo messaggio, questo: “Ci siamo organizzati per fare le cose comunque”. Beh, anche no! Non è futuro sostenibile, è distopia applicata.
GIORNO 19 - 27/03/2020 - PUNK SOCIALISTA
Ieri sera ho seguito un intervista in diretta streaming a Ben Weasel, ad un certo punto dice: "In realtà non è poi cambiato molto per me con il Corona Virus e le norme di distanziamento sociale, era la vita che praticavo anche prima."
Più tardi, prima di dormire, mi sono tornati in mente Paul Weller e Joe Strummer, personaggi che ho sempre visto dall'altro lato della barricata, a favore del contatto sociale, a favore di quella cosa chiamata società. Artisti che se ne abbeveravano.
La Thatcher diceva "non esiste una cosa chiamata società", beh, in qualche modo è quello che mi sta dicendo adesso Ben Weasel.
Mi è tornato in mente pure Dee Dee Ramone, un cane randagio che viveva in strada, evidentemente a contatto con gli altri esseri umani, oppure Johnny Thunders: nella loro disperazione non avevano certo scelto il distanziamento sociale come forma mentis.
Non credo sia una gran cosa da dire, per quanto tu possa avere i tuoi problemi mentali o altro.
GIORNO 21 - 29/03/2020
T'immagini, la faccia che farebbero, se da domani davvero, davvero tutti quanti smettessimo?
T'immagini, quante famiglie sul lastrico, altro che crisi del dollaro, questa si che sarebbe la crisi del secolo.
T'immagini se fosse sempre domenica..
Vasco Rossi - T'immagini
IL GRAFFITO "PARAF PUNK" A FIUME
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Palazzo Modello |
Si parla spesso del concerto che tennero a Palazzo Modello, in città, il 22 marzo 1978, un po' per la location atipica (un edificio monumentale sede della biblioteca e del circolo italiano di cultura) e un po' perché fu uno dei primi concerti pubblicizzati e pubblici (durante il 1977 suonarono solamente in feste private).
Nel rione Belvedere di Fiume c'era una scritta storica sull'asfalto, "Paraf Punk", realizzata dal gruppo stesso alla vigilia del concerto a Palazzo Modello; ebbene nel 2018 il graffito è stato restaurato (cerimonia con la presenza del Sindaco della città) e dichiarato bene culturale tutelato.
UN MONDO FICHISSIMO
Pillole punk da "i Fichissimi", cult movie 1981.
Nella scena in cui Felice trova il fratello assieme allo spacciatore in metropolitana si può scorgere la scritta verde "Satan '81", gruppo punk milanese che proprio nel 1981 fece uscire l'ottimo 45 "Radioattività", segnalato anche nella "Guida al Punk Italiano 1977/1982" di Luca Frazzi.
Lo stesso Jerry / Romeo poi canticchia "Mi piaccion le sbarbine" degli Skiantos mentre va all'appuntamento con la fidanzata Giulietta.
Anni dopo, nel 1993, si formarono a Pinerolo "I Fichissimi", storico gruppo punk pop legato al giro degli squat torinesi che rilasciò il bellissimo 7" "Un Mondo Fichissimo".
Il disco si apriva proprio con il sample di Felice/Abatantuono che, entrando in casa, dice: "Mmm che profumino, che abbiamo cucinato di buono oggi, pulpette di merda?"
Ebbero un certo successo nella scena, si sciolsero nel 1996 rilasciando uno splendido comunicato "politico" qui riportato:
"Noi Fichissimi non suoneremo oggi e non suoneremo più. Se del punk ti interessa solo la musica puoi guardarti MTV, comprarti i dischi da Rock & Folk o da Zapping e cacciare fuori trentamila lire per il gruppo punk in concerto. Di noi non hai bisogno, anzi noi non ti vogliamo. I Fichissimi non erano qui per portare il loro messaggio a più persone possibili. Non erano qui per intrattenere nessuno, non siamo profeti e nemmeno musicisti.
I Fichissimi non vogliono più preparare prodotti da far smerciare ad infami e riviste musicali alternative. Troppi tra voi hanno comprato il nostro disco come un qualunque altro prodotto, senza capire che prodotto non voleva e non doveva essere. C’è stato anche chi alla fine dei concerti ci ha chiesto autografi, ci ha chiesto se poteva avere in regalo un plettro usato da noi, o un foglio di carta con sopra una scaletta (reliquie? Io non ho parole). C’è stato chi ha venduto la prima stampa del nostro 7″ a venti carte a qualche collezionista. C’è stato chi si è stupito quando gli abbiamo detto che al Rototom, alla Dracma e nelle discoteche alternative non avremmo suonato, anche se l’ingresso sarebbe costato cinquemila come in un posto occupato.
La prossima volta andate al Leoncavallo o al Gabrio, tanto la birra costa poco pure là. Questa sera non vi siete divertiti, non avete consumato i pochi attimi di libertà che avevate come volevate, avete sprecato il vostro tempo libero. E domani torneremo tutti alla nostra vita di merda. Che tristezza, vero?''
E chi li rilascia più comunicati vecchio stile così? Molto interessante per me l'apparente ambivalenza della scena flowerpunk ufficiosamente "apolitica" e legata a temi "fun" ma allo stesso legata indissolubilmente al giro degli Squat e dei Centri Sociali degli anni '90. Un approccio politico nei fatti più che nella comunicazione.
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SATAN '81 |
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"COME MI GASANO I SEX PISTOLA!" |
Anni dopo, nel 1993, si formarono a Pinerolo "I Fichissimi", storico gruppo punk pop legato al giro degli squat torinesi che rilasciò il bellissimo 7" "Un Mondo Fichissimo".
Il disco si apriva proprio con il sample di Felice/Abatantuono che, entrando in casa, dice: "Mmm che profumino, che abbiamo cucinato di buono oggi, pulpette di merda?"
Ebbero un certo successo nella scena, si sciolsero nel 1996 rilasciando uno splendido comunicato "politico" qui riportato:
"Noi Fichissimi non suoneremo oggi e non suoneremo più. Se del punk ti interessa solo la musica puoi guardarti MTV, comprarti i dischi da Rock & Folk o da Zapping e cacciare fuori trentamila lire per il gruppo punk in concerto. Di noi non hai bisogno, anzi noi non ti vogliamo. I Fichissimi non erano qui per portare il loro messaggio a più persone possibili. Non erano qui per intrattenere nessuno, non siamo profeti e nemmeno musicisti.
I Fichissimi non vogliono più preparare prodotti da far smerciare ad infami e riviste musicali alternative. Troppi tra voi hanno comprato il nostro disco come un qualunque altro prodotto, senza capire che prodotto non voleva e non doveva essere. C’è stato anche chi alla fine dei concerti ci ha chiesto autografi, ci ha chiesto se poteva avere in regalo un plettro usato da noi, o un foglio di carta con sopra una scaletta (reliquie? Io non ho parole). C’è stato chi ha venduto la prima stampa del nostro 7″ a venti carte a qualche collezionista. C’è stato chi si è stupito quando gli abbiamo detto che al Rototom, alla Dracma e nelle discoteche alternative non avremmo suonato, anche se l’ingresso sarebbe costato cinquemila come in un posto occupato.
La prossima volta andate al Leoncavallo o al Gabrio, tanto la birra costa poco pure là. Questa sera non vi siete divertiti, non avete consumato i pochi attimi di libertà che avevate come volevate, avete sprecato il vostro tempo libero. E domani torneremo tutti alla nostra vita di merda. Che tristezza, vero?''
E chi li rilascia più comunicati vecchio stile così? Molto interessante per me l'apparente ambivalenza della scena flowerpunk ufficiosamente "apolitica" e legata a temi "fun" ma allo stesso legata indissolubilmente al giro degli Squat e dei Centri Sociali degli anni '90. Un approccio politico nei fatti più che nella comunicazione.
ROUGH TRADE: LE PRIME USCITE 1977/78
La prima uscita con un gruppo punk francese, reggae, art punk, gli Stiff Little Fingers, sperimentalismo: un mix eclettico nelle prime dieci uscite dell'etichetta di Londra Ovest periodo 1977/78.
1. METAL URBAIN - PARIS MARQUIS 7" - band francese, parigina
2. PAT KELLY & DILLINGER - TALK ABOUT LOVE 7" - reggae
3. TAPPER ZUKIE - VIEGO 7" - reggae
4. TELEVISION PERSONALITIES - WHERE'S BILL GRUNDY NOW? EP - Bill Grundy Sex Pistols affair 1976
5. ROCKERS ALL STARS - PABLO MEETS MR.BASSIE 7" - Augustus Pablo Harmonica Reggae
6. CABARET VOLTAIRE - EXTENDED PLAY - Sheffield experimental
7. STIFF LITTLE FINGERS - ALTERNATIVE ULSTER 7" - Belfast documentazione
8. STIFF LITTLE FINGERS - SUSPECT DEVICE 7"
9. SUBWAY SECT - AMBITION 7" - Vic Godard
10. DIE ELECTRIC EELS - AGITATED 7" - Cleveland proto punk
11. KLEENEX - AIN'T YOU - 7"- switzerland female amateur punk band
12. SWELL MAPS - READ ABOUT SEYMOUR- 7" - amateur punk
13. SWELL MAPS - DRESDEN STYLE - 7"
14. PROTEX - DON'T RING ME UP - 7" - Ireland Power Pop
15. SPIZZOIL - 6000 CRAZY - EP - extravaganza
16. ANGELIC UPSTARTS - THE MURDER OF LIDDLE TOWERS - 7" - real punk
17. SCRITTI POLITTI - SKANC BLOC BOLOGNA - 7" - '77 "bolognaise" inspired
18. ESSENTIAL LOGIC - AEREOSOL BURNS - 7" - Lora Logic's saxophone
19. PRAG VEC - BITS - 7" - London art post punk
I RAMONES IN JUGOSLAVIA NEL 1990
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Hala Tivoli - Lubiana |
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Dom Sportova - Zagabria |
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Ramones & Psihomodo Pop |
Il 13 maggio 1990 ci fu la partita Dinamo Zagabria / Stella Rossa al Maksimir che, successivamente, venne indicata come inizio simbolico del tutto; il 23 dicembre 1990 la Slovenia votò la propria indipendenza tramite referendum, cosa che portò nel giugno del 1991 alla "guerra dei dieci giorni".
In questo clima i Ramones planarono al Dom Sportova di Zagabria (ci ho dormito nell'hotel di fronte giusto due settimane fa, location da approfondire con un articolo dedicato prossimamente) e all'Hala Tivoli di Lubiana (dove vidi Morrissey nel 2015): in apertura i Psihomodo Pop, gruppo punk pop croato influenzatissimo dai quattro fratellini newyorkesi.
Esiste un bootleg della data di Zagabria, "Escape from Yugoslavia", si trova anche su YouTube, così come si trova uno spezzone del live di apertura dei Psihomodo Pop.
Il 26 novembre i Ramones suonarono a Milano, al Rolling Stone.
CONCERTI NEW WAVE IN JUGOSLAVIA 1977/1982
Volevo capire quali gruppi punk/new wave "dal centro dell'impero" si esibirono in Jugoslavia nel periodo 1977/1982.
La Novi Val fu un bel fenomeno, complesso e diffuso: ovvio che una spinta alla scena può darla anche vedere in loco le formazioni originali del periodo.
E questo è il risultato della ricerca:
La Novi Val fu un bel fenomeno, complesso e diffuso: ovvio che una spinta alla scena può darla anche vedere in loco le formazioni originali del periodo.
E questo è il risultato della ricerca:
THE STRANGLERS / 999 - LUBIANA - 30/06/1978
THE RUTS - JUGO TOUR - 1980
GANG OF FOUR -MUSIC BIENNALE IN ZAGABRIA - 17/05/1981
Qua il video dell'esibizione: https://www.youtube.com/watch?v=tUSw_2jkDjM
Si esibirono anche i locali Haustor e Sarlo Akrobata.
SIOUXSIE AND THE BANSHEES - LUBIANA - 18/06/1981
BOOMTOWN RATS - ZAGABRIA - 25/3/1982
TALKING HEADS - BELGRADO - 26/7/1982
HAPPY MONDAYS - CAMBRIDGE CORN EXCHANGE - 02/11/ 2019
L'idea di andare a vedere i Mondays a Cambridge ci venne un sacco di tempo fa, precisamente a febbraio: è passata la primavera, è passata l'estate, e ogni due/tre giorni mi tornava alla mente che il 2/11/2019 li avrei finalmente visti.
Nel 2011 si vociferava di un loro concerto a Bologna, all'Estragon, che fu cancellato a poche settimane dallo svolgimento, e quella fu l'unica occasione in cui mi avvicinai remotamente all'ipotesi di vederli, anche perché poi la band andò ai pit stop fino allo scorso anno.
Partiamo in due venerdì 1/11 da Venezia, su di una scatoletta Ryanair: io devo smetterla di viaggiare così, viaggiare dev'essere un piacere, non un ansia.
Vabbè, solita trafila di lusso Stansted, treno, Tottenham, Liverpool Street e là prendiamo la Central fino a Queensway dove abbiamo alloggio.
A Queensway/Bayswater avevo dormito la prima volta che andai a Londra, 2009, cinque giorni.
Il quartiere mi è sempre piaciuto, in prossimità di Notting Hill: a me piace Londra Ovest, Londra Est non l'ho mai calcolata, se togliamo qualche passeggiata da brivido a Whitechapel, con il fantasma di Jack lo Squartatore alle calcagna.
Ho sempre alloggiato a Londra Ovest e così continuerò a fare. Who, Pistols, Notting Hill reggae, Chelsea, Qpr, Rough Trade, Uxbridge, Clash, Quadrophenia, Stuart's: tutta roba di questa zona.
Dopo il check-in ci spariamo un giro di gran classe in centro tra Oxford, Soho e Covent Garden e già iniziamo a fare incetta di dischi e libri (ah, il caro vecchio consumo culturale).
Visitiamo negozi di vestiti a go go, Nigel Cabourn a Covent con la giacca disegnata da Liam a mille sterline tipo.
Londra è sempre un florilegio di emozioni, cammini sollevato un paio di metri da terra, testa tra le nuvole, canzoni che fluttuano nella memoria, flashback.
Alle 18.00 un bel crodino al Bar Italia non ce lo toglie nessuno, troviamo Bradley Wiggins, facciamo una foto e qualche scambio di battute, una persona molto alla mano e disponibile.
Tornando a casa a piedi verso Bayswater troviamo un pub, The Swan, decidiamo di cenare là (ottima scelta, fish & chips di gran qualità) e là faremo serata raggiunti poi dall'amico Alessandro, con cui condivideremo molte pinte di London Pride e Session Ipa finchè ad una certa non ci sbatteranno fuori dal locale.
Bene, prima giornata volata in un battibaleno. Bellissima, ma non c'erano dubbi.
Il sabato mattina la sveglia suona verso le 9.00, un leggero mal di testa che viene smaltito con una camminata verso Notting Hill sotto il diluvio e una full english di peso.
I pub sono già pieni zeppi, c'è la finale di rugby tra Inghilterra e Sud Africa.
Tradizionale passeggiata in Portobello e altra incetta di dischi da Rough Trade West.
A pochi metri c'è la Westway, i Clash che dicevano "Siamo il suono della Westway" e "From Westway to the World", oppure i Blur di "Under the Westway" e di "I bought them on the Portobello Road on a saturday..". Honest Jon's appena dopo sulla destra, dove Elvis Costello spese 100 sterle di roba reggae appena firmato il contratto nel 1977.
Vabbè, sto delirando. Londra mi fa questo effetto positivo.
"In the city there's a thousand things I want to say to you."
Decidiamo di andare a Bricklane, in zona est, giusto perché abbiamo appuntamento con altri tre soci a Liverpool Street e ci va di farci trovare in zona per tempo.
Giro da Rough Trade East (ottimo) e da Number Six (bel negozio sul pezzo), mettiamo sotto i denti qualcosa in una specie di nuovo fast food italo/spagnolo e verso le 17.00 siamo in treno con direzione Cambridge.
La cittadina è piccola, sembra quasi impossibile che riesca a fare oltre 100.000 abitanti, le strutture e le vie deserte in zona stazione rimandano l'idea di una piccola tranquilla realtà, ovviamente legata al giro universitario ma ben che finita là.
Syd Barrett era di Cambridge, abitava dietro la stazione, lo si vedeva spesso in centro a farsi qualche passeggiata.
Check in all'ostello e giù con una pinta al The Eagle Pub, un bel pub con una sua personalità ed un ottima scelta brassicola, dove scopriamo fu annunciata la scoperta del DNA nel 1953 da parte di alcuni studenti dell'Università.
Decideremo di ritornarci una volta terminato il concerto.
Ora è tempo di recarci al vicino Corn Exchange per assistere ai Mondays: un bel flash trovarsi a pochi metri da Shaun Ryder, Bez e Rowetta.
Canzoni che hai ascoltato mille volte allo stereo e adesso te le trovi fatte dal vivo.
Ancora un bel gruppo loro: quadrati, personali, innovativi.
Funk, dance, new wave, soul, rap: dentro al loro suono riesci a scorgere nitidamente le varie componenti che si fondono a creare una qualcosa di unico, poi imitato da più parti.
Dove sono i giovani inglesi? Ci sono solo cinquantenni, gente che aveva vent'anni nel 1989. I giovani dovrebbero essere orgogliosi di andare a vedere un gruppo come loro che insegna la strada a venire, e invece saranno in qualche cazzo di Mc Donalds a guardare l'Iphone. Peccato.
Criminali da Salford che suonano come se fossero al pub, immobili, totalmente estranei a qualsiasi stereotipo rock: e poi l'idea geniale di piazzare Bez a ballare, a movimentare un po' la scena visto che gli altri stanno fermi come pali e concentrati.
C'è anche qualche tardona che prova a ballarci "culo contro culo", accettiamo di buon grado, ci lasciamo un po' andare, i Mondays fanno "Step On", balli a braccia larghe, fingiamo di essere nel '90, i Mondiali in Italia, "World in Motion" dei New Order come colonna sonora.
Non suonano tantissimo, un ora e mezza forse: poco, ne vorremmo ancora, non ci basta.
Beh, ce li siamo propri goduti questi due giorni in Uk, contento di averli fatti, valgono come un mese da noi, con la routine che ti ammazza e ti fa programmare la prossima trasferta (il prima possibile!).
Nel 2011 si vociferava di un loro concerto a Bologna, all'Estragon, che fu cancellato a poche settimane dallo svolgimento, e quella fu l'unica occasione in cui mi avvicinai remotamente all'ipotesi di vederli, anche perché poi la band andò ai pit stop fino allo scorso anno.
Partiamo in due venerdì 1/11 da Venezia, su di una scatoletta Ryanair: io devo smetterla di viaggiare così, viaggiare dev'essere un piacere, non un ansia.
Vabbè, solita trafila di lusso Stansted, treno, Tottenham, Liverpool Street e là prendiamo la Central fino a Queensway dove abbiamo alloggio.
A Queensway/Bayswater avevo dormito la prima volta che andai a Londra, 2009, cinque giorni.
Il quartiere mi è sempre piaciuto, in prossimità di Notting Hill: a me piace Londra Ovest, Londra Est non l'ho mai calcolata, se togliamo qualche passeggiata da brivido a Whitechapel, con il fantasma di Jack lo Squartatore alle calcagna.
Ho sempre alloggiato a Londra Ovest e così continuerò a fare. Who, Pistols, Notting Hill reggae, Chelsea, Qpr, Rough Trade, Uxbridge, Clash, Quadrophenia, Stuart's: tutta roba di questa zona.
Dopo il check-in ci spariamo un giro di gran classe in centro tra Oxford, Soho e Covent Garden e già iniziamo a fare incetta di dischi e libri (ah, il caro vecchio consumo culturale).
Visitiamo negozi di vestiti a go go, Nigel Cabourn a Covent con la giacca disegnata da Liam a mille sterline tipo.
Londra è sempre un florilegio di emozioni, cammini sollevato un paio di metri da terra, testa tra le nuvole, canzoni che fluttuano nella memoria, flashback.
Alle 18.00 un bel crodino al Bar Italia non ce lo toglie nessuno, troviamo Bradley Wiggins, facciamo una foto e qualche scambio di battute, una persona molto alla mano e disponibile.
Tornando a casa a piedi verso Bayswater troviamo un pub, The Swan, decidiamo di cenare là (ottima scelta, fish & chips di gran qualità) e là faremo serata raggiunti poi dall'amico Alessandro, con cui condivideremo molte pinte di London Pride e Session Ipa finchè ad una certa non ci sbatteranno fuori dal locale.
Bene, prima giornata volata in un battibaleno. Bellissima, ma non c'erano dubbi.
Il sabato mattina la sveglia suona verso le 9.00, un leggero mal di testa che viene smaltito con una camminata verso Notting Hill sotto il diluvio e una full english di peso.
I pub sono già pieni zeppi, c'è la finale di rugby tra Inghilterra e Sud Africa.
Tradizionale passeggiata in Portobello e altra incetta di dischi da Rough Trade West.
A pochi metri c'è la Westway, i Clash che dicevano "Siamo il suono della Westway" e "From Westway to the World", oppure i Blur di "Under the Westway" e di "I bought them on the Portobello Road on a saturday..". Honest Jon's appena dopo sulla destra, dove Elvis Costello spese 100 sterle di roba reggae appena firmato il contratto nel 1977.
Vabbè, sto delirando. Londra mi fa questo effetto positivo.
"In the city there's a thousand things I want to say to you."
Decidiamo di andare a Bricklane, in zona est, giusto perché abbiamo appuntamento con altri tre soci a Liverpool Street e ci va di farci trovare in zona per tempo.
Giro da Rough Trade East (ottimo) e da Number Six (bel negozio sul pezzo), mettiamo sotto i denti qualcosa in una specie di nuovo fast food italo/spagnolo e verso le 17.00 siamo in treno con direzione Cambridge.
La cittadina è piccola, sembra quasi impossibile che riesca a fare oltre 100.000 abitanti, le strutture e le vie deserte in zona stazione rimandano l'idea di una piccola tranquilla realtà, ovviamente legata al giro universitario ma ben che finita là.
Syd Barrett era di Cambridge, abitava dietro la stazione, lo si vedeva spesso in centro a farsi qualche passeggiata.
Check in all'ostello e giù con una pinta al The Eagle Pub, un bel pub con una sua personalità ed un ottima scelta brassicola, dove scopriamo fu annunciata la scoperta del DNA nel 1953 da parte di alcuni studenti dell'Università.
Decideremo di ritornarci una volta terminato il concerto.
Ora è tempo di recarci al vicino Corn Exchange per assistere ai Mondays: un bel flash trovarsi a pochi metri da Shaun Ryder, Bez e Rowetta.
Canzoni che hai ascoltato mille volte allo stereo e adesso te le trovi fatte dal vivo.
Ancora un bel gruppo loro: quadrati, personali, innovativi.
Funk, dance, new wave, soul, rap: dentro al loro suono riesci a scorgere nitidamente le varie componenti che si fondono a creare una qualcosa di unico, poi imitato da più parti.
Dove sono i giovani inglesi? Ci sono solo cinquantenni, gente che aveva vent'anni nel 1989. I giovani dovrebbero essere orgogliosi di andare a vedere un gruppo come loro che insegna la strada a venire, e invece saranno in qualche cazzo di Mc Donalds a guardare l'Iphone. Peccato.
Criminali da Salford che suonano come se fossero al pub, immobili, totalmente estranei a qualsiasi stereotipo rock: e poi l'idea geniale di piazzare Bez a ballare, a movimentare un po' la scena visto che gli altri stanno fermi come pali e concentrati.
C'è anche qualche tardona che prova a ballarci "culo contro culo", accettiamo di buon grado, ci lasciamo un po' andare, i Mondays fanno "Step On", balli a braccia larghe, fingiamo di essere nel '90, i Mondiali in Italia, "World in Motion" dei New Order come colonna sonora.
Non suonano tantissimo, un ora e mezza forse: poco, ne vorremmo ancora, non ci basta.
Beh, ce li siamo propri goduti questi due giorni in Uk, contento di averli fatti, valgono come un mese da noi, con la routine che ti ammazza e ti fa programmare la prossima trasferta (il prima possibile!).
ALTA PADOVANA PUNX
Sabato 30/06 e domenica 01/07 /1984 si tenne a Cittadella il "Meeting '84", una sorta di raduno punx hardcore di cui in paese capita se ne parli ancora oggi (l'altro evento, diverso ma comunque alternativo, furono i Cure in Campo della Marta nel 1989).
Chi c'era al tempo dice che Cittadella fu invasa da orde di punx che misero sotto scacco i giardini di Porta Padova, una sorta di leggenda provinciale che viene tramandata nei baretti del centro.
Questo il volantino della due giorni:
Chi c'era al tempo dice che Cittadella fu invasa da orde di punx che misero sotto scacco i giardini di Porta Padova, una sorta di leggenda provinciale che viene tramandata nei baretti del centro.
Questo il volantino della due giorni:
Un'altra storia interessante riguarda il paese di Lobia, un frazione di San Giorgio in Bosco poco a sud di Cittadella, dove nel 1984 vivevano e agivano i Link Larm, in una specie di comune punx di campagna.
Questo un estratto del demo, si trova anche su youtube, undici pezzi di hardcore amatoriale in linea con i dettami dell'epoca:
Il batterista dei Link Larm era Alli, figlio di Enrico Maria Papes, batterista del gruppo beat i Giganti.
Alli dal 1985/1986 passò a suonare con i Contropotere, band anarco punx che girò parecchio a livello di squat lungo la seconda metà degli anni '80 (si veda anche l'intervista a loro nel libro "Lumi di Punx" di Marco Philopat).
NOEL GALLAGHER - HEATON PARK - MANCHESTER 07/06/2019
Il 30 dicembre scorso eravamo a Manchester e nella stradina dietro OiPolloi avevo visto il poster che segnalava il concerto di Noel Gallagher ad Heaton Park previsto per il giugno successivo.
Il mio amico mi fa: "Io ci vado, ho già preso i biglietti". "Allora vengo anch'io" gli ho detto, e così mi sono organizzato di conseguenza.
Arriviamo a Manchester verso le 18.00 di un giovedì sera abbastanza fresco, saranno 15 gradi. La prima sera la passiamo mangiando pie and mash, andando a visitare esternamente l'ex Hacienda e gli uffici della Factory Records e bevendo svariate pinte in giro. Da segnalare l'ottimo Lass O'Gowrie Pub, giusto davanti alla Factory, che scoprirò essere stato insignito nel 2012 del titolo di miglior pub inglese.
Venerdì mattina dedicato all'acquisto di dischi nel Northern Quarter e all'Arndale, visita al Salford Lads Club (in un quartierino mica da ridere) nel primo pomeriggio e poi tram direzione luogo del concerto, qualche km a nord rispetto al centro città.
Il parco è immenso, ruota panoramica, tremila stand gastronomici, vento e pioggia.
Bicchierone di caffè caldo e barretta di Mars ("I need a Mars Bars" cit. Undertones) e ci garantiamo un ottima postazione a poche decine di metri dal palco, anche se dobbiamo beccarci tutta l'esibizione dei White Denim che stracciano le palle dopo due pezzi, con un mix malriuscito di Talking Heads dei poveri e altre cianfrusaglie indie partorite molto male.
I Doves invece fanno il loro, giocano in casa: pezzi molto malinconici che ben si intonano al contesto e quaranta minuti di esibizione riuscita che scaldano la platea in vista di Noel G.
Cosa posso dire su di lui? Che la sua ora e mezza mi ha lasciato una sensazione di gran qualità, un po' come quando avevo visto Paul Weller.
Ha fatto principalmente i pezzi dell'ultimo, qualcosa degli altri due e qualcosa degli Oasis. Ripescaggi come "Talk Tonight" o "Half the World Away". L'ultimo disco è ottimo, c'è ricerca, c'è una visione artistica d'insieme, in confronto a quello di Liam fatto con il pilota automatico non c'è paragone.
Ripensavo proprio a quando avevo visto Liam a Colonia l'agosto scorso, per carità, una bella ora di divertimento. Ma lui degli Oasis le aveva fatte praticamente tutte, Noel qualcosa di selezionato.
Beh, alla fine la differenza sta tutta la, uno è un performer e l'altro un artista. Beninteso che comunque Liam a me sta molto simpatico.
A me della serata è rimasta in testa soprattutto "Everybody's on The Run" con Noel che indica con la mano come a voler mostrare la direzione, e "Keep On Reaching" caratterizzata da un duetto con una corista di colore, molto Style Council o Joe Jackson di "Down to London".
Non avevo mai assistito ad un concerto in un festival inglese e il pubblico locale mi è sembrato parecchio su di giri con il lancio continuo di bottiglie di plastica e sigarette sulla testa della folla a farla da padrone. Mettici il fango per terra e la pioggia in cielo, insomma quella di Manchester è stata ribattezzata dal sottoscritto come "la battaglia di Heaton Park". Nota di colore: i marchi che ho notato di più sono stati Lyle & Scott, Patagonia e Berghaus.
Il mio amico mi fa: "Io ci vado, ho già preso i biglietti". "Allora vengo anch'io" gli ho detto, e così mi sono organizzato di conseguenza.
Arriviamo a Manchester verso le 18.00 di un giovedì sera abbastanza fresco, saranno 15 gradi. La prima sera la passiamo mangiando pie and mash, andando a visitare esternamente l'ex Hacienda e gli uffici della Factory Records e bevendo svariate pinte in giro. Da segnalare l'ottimo Lass O'Gowrie Pub, giusto davanti alla Factory, che scoprirò essere stato insignito nel 2012 del titolo di miglior pub inglese.
Venerdì mattina dedicato all'acquisto di dischi nel Northern Quarter e all'Arndale, visita al Salford Lads Club (in un quartierino mica da ridere) nel primo pomeriggio e poi tram direzione luogo del concerto, qualche km a nord rispetto al centro città.
Il parco è immenso, ruota panoramica, tremila stand gastronomici, vento e pioggia.
Bicchierone di caffè caldo e barretta di Mars ("I need a Mars Bars" cit. Undertones) e ci garantiamo un ottima postazione a poche decine di metri dal palco, anche se dobbiamo beccarci tutta l'esibizione dei White Denim che stracciano le palle dopo due pezzi, con un mix malriuscito di Talking Heads dei poveri e altre cianfrusaglie indie partorite molto male.
I Doves invece fanno il loro, giocano in casa: pezzi molto malinconici che ben si intonano al contesto e quaranta minuti di esibizione riuscita che scaldano la platea in vista di Noel G.
Cosa posso dire su di lui? Che la sua ora e mezza mi ha lasciato una sensazione di gran qualità, un po' come quando avevo visto Paul Weller.
Ha fatto principalmente i pezzi dell'ultimo, qualcosa degli altri due e qualcosa degli Oasis. Ripescaggi come "Talk Tonight" o "Half the World Away". L'ultimo disco è ottimo, c'è ricerca, c'è una visione artistica d'insieme, in confronto a quello di Liam fatto con il pilota automatico non c'è paragone.
Ripensavo proprio a quando avevo visto Liam a Colonia l'agosto scorso, per carità, una bella ora di divertimento. Ma lui degli Oasis le aveva fatte praticamente tutte, Noel qualcosa di selezionato.
Beh, alla fine la differenza sta tutta la, uno è un performer e l'altro un artista. Beninteso che comunque Liam a me sta molto simpatico.
A me della serata è rimasta in testa soprattutto "Everybody's on The Run" con Noel che indica con la mano come a voler mostrare la direzione, e "Keep On Reaching" caratterizzata da un duetto con una corista di colore, molto Style Council o Joe Jackson di "Down to London".
Non avevo mai assistito ad un concerto in un festival inglese e il pubblico locale mi è sembrato parecchio su di giri con il lancio continuo di bottiglie di plastica e sigarette sulla testa della folla a farla da padrone. Mettici il fango per terra e la pioggia in cielo, insomma quella di Manchester è stata ribattezzata dal sottoscritto come "la battaglia di Heaton Park". Nota di colore: i marchi che ho notato di più sono stati Lyle & Scott, Patagonia e Berghaus.
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