Il 30 dicembre son stato a Lugo alla presentazione del bellissimo libro di Massimo Fagarazzi, "Il tempo brucia le tappe", incentrato sulla scena underground vicentina degli anni '90.
Oddio, non era una presentazione vera e propria, quella era già stata fatta in maniera compiuta il 7 dicembre a Vicenza; diciamo che si è colta l'occasione della chiusura di un osteria storica legata in qualche maniera alle vicende del libro per tentare di presentarlo anche in quel contesto.
Il luogo in questione è l'Osteria Bidese, adagiata sulle rive del fiume Astico tra le colline dell'Alto Vicentino con le Prealpi a vista d'occhio.
Assume una propria rilevanza nel contesto alternativo/underground vicentino in quanto proprio dietro all'Osteria c'era la vecchia sala prove dei Melt, la fenomenale punk rock band di Lugo con la quale tutti noi siamo cresciuti.
Siamo a livelli di agiografia, un po' come quando a Londra vai in Denmark Street perché sai che ci provavano i Pistols.
Da fan dei Melt può solo che farmi piacere tutto questo, ho sempre pensato a loro come ad una tra le band più sottovalutate dell'intera scena, sebbene abbiano suonato parecchio in giro e i loro dischi li abbiano fatti; potevano davvero diventare i più grandi di tutti, son sempre stati di un livello superiore.
Ad ogni modo intorno alle 17.00 siamo entrati nell'osteria, una stanzetta con bancone e due tavolini, che era già bella piena di una fauna divisa tra frequentatori abituali e gente interessata alla presentazione del libro.
I frequentatori abituali erano lì per rendere il giusto tributo ad un luogo parte delle loro vite: mi metteva tristezza pensare a tutto questo, al fatto che dal giorno dopo là dentro non ci sarebbero più potuti entrare, ai cambiamenti in contesti non portati per i cambiamenti, conservatori di proprio.
Anch'io sono così di carattere, li capivo benissimo.
Si percepiva una bella umanità nella sala, verace, senza compromessi, tra brindisi e frasi scambiate con persone che non conoscevo.
Ho pensato a me, ai posti che frequento di solito, che vorrebbero darsi una patina di verità e autenticità e che in realtà possono solo pulire il culo all'Osteria Bidese e alle vecchie osterie: imborghesimento, incapacità di comunicare in luoghi che dovrebbero essere proprio deputati a socializzare. Ma come ci siamo ridotti?
Mi è salita una gran nostalgia del Bar Company di Sandrigo, dove, quando eravamo ragazzini, facevano concerti punk, e noi tutte le domeniche lì. Poi ci siamo allontanati da questi posti, è vero, troppo estremi per certi versi, si rischiava di rimanerne intrappolati. E allora siamo andati in quei posti senz'anima che dicevo prima.
Punk in osteria, unione tra outsiders, per un attimo l'ho pensata così.
Poi però è salito su una panchina del Bidese il buon Massimo Fagarazzi e ha iniziato a parlare del libro con un approccio abbastanza colto e pieno di riferimenti letterari che a me piaceva, ma evidentemente non piaceva ai locals, visto che l'hanno interrotto più volte e dopo cinque minuti appena è sceso e ha lasciato perdere.
Gli ho detto: "Potevi continuare! Era una situazione bellissima", uno scontro tra cultura e base popolare che mi ha elettrizzato. Però immagino non fosse facile reggere la situazione.
E allora la magica unione si è dissolta, gli outsider locals sono diventati redneck, sembrava "Easy Rider". Se il branco capisce che potresti non essere come loro ti può anche sbranare.
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