martedì 24 ottobre 2017

PROTEX - FREAKOUT CLUB - BOLOGNA - 20/10/2017

Dopo una giornata di lavoro trascorsa in trasferta a Verona, arriva sera, salgo in macchina e imbocco la Brennero direzione Modena/Bologna.
Cena di gran classe in autogrill e intorno alle 22.00 arrivo comodo al Freakout Club.
L'impatto non è dei migliori: tetra location sotto il cavalcavia di via Stalingrado, graffiti in giro, capannello di alternativi della peggior specie che mi squadrano e addirittura il tipo dell'entrata che si assicura che io sia lì per i Protex.
Adesso, ok tutto, capisco il terzo mondo sottoculturale in cui si trova l'Italia, però questa gente mi ha veramente rotto i coglioni. Che poi suonano i Protex, non gli Exploited e neanche i Punkreas.
E io ho un parka blu, pullover, camicia, jeans e un paio di wallabee, cioè son vestito normalmente, non mi sembra di esagerare.
Ancora una volta questi ambienti si dimostrano di una grettezza unica, chiusi nel loro piccolo mondo alternativo che, sostanzialmente, ha distrutto ogni possibilità di sviluppo in senso lato del mondo sottoculturale.
Per quanto mi riguarda sempre guardia alta verso questi individui, verso la loro ignoranza non giustificata e il loro pressapochismo.
Poi al cesso altro sguardo incattivito di uno skinhead a cui rispondo mostrando i denti.
Che poi il tipo è il cantante del gruppo spalla, tali Zona Popolare, autori di un Oi gutturale, con qualche buona base di stampo punk'n'roll.
In realtà sembrano la cover band dei Nabat. Anzi, in realtà sembrano una specie di progetto sostenuto da una associazione che si occupa del reintegro in società dei ragazzi socialmente disadattati.
Interessante come cosa, ben vengano questi progetti sostenuti dal Comune. Togliamo i ragazzi dalla strada e mettiamoli in sala prove a suonare la musica della strada!
Alle 23.00 salgono i Protex, gente ce ne sarebbe anche, solo che la gran parte preferisce restare fuori a fumare. E qua i conti tornano col concetto che esplicavo poc'anzi circa il sostanziale disinteressamento di questi verso la musica.
Il concerto ce lo vediamo in venticinque persone, con i Protex che probabilmente si saranno chiesti in che razza di manicomio son capitati.
Forse sarebbe stato meglio farli in un bel pub.
Loro comunque danno un ora di lezione magistrale a suon di power pop suonato come Dio comanda.
Mi è sempre piaciuta la scena nord irlandese di fine settanta, loro, gli Undertones, i Moondogs, gli Starjets.
Roba gioiosa, innocente, giovane. Composta e suonata mentre la loro terra aveva ben altri problemi a cui pensare.
Nei Protex c'è il rock'n'roll e ci sono grandi melodie malinconiche, il tutto sostenuto da ritmi medi. Ogni tanto mi perdo ad osservare il batterista, è uno spettacolo, molto sincopato e poco lineare, sostiene tutto il sound.
I pezzi super sono: "I can't cope", "A place in your heart", "Don't ring me up", "I can only dream", "Strange Obsessions".Dai, stiamo parlando dei vertici del genere tutto. Roba per palati sopraffini. E il tipo prima mi chiede se sono venuto per i Protex. Ma nasconditi va e chiedimi anche scusa dell'affronto che hai osato farmi, che i Protex saranno sempre dalla mia parte, non certo dalla tua.
Ne suonano parecchie anche dall'album appena uscito, "Tightrope", gran bel disco.
"Even if I wanted to" è un lentone straordinario, prendetevi tre minuti e ascoltatela nel web, fatevi sto favore.
Io, ad esempio, ho comprato il cd e mi son fatto l'ora e mezza del viaggio di ritorno che l'avrò ascoltata dieci volte. Poi ogni tanto spegnevo la radio e cantavo da me "A place in your heart".



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