venerdì 1 aprile 2016

PUNKY REGGAE PARTY

La punky reggae connection fu una questione fondamentalmente londinese: fu possibile in quanto era ben presente e radicata in città una comunità giamaicana sin dai primi anni '50, principalmente in quartieri come Brixton e Ladbrooke Grove.
La musica giamaicana aveva già attecchito in Inghilterra a partire dagli anni '60, con Mods e Skinheads inglesi che fecero di ska, rocksteady e original reggae la colonna sonora del loro total look.
Parliamo quindi di una situazione giovanile generalmente ben ricettiva verso i suoni dell'isola, e così fu anche nella primissima seconda metà degli anni '70.
Dalla Giamaica usciva quello che verrà definito Roots Reggae, caratterizzato da altre tematiche rispetto allo status quo di ska/rocksteady/reggae: si inizia a parlare di Jah, inizia l'epopea Rastafariana, si parla di situazione sociale, insomma una musica che va a configurarsi come "militante".
Un po' quello che i ragazzi bianchi stanno facendo a modo loro a Londra con i primi vagiti punk: i prime movers come Clash e Pistols è gente che la materia giamaicana la conosce bene, per averla imparata in strada.
Don Letts, dj anglo giamaicano, suona dischi dub e reggae tra un set punk e l'altro al Roxy Club di Covent Garden: "Non c'erano dischi punk nostrani da metter sul piatto, perchè dovevano ancora essere incisi, così mettevo dub reggae intervellato ogni tanto da MC5, Stooges, New York Dolls e Ramones".
Un buon esempio dei pezzi suonati da Don Letts in quelle storiche serate si possono ritrovare nella compilation da lui curata, "Dread meets Punk Rockers Uptown".
Intanto arriva il fatidico 1977: nel primo album i Clash rifanno "Police & Thieves" di Junior Murvin: la suonano a modo loro, più rude ed elettrica rispetto alla contemporanea versione originale.
E' il primo esempio musicale di punk reggae.
Bob Marley nel 1977 si trova in città e scrive "Punky Reggae Party", lato b di Jamming, gran pezzo celebrativo di quello che sta accadendo:
"Wailers still be there,
The Jam, The Damned, The Clash
Wailers still be there
Dr. Feelgood too, ooh"
In un intervista dice: "E' diverso ma mi piace. I punk sono i reietti della società. Così come i rasta. Anche loro difendono ciò che noi difendiamo".
L'esempio dei Clash viene seguito in ambito punk qualche mese dopo dai Ruts, i quali registrarono un paio di pezzi reggae micidiali e dagli Stiff Little Fingers di "Johnny Was".
I Pil di John Lydon furono pesantemente influenzati dal dub e tracce di reggae si possono rintracciare anche nella prima fresca new wave di Elvis Costello, Joe Jackson e Police.
Fu una cosa praticamente univoca, nel senso che gli artisti bianchi britannici ne furono influenzati, i gruppi reggae inglesi invece non particolarmente (parlo sempre a livello di suono).
Poi arrivo la Two Tone, con il recupero sonoro e stilistico dello ska, ma quella è un altra storia.
Una "Punky Reggae Compilation" io la farei così:
- Clash - Police & Thieves
- Clash - White Man in Hammersmith
- Clash - Guns of Brixton
- Stranglers - Peaches
- Stiff Little Fingers - Johhny Was
- Ruts - Jah War
- Members - Romance
- Joe Jackson - Sunday papers
- Elvis Costello - Watching the Detectives
 - Police - Roxanne
Vi consiglio il bel libro di Don Letts "Punk e Dread", la compilation da lui curata di cui sopra e "Punky Reggae Selecta".


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