lunedì 14 novembre 2011

CARLO BONINI - ACAB


Non mi è piaciuto molto questo libro: secondo me si vede troppo che è scritto da un esterno che decide di scrivere di cose che personalmente non ha mai vissuto e con questo non voglio dire che io abbia vissuto quello che è scritto su ACAB.
Il "drago", lo "sciatto", "marzapane", tipici soprannomi da romani che mi appaiono distanti, io personalmente mi sento più vicino a Londra che non a Roma.
Forse è proprio la realtà di Roma ad apparire poco esportabile all'esterno, presa com'è a fare la capitale di uno Stato che contiene differenze enormi al proprio interno.
Celerini, ultras, G8, romeni, napoletani..qua dentro è tutto teso ed estremo, ma sembra quasi "di plastica" nel suo voler apparire reale e schietto.
Una lettura che non lascia spazio all'immaginazione, non da modo di appassionarsi, di voler riaprire il libro per vedere come va a finire.

Nessun commento: