DELTA
LENNON AND ONO, THE ORIGINAL PUNKS
PLAYBOY: "What are your musical preferences these days?"
LENNON: "Well, I like all music, depending on what time of day it is. I don't like styles of music or people per se. I can't say I enjoy the Pretenders, but I like their hit record. I enjoy the B-52s, because I heard them doing Yoko. It's great. If Yoko ever goes back to her old sound, they'll be saying, 'Yeah, she's copying the B-52s.'"
ONO: "We were doing a lot of the punk stuff a long time ago."
PLAYBOY: "Lennon and Ono, the original punks."
ONO: "You're right."
PLAYBOY: "John, what's your opinion of the newer waves?"
LENNON: "I love all this punky stuff. It's pure. I'm not, however, crazy about the people who destroy themselves."
PLAYBOY: "You disagree with Neil Young's lyric in 'Rust Never Sleeps'-- 'It's better to burn out than to fade away....'"
LENNON: "I hate it. It's better to fade away like an old soldier than to burn out. I don't appreciate worship of dead Sid Vicious or of dead James Dean or of dead John Wayne. It's the same thing. Making Sid Vicious a hero, Jim Morrison ...it's garbage to me. I worship the people who survive. Gloria Swanson, Greta Garbo. They're saying John Wayne conquered cancer... he whipped it like a man. You know, I'm sorry that he died and all that. I'm sorry for his family, but he didn't whip cancer. It whipped him. I don't want Sean worshiping John Wayne or Sid Vicious. What do they teach you? Nothing. Death. Sid Vicious died for what? So that we might rock? I mean, it's garbage, you know. If Neil Young admires that sentiment so much, why doesn't he do it? Because he sure as hell faded away and came back many times, like all of us. No, thank you. I'll take the living and the healthy."
PLAYBOY: "Do you listen to the radio?"
LENNON: "Muzak or classical. I don't purchase records. I do enjoy listening to things like Japanese folk music or Indian music. My tastes are very broad. When I was a housewife, I just had Muzak on, background music, 'cuz it relaxes you."
PLAYBOY: "John, do you ever go out to hear music?"
LENNON: "No, I'm not interested. I'm not a fan, you see. I might like Jerry Lee Lewis singing 'A Whole Lot a Shakin' on the record, but I'm not interested in seeing him perform it."
SENZABENZA - HOLIDAY WITH THE BAND!
Avevo appuntato da un bel po' la data dei Senzabenza al Blah Blah di Torino e con l'occasione trascorrere un weekend nella motor city italiana. In giro tra i suoi caffè, negozi (Fresh), piazze, un pranzo tipico la domenica a mezzogiorno. Piccole cose, piccoli viaggi che ti aiutano a vivere. Come i Senzabenza, un istituzione in giro da trentacinque anni (con qualche sosta nel mezzo). Una band che, per come la vedo io, prendendo in esame gli anni '90 è da considerare come rilevante nel più ampio circolo alternative tricolore che non solamente nel proprio giro punk rock. Insomma, un album come "Gigius" del 1993 se la gioca benissimo ai piani alti con roba istituzionalizzata tipo Marlene Kuntz, Afterhours, Casino Royale e compagnia. Entriamo al Blah Blah giusto pochi secondi prima che attacchino i Senzabenza: partono con "Riot Grrrl" e in un'ora tirato di show sciorinano i grandi classici piazzando nel mezzo un cinque / sei pezzi dall'album nuovo, "Punk Pop Dilemma", dai ritmi sostenuti, con un pezzo che sembra uscito dai Blur di "Modern Life". Nei Senzabenza il classico tiro punk rock in zona Ramones / Buzzcocks / Dickies è sempre stato contaminato da colori 60's, power pop, talvolta qualcosa di psichedelico. Già nel loro ottimo penultimo album "Pop from Hell" c'era un pezzo, "Chinese Takeway", che mi ricordava i Blur. Non so quanto volutamente ma tant'è.
A metà concerto c'è una sorpresa, salgono sul palco Luca Re dei Sick Rose (storico gruppo garage torinese), Andy Lewis (bassista del giro Acid Jazz Records e in alcuni album di Paul Weller) e, udite, Fay Hallam dei Makin' Time! Che roba. Makin' Time, band mod inglese anni'80. Quel video di "Here is my number", proprio quello. La band si chiama "Il Senato" e fanno tre pezzi accompagnati dai Senzabenza. Quando scende dal palco mi prendo l'onore di dire a Fay Hallam "Makin'Time, Here is my number" e di toccargli la spalla. Curioso il fatto che a qualche km di distanza si tenesse un all nighter mod, e però Fay Hallam e Andy Lewis fossero al Blah Blah sul palco con i Senzabenza. All nighter mod che prevedeva un aperitivo pomeridiano al Lab dove una birra in disparte ce la siamo pure fatta osservando da lontano.
Torino mi ha dato l'impressione di una città ancora molto viva dal punto di vista musicale (culturale ad ampio raggio); si parla spesso dell'epoca d'oro andata dei Murazzi e della relativa scena, ma si difende bene pure nel 2023. Una volta terminato il weekend e tornato a casa mi sono dedicato all'ascolto di "Punk Pop Dilemma": che dire, non così immediato, bisognoso di più ascolti, bello, una logica che mi piace e va senz'altro in contrasto con la vacua immediatezza distratta da piattaforma digitale. Registrazione molto "lo-fi", calda, poco moderna, il che è un bene vista l'assoluta standardizzazione attuale delle produzioni punk rock; il risultato c'è, non è così immediato, bisogna dedicare tempo, orecchio ed attenzione, ma alla lunga emerge l'assoluta qualità e bontà del lavoro.
Mi sono poi scritto dieci domande, ho chiesto a Nando (voce /chitarra) se aveva voglia di rispondere e si è dimostrato subito disponibilissimo.
1) Siete da poco usciti con un nuovo disco, "Punk Pop Dilemma”. Ascoltandolo, la cosa che ho notato, oltre all'assoluto valore dei pezzi in se, è il suono caldo che emerge, poco digitale in un periodo storico in cui molte produzioni punk rock sembrano essersi standardizzate su un certo tipo di suono. Immagino sia stata una cosa voluta..
Si. Diciamo che abbiamo avuto un produttore artistico (Andrea Pettinelli), che è anche uno dei titolari dell’etichetta per la quale è uscito l’album (Consorzio ZDB) che ha fatto questa scelta.
E’ effettivamente un po' particolare rispetto alle produzioni che si ascoltano ultimamente.
2) Segui ancora il giro punk rock? Lo trovi cambiato o immutato rispetto al passato?
Continuo ad andare con grande voglia e passione a vedere concerti punk rock. Ci sono tante buone bands in giro, ma continuo ad amare di più le bands storiche ancora in attività, tipo Rappresaglia, Crummy Stuff, Manges etc…
3) Il suono dei Senzabenza, oltre la matrice punk rock di base, è da sempre stato contaminato da varie influenze: power pop, beat, qualcosa di psichedelico..
Perché Sebi, che come saprai bene è l’autore di quasi tutte le songs, è un divoratore di musica e un appassionato dei generi che hai citato. Sebi poi ha il grande pregio di riversare le sue influenze nella nostra musica. Il tocco finale poi lo diamo tutti noi altri che partecipiamo all’arrangiamento dei brani dando quasi sempre un importante contributo
4) Ogni volta che vi vedo o esce un vostro nuovo disco mi viene il pensiero che i Senzabenza debbano essere considerati a tutti gli effetti come una delle grandi band alternative italiane uscite dagli anni '90, ovviamente con il vostro genere, ma in un'ottica aperta da associare ai migliori nomi usciti dai 90s. Che ne so, roba oramai istituzionalizzata tipo Marlene Kuntz, Casino Royale, Massimo Volume. Come sono stati i vostri 90s?
Diciamo che per un breve periodo, direi tra il '95 e il '98/'99, siamo stati certamente uno dei nomi di punta della musica alternativa italiana, più o meno come quelli che hai indicato. Poi, non essendo riusciti a fare il definitivo salto, non come qualità artistica, ma come notorietà, piano piano siamo tornati a dedicare più tempo ai nostri rispettivi lavori. Ora suoniamo ancora e registriamo album solo perché ci piace tanto farlo, ma le soddisfazioni economiche sono ovviamente molto modeste….
5) Trovo siate ancora giustamente legati a quel modo di approcciare le cose tipico dei 90s, poca o nulla attenzione alla vacuità social, solo sostanza e qualità artistica. Come vi trovate nel mondo attuale?
Malissimo. Odiamo il fatto che “la canzone” conti sempre molto di meno e che invece diventi sempre più importante l’aspetto social. Meno male che abbiamo Jacopo (bassista della band), che è ancora abbastanza “pischello” da stare un minimo dietro a facebook, instagram etc….
6) Inizialmente era forte l'influenza degli Hard Ons: come li scopriste, qual è il tuo album preferito e so che una volta organizzaste un loro concerto a Latina..
In aggiunta: la scena Lookout! Records dell'epoca vi ha in qualche maniera influenzato, era nei vostri ascolti, o essendo nati praticamente in contemporanea con quelle bands non necessariamente?
Nel dicembre 1989 io Sebi e Fabio andammo a vedere gli Hard Ons al Uonna club di Roma: una settimana dopo nascevano i Senzabenza. Questo penso risponda pienamente alla tua domanda su quanto ci abbiano influenzato… Poi nel '93 siamo riusciti a farli suonare a Latina, ed è stata l’apoteosi!
La scena Lookout non ci ha molto influenzato. Ci piacevano molto i primi Screeching Weasel e li ascoltavamo spesso all'epoca in furgone, ma non parlerei di influenza musicale.
7) All'estero come sono visti i Senzabenza? So della vostra partecipazione al New York Music Seminar del 1993 a New York, oltre ovviamente alla produzione di “Deluxe” con Joey Ramone qualche anno dopo. Esperienze di tour e ricezione fuori dall'Italia?
Credo che all’estero non ci conosca praticamente nessuno. A parte la partecipazione al Seminar, che è stata un’esperienza fantastica, abbiamo suonato molto poco fuori dall’Italia. Debbo dire che quando noi eravamo in auge era decisamente più difficile di oggi organizzare un tour all’estero…
8) Una curiosità avendovi visto sabato a Torino e facendo dei collegamenti mentali: Senzabenza e Fichissimi hanno mai condiviso il palco in qualche occasione?
Se la memoria non mi fa difetto direi di no.
9) Sono del 1986 e il vostro primo album che comprai in diretta fu "Uppers" del 2003, un grande album secondo me, il vostro ritorno dopo l'esperimento in italiano di "Vol. IV" del 1999. Dal 1999 al 2003 eravate attivi? Come fu recepito "Uppers"?
Diciamo che eravamo abbastanza delusi da Volume IV, sia dal punto di vista artistico che come accoglienza. In realtà è un bel disco, ma rovinato da testi orrendi e anche una produzione troppo patinata. "Uppers" ha rappresentato un riavvicinamento al nostro sound. Non è un disco che amo, ma ci sono comunque diverse ottime songs.
10) Per concludere ti chiedo i tuoi tre concerti memorabili dei Senzabenza..
Il primo coi Ramones al “Tenda a strisce” a Roma, nel 1992.
Il primo coi NoFX a Bologna, con Raw Power e Mumble rumble, nel 1995
Al Bloom di Mezzago (completamente sold out), anche questo nel 1995
WIR FAHR'N AUF DER AUTOBAHN / TONDELLI E L'AUTOSTRADA DEL BRENNERO
Gli Stereolab con la loro equazione kraut + easy listening, il giorno dopo avrebbero suonato a Monaco, Germania, la casa madre di una delle loro influenze principali (kraut): la Brennero come ponte verso l'Europa.
Sarebbe da sfruttare maggiormente Trento come sosta tattica per eventuali tour musicali che prendano in considerazione Italia / Germania ed oltre. Invece di concerti mi sembra ce ne siano gran pochi. Questo degli Stereolab però è stato riuscitissimo. In un nuovo auditorium / teatro di concezione nordica, legno e montagne attorno. Bellissimo, davvero.
"Correggio sta a cinque km dall'inizio dell'AutoBrennero di Carpi, che è l'autostrada più meravigliosa che c'è perché se ti metti lassù e hai soldi e tempo in una giornata intera e anche meno esci sul Mare del Nord, diciamo Amsterdam, tutto senza fare una curva: entri a Carpi ed esci lassù. Io ci sono affezionato a questo rullo di asfalto"
“Ma ci sono notti o pomeriggi o albe e anche tramonti, anche questo dovete imparare, che succede il Gran Miracolo, cioè arriva su quel rullo l’odore del Mare del Nord che spazza le strade e le campagne e quando arriva senti proprio dentro la salsedine delle burrasche dell’oceano e persino il rauco gridolino dei gabbiani e lo sferragliare dei docks e dei cantieri e anche il puzzo sottile delle alghe che la marea ha gettato sugli scogli, insomma t’arriva difilato lungo questo corridoio l’odore del gran mare, dei viaggi, l’odore che sento adesso come un prodigio e che sto inseguendo sulla mia ronzinante cinquecento con su gli scoramenti e dentro tanto vino e in bocca tanta voglia di gridare. Sono sulla strada amico, son partito, ho il mio odore a litri nei polmoni, ho fra i denti la salsedine aaghhh e in testa la libertà.”
Questo è Tondelli, su Altri Libertini, capitolo Autobahn.
I CCCP - Fedeli alla Linea riprendono lo stesso concetto: "A Carpi comincia l'Autostrada del Brennero, perciò noi consideravamo Carpi come la periferia estrema di Berlino".
Zamboni, quando andò a Berlino per la prima volta, fece autostop presso un'area di servizio della Brennero, credo poco dopo Verona. Salì su un camion e via a Berlino, iniziò una nuova avventura.
BUZZCOCKS - SONICS IN THE SOUL
ITALIAN WAVE CONNOISSEURS
FHETOLDS - STIMOLATION
Wave precisa e danzabile nelle case del Popolo di Pordenone adibite ad uso e consumo della gioventù naoniana. I Devo alla Zanussi. Presente nella compilation manifesto "The Great Complotto", 1980.
BAND AID - A TOUR IN ITALY
Un weekend postmoderno con Tondelli a Lecce e poi via sull'Adriatica fino a Bologna, indirizzo Italian Records.
FRIGIDAIRE TANGO - RECALL
Asse Cittadella / Bassano del Grappa, registrata nella cittadina murata, ideata poco più a nord. Gelo e serate con i Sound a Nove (Vi).
VIOLET EVES - IT SEEMS LIKE BLUE
Rimini come Nashville, il suono della Riviera (balearico? Adriatico!).
TOMMY DE CHIRICO - TUXEDO DANCE
Nei laboratori di Torino, maneggiando la nuova calda tecnologia.
RENDEZVOUS RAVAGE - UNA STAGIONE PER NOI
Mods Pordenone, "Il mondo finirà di notte" con sopra un disco dei Jam. Dodici mesi di inverno a Pordenone.
DIRTY ACTIONS - BANDANA BOYS
Le Silure d'Europe dalla costa ovest in gita in barca a New York a vedere i Clash a Times Square, 1981: "Wild boys loves the rhythm!
STATE OF ART - REASONS
Milano ritmicittà, un Orange Juice alla Factory.
Non c'è il video, comprate il disco!
PATTI SMITH - PIAZZA GARIBALDI - CERVIA - 31/07/2022
UMBERTO SEBASTIANO - IL MONDO FINIRA' DI NOTTE
Capita di perdersi dietro ai propri sogni, alle proprie idealizzazioni. Tipo l'anno scorso che uscì un nuovo disco dei Band Aid, band leccese fine anni '70 / primi '80, legami con Italian Records, citati da Tondelli in "Un Weekend Postmoderno". A giugno dell'anno scorso avevo preso il 12" "A Tour in Italy" al Disco d'Oro (e dove sennò?), poi a novembre mi era arrivata voce che si, proprio loro, erano in uscita con un nuovo disco dopo trentacinque anni di silenzio. Cose che ti riempiono il cuore. Credo uno dei motivi per cui non mi è mai evaporata la magia della musica, delle scene, dei collegamenti.
La stessa cosa mi è capitata quest'anno quando ho scoperto su Rumore che Umberto Sebastiano aveva scritto un romanzo ambientato nella scena del Great Complotto Pordenone. Era domenica, il giorno dopo alle 9.00 ero già al telefono per ordinarlo dalla mia libreria di fiducia. Comprateli in libreria i libri, cazzo, non alimentate tutta 'sta palla di individualismo consumista con consegne a domicilio, corrieri nuovi schiavi, cartoni, rifiuti. I libri si prendono in libreria, i dischi al negozio di dischi, i vestiti al negozio apposito. Facile, pulito.
Ritornando a noi, chi è Umberto Sebastiano? Il cantante dei Rendezvous Ravage, cult band autore dell'inno "Una Stagione per Noi" (Un'inverno a Pordenone), uno dei pezzi più belli del Great Complotto ma direi pure della wave italiana. Pezzo citato e omaggiato dai Tre Allegri nel 2001 in "Prova a star con me un'altro inverno a Pordenone".
Cerchi che si chiudono, anni a controllare periodicamente se c'erano news su Band Aid o Rendezvous Ravage e poi succede questo.
Il romanzo, "Il mondo finirà di notte", è bellissimo, inutile dirlo. Ci sono i gruppi, il fermento, il Molo, il contesto sociale, gli ascolti, la violenza. Tipo che i Rendezvous Ravage (che in questo romanzo si chiamano Ribelli Cromati come il gruppo successivo di Sebastiano, mid 80's, milanesi credo) hanno come nume tutelare i Jam, il mod revival, gli Who e i pezzi Tamla Motown. Signori, i Mods di Pordenone.
Che bellezza il Great Complotto, ogni tanto mi trovo a pensare che sono orgoglioso del fatto che sia successo vicino a casa mia: che scena! E qualche propaggine c'è ancora oggi, i Tre Allegri, i Sick Tamburo, il libro di Sebastiano, i concerti fighi in città. Gloria a voi.
ENRICO BRIZZI - GUIDA ALL' ASCOLTO E CONSIGLI DI LETTURA
Riporto qua nel mio blog quelle relative ai primi due libri.
JACK FRUSCIANTE E' USCITO DAL GRUPPO (1994)
GUIDA ALL'ASCOLTO
RED HOT CHILI PEPPERS - BLOOD SUGAR SEX MAGIK
CLASH - BLACK MARKET CLASH
URBAN DANCE SQUAD - MENTAL FLOSS FOR THE GLOBE
THE CURE - CONCERT / THE CURE LIVE
RAW POWER - LIVE IN PARMA
SEX PISTOLS - NEVERMIND THE BOLLOCKS
SMITHS - THE QUEEN IS DEAD
NEGU GORRIAK - GURE JARRERA
SPLATTERPINK - ONE / DEMO 1992
DIAFRAMMA - TRE VOLTE LACRIME
POGUES - HELL'S DITCH
POLICE - REGATTA DE BLANC
CONSIGLI DI LETTURA
ANDREA DE CARLO - DUE DI DUE
J.D. SALINGER - IL GIOVANE HOLDEN
ANTOINE DE SAINT-EXUPERY - IL PICCOLO PRINCIPE
ENRICO PALANDRI - BOCCALONE
PIERVITTORIO TONDELLI - ALTRI LIBERTINI
SILVIA BALLESTRA - IL COMPLEANNO DELL'IGUANA
THOMAS MANN - CONFESSIONI DEL CAVALIERE D'INDUSTRIA FELIX KRULL
GIORGIO BASSANI - IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI
JAMES JOYCE - DEDALUS
JACK KEROUAC - SULLA STRADA
BASTOGNE (1996)
GUIDA ALL'ASCOLTO
PUBLIC IMAGE LIMITED - FLOWERS OF ROMANCE
BILLY IDOL - REBEL YELL
KILLING JOKE - S/T
LOUNGE LIZARDS - S/T
RETTORE - KAMIKAZE R'N'R SUICIDE
GAZNEVADA - SICK SOUNDTRACK
VIRGIN PRUNES - IF I DIE I DIE
SKIANTOS - INASCOLTABLE
NABAT - SCENDEREMO NELLE STRADE
VASCO ROSSI - SIAMO SOLO NOI
ALBERTO CAMERINI - RITA & RUDY
RIGHEIRA - VAMOS A LA PLAYA
ENNIO MORRICONE - THE GOOD, THE BAD & THE UGLY OST
CONSIGLI DI LETTURA
SENOFONTE - L'ANABASI
ROBERT LOUIS STEVENSON - IL DOTTOR JEKYLL
RABELAIS - GARGANTUA E PANTAGRUELE
ANTHONY BURGESS - UN'ARANCIA A OROLOGERIA
BRET EASTON ELLIS - LE REGOLE DELL'ATTRAZIONE
LOUIS PERGAUD - LA GUERRA DEI BOTTONI
FERENC MOLNAR - I RAGAZZI DELLA VIA PAL
LOUSI FERDINAND CELINE - NORD
MICHEL FOCAULT - SORVEGLIARE E PUNIRE
GEORGE ORWELL - 1984
DINOSAUR JR - MIV PORDENONE - 04/06/2022
LUCIANO BIANCIARDI E il 1968
La celebre idiosincrasia di Luciano Bianciardi verso il sistema milanese, la città in cui si trasferì da Grosseto nel giugno del 1954, prese forma anche nei confronti dell'apparato culturale, nello specifico verso gli intellettuali di sistema: quelli visti da vicino, facenti parte della "grande iniziativa", la nuova casa editrice Feltrinelli, dove Bianciardi fu chiamato a prestare servizio.
Nello specifico la critica che viene mossa dal nostro riguarda l'essere apparato chiuso, corpo estraneo nella realtà sociale specifica. Milano nel 1954 è ancora piena di operai, è una città industriale. Bianciardi si chiede: non ho mai visto un operaio in un anno che sono a Milano, sono immerso nella mia bolla. Quantomeno si pone il problema; va considerato che in Maremma, Bianciardi seguì da vicino la vita e le lotte dei minatori: il suo trasferimento a Milano fu conseguente allo scoppio della miniera di Ribolla, una crisi che lo portò ad avventurarsi verso altre strade lontane dal luogo natio.
Con Milano però il feeling non scatterà mai.
In questo senso, nella critica all'apparato, Bianciardi è un precursore di certe istanze sessantottine, vedi l'importanza data al realismo sociale e alla sua narrazione. Bianciardi realista sociale? Si e no, nel senso che l'opera dello scrittore è varia, così come il pensiero. Nel 1968 comunque non era più a Milano, ma a Sant'Anna di Rapallo. Lontano, con altre storie e con corrispondenze secondarie, "Executive", "L'Automobile". In anticipo e tagliato fuori quando sarebbe stato il momento. Bianciardi non fu un simbolo del '68 pur avendo fatto critica al sistema sociale e lanciato specifiche invettive in tempi non sospetti. L'alienazione della città, il rapporto capitale / lavoro, i rapporti sociali conseguenti.
"Sono un anarchico individualista, ma la mia è una predisposizione d'animo, non ideologica" diceva.
"I Minatori della Maremma" è comunque puro realismo, una specie di George Orwell meets Ken Loach.
La trilogia "La Vita Agra", "L'integrazione", "Il Lavoro Culturale" mantiene degli elementi a proposito, una certa visione di fondo popolare, ma non si tratta di testi ascrivibili al realismo tout court.
In Bianciardi contano anche e soprattutto il carattere, l'essere figlio del suo tempo, il non essere mai integrato da nessuna parte e sotto nessuna bandiera: tutto quello che lo porterà ad un finale solitario e tragico.
LE COVER DEI QUEERS NEGLI ANNI '90
Ancora sotto effetto dalla strabiliante serata Manges + Queers di sabato al Bloom di Mezzago, mi dedico a questo articolo che prende in esame le cover registrate dai Quers negli anni '90. Buon viaggio.
Assemblato nel 1990 ed uscito per la Shakin' Street Records, "Grow Up" contiene due differenti session di registrazione datate 1986 e 1988.
L'unica cover presente è "I'll be true to you", titolo che in realtà non esiste: si tratta di "Yes I Will" degli Hollies, gruppo beat inglese, datata 1965.
"Love Songs for the Retarded" tecnicamente non contiene cover: certo, c'è "I Can't Stand You" che è scritta da Ronnie Parasite dei Parasites ma non è mai stata incisa dal suo gruppo.
Su "Beat Off" del 1994 troviamo una cover: "Mirage" del gruppo bubblegum 60s Tommy James & the Shondells.
PAUL WELLER: OUR FAVOURITE BOOKS
Smash Hits, 1982
Il libro: The Collected Essays, Journalism and Letters of George Orwell
"Mi piace la sua idea di socialismo, penso che abbia un bel po' di senso comune, di senso pratico."
1987
I libri
Xavier Holland - Magic Mushrooms
Robert Tressell - Ragged Trousered Philanthropists
D.H. Lawrence - Lady Chatterley's Lover - L'amante di Lady Chatterley
Alberto Moravia - Two Women - La Ciociara
Brendan Behan - Borstal Boy - Ragazzo del Borstal
Kurt Vonnegut - Slaughterhouse 5 - Mattatoio n. 5
Wienkel - Diary Of My Bottom (?)
Diostchekov - Plums From Heaven - (?)
George Orwell - Lion and the Unicorn - Il leone e l'Unicorno
Xavier - If You Do It Anymore I'll be Sick - (?)
Il libro: Absolute Beginners - Colin MacInnes
"Un libro che ha ispirato un'intera generazione"
CAMPO DI CONCENTRAZIONE - L' ARTE DI MANUEL COSSU
Manuel Cossu, “Manuel dei Manges”, nato nel 1976 a La Spezia: batterista e songwriter di una delle più fighe punk rock band al mondo ed artista figurativo.
Il 12 febbraio a Cittadella abbiamo organizzato una personale dei suo lavori, “Campo di Concentrazione”: un periodo di attività intenso per il nostro che negli ultimi mesi ha esposto una personale su Lilli Carati a Bergamo (pubblicando anche un numero unico di art magazine dedicato alla tormentata figura dell'attrice), a Roma e in una farmacia di La Spezia.
Si, in una farmacia perché da un po' Manuel dipinge sui bugiardini dei farmaci: “Soffro di deficit di attenzione, i bugiardini rappresentano l'essenza di quello a cui devi stare attento, tutte quelle istruzioni in bianco e nero che ti dicono cosa devi fare per curarti. Così si è venuta a creare una sorta di contrapposizione.”
Gli chiedo come ha iniziato a disegnare, come si è avvicinato a questa forma di espressione: “Molto semplicemente negli anni '90 capitava di registrare delle cassette TDK per gli amici, solitamente ci facevo un disegno in copertina, qualcosa sui Ramones. La prima tela di una certa dimensione la feci nel 1996 dietro il tavolo da Subbuteo e ci disegnai Dee Dee Ramone con scritto “I remember you”, è esposta alla Skaletta (storico club r'n'r di La Spezia attivo dal 1994). Dee Dee è uno dei miei miti in assoluto.” L'hai conosciuto? “Negli anni '90 andai appositamente a New York per poterlo incontrare. Non ci riuscii ma incontrai Arturo Vega (visual artist dei Ramones) ad un semaforo a cui diedi i miei disegni. Arturo Vega è stato importante per me perché mi ha spinto a continuare a disegnare, mi apprezzava, mise i miei disegni sul sito dei Ramones. Dee Dee l'ho visto live e incontrato poi diverse volte. Il concerto più bello in assoluto della mia vita è stato per me Genova 1994, il tour di “I hate freaks like you”,ancora meglio di quelli dei Ramones. A Dee Dee una volta in Germania diedi i miei disegni e lui mi regalò la sua tshirt.”
Dee Dee, Lilli Carati, raffiguri spesso vite non pacificate, figure tragiche: “Si, tragiche ma non patetiche.” Cosa ti attrae di tutto questo? “Una sorta di resistenza nei confronti delle avversità della vita, vite incasinate, gente che pativa. Io non sono legato a concetti come “la vita è un sogno”, per far andare una vita ci vuole che tante cose vadano per il verso giusto, non è facile. Mi attrae l'idea di non mollare, di fare a pugni con la vita per non soccombere.”
Il fatto di dipingere spesso anche Santi e Madonne in maniera non conforme è in qualche maniera collegato a questo? “Sono immagini che da sempre fanno parte di una certa realtà, quando sei talmente incasinato da affidarti ad un qualcosa di superiore: “Gesù Gesù aiutami tu”. Pensa alla galera, ai tatuaggi con Santi, Madonne e Croci. La voglia di iniziare a disegnare, oltre ai Ramones, me la diede proprio i tatuaggi di un mio caro amico che si era fatto la galera e che ora non c'è più. Erano imperfetti, ma non significa non avessero passione, che non fossero vivi e reali.”
Mi sembra di notare un certo richiamo nelle tue opere a certa Italia anni '80, Alfredino Rampi, Ranxerox, Pertini: “Io sono del 1976, ero bambino e ragazzino negli anni '80. Era un Italia densa, dura, certe immagini me lo porterò dietro per sempre. Le nostre città erano piene di tossici, le curve straboccavano di ragazzi, gli stili giovanili, le compagnie di irregolari. Sono legato a tutto quel mondo.” Uno che è cresciuto quegli anni o che comunque ne è affascinato, come si trova ad affrontare un presente che sembra milioni anni luce distante? “Male, io non c'entro niente con tecnologia e derivati, son rimasto tagliato fuori da tutto questo, sono un analfabeta digitale. Fortunatamente ho gente che mi segue nella promozione, io non saprei da dove iniziare.”
La tua passione per l'Atalanta? “Arriva dalla stagione 1987/88, semifinale di Coppa delle Coppe con il Malines con l'Atalanta in serie B. L'ho seguita poi per parecchio tempo, quando si poteva decidere il giorno prima se andare alla partita, adesso per andare ad una partita devi programmare come si fa con le ferie, non ha più senso. Ho fatto anni in Curva Nord, partivo da La Spezia in treno e via. Uno dei miei più cari amici è uno dei fondatori del Wild Kaos. Credo di aver seguito più l'Atalanta in serie B che non in serie A.”