L'idea di andare a vedere i Mondays a Cambridge ci venne un sacco di tempo fa, precisamente a febbraio: è passata la primavera, è passata l'estate, e ogni due/tre giorni mi tornava alla mente che il 2/11/2019 li avrei finalmente visti.
Nel 2011 si vociferava di un loro concerto a Bologna, all'Estragon, che fu cancellato a poche settimane dallo svolgimento, e quella fu l'unica occasione in cui mi avvicinai remotamente all'ipotesi di vederli, anche perché poi la band andò ai pit stop fino allo scorso anno.
Partiamo in due venerdì 1/11 da Venezia, su di una scatoletta Ryanair: io devo smetterla di viaggiare così, viaggiare dev'essere un piacere, non un ansia.
Vabbè, solita trafila di lusso Stansted, treno, Tottenham, Liverpool Street e là prendiamo la Central fino a Queensway dove abbiamo alloggio.
A Queensway/Bayswater avevo dormito la prima volta che andai a Londra, 2009, cinque giorni.
Il quartiere mi è sempre piaciuto, in prossimità di Notting Hill: a me piace Londra Ovest, Londra Est non l'ho mai calcolata, se togliamo qualche passeggiata da brivido a Whitechapel, con il fantasma di Jack lo Squartatore alle calcagna.
Ho sempre alloggiato a Londra Ovest e così continuerò a fare. Who, Pistols, Notting Hill reggae, Chelsea, Qpr, Rough Trade, Uxbridge, Clash, Quadrophenia, Stuart's: tutta roba di questa zona.
Dopo il check-in ci spariamo un giro di gran classe in centro tra Oxford, Soho e Covent Garden e già iniziamo a fare incetta di dischi e libri (ah, il caro vecchio consumo culturale).
Visitiamo negozi di vestiti a go go, Nigel Cabourn a Covent con la giacca disegnata da Liam a mille sterline tipo.
Londra è sempre un florilegio di emozioni, cammini sollevato un paio di metri da terra, testa tra le nuvole, canzoni che fluttuano nella memoria, flashback.
Alle 18.00 un bel crodino al Bar Italia non ce lo toglie nessuno, troviamo Bradley Wiggins, facciamo una foto e qualche scambio di battute, una persona molto alla mano e disponibile.
Tornando a casa a piedi verso Bayswater troviamo un pub, The Swan, decidiamo di cenare là (ottima scelta, fish & chips di gran qualità) e là faremo serata raggiunti poi dall'amico Alessandro, con cui condivideremo molte pinte di London Pride e Session Ipa finchè ad una certa non ci sbatteranno fuori dal locale.
Bene, prima giornata volata in un battibaleno. Bellissima, ma non c'erano dubbi.
Il sabato mattina la sveglia suona verso le 9.00, un leggero mal di testa che viene smaltito con una camminata verso Notting Hill sotto il diluvio e una full english di peso.
I pub sono già pieni zeppi, c'è la finale di rugby tra Inghilterra e Sud Africa.
Tradizionale passeggiata in Portobello e altra incetta di dischi da Rough Trade West.
A pochi metri c'è la Westway, i Clash che dicevano "Siamo il suono della Westway" e "From Westway to the World", oppure i Blur di "Under the Westway" e di "
I bought them on the Portobello Road on a saturday..". Honest Jon's appena dopo sulla destra, dove Elvis Costello spese 100 sterle di roba reggae appena firmato il contratto nel 1977.
Vabbè, sto delirando. Londra mi fa questo effetto positivo.
"In the city there's a thousand things I want to say to you."
Decidiamo di andare a Bricklane, in zona est, giusto perché abbiamo appuntamento con altri tre soci a Liverpool Street e ci va di farci trovare in zona per tempo.
Giro da Rough Trade East (ottimo) e da Number Six (bel negozio sul pezzo), mettiamo sotto i denti qualcosa in una specie di nuovo fast food italo/spagnolo e verso le 17.00 siamo in treno con direzione Cambridge.
La cittadina è piccola, sembra quasi impossibile che riesca a fare oltre 100.000 abitanti, le strutture e le vie deserte in zona stazione rimandano l'idea di una piccola tranquilla realtà, ovviamente legata al giro universitario ma ben che finita là.
Syd Barrett era di Cambridge, abitava dietro la stazione, lo si vedeva spesso in centro a farsi qualche passeggiata.
Check in all'ostello e giù con una pinta al The Eagle Pub, un bel pub con una sua personalità ed un ottima scelta brassicola, dove scopriamo fu annunciata la scoperta del DNA nel 1953 da parte di alcuni studenti dell'Università.
Decideremo di ritornarci una volta terminato il concerto.
Ora è tempo di recarci al vicino Corn Exchange per assistere ai Mondays: un bel flash trovarsi a pochi metri da Shaun Ryder, Bez e Rowetta.
Canzoni che hai ascoltato mille volte allo stereo e adesso te le trovi fatte dal vivo.
Ancora un bel gruppo loro: quadrati, personali, innovativi.
Funk, dance, new wave, soul, rap: dentro al loro suono riesci a scorgere nitidamente le varie componenti che si fondono a creare una qualcosa di unico, poi imitato da più parti.
Dove sono i giovani inglesi? Ci sono solo cinquantenni, gente che aveva vent'anni nel 1989. I giovani dovrebbero essere orgogliosi di andare a vedere un gruppo come loro che insegna la strada a venire, e invece saranno in qualche cazzo di Mc Donalds a guardare l'Iphone. Peccato.
Criminali da Salford che suonano come se fossero al pub, immobili, totalmente estranei a qualsiasi stereotipo rock: e poi l'idea geniale di piazzare Bez a ballare, a movimentare un po' la scena visto che gli altri stanno fermi come pali e concentrati.
C'è anche qualche tardona che prova a ballarci "culo contro culo", accettiamo di buon grado, ci lasciamo un po' andare, i Mondays fanno "Step On", balli a braccia larghe, fingiamo di essere nel '90, i Mondiali in Italia, "World in Motion" dei New Order come colonna sonora.
Non suonano tantissimo, un ora e mezza forse: poco, ne vorremmo ancora, non ci basta.
Beh, ce li siamo propri goduti questi due giorni in Uk, contento di averli fatti, valgono come un mese da noi, con la routine che ti ammazza e ti fa programmare la prossima trasferta (il prima possibile!).