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lunedì 12 settembre 2022

ITALIAN WAVE CONNOISSEURS

FHETOLDS - STIMOLATION

Wave precisa e danzabile nelle case del Popolo di Pordenone adibite ad uso e consumo della gioventù naoniana. I Devo alla Zanussi. Presente nella compilation manifesto "The Great Complotto", 1980.



BAND AID - A TOUR IN ITALY

Un weekend postmoderno con Tondelli a Lecce e poi via sull'Adriatica fino a Bologna, indirizzo Italian Records.



FRIGIDAIRE TANGO - RECALL

Asse Cittadella / Bassano del Grappa, registrata nella cittadina murata, ideata poco più a nord. Gelo e serate con i Sound a Nove (Vi).



VIOLET EVES - IT SEEMS LIKE BLUE

Rimini come Nashville, il suono della Riviera (balearico? Adriatico!).



TOMMY DE CHIRICO - TUXEDO DANCE

Nei laboratori di Torino, maneggiando la nuova calda tecnologia.



RENDEZVOUS RAVAGE - UNA STAGIONE PER NOI

Mods Pordenone, "Il mondo finirà di notte" con sopra un disco dei Jam. Dodici mesi di inverno a Pordenone.



 DIRTY ACTIONS - BANDANA BOYS

Le Silure d'Europe dalla costa ovest in gita in barca a New York a vedere i Clash a Times Square, 1981: "Wild boys loves the rhythm!



STATE OF ART - REASONS

Milano ritmicittà, un Orange Juice alla Factory. 

Non c'è il video, comprate il disco!


martedì 26 luglio 2022

UMBERTO SEBASTIANO - IL MONDO FINIRA' DI NOTTE



Capita di perdersi dietro ai propri sogni, alle proprie idealizzazioni. Tipo l'anno scorso che uscì un nuovo disco dei Band Aid, band leccese fine anni '70 / primi '80, legami con Italian Records, citati da Tondelli in "Un Weekend Postmoderno". A giugno dell'anno scorso avevo preso il 12" "A Tour in Italy" al Disco d'Oro (e dove sennò?), poi a novembre mi era arrivata voce che si, proprio loro, erano in uscita con un nuovo disco dopo trentacinque anni di silenzio. Cose che ti riempiono il cuore. Credo uno dei motivi per cui non mi è mai evaporata la magia della musica, delle scene, dei collegamenti. 

La stessa cosa mi è capitata quest'anno quando ho scoperto su Rumore che Umberto Sebastiano aveva scritto un romanzo ambientato nella scena del Great Complotto Pordenone. Era domenica, il giorno dopo alle 9.00 ero già al telefono per ordinarlo dalla mia libreria di fiducia. Comprateli in libreria i libri, cazzo, non alimentate tutta 'sta palla di individualismo consumista con consegne a domicilio, corrieri nuovi schiavi, cartoni, rifiuti. I libri si prendono in libreria, i dischi al negozio di dischi, i vestiti al negozio apposito. Facile, pulito.

Ritornando a noi, chi è Umberto Sebastiano? Il cantante dei Rendezvous Ravage, cult band autore dell'inno "Una Stagione per Noi" (Un'inverno a Pordenone), uno dei pezzi più belli del Great Complotto ma direi pure della wave italiana. Pezzo citato e omaggiato dai Tre Allegri  nel 2001 in "Prova a star con me un'altro inverno a Pordenone". 

Cerchi che si chiudono, anni a controllare periodicamente se c'erano news su Band Aid o Rendezvous Ravage e poi succede questo.

Il romanzo, "Il mondo finirà di notte", è bellissimo, inutile dirlo. Ci sono i gruppi, il fermento, il Molo, il contesto sociale, gli ascolti, la violenza. Tipo che i Rendezvous Ravage (che in questo romanzo si chiamano Ribelli Cromati come il gruppo successivo di Sebastiano, mid 80's, milanesi credo) hanno come nume tutelare i Jam, il mod revival, gli Who e i pezzi Tamla Motown. Signori, i Mods di Pordenone.

Che bellezza il Great Complotto, ogni tanto mi trovo a pensare che sono orgoglioso del fatto che sia successo vicino a casa mia: che scena! E qualche propaggine c'è ancora oggi, i Tre Allegri, i Sick Tamburo, il libro di Sebastiano, i concerti fighi in città. Gloria a voi. 

sabato 26 marzo 2022

PAUL WELLER: OUR FAVOURITE BOOKS


Il libro: 1984, George Orwell



Smash Hits, 1982

Il libro: The Collected Essays, Journalism and Letters of George Orwell

"Mi piace la sua idea di socialismo, penso che abbia un bel po' di senso comune, di senso pratico."



1987

I libri

Xavier Holland - Magic Mushrooms

Robert Tressell - Ragged Trousered Philanthropists

D.H. Lawrence - Lady Chatterley's Lover - L'amante di Lady Chatterley 

Alberto Moravia - Two Women - La Ciociara

Brendan Behan - Borstal Boy - Ragazzo del Borstal

Kurt Vonnegut - Slaughterhouse 5 - Mattatoio n. 5

Wienkel - Diary Of My Bottom (?)

Diostchekov - Plums From Heaven - (?)

George Orwell - Lion and the Unicorn - Il leone e l'Unicorno

Xavier - If You Do It Anymore I'll be Sick - (?)



Il libro: Absolute Beginners - Colin MacInnes

"Un libro che ha ispirato un'intera generazione"

venerdì 21 gennaio 2022

GLI ESORDI DELLA NEW WAVE FIORENTINA

Articolo tratto dalla fanzine "Nuova Fahreneit", aprile 1982, una delle più importanti del periodo in ambito punk.
Si racconta, sulla stessa pagina, di un concerto dei Diaframma a Bassano del Grappa (a questo concerto è ispirato il successivo pezzo "Le Alpi", del 1992), il primo che la band di Federico Fiumani tenne lontano da Firenze. 
E sulla stessa pagina è presente la recensione della demotape dei Litfiba. 
Cosa volere di più?

 

venerdì 31 dicembre 2021

BAND AID 2020




Inaspettato quanto graditissimo ritorno, i Band Aid pubblicano un nuovo disco a distanza di trent'anni dall'ultima uscita. Band leccese attiva dal 1980 al 1985, due LP e un EP (lo splendido "A Tour in Italy") al tempo con Italian Records, il trasferimento a Bologna, menzionati in "Un Weekend Postmoderno" di Tondelli: pura epica underground wave tricolore 80s di culto.
Questo nuovo disco, dicevo: molto bello, ben riuscito. Di base un jazz rock interamente strumentale, con passaggi no wave e mood mediterraneo, a volte movimentato a volte di tranquillità. Siamo dalle parti dei Lounge Lizards (con cui tra l'altro condivisero la partecipazione al festval Electra 1981 a Bologna). 
Aggiungerei che non c'è nulla da invidiare ad un nome di peso attuale come quello dei Calibro 35, che si muovono su coordinate meno mediterranee ma con alcuni punti cinematici di contatto.  

mercoledì 15 dicembre 2021

JESUS AND MARY CHAIN PUNK ROCK MIXTAPE



"Quando esplose il punk rock all'imporovviso fu come "E' qualcosa che potremmo fare", un qualcosa alla nostra portata. Ricordo di aver sentito i Ramones e fu come una mazzata in testa."
Jim Reid - cantante dei Jesus and Mary Chain

"Li amo molto. Stavo pensando di fare "Beetween the Planets". Ho mandato una mail a Jim per scrivere il testo di una canzone che ho chiamato "When I look in your eyes"; ha detto che l'avrebbe fatto, ma quei ragazzi sono così impegnati. "Psychedelic Mindfuck" è la mia interpretazione di una canzone dei JAMC. Li ho sempre amati molto perchè sono cresciuto ascoltando Lou Reed e i Velvet."

"Il titolo del nostro album "Munki Brain" è preso da "Munki" dei JAMC. Non molte persone della nostra scena li conoscono, ma è da lì che viene."

"I cinque album che mi hanno maggiormente influenzato? Beach Boys - Today, Black Flag - Damaged, Ramones - Leave Home, David Bowie - Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, Jesus and Mary Chain - Pyschocandy."

Joe King dei Queers

martedì 23 novembre 2021

TONDELLI, IL NEW COOL E IL RITORNO ALL'ORDINE


"Altri Libertini" (1980) rappresenta l'anno zero per Tondelli, sia perchè si tratta del suo debutto sia per il crash che diffonde, un po' come il punk del '77, un reset oltre il quale si può eventualmente provare a ricostruire in un ottica evolutiva. Le analogie? Linguaggio slang, storie crude, immediatezza espressiva.
Un paio d'anni dopo la "new wave" tondelliana assume la forma di "Pao Pao", libro di passaggio che si muove su quanto creato precedentemente ma non ha lo stesso fragore e in qualche modo cerca una nuova strada per definirsi. 
E' con "Rimini" del 1985 che si ha compiutamente un ritorno all'ordine: un romanzo dal linguaggio regolare dallo stile pulito. La particolarità la troviamo eventualmente in una sorta di disperazione di fondo che collega tutti i lavori di Tondelli, quantomeno i suoi personaggi. L'involucro comunque è perfettamente commercializzabile anche ad un pubblico esteso non necessariamente specifico di una qualche tribù.
Nell'ambito musicale del periodo questo ritorno all'ordine formale lo troviamo nella corrente "New Cool".
Prendiamo Paul Weller che dopo i fuochi con i Jam si ricalibra in un immaginario cool europeo tralasciando musicalmente le asperità precedenti, ma (la particolarità di prima) con liriche comunque battagliere. Oppure Joe Jackson, meno infioiato nella prima scena punk rispetto a Weller e compagni, ma comunque legato ad una formula diretta ed essenziale (vedi "Look Sharp" del 1979).
Joe Jackson nel 1982 se ne esce con "Night & Day", maturo pop jazz 80s dall'immaginario adulto, o meglio "giovane adulto", processo abbastanza comune nella società dell'epoca dove intorno ai trent'anni molti erano già pienamente inseriti nelle dinamiche regolarizzanti della società.
Non c'è più spazio per l'esuberanza giovanile a suon di chitarre, il percorso di crescita personale è un tutt'uno con quello artistico. Con Tondelli assistiamo allo stesso tipo di processo: la "retorica" attorno alla crisi dei trent'anni, al sentirsi adulti, al sentirsi mentalmente distanti da quanto accadeva o si raccontava solo cinque anni prima. 
In "Rimini" la colonna sonora è un trionfo "New Cool", ci sono gli Style Council, Joe Jackson, Alison Moyet, Matt Bianco, gli Everything but the Girl. Pop 80s' jazzato, molto classico, immagine ordinaria, camicia, cappotto, capelli in ordine: esattamente come Tondelli nel 1985 (fino al 1991, anno della sua morte).
Proprio una frase di Joe Jackson apre "Rimini": "Che lo voglia o no, sono intrappolato in questo rock'n'roll, ma sono un autore e sono un musicista, per certi versi un entertainer."
A proposito della consapevolezza esistenziale di cui stavamo parlando prima.
Riferimenti all'artista inglese li troviamo anche in "Camere Separate" del 1989, una citazione del pezzo "We can't live together". 
     
   

giovedì 23 settembre 2021

LA CARRARESE E LA FERRIERA DI CITTADELLA





Da cittadellese mi ha sempre incuriosito perchè la Carrarese Calcio avesse come sponsor ufficiale dal 1984 al 2002 la Ferriera di Cittadella, storica azienda del territorio che però dista 350 km buoni da Carrara. 
Il motivo è da ricercarsi nella produzione della stessa di lame per il taglio di granito, ecco quindi la connessione con la cittadina apuana, dove sono presenti le famose cave di marmo.
Ad ogni modo una storia curiosa ed ogni volta che passo per Borgo Vicenza davanti alla sede della Ferriera un pensiero in questo senso mi scappa.

venerdì 30 luglio 2021

ECHI DAGLI ANNI OTTANTA: I MODERN MODEL E LA NEW WAVE VENEZIANA



Sto leggendo in questi giorni il bel libro di Stefano Gilardino, “Shock Antistatico”, dedicato alle varie scene regionali italiane in ambito post punk 1979/1985. Nella sezione veneta viene tributato il giusto riconoscimento ai Frigidaire Tango di Bassano del Grappa, si parla in maniera esaustiva dei Wax Heroes di Treviso e un buon capitolo è dedicato al giro veneziano. Una piccola scena, magari non così pubblicizzata o idealizzata, ma in grado di lasciare valide testimonianze, vedi la compilation “Samples Only”, la vitalità della fanzine “Rockgarage”, i Death in Venice: “Siamo anche stati contattati dall’etichetta di Samples Only ma eravamo su due orizzonti diversi, loro erano orientati all’elettronica e non se ne fece niente. I Death in Venice erano dell’area veneziana, che noi dalla periferia non frequentavamo, già arrivare a Mestre era una cosa sporadica, ne sentivamo parlare ma non siamo mai stati in contatto. Il collettivo di Rockgarage credo sia stato un gran esempio di autoproduzione, autogestione della creatività.  Era uno dei loro obiettivi, gestire totalmente la produzione e la comunicazione artistica, tramite il giornale, i dischi, la gestione di un locale. Andrebbe analizzato e studiato ancora oggi.” 
Chi mi parla è Giuseppe Chinellato, che all'epoca c'era e suonava con i wavers Modern Model (assieme a Stefano Stefani e Paolo Sechet), band di Spinea, entroterra veneziano, che partecipò con due pezzi al primo disco rilasciato assieme alla fanzine Rockgarage (1982): “Io conoscevo i The Wops di Murano, grande band punk hardcore, perché con alcuni di loro frequentavo la stessa scuola; loro ci misero in contatto con i ragazzi di Rockgarage, Marco Pandin su tutti. Avevamo registrato artigianalmente una cassetta e dopo averla ascoltata ci chiesero di far parte del progetto del disco allegato alla rivista. 
E’ stato tutto molto veloce: in un anno abbiamo formato la band, trovato una rivista che ci ha fatto fare concerti e stampato un disco.”
La nuova onda che fa breccia in provincia attraverso i canali mediatici del periodo: “Io ascoltavo le radio private/libere della fine degli anni ’70, in gran parte passavano “mainstream”, quindi rock e discomusic. 
Ho un ricordo nitido però: dopo che la parola “punk” iniziava a girare ma era indefinita, in una trasmissione di una radio di Mestre, un dj mise Satday night in the city of Dead degli Ultravox presentandola appunto come un brano punk. 
Mi risuonò in testa per giorni e giorni ma solo dopo arrivarono i Sex Pistols, Patti Smith etc etc. Sono ancora grato per quella canzone.”
Si innesca così quel meccanismo comune a migliaia di adolescenti: l'entusiasmo e l'eccitazione verso il nuovo, l'interiorizzazione, che ti spingono a metterti in gioco in prima persona, a cercare di replicare quell'energia con una tua band: “Siamo stati tutti autodidatti, c’erano altri gruppi che si stavano formando tra le nostre conoscenze e prendendo inizialmente degli strumenti a noleggio abbiamo provato anche noi. Loro cercavano di fare la cover di More than a feeling dei Boston, noi I don’t care dei Ramones… I gruppi che ci piacevano/ispiravano erano i Cure, i Ramones, i Jam, ma soprattutto i Clash.”
Un punto che mi interessa approfondire è quello legato alla possibilità di esibirsi che queste band della nuova onda avevano: le nuove sonorità attecchirono si nel mondo giovanile, ma immagino che la realtà esterna non fosse sempre compiacente, soprattutto in contesti periferici non caratterizzati da uno sviluppo organizzativo diffuso. La Pordenone del Great Complotto fu un caso anche e soprattutto per questo motivo: una piccola realtà di provincia con peso cittadino e riconoscimento sociale. Si riusciva a suonare in maniera continuativa o solo esibizioni sporadiche? “Alla fine in tutto, con la formazione del disco, abbiamo fatto 4 concerti; devo dire che siamo stati sempre contattati tramite Rockgarage, non eravamo noi gli organizzatori. Non era così facile fare concerti, soprattutto se suonavi new wave. Ho in mente due episodi: al 1° concerto al cinema Dante di Mestre (maggio 1982) dopo 3 o 4 canzoni uno dello staff, tra un brano e l’altro, si avvicina al palco a mi chiede per quanto ancora dobbiamo suonare…(si erano già stufati?). 
Ricordo anche che ad Oriago (Ve) prestammo gli strumenti ad un gruppo hardcore di Chioggia, gli Antisbarco, che si erano presentati, non invitati e chiesero di suonare.”
Rapporti con altre band venete? “I Wops erano nostri amici e ci abbiamo suonato assieme in due occasioni. C'era anche un legame con i Plasticost di Marostica; avevamo inviato una cassetta a Fox, il cantante/deus ex machina che teneva un programma new wave in una radio di Bassano, mi pare, e anche con loro abbiamo suonato assieme.” A proposito, i tuoi 5 pezzi wave italiani preferiti? “Eptadone / Skiantos, Vita di strada / Take Four Doses, Better days / The Wops, Plateau Rosa / Matisse, Il mondo di Suzie W./ Underground Life.”
La meteora dei Modern Model, dalla provincia veneziana, brillati lo spazio di qualche stagione. Imbracciano gli strumenti mossi da un bisogno, da una canzone, dal contesto sociale musicale che ti forma e spinge in quella direzione. Due canzoni in una compilation, qualche concerto, tutto veloce. E poi come finiscono queste situazioni?  “Nel nostro caso con il servizio militare, prima il batterista e dopo il disco partii io. Al ritorno avevamo perso le motivazioni, capita. Tieni presente che eravamo tutti compagni di banco dalle elementari e quindi soprattutto amici. Siamo sempre stati in contatto e nel 2009 abbiamo riformato i TMM (vedi pagina FB), riarrangiando pezzi vecchi e componendone di nuovi con altri componenti; con questa formazione ho suonato fino al 2015 poi basta. Oggi loro continuano ancora e ci frequentiamo.”

Grazie a Giuseppe Chinellato per la disponibilità




lunedì 31 maggio 2021

BASTOGNE 25


L'ultimo concerto pre pandemia del 2020 l'avevo visto a Bologna, proprio al Locomotiv nel gennaio dello scorso anno.
Nell'estate 2020 c'è stato qualcosa d'interessante, Sergio Caputo e Tullio De Piscopo a Cittadella, ma oggi 29 maggio si rimette il naso fuori di casa in maniera compiuta e si torna a Bologna per la serata evento in occasione del venticinquennale di Bastogne. 
Libro stracult, borderline, pieno di riferimenti musicali alternative: l'idea è quella di trasportare dalle pagine cartacee alla realtà alcuni dei protagonisti musicali citati.
Concept straordinario, quando vado in bagno a pisciare a metà serata uno che non conosco me lo conferma: "Il concept è pazzesco", dice.
L'Arena Puccini è un cinema all'aperto nel complesso del Dopolavoro Ferroviario, la stessa che ospita il Locomotiv, il Kinotto Bar, campi di calcetto e tennis. Bologna su questo è sempre all'avanguardia, da noi in Veneto ancora non ci siamo arrivati, probabilmente con uno spazio così a disposizione ci avrebbero fatto case, appartamenti. Con la cultura non ci mangi, ti insegnano mentendo. A Bologna invece sin dalla scena dell'Italian Records di fine anni '70 se la passavano piuttosto bene.
Il primo ad esibirsi è il grande vecchio Dandy Bestia, mi fa piacere vederlo in piedi, fa quattro canzoni, "Karabignere blues", "Gli Italiani son felici", "Sbarbine", "Sono un ribelle mamma". Fa il suo, chitarra elettrica e basta, suono Rolling Stones. 
Alberto Camerini è in formissima, bisognerebbe dargli un programma radio per la dialettica imprevedibile ed avventurosa, svaria mentalmente tra una canzone e l'altra, e che canzoni poi, "R'n'r Robot", "Tanz Bambolina", "Maccheroni Elettronici", "Computer Capriccio". Fantastico. Estate italiana, siamo nel 1983, nell'aria si libra profumo di pizza, t shirt a righe, positivismo, fiducia nel futuro. In classifica ci sono  Camerini e i Righeira. E noi siamo ad una sorta di Festivalbar dei sogni. Quindi adesso tocca a Johnson Righeira. Hit italo/spagnole "No tengo dinero" e "Vamos a la playa", concessione sanremese con "Innamoratissimo" e gran finale con "L'estate sta finendo", una delle più belle canzoni italiane scritte? Secondo me si. Come secondo me Enrico Brizzi è uno dei più grandi scrittori italiani viventi. Lo vediamo prendersi la scena con tanto di band, sotto una base a volte rock'n'roll ("SuperTognazzi"), a volte post rock  ("Cousin Jerry"), declama parti del libro per cui è in atto questa celebrazione. E in quel libro non c'è una parola fuori posto, non c'è niente meno che essenziale.
Mezz'ora buona di Enrico Brizzi e YuGuerra, YuGuerra in stile mod, The Face, con la riga da parte, completo blu tre bottoni, Fred Perry azzurra, scarpe in cuoio inglese. Enrico Brizzi più sull'alternative stradaiolo 90s, tracktop Adidas Jamaica, Fred Perry, tre striscie ai piedi. Lo stile delle sottoculture, la musica, i riti, quel tipo di socialità. Sono cresciuto in quell'ambiente, lo portiamo avanti a modo nostro, non lo facciamo morire, diamo ancora importanza a tutto questo. Ovvio che una serata così è una celebrazione di tutto questo mondo, il nostro.
Bat Matic mi dispiace perderlo, vado a prendere una birra, sento "Mamma dammi la benza" dal baldacchino del bar. Ora è un Festivalbar che prevede un solo pezzo per cantante, si corre un po' per esigenze di copione e coprifuoco. "Ed ora Steno dei Nabat con Laida Bologna".
Gran finale, con Brizzi che sale nella parte finale per cantarla assieme.
Serata strepitosa, è forse stata un sogno?
 

martedì 4 maggio 2021

LA NOVI VAL, LA NUOVA ONDA JUGOSLAVA

 

Per scrivere della Novi Val (la nuova onda, la new wave jugoslava) scelgo un approccio su base territoriale, credo l'unico possibile, a meno che non si proceda in ordine cronologico a zig zag tra le varie scene locali. Considerando che questo vuole essere un reportage di presentazione della scena, una sorta di infarinatura generale basata anche sui miei gusti personali, scelgo l'indagine territoriale, e metto dei paletti cronologici: direi 1976/1984, solitamente lo spazio temporale entro il quale viene racchiuso il movimento new wave originale. Si parte dal punk, certo, anche perchè senza punk non si avrebbe poi il post punk. Sembra una banalità ma è meglio ricordarlo.

Bosnia e Macedonia non sono presenti: ci sarebbe qualcosa da approfondire, nulla di epocale tranne i Bijelo Dugme (la band di Goran Bregovic), ma c'entrano poco con wave e derivati.


Lubiana

I Pankrti si formano già nel 1977, in contemporanea con i fermenti Uk e Usa.

Inizialmente fautori di un classico punk '77 in stile Sex Pistols / Clash, un singolo iniziale nel 1978 e album rilasciati dal 1980 al 1987.

Nel 1978, al Palazzetto Hala Tivoli, si esibirono in una data del loro tour Stranglers e 999; nel 1981, invece, toccò a Siouxsie & the Banshees.

Lubiana è presente in grande stile sulla storica compilation “Novi Punk Val” del 1981, fotografia della prima scena punk sloveno/croata, con Pankrti, Grupa 92, Berlinski Zid e Buldogi: espressionismo punk e primi vagiti post condensati in pezzi veloci e rabbiosi, a testimonianza di una piccola scena vitale ed attiva.





Successivi a questa prima onda, i Borghesia iniziarono nel 1983 ed hanno una carriera che arriva fino ai giorni nostri, con una new wave in zona EBM. Citati spesso dai CCCP come influenza per la propria visione: chiamarsi Borghesia in un paese socialista..

Altro gruppo fondamentale, e conosciuto in tutto il mondo, sono i Laibach, con il loro suono ostico industrial avantgarde.



Zagabria

Azra sono tra i nomi grossi della scena balkan, un suono personale chitarristico con marcate influenze localistiche.

Tra i prime movers della scena troviamo i Prljavo Kazaliste: a me ricordano un po' i Decibel di Enrico Ruggeri con un primo album punk e il secondo già in pieno territorio new wave, quella melodica tra power pop e ska, camicie bianche e cravatte strette.

Gli Haustor sono fautori di una new wave mediterranea, ritmica e dagli influssi balcanici, per certi versi non distante da certe cose dei nostri Litfiba degli inizi. Quattro album molto ben riusciti nel corso degli anni '80. A Rovigno c'è un baretto in spiaggia che mette vinili, li conoscevo già e mi è capitato di ascoltarli in quel contesto: una bella situazione.

I Psihomodo Pop si formarono nel 1983 e raggiunsero un certo successo qualche anno dopo come una sorta di Ramones jugoslavi. Melodie Ramones ma non solo, bei dischi e una carriera ancora attiva.

Aprirono il concerto dei Ramones a Zagabria e Lubiana nel 1990, con i venti di guerra che soffiavano sempre più forte.

Da tener presente il primo disco dei Film, 1980, power pop frizzantino.

Zagabria era inoltre sede della Jugoton Records, la più importante casa discografica jugoslava. Dopo la dissoluzione del Paese, cambiò il suo nome in Croatia Records ed è ancora attiva come etichetta, oltre che record shop in centro città. Molto bella la compilation "Electronic Jugoton, Synthetic Music from Jugoslavia 1964-1989", con dentro nomi noti ed altri meno.

Nel 1981, alla Biennale musicale, si esibirono Gang of Four e Classix Noveaux accompagnati da Haustor, Elektricni Orgazam, Sarlo Akrobata (entrambi da Belgrado) e Laboratorija Zvuka (Novi Sad).



Fiume

Fiume è terra dei Paraf, assieme ai Pankrti tra i precursori della scena punk jugoslava. Si formano nel 1976 e il primo storico concerto lo tennero presso Palazzo Modello in città (edificio monumentale sede della biblioteca e del circolo Italiano di cultura). Inizialmente puro punk '77, il suono si evolve in una fredda new wave elettronica a partire dal secondo album, “Izleti”, del 1981.

A Fiume, nel Rione Belvedere, alla vigilia del primo concerto a Palazzo Modello, gli stessi membri del gruppo tracciarono con vernice su una scalinata la scritta “Paraf Punk”: ebbene nel 2018 il graffito è stato restaurato e dichiarato bene culturale tutelato.

A Fiume troviamo anche i Termiti, tre pezzi di grezzo punk 77 sulla compilation Novi Val del 1981 (presenti anche i Paraf).



Belgrado

A Belgrado parte tutto con la compilation Paket Aranzman del 1981, considerata uno dei dischi caposaldo della Novi Val. Dentro ci sono i Sarlo Akrobata, influenzati da Police, Elvis Costello, Xtc, Jam, Idoli e Elektricni Orgazam, con dei pezzi in piena zona post punk.





I Sarlo Akrobata (traduzione slava di Charlie Chaplin) fanno un album nel 1981 e poi si dividono in due tronconi: Ekaterina Velika e Disciplina Kickme. Entrambi fondamentali, i primi con un gusto wave psichedelico, anche qua vengono in mente certe cose dei Litfiba. I secondi con delle buone ibridazioni crossover.


Gli Elektricni Orgazam sono fautori di una carriera molto versatile, partiti con un primo album di wave elettronica, il secondo un po' Iggy Pop/Clash, poi approdati a degli album quasi psichedelici. Un gran gruppo, tra i fondamentali, da ascoltare.

“Odbrana i Poslednji Dani” (“L'apologia e l'ultimo giorno”) il secondo Lp degli Idoli, è stato insignito da Rolling Stone come “miglior album del rock jugoslavo”,

Su Impatto Sonoro il disco viene così spiegato: “Lavoro dichiaratamente non commerciale, è un concept album basato sull’omonimo libro di Borislav Pekić nel quale i risvolti psicologici dell’alienazione e le turbe dell’anima del personaggio ai tempi della Seconda Guerra Mondiale vengono trasfigurate dagli Idoli sullo sfondo dell’ortodossia urbana belgradese contemporanea, in quello che è – a parere di chi scrive – tra gli album più originali e ambiziosi di sempre: cupo, imperioso eppure a suo modo catchy, è realmente la realizzazione di un linguaggio unico e, se l’accoglienza fu inizialmente abbastanza fredda anche per gli effetti collaterali dei motivi sopracitati, è ormai da decenni considerato da critica e pubblico il più grande album del rock Made in YU.”



Novi Sad

Pekinska Patka: puro punk 77 sguaiato al debutto, cold wave nel secondo disco. Il primo gruppo della Novi Val che abbia mai ascoltato!

Laboratorija Zvuka: un collettivo, formato da sette elementi e dal suono pop wave.

martedì 13 aprile 2021

I RAGAZZI NON PIANGONO




Probabile sia perchè domenica ho visto da Matteo il vinile di "Boys don't cry" con la sua bellissima copertina "Fire in Cairo", palme, moderna estetica 80s in anticipo sui tempi, beh sta di fatto che mi sono ricordato il giorno in cui lo ordinai, in cd però, al negozio di dischi del mio paese.
Una ventina buona di anni fa. Poi però il cd è sparito, ho "Three Imaginary Boys", la versione originale inglese, "Boys don't cry" è quella americana con una scaletta differente, alcuni pezzi non ci sono su TIB.
I primi Cure sono favolosi, minimalismo post punk, un po' Buzzcocks, un po' Wire.
Il primo concerto che ho visto in vita mia, luglio 2002, a Conegliano. Bel battesimo. Ai tempi avevo praticamente solo "Boys don't cry", ne ero estasiato. "Killing an Arab", "Plastic Passion", "Jumping Someone Else's Train".
E' ancora uno dei miei dischi preferiti, pur non avendolo più. Com'è possibile? E' possibile, fidatevi. Basta saperlo a memoria. Però poi ho dischi, anzi ne sono pieno, che valgono la metà dell'impatto che ebbe BDC su di me. Mi piace questa dicotomia. Sarebbe comunque giusto recuperarlo, almeno in cd.
Per questo mi è venuto la brillante idea di fare un salto al decadente negozio di dischi del mio paese, proprio dove l'avevo preso vent'anni prima. Avevo dato un occhiata sul web, e risulta fuori stampa, i disponibili viaggiano sopra i 20 euro. Fantasticavo che al negozio di dischi se ne fosse conservata una copia per me al prezzo di 10 euro. Sono entrato, era lunedì pomeriggio, fuori pioveva. Dietro il banco c'era la Signora Gina, ultraottantenne alle prese con dei fili verdi sopra il bancone. Li attorcigliava, forse stava componendo una sua creazione. Musica non ce n'era. C'era odore da pasticcio, da pranzo della domenica a casa della nonna. Ho detto "Do un occhiata ai cd", "Certo, faccia pure".
Sulla lettera C non c'era nessun cd dei Cure, strano, ho provato a guardare se magari fossero stati classificati sotto la lettera T. Non trovandoli neanche la, ho chiesto alla Signora Gina, ma lei mi ha confermato che i cd dei Cure sono tutti fuori stampa, e anche se volesse non riuscirebbe proprio a procurarmeli. Chissà, forse si ricorda dei Cure perchè suonarono a poche decine di metri nel 1989, tour di Disintegration, un evento di cui ogni tanto si parla ancora adesso.
Ho ringraziato e sono uscito, poi a casa ho passato la serata ascoltando tutti i cd dei Cure che avevo, Mixed Up sopratutto ma anche Three Imaginary Boys: fuori continuava a piovere, su "Meathook" ho anche accennato a dei passi di danza mentre andavo in bagno.

lunedì 29 marzo 2021

POLICE & THIEVES?


Mi son sempre piaciuti i Police, cinque album in sei anni (e che album), il concerto a Reggio Emilia il 3 aprile del 1980 con di spalla i Cramps, la recensione di Pier Vittorio Tondelli di quella serata, la canzone degli Offlaga Disco Pax relativa.

Pur essendo pienamente new wave non vengono quasi mai citati, considerati troppo commerciali forse? Bah, non sono problemi che mi riguardano. Come se il fatto di porsi a destra dei Clash fosse un problema. Resta il fatto che il loro percorso ricorda molto quello di Clash e Jam. Stessa durata di carriera, sei/sette anni, album con una progressione stilistica, scioglimento all'apice. Ok, con i Clash questo non è accaduto, facciamo finta si siano sciolti in gloria dopo Combat Rock del 1982. Però con i Police ed i Jam si, senz'altro.

I rapporti dei Police con il giro punk iniziale non erano proprio benevoli, erano visti come degli intruders, degli approfittatori. In un certo senso è vero, giravano già intorno alla trentina, Andy Summers, il chitarrista, nei 60's gia suonava nei club di Soho con  Zoot Money's Big Roll Band, roba seguita dai mods.

Diciamo che approfittano del reset imposto dal punk per creare un loro suono che comunque non lesina in immediatezza e verve, anche nei pezzi più costruiti. Regatta de Blanc: reggae dei bianchi. Leggevo tempo fa che uno dei punti di confronto rispetto ai Clash era nell'utilizzo della ritmica reggae: ok nei Clash perchè si immergevano culturalmente in quel suono, non andava bene dei Police perchè estraevano il suono dal suo contesto mantenendone solo i caratteri tecnici. Appropriazione culturale indebita. Non so, fa riflettere comunque che anni fa si discuteva della musica in questi termini. Adesso a chi interesserebbe una discorso teorico del genere? Si diceva che era una sorta di "turismo musicale". Non sono troppo d'accordo, dei Talking Heads cosa dovremmo dire? La new wave è anche questo, mica per forza devi partecipare al carnevale di Notting Hill per suonare un pezzo reggae. Che poi i Police non suonavano certo reggae tout court. Anche Bob Marley, per certi versi, rese più bianco il suono del reggae. 

  



giovedì 25 febbraio 2021

STYLE COUNCIL AL FESTIVALBAR , 1987



5 settembre 1987, una sera di tarda estate, Italia, Arena di Verona, Style Council, Festivalbar. 

Weller in giacca blu, camicia blu bottoni bianchi, pantaloni bianchi, mocassini. 

Dee C Lee in t shirt a righe biancoblù.

Esiste qualcosa di maggiormente idealizzabile di tutto questo?

L'unico commento presente su YouTube sotto il video è di una bellezza struggente. Dice:"Macchina del tempo fammi morire in questo preciso momento".

C'erano già stati nel settembre del 1985 gli Style Council al Festivalbar con "Walls come tumbling down": neanche due mesi prima l'avevano suonata a Wembley, al Live Aid.

Il 30 agosto 1987 invece, sei giorni prima dell'Arena, suonarono a Mira (Ve), al Superdancing Marmellata lungo la Strada Romea. Altro grande flash dagli anni ottanta di provincia.

Erano in giro a presentare "The Cost of Loving". "Wanted" uscì come singolo: un modern soul agrodolce a tema sentimentale.


"C'è una ragazza nel mio ufficio, continua a fermarsi proprio davanti ai miei occhi
Anche se provo e riprovo non posso più nascondermi
Lascio che i miei sentimenti parlino per me
Ma quando provo a parlare la mia lingua si indebolisce
Resto l'uomo solo che sono
Il mio cuore è sotto chiave e non riesco a trovare la chiave
Dimmi perchè non sto facendo nessun tentativo
Perchè, oh beh, voglio solo essere desiderato."

sabato 9 gennaio 2021

CHELSEA AGGRO! IL TIFO PER I BLUES NEL GIRO PUNK


Anni fa ebbi modo di fare una serata con Ray Gange, protagonista assieme ai Clash del docufilm Rude Boy (1980). Ad un certo punto, dopo un tot di pinte, scivolammo sull'argomento calcio e gli chiesi per che squadra tifassero i Clash. Di Mick Jones conoscevo già la sua passione per i QPR, non sapevo invece di quella di Joe Strummer per il Chelsea. I Clash facevano base a Londra Ovest, sono un gruppo di Londra Ovest. La squadra di riferimento dell'intera zona è il Chelsea, aldilà delle sacche QPR, Fulham, Brentford. Negli anni '70 succedeva anche questo, ce lo racconta Steve Jones, chitarrista dei Sex Pistols, altra band per 3/4 Londra Ovest: "I used to go to Stamford Bridge when I was 12 years old, back when i had a skinhead. But I also used to go to QPR games sometimes because they played down the road from my school and some of my friends followed them."

Pure il suo compagno di band nei Pistols e nei Professionals Paul Cook è una grande fan del Chelsea, spesso presente in gradinata.

Per quanto riguarda Joe Strummer (tratto da 8by8 Magazine):
"Ai tempi di London Calling, quando i Blues giocavano in casa il sabato pomeriggio, andavo alle partite. Vivevo in zona, poco distante."
Erano giorni bui per la squadra, bloccata negli ultimi posti nella seconda divisione. Nonostante questo in gradinata trovava altri musicisti famosi come il batterista dei  Sex Pistols, Paul Cook, che era un presenza regolare allo Stamford Bridge, così come lo erano anche Suggs McPherson e Chas Smash dei leggendari Madness.
Dopo una partita contro il West Ham Utd, nel settembre 1980, Strummer e il suo abituale gruppo di amici furono inseguiti dagli Hammers, che brandivano coltelli Stanley a serramanico: "Abbiamo dovuto correre dentro un negozio di fronte a dove vivevo".
Si racconta che un giorno, poco dopo l'uscita di London Calling, lasciando lo Stamford Bridge un sabato pomeriggio andò in un vicino negozio di dischi, dove trovò qualcosa di ancora più preoccupante del coltello dei fans del West Ham: si accorse che una copia dei London Calling era in vendita a  7,99 mentre i Clash avevano detto che non si sarebbe dovuto vendere per più di 5 sterline, il costo di un singolo album. Furioso, Strummer assalì il proprietario del negozio fino a quando il prezzo non fu portato a quanto precedentemente concordato.  Poi si riunì ai ranghi dei fans che tornavano a casa dopo aver sostenuto il Chelsea.

Un altro musicista dentro alle dinamiche della Shed del tempo è Suggs dei Madness:
"Ti svegliavi nervoso e andavi a letto nervoso. Sai, prendi la metro e improvvisamente è piena di Hammers, potresti essere preso a calci dappertutto. Una volta uno dei nostri sparse biglie sull'asfalto facendo volare i cavalli della polizia, ne seguì una battaglia degna di quella di Agincourt. Col Millwall al Den dissi al mio amico di nascondere la sciarpa e andammo a vederci la partita nella curva di casa!"

Nel recente (2016) album "One Law" dei Members è presente l'esplicita Chelsea Aggrro. I Members, sul finire dei 70, erano "The sound of the suburbs", precisamente dalla zona Camberley, estrema propaggine ad ovest di Londra,  zona aereoporto di Heatrow: "Every lousy monday morning, Heatrow jets goes crashing over my home". Il loro primo album si chiamava "At the Chelsea Nightclub", riferito al quartiere, King's Road e dintorni.
"I remember standing in the shed corrugated iron roof over my head / Shivering on the concrete step in the rain, the place has changed but the songs are the same: ALLO ALLO ALLO CHELSEA AGGRO!”


mercoledì 23 dicembre 2020

NEW ORDER PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, 1982

Articolo del Corriere del Giorno


Dal 16 al 22 giugno 1982 i New Order effettuarono il loro primo tour italiano. Come ben sappiamo erano attivi dal 1980 in seguito alla morte di Ian Curtis: con i Joy Division le uniche sortite fuori dal Regno Unito erano state due date singole a Bruxelles e  Parigi nel 1979 e un mini tour tra Olanda, Germania e Belgio nel gennaio del 1980. Si dice fosse in programma un supposto tour europeo nell'autunno del 1980 ma con Ian Curtis fuori dai giochi non se ne fece, ovviamente, nulla.

Giugno 1982: debutto al Tenax di Firenze il 16 (locale storico della new wave fiorentina), il 17 al Piper di Roma, il 18 al Palazzetto Tursport di Taranto, due giorni di dayoff (trascorsi al mare, la loro successiva "The Beach" si dice sia stata ispirata dalla spiaggia di Taranto, per Sumner "il ricordo più bello della tournee") e per concludere Palazzo dello Sport di Bologna il 21 e Rolling Stone di Milano il 22.

Gruppo di apertura per tutto il mini tour furono i bolognesi Surprize!, unica band italiana ad avere un disco stampato da Factory Benelux, l'ottimo 12" "In Movimento" del 1984, registrato a Manchester e prodotto da Bernard Sumner dei New Order e Donald Johnson degli A Certain Ratio: il contatto propiziatorio con Sumner avvenne proprio durante il tour. E' una storia interessante quella dei Surprize!, pressochè  quasi dimenticata: una new wave molto ritmica, atmosferica, tribale in alcuni momenti. Consiglio la bella raccolta uscita proprio su Factory Benelux con dentro tutte le loro incisioni.   

Tornando ai New Order, la scaletta del tour prevedeva un mix tra i brani di "Movement" (1981) e i singoli rilasciati fino a quel momento. Vediamo ad esempio quella del Tenax: "Dreams Never End, 586, Procession, Chosen Time, Truth, Senses, Ultraviolence, Everything's Gone Green, Temptation".  

A Taranto all'epoca c'era una bella scena wave, concerti importanti, band locali: da ricordare a proposito il disco split realizzato con le band del Great Complotto Pordenone nel 1984. 

C'è anche un libro che parla del giro tarantino: "'80, New Sound, New Wave" di Giuseppe Basile.

Da considerare che il mese precedente nelle stesse città (oltre che a Livorno, Messina e Palermo) si esibirono i Bauhaus, giusto per far presente il grado di proposta concertistica del periodo. 

Esistono svariati bootleg delle date del tour, si trovano in giro nel web.


mercoledì 25 novembre 2020

AUTORIDUZIONE! I MADNESS A PADOVA NELL'OTTOBRE 1980



Nell'ottobre 1980 i Madness, con di spalla i Lambrettas, vennero in tour in Italia per la prima volta: quattro date tra Milano, Torino, Padova, Roma.
Se pensiamo alla loro carriera è facile capire che quei concerti arrivarono proprio nel loro periodo d'oro: sono infatti perlopiù datati 1979/1980 i loro ultraconosciuti 45 giri.
Successe che le date di Torino e Padova passarono alla storia per una serie di disordini che si verificarono tra autoriduzionisti e servizio d'ordine. 
A Padova, al Pala San Lazzaro: "They went really potty in Padova, they came through the glass panellings with sledgehammers and axes, and they were riot police in there. You know 'I'm an Italian and I want to see the gig without ticket'. It was brilliant, really brilliant." Cosi Woody, batterista dei Madness, ricorda la data dell'11 ottobre.
In realtà situazioni del genere erano abbastanza all'ordine del giorno a quei tempi, basti ricordare il famoso concerto dei Police a Reggio Emilia giusto qualche mese prima. Chissà, magari qualcuno degli autoriduzionisti era presente ad entrambe le date. 
Il fatto che in Italia nella seconda metà degli anni '70 furono rari i concerti di artisti stranieri era imputabile proprio alla paura di scontri e pratiche autoriduzioniste (vedi gli scontri per Santana al Vigorelli di Milano nel 1977).
I Madness ritornarono poi a Padova nel 2017, al Geox: c'è la recensione di quella serata da qualche parte qui nel blog.
Non sono riuscito a trovare nessuna documentazione fotografica di quella serata, solo il biglietto della serata di Torino. 

venerdì 20 novembre 2020

I MET HER AT THE RAT - BOSTON ROCK'N'ROLL CLUB



Famoso rock'n'roll club di Boston in Kenmore Square attivo dal 1974 al 1997, al Rathskeller ("Rat") si esibirono tutti i maggiori esponenti della scena alternative: Ramones, Talking Heads, The Cars, Police, Bad Brains, Pixies, Sonic Youth e tanti altri.
Importante anche nello sviluppo della scena locale, dando spazio a diverse band del territorio.
Del 1976 il disco "Live at the Rat", con dentro band garage di Boston come DMZ e Real Kids.
Sul tubo si trova un interessante video dei Queers live al Rat nel 1987, un periodo in cui la band di Joe King (da Portsmouth, un'ora di distanza) si esibiva saltuariamente e senza rilasci discografici (il singolo precedente era del 1984, Grow Up è del 1990).
Proprio su "Grow Up" è poi presente il pezzo "I met her at the Rat": "Ho perso il mio cervello da qualche parte in Kenmore Square, penso sia ok, è una punk rocker, cosa posso dire?.."
Dal 1980 al 1987 ospitò al suo interno il ristorante Hoodoo BBQ, considerato dalla rivista Esquire "uno dei 100 migliori ristoranti americani" e con un jukebox fornitissimo dove "For a quarter you could play Merle Haggard's "Mama Tried", Bobby Bland's "Black Night", "Strange Fruit" and Unnatural Axe."(Esquire)
Demolito nel 2000, rimane uno dei club più importanti del periodo. 

venerdì 9 ottobre 2020

THE MANGES - PUNK ROCK ADDIO



"Punk Rock Addio" è una specie di saga nera su eroi finiti, tossici, solitari, gente problematica, sottoculture. Qualcuno diceva "essential punk for dark times": ecco, direi che la definizione calza. 

E' un disco che di questi tempi suona particolarmente bene, soprattutto a causa del periodo storico oggettivo in corso: dirò di più, sembrerebbe scritto appositamente a colonna sonora del periodo stesso, nonostante fosse già stato registrato a marzo.

Il suono che lo sostiene è punk rock Ramones / Riverdales al 100%, tranne "Tootsie Rolls" che è in stile Giuda, credo un divertissement, non so se magari indotto dal fatto che l'album sia stato registrato dal loro chitarrista, Moretti.

"Paninaro" è un bignami pop subculturale, "Ice Capades" era come come volevo chiamare la mia band, "Chinese Dragons" è Dee Dee Ramone 1991 New York, fuori dal gruppo e a spasso per New York.

E' un disco breve, finisce in fretta e ne vorresti ancora, che poi è un po' quell'effetto che danno i Ramones.

Molto bella la confezione digipack, il booklet, i disegni: un lavoro che esprime cura e passione do it yourself. 

martedì 30 giugno 2020

TREVISO 1980 - PRIMO FESTIVAL NAZIONALE DI PUNK E NEW WAVE




Il 23 febbraio 1980 si tenne a Treviso, presso la chiesa sconsacrata di San Teonisto (in pieno centro), il "Primo festival nazionale di Punk e New Wave".
Rappresentanza milanese con X Rated (presenti poi nella storica compilation Gathered nel 1982) e Jumpers, oltre alle non accreditate (nel volantino) Clito, abbastanza famosa female band che comparì pure nel film di Fellini "La città delle donne".
Total Crash da Savona, citati dai Klasse Kriminale in un pezzo del recente album intitolato "Prole Rock": "Scritte sui muri Si Total Crash - No PCI".
Gran bel contingente dalla vicina Pordenone Great Complotto (Sexy Angels, Fhetolds, 0001 Cancer, Mess, Waaalt Disney, Andy Warhol Banana).
Treviso partecipava con i locali Borstal e Metallic Overdrive.
Band sconosciute, per quanto mi riguarda, XYX da Padova e Scontro Frontale da Verona.
La foto scattata quel giorno dei quattro ragazzi punk veronesi, una delle istantanee definitive del periodo, fu poi usata nella copertina del libricino dedicato alla prima ondata punk tricolore allegato alla rivista Rumore una quindicina di anni fa. Erano forse loro gli Scontro Frontale?
Sull'ottimo sito "La prugna elettrica", dedicato al punk veronese, si legge: "Alcuni gruppi arrivarono vestiti in borghese, si infilarono nel cesso e uscirono tutti bardati...non faccio i nomi tranquilli!"